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Autore: Matixa    24/11/2016    2 recensioni
Le nere nubi che fino a pochi attimi prima gorgheggiavano furiose di tempesta si sono andate diradando e spessi raggi dorati, perforandole, adesso accarezzano l’oceano ormai calmo come a volerlo tranquillizzare; un moto di terrore l’attraversa al ricordo di quant’era spaventosi trovarsi in balia delle altissime onde.
Sussulti improvvisi la costringono a sputare sale e acqua.
È viva.
-Laggiù!-
Passi insonorizzati dalla sabbia le giungono alle orecchie come vibrazioni, il chiacchiericcio aumenta di volume fino a che alcune ombre oscurano la luce.
È salva.
-Portiamola da Naraku-
“Do-dove mi portate?”
“Riposa ragazza, sta buon e finirà tutto in un lampo … ”
Chiude gli occhi spaventata anche perché, dalle risate dei due tizi davanti, capisce benissimo che nulla di quello che le è appena stato detto si avvererà.
Si addormentò sotto allo sguardo ambrato di un uomo che indifferente alle parole dei suoi compagni osservava lo scorrere monotono dell’orizzonte interrotto qua e là da alcune solitarie palme.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Naraku, Rin, Sesshoumaru | Coppie: Rin/Sesshoumaru
Note: AU, Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Occhi opachi e irritati dal sale fissano apatici l’orizzonte, o quel poco che essi riescono a scrutare, ovvero sabbia dorata umida e gelida, qualche scheggia di legno, e l’acceso colore rosso del suo giubbotto di salvataggio ancora gonfio.
Le nere nubi che fino a pochi attimi prima gorgheggiavano furiose di tempesta si sono andate diradando e spessi raggi dorati, perforandole, adesso accarezzano l’oceano ormai calmo come a volerlo tranquillizzare; un moto di terrore l’attraversa al ricordo di quant’era spaventosi trovarsi in balia delle altissime onde.
Sussulti improvvisi la costringono a sputare sale e acqua.
È viva.
 
-Laggiù!-
 
Passi insonorizzati dalla sabbia le giungono alle orecchie come vibrazioni, il chiacchiericcio aumenta di volume fino a che alcune ombre oscurano la luce.
 
È salva.
 
-Portiamola da Naraku-
 
Le sfugge un gemito di pura angoscia nel sentire quel nome mentre una mano al collo ed una presa alla schiena la rivoltano cosicché ora il viso sia rivolto verso l’alto.
Schiudendo gli occhi gonfi e rossi e grazie all’ombra che i tizi le fanno cerca di mettere a fuoco un paio di visi ma il sole vivido alle loro spalle l’acceca  aumentando il pesante mal di testa che solo adesso si rende conto d’avere.
Tossisce di nuovo, fatica a respirare perché qualcosa le preme sul torace.
 
-Tagliale le cinghie del giubbotto, la stanno soffocando …-
 
Un sinistro brillio percorre la nera lama di un pugnale, geme avvertendo il contatto con la pelle ma subito spalanca la bocca nel rendersi conto che riesce a respirare molto meglio.
Una mano entra nella sua visuale e lei scaccia un primo tentativo d’esser ghermita, poi un secondo ma al terzo un ceffone le volta la testa.
Senza poi troppa gentilezza viene issata sulla spalla di uno dei due energumeni che le stanno di fronte; senza emettere alcun rumore si umetta il labbro sentendo il bruciore del taglio, ingoia e poi sputa sangue e sabbia.
Le viene da vomitare ed i continui sbalzi e scossoni non l’aiutano di certo a calmare il diaframma impazzito.
I capelli umidi sporchi di sabbia e sale le irritano la pelle del viso, cerca di toglierseli ma non riesce a muovere le braccia.
Sta male e sente di stare per svenire quando d’improvviso viene scaricata su quelli che sembrano dei sedili posteriori. Cerca di mettersi a sedere ma le gira la testa.
Una bottiglia le appare davanti agli occhi e lei subito l’afferra cercando di aprirla. Beve avidamente e mai l’acqua le è parsa più buona dissetante ed indispensabile che in questo momento.
Se ne versa un po’ sul viso lavando via la sporcizia e la salsedine trovando finalmente sollievo.
Intanto il mezzo sul quale l’hanno caricata si è messo in marcia.
 
“Do-dove mi portate?”
“Riposa ragazza, sta buon e finirà tutto in un lampo … ”
 
Chiude gli occhi spaventata anche perché, dalle risate dei due tizi davanti, capisce benissimo che nulla di quello che le è appena stato detto si avvererà.
Trattiene un singhiozzo mentre i brividi incominciano a scuoterla e si fa piccola piccola nella sua camicetta di lino strappata e fradicia, sfrega i palmi sugli avambracci per scaldarsi ma l’unica cosa che ottiene è l’irritarsi della pelle grazie ai cristalli di sale e sabbia.
Batte i denti dal freddo cullata dalle parole dei pirati ancora più gelide del freddo che sente.
 
 
 
Doveva essere una vacanza stupenda, la prima che si concedeva dopo anni di instancabile lavoro, e invece ...
 
-Vai e divertiti Rin, te lo meriti!-
 
Soffocò un singhiozzo mentre la roca e giocosa voce del suo capo le rimbombava nei pensieri.
 
-Lavori come una dannata senza concederti mai una pausa, vai e non pensare più a niente, per un paio di settimane potremmo benissimo cavarcela qui in ufficio … -
 
Un viaggio ai caraibi tutto compreso, vizi e capricci inclusi.
Avrebbe preso il mare a bordo del Crimson Moon  il super lussuosissimo yacht della Taisho Corporation nel suo primo viaggio inaugurale in qualità di ospite e rappresentante della casata dei No Taisho, la più ricca e spiccante famiglia di imprenditori giapponesi, discendenti degli antichi demoni cane votati alla luna per i quali lavorava da alcuni anni.
Avrebbe rifiutato volentieri, ma siccome gliel’avevano spacciato per lavoro, e lei era una fanatica di lavoro, inoltre se si rifiutava l’avrebbero licenziata, non poté far altro che accettare. Bell’affare!
Troppo bello per essere vero, e la sua povera nonna glielo ripeteva sempre che se una cosa era talmente vera da sembrare impossibile, probabilmente lo era.
 
A quattro giorni dalla partenza stava finalmente incominciando a rilassarsi e sciogliersi un po’ con gli altri componenti della ciurma quando, al largo di Singapore di colpo il cielo s’era fatto nero.
Gli ufficiali di bordo provarono in tutti i modi ad evitare la tempesta ma le onde alte nere e spumeggianti avevano ribaltato lo yacht come fosse stato davvero un guscio di noce, e lei ricordava solo d’esser riuscita ad allacciarsi la cinghia del giubbotto e tirare la corda prima di ritrovarsi col respiro strozzato sott’acqua al buio e sballottata via dai moti ondosi come una pagliuzza nella tempesta.
 
Quando riemerse lo scafo pallido del natante riluceva dei continui fulmini e le nuvole nere si riflettevano nel mare oscuro quasi privo di riflessi non fosse appunto per i fulmini.
Le sue grida non furono udite da nessuno, nemmeno dall’altra nave che si stava avvicinando al Crimson Moon ormai colante a picco forse per dare una mano ma poi le venne naturale pensare a quanto fosse strano che quella nave solcasse le acque sicura e certa finché non notò la bandiera che svolazzava furiosa sull’albero maestro riconoscendo il simbolo di quello che negli ultimi anni era salito alla ribalta come uno dei più feroci e mortali pirati del nuovo millennio.
Naraku Onigumo un demone corrotto e abbietto che aveva fatto dei mari orientali la sua zona operativa saccheggiando navi da crociera, petroliere e yacht in base a quelle che incontrava prima; non si faceva problemi nel prendere ostaggi, aveva ucciso molte guardie e di un paio di ragazze, nonostante il pagamento del riscatto non si era più saputo nulla.
In molti lo avevano cercato ma sembrava svanire subito dopo ogni suo colpo senza lasciar mai traccia alcuna. Erano cinque i governi ad aver messo una taglia sulla sua testa non potendone più delle sue impunite scorribande.
E adesso lei stava rischiando di annegare a causa sua, anzi poteva pure togliere il rischiava, dannazione! Sarebbe annegata durante la sua prima vacanza!
Quel pensiero la fece arrabbiare e disperare, non era giusto, non …
Finì di nuovo sotto acqua e qualcosa le colpì la testa facendole perdere i sensi fino a pochi attimi prima.
 
Era viva, ma che ne sarebbe stato di lei?
 
Qualcosa la avvolse dandole subito conforto. Non aprì gli occhi ma riconobbe nel tessuto una coperta di pile, era impolverata e odorava di benzina ma almeno servì a scaldarla.
Si addormentò sotto allo sguardo ambrato di un uomo che indifferente alle parole dei suoi compagni osservava lo scorrere monotono dell’orizzonte interrotto qua e là da alcune solitarie palme.
E pensare che se fosse rimasta in balia delle onde per un paio d’ore in più probabilmente si sarebbe salvata. Le loro ronde coprivano solamente determinate fasce, un paio d’ore, loro si sarebbero spostati sull’isola successiva e di lei non avrebbero saputo più nulla. Avrebbe potuto chiedere aiuto e tornarsene a casa, ma il destino probabilmente le era avverso e aveva fatto in modo che loro la trovassero.
Sperava solamente che quel disgustoso verme di Naraku non avesse intenzioni oscene nei suoi confronti … già due erano state le vittime dei suoi oscuri e perversi vizi, lei non sarebbe sopravissuta.
 
 
 
TBC
 
 
 
 
  
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