Serie TV > Supernatural
Ricorda la storia  |       
Autore: kithiara    24/11/2016    6 recensioni
Quattro amici, una serata in un locale non convenzionale e una scommessa apparentemente semplice da vincere. Niente va come previsto.
E' una Destiel, con ben più di un accenno Sabriel, ambientata in un universo parallelo e che vede un'interessante coppia Virgin!Dean & Stripper!Castiel.
Genere: Erotico, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Gabriel, Sam Winchester, Un po' tutti
Note: AU, Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Destiel ambientata in un universo parallelo, con più di un accenno Sabriel…perché sì, perché mi piace.
Come dicevo è un AU in cui i personaggi potrebbero essere, per certi versi, OOC…spero poco.
La fic è ambientata in quel di New York, la scelta è stata fatta perché trovo che la città si presti più facilmente alla presenza di locali come quello in cui si svolge la storia.
Solita precisazione d’obbligo, la storia è scritta per puro scopo personale e con l’intento di divertire. Nessuno dei personaggi mi appartiene (sigh).
Se vi piace, fatemelo sapere. Grazie e buona lettura.
Ah dimenticavo! La storia è già conclusa, cosa per me più unica che rara, ma ho scelto, per comodità, di postare un capitolo alla settimana, ogni giovedì…
Chiara

 
 
ANGEL IN DISGUISE
AU Stripper!Castiel & Virgin!Dean
 
 
Capitolo1
 
Dean ancora non si capacita di come abbia fatto a finire in quella situazione.
Farsi incastrare come un idiota in una delle scommesse di Crowley. L'ennesima scommessa di Crowley.
Che poi con Crowley tutto è una scommessa, quel dannato figlio di puttana scozzese scommetterebbe pure sua madre.
Ma scommettere sulla virtù di qualcuno...beh quello gli era parso un tantino eccessivo persino per lui.
 
Dean stringe di più la presa sul volante, aggrottando le sopracciglia, in fondo è della sua virtù che stiamo parlando.
E lui aveva accettato. Tutta colpa dell'alcool si era detto, in fondo la sera prima nel suo corpo ne scorreva a fiumi.
 
Erano nel bel mezzo di una partita a poker a casa di Benny e Dean in quel momento era tutto esaltato da qualche birra di troppo e da una mano particolarmente fortunata con cui avrebbe di sicuro ripulito gli amici di un bel po' di spiccioli; così quando Crowley se n'era uscito nel silenzio generale con uno
"Scoiattolo, scommetto 200 dollari che non riesci a restare vergine dopo essere stato in un certo locale di mia conoscenza", lui aveva riso.
Tutti avevano riso, persino Sam. E avevano ammesso che poteva essere divertente, persino Sam.
Il suo irreprensibile fratellino Sammy, lo stesso che ora se ne sta silenzioso sul sedile del passeggero e non ha ancora smesso di fissare fuori dal finestrino con aria preoccupata da quando Crowley ha comunicato la loro destinazione.
 
"Dove hai detto che si trova questo locale?"
Nessuna risposta dal sedile posteriore, dove Crowley sembra piuttosto impegnato a dare a Benny lezioni di moda.
"Grizzly, sinceramente, dovresti rivedere il tuo guardaroba, non ti faranno mai entrare da nessuna parte se vai in giro vestito come uno scaricatore di porto!"
L'alzata di spalle di Benny, Dean la sente più che vederla e non può fare a meno di sorridere.
Al suo amico di quello che pensa la gente non è mai importato un bel niente, lui è più uno del tipo se ti va bene sono come mi vedi, se no te ne puoi anche andare a fare in culo.
 
Discorso diverso per Crowley che fa dell'apparire una sua priorità.
A lui piace vestire elegante, la maggior parte dei suoi soldi, tutti ovviamente guadagnati in maniere piuttosto illegali, li spende dal sarto a farsi fare un completo dopo l'altro, tutti rigorosamente scuri, che poi sfoggia in ogni tipo di occasione.
Allibratore di professione, neanche a dirlo, che si è ritrovato ad un certo punto della sua vita invischiato in non so quali affari poco chiari che gli sono quasi costati la pelle, non fosse stato per l'aiuto inaspettato di un giovane avvocato che in maniera piuttosto coraggiosa, a suo dire fin troppo avventata, gli ha salvato, è proprio il caso di dirlo, il culo.
Nome dell'avvocato, ovviamente Sam Winchester, paladino degli indifesi e...
"Si chiama Heaven. E' nell'East Side."
...a quanto pare esperto conoscitore di locali a luci rosse.
 
Lo guarda come se avesse appena parlato in una lingua sconosciuta e lui solleva gli occhi al cielo.
"Che c'è? L'ho cercato su Google Maps!" poi arrossendo appena riprende a guardare imperterrito fuori dal finestrino.
Ma l'interesse degli altri occupanti dell'abitacolo ormai è stato ridestato.
"Alce, saresti anche potuto sembrare credibile, se non fosse che io non ho mai fatto il nome del locale..."
Sam sbianca in volto e si volta per fulminarlo con lo sguardo, ricevendo in cambio un ghigno irritante.
Fosse stato per me a quel punto gli avrei già tirato un pugno in faccia.
 
Sam però, per fortuna di Crowley, non è come me.
Quindi si limita ad usare il cervello per uscire da una situazione che, diciamocelo, ha dell'imbarazzante.
"Tu hai dato l'indirizzo, io ho guardato la cartina e ho visto che a quell'indirizzo c'è solo un locale e quello è il suo nome. Tutto qui."
"Ah mio caro Alce, prima o poi anche noi due dovremo fare una bella scommessa...ma temo che con te non sarà niente di così divertente come con Scoiattolo. Vero Scoiattolo? Sei pronto a pagare?"
"Fatti fottere, Crowley."
"Anche tu mio testosteronico amico, anche tu… Perché è di questo che stiamo parlando, giusto?"
Benny a quel punto si lascia andare ad una poderosa risata, appioppando al malcapitato Crowley una sonora pacca sulle spalle.
"Piccoletto fammi capire, come fai ad essere così sicuro di vincere questa scommessa? Conosco Dee da molto più tempo di te e credimi, ho provato a traviarlo in ogni modo, ma questo ragazzo parliamone, sa essere piuttosto ostinato quando si mette in testa qualcosa."
"Cosa posso dire..." solleva le spalle in un gesto noncurante "...oggi è giovedì."
Dean si chiede che razza di senso abbia quell'affermazione, ma può giurare di aver sentito accanto a sè Sam trasalire.
 
----------------------------------------------------------------------------
 
Il traffico di New York il giovedì sera è nè più nè meno quello degli altri giorni della settimana e cioè infernale.
Già normalmente trovare parcheggio è un'impresa, se ci si aggiunge anche il fatto che Dean non ha intenzione di parcheggiare la sua bambina dove può essere urtata barra sfregata barra maltrattata o anche solo guardata  in un modo che a lui risulta sconveniente, allora diventa un vero calvario.
Per questo i tre caballeros vengono scaricati davanti al locale, con grandi proteste da parte di Crowley che odia le file con tutto sè stesso, mentre lui e l'Impala proseguono verso strade più tranquille.
 
Solo quando è sicuro che la sua bambina starà bene, sì è vero Dean ha nei confronti della sua macchina una vera e propria ossessione, allora si allontana, non dopo averle lanciato l'ennesimo sguardo carico di affetto.
Le strade laterali sono tranquille e Dean non ha poi tutta questa fretta di arrivare al locale.
Non sa esattamente perchè, ma si sente un po' nervoso.
Beninteso, non è paura di perdere la scommessa, lui non perderà un bel nulla stasera, nè la verginità nè tantomeno 200 dollari!
E' solo che non è abituato a frequentare locali di quel tipo.
Sia chiaro, ha capito da un pezzo di giocare in una squadra diversa da quella etero, ma generalmente preferisce girare per pub e karaoke che buttare i suoi soldi in locali di striptease maschile, sì perché è di questo che si tratta, Crowley è stato piuttosto chiaro.
Stasera vi sarà costretto e non è detto che la cosa debba essere per forza spiacevole, dopotutto è intenzionato a rimanere vergine, non a farsi santo.
 
Sta ancora pensando a questo quando...
"Hai da accendere?"
Sobbalza girandosi di scatto e trovandosi davanti gli occhi più assurdamente blu che abbia mai visto.
"Woah amico! Ti sembra il caso di arrivare così alle spalle della gente? Mi hai fatto prendere un colpo."
"Scusa." risponde quello, inclinando in modo bizzarro la testa di lato.
Lo sconosciuto dai capelli scuri lo fissa con curiosità, un sorriso appena accennato sulle labbra...labbra che Dean non può fare a meno di notare, perchè diamine, sono rosee, carnose e per quanto sembrino un tantino screpolate, danno la sensazione di essere estremamente morbide.
Istintivamente si passa la lingua sulle sue di labbra e gli pare di scorgere un guizzo d'interesse negli occhi dell'altro.
Ma potrebbe anche essersi sbagliato.
 
Non riesce a distogliere lo sguardo, quel ragazzo sbucato dal nulla risulta essere decisamente appariscente, malgrado sia vestito in modo piuttosto ordinario, con un completo scuro dal taglio classico e uno stropicciato e banale trench beige.
Ma la cravatta...oddio…quella cravatta non può che essere stata messa lì proprio per attirare l'attenzione. Sapientemente anche, visto che si intona perfettamente al colore dei suoi occhi.
E il fatto che sia allentata e la camicia aperta lasci intravedere un lembo di pelle chiara, beh nemmeno quello è di aiuto per la sua sanità mentale.
Come non lo sono quei capelli scuri, che sembrano non avere una piega, ma se ne stanno ritti sulla sua testa come se avesse appena finito di fare a cuscinate.
Poi parliamone…non capisce per quale motivo debba stargli così vicino.
Sul serio, non che la cosa lo infastidisca, ma santo cielo...spazio personale amico!
Dean deglutisce un po' a fatica e nuovamente vede lo sguardo dell'altro accendersi d'interesse, mentre segue il movimento del suo pomo d'Adamo.
 
Nel silenzio imbarazzato che segue, la voce roca dello sconosciuto lo avvolge, mandandogli un brivido lungo la schiena.
"Quindi, hai da accendere?" chiede malizioso
"Non fumo".
Ma bravo...e un bel chissene frega non ce lo vogliamo mettere?
Non fumi ok...e allora che te ne fai di quell'accendino nella tasca della giacca di pelle, se non ti serve per provarci con l'uomo più sexy che tu abbia mai visto?
"Però magari posso accenderti..." farfuglia sentendosi un vero idiota.
Quello gli lancia un altro dei suoi sguardi profondi ed incredibilmente blu.
"Non ne dubito..." sussurra e il tono della sua voce è così roco da mandare scariche di adrenalina alle sue parti basse.
Poi vedendo la sua mano a mezz'aria, l'accendino acceso fra le dita
"Oh...la sigaretta, certo." aggiunge con un sorriso sghembo
Ok, non ha davvero colto un doppio senso in quello che ha appena detto, vero?
 
Lo sconosciuto si avvicina se possibile ancora di più, Dean sente il suo fiato caldo sfiorargli il collo, i suoi occhi lo inchiodano.
Poi quello si inumidisce le labbra, prende la sigaretta che aveva in mano e la porta alla bocca.
Come in trance Dean vi avvicina la fiamma, lasciando che il tabacco prenda fuoco e le sue guance con lui.
L’altro segue il tragitto della sua mano con lo sguardo, come una lenta carezza che risale lungo il polso, su per il braccio, la spalla, il collo, si sofferma un po' più a lungo sulla sua bocca e si inchioda di nuovo nei suoi occhi.
Poi si allontana di qualche passo e Dean finalmente riprende a respirare.
Nemmeno si era accorto di averne perso la facoltà.
 
"Amico, te l'hanno mai detto che sei strano forte?" la sua voce esce fuori più stridula di quanto vorrebbe.
Il suo sorriso si fa più accentuato, mettendo in mostra i denti candidi, mentre soffia fuori una nuvola di fumo.
"Tra le altre cose."
 
Decisamente Dean inizia a sentirsi a disagio…eppure non è che abbia proprio voglia di andarsene.
C’è questa cosa dentro di lui, a cui non riesce a dare un nome, che gli fa desiderare di saperne di più di quest'uomo…del suo assurdo soprabito beige, che fa tanto impiegato di banca, della sua cravatta capace di provocargli ogni tipo di pensiero indecente, salvo poi farlo sentire veramente in colpa quando immagina che potrebbe avergliela regalata sua moglie o chissà, magari sua figlia piccola.
Vorrebbe sapere da dove vengono quegli occhi così decisamente troppo blu da sembrare quasi inumani, sì perché quando li ha visti non ha potuto fare a meno di pensare allo sguardo degli Estranei di quella maledetta serie tv che Sammy l’ha costretto a guardare e a causa della quale fa da mesi orribili incubi.
Solo che da adesso in avanti non è più così sicuro che saranno incubi, perché il colore di quegli occhi ha acquistato tutto un altro sapore.
Vorrebbe chiedergli come si chiama, in modo da poter avere un nome da assaporare sulla lingua nelle notti a seguire quando…beh quando…sì insomma…avete capito.
Ed è sicuro che anche il suo nome avrebbe qualcosa di speciale, come quella maledetta cravatta che diciamocelo, rende il suo collo uno spettacolo decisamente pornografico.
Ok sta di nuovo pensando alla cravatta, deve smetterla. Basta, smettere subito.
 
“Ehm…sei di queste parti?” chiede per spezzare quel silenzio che a quanto pare fa sentire in imbarazzo solo lui.
“Può essere.” risponde quello, la sigaretta che si sta lentamente consumando fra le dita che…oddio che dita lunghe che ha…sono mani da pianista le sue e diavolo, Dean ha sempre avuto un kink per le dita da pianista.
E di nuovo la sua mente sta volando altrove, quindi si morde la lingua, si schiarisce la voce e
“Sei di ritorno dal lavoro?” dice realizzando però solo in quel momento che un impiegato di banca avrebbe quantomeno una valigetta con sé, ma può sempre averla lasciata in macchina per quanto ne sa e in fondo la cosa non è che sia poi così importante dopotutto.
“Non direi.”
“Certo non si può dire che tu sia un tipo che spreca parole…” dice lasciandosi sfuggire una risatina leggermente isterica.
Silenzio. Solo gli occhi dell’altro che non smettono di fissarlo come se se lo volesse mangiare.
“Ad ogni modo, il mio nome è Dean.”
“Dean.” ripete solo e il suo nome che esce da quella bocca è quanto di più eccitante Dean abbia mai sentito. Insomma, c’è racchiuso tutto un mondo in quelle sillabe dannazione!
E no, Dean adesso non sta provando l’impulso di baciarlo.
Non lo sta nemmeno valutando no, perché per quanto ne sa questo tizio potrebbe essere assolutamente etero (o andiamo, sul serio??) e potrebbe non prendere bene quel tipo di aggressione.
Quindi deglutisce ripetutamente a vuoto e cerca di non pensare ai suoi pantaloni che sembrano improvvisamente di una taglia più piccola.
“Già…e tu sei?” chiede con voce rotta
“Tu chi vuoi che io sia?”
 
Cosa? Ok questo è troppo…forse è decisamente ora di andarsene.
E poi i ragazzi lo stanno aspettando.
 
Il mio angelo
 
No, questo assurdo pensiero non può davvero essergli passato per la testa…e comunque è un pensiero così folle che resterà assolutamente tale.
Quello però lo fissa, socchiude gli occhi e inclina ancora la testa di lato, come in ascolto di qualcosa, in quella posa buffa, ma anche dannatamente sexy che Dean identifica già come la sua posa. E per un attimo Dean è convinto che lui abbia capito, che l’abbia sentito pensare.
 
Poi improvvisamente una porta si apre dall’edificio lì accanto ed un tipo sbuca fuori nel vicolo.
“Ehi fratello…hai fatto? Siamo in ritardo.”
Poi vedendo che l’altro non è solo, si avvicina sorridendo.
 
Fratello?
Dean rimane un attimo imbambolato a guardare dall’uno all’altro.
Non si assomigliano per niente, se non per il fatto che sono entrambi decisamente attraenti.
Il nuovo arrivato è chiaramente più giovane del fratello, ha un po’ la faccia da schiaffi, ma sembra essere simpatico e ha due ridenti occhi di colore indefinito…sembrano marroni, ma a tratti acquistano dei riflessi dorati.
Si vede che gli occhi strani sono di famiglia.
 
“Gabriel, questo è Dean.” lo presenta lo sconosciuto, pronunciando il suo nome come se lo stesse accarezzando.
“Dean lui è mio fratello, Gabriel.”
Dean fa un cenno col capo al nuovo arrivato, sentendosi però tremendamente frustrato, perchè diciamocelo, a lui non frega nulla di sapere il suo nome, piuttosto quello di suo fratello ecco…
“Ciao Dean.” Poi un lampo di curiosità passa in quegli occhi irriverenti e divertiti.
“Aspetta un attimo…non dirmi che tu sei quel Dean? Dean, il fratello di Sam?” chiede con interesse
“Come…? Tu conosci Sam?”
 
I due fratelli si scambiano uno sguardo complice, mentre il minore borbotta fra sé e sé un mi sembrava che avessi un viso familiare mentre non gli toglie gli occhi di dosso.
“Oh sì che lo conosco…” dice poi rivolto a lui, il sorriso che si allarga sul suo viso “…lo conosco piuttosto bene in effetti.”
La confusione si dipinge sul volto di Dean, ma l’altro non pare farci caso e continua.
“Qual buon vento ti porta qui, Dean?”
“Io…noi…siamo con degli amici. Dobbiamo andare in non so quale club qui vicino. Mi pare si chiami Heaven.”
I due si scambiano un altro sguardo.
“Ovvio…oggi è giovedì.” sussurra Gabriel con un sorriso impertinente sulle labbra sottili.
E Dean ancora una volta si trova a chiedersi cosa ci sia di sensato in quell’affermazione.
Fa per chiedere spiegazioni, ma l’altro se ne sta già andando, come se si fosse ricordato improvvisamente di avere un impegno.
“Allora suppongo che vedrò Sam molto presto…” conclude, mentre agita una mano in segno di saluto.
“E’ stato un piacere, Dean.” Poi rivolto al fratello
“Cassie vedi di sbrigarti, lo sai che a Balthazar non piace aspettare.” Il moro annuisce, gettando il mozzicone della sigaretta a terra e spegnendolo con il tacco della scarpa.
 
Poi riporta il suo sguardo su Dean che sembra essere ancora sovrappensiero.
 
Cassie? Quindi è questo il suo nome? Magari è il diminutivo di qualcosa…magari si chiama Cass.
Wow…deve ammettere che suona bene…Cass…Cass…riesce ad immaginarsi perfettamente mentre se lo lascia scivolare fuori dalle labbra al culmine del piacere.
“Cass.” Senza accorgersene l’ha pronunciato ad alta voce e il ragazzo davanti a lui ora lo sta fissando con maggior intensità, i suoi occhi sono diventati più scuri, le iridi blu inghiottite quasi completamente dalle pupille nere.
Dean crede per un attimo di scorgere in quegli occhi la stessa brama di un felino che agguanta la preda.
 
Poi Cass distoglie lo sguardo e lui si sente improvvisamente svuotato.
“Penso che sia ora che tu vada, Dean.”
Si allontana verso la porta da cui è sparito il fratello, la apre e senza più voltarsi aggiunge
“Comunque il mio nome è Castiel.”
Dopo di chè la porta si chiude dietro di lui, lasciando Dean a bocca aperta a fare i conti coi battiti impazziti del suo cuore.
 
 
 
 
 
 
Il primo capitolo è finito, spero che vi sia piaciuto, ma ci tenevo a fare una precisazione…come avrete notato ho fatto una scelta di stile particolare, affibbiando al buon Castiel il diminutivo Cass e non Cas.
So che c’è una vera e propria lotta in atto su chi preferisce usare uno piuttosto che l’altro, ma io sono dell’idea che l’unico a poter decidere quale debba essere il diminutivo di Castiel sia la persona che più di tutte ama chiamarlo…e cioè Dean.
Solo lui può avere l’ultima voce in capitolo e siccome Dean (per colpa anche del buon Jensen e della voce da stupro che si ritrova) calca sempre sulla esse finale, mi sono fatta l’idea che di esse lì in fondo ce ne siano ben più di due…per comodità però ho optato per un paio.
Questo è quanto, spero che non me ne vorrete.
Ciao
Chiara
  
Leggi le 6 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Supernatural / Vai alla pagina dell'autore: kithiara