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Autore: lady lina 77    25/11/2016    0 recensioni
Cosa sarebbe successo se Demelza, dopo il tradimento di Ross, se ne fosse andata di casa?
Dopo la lite furiosa fra i due in cui ha rovesciato ogni cosa dal tavolo, urlando al marito tutta la sua rabbia, Demelza decide che non ha più senso rimanere a Nampara, con un uomo che non la desidera più e che sogna una vita con un'altra donna.
Prende Jeremy e Garrick, parte per Londra e fa perdere le sue tracce al marito, ricominciando una nuova vita lontana da lui e dalla Cornovaglia.
Come vivrà? E come la prenderà Ross quando, al suo ritorno da Truro, non la troverà più a casa?
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Londra era immensa, le faceva mancare il fiato. Si sentiva piccola e spersa in quella città così rumorosa, frenetica, piena di gente e carrozze che sfrecciavano nei vicoli a tutta velocità.

Era un mondo variopinto ed eterogeneo, fatto di mille realtà diverse. Uomini in smoking, eleganti ed austeri, passeggiavano per le vie fumando la pipa, mercanti agli angoli della strada urlavano per vendere la loro merce e bambini scalzi giocavano in mezzo ai passanti, totalmente lasciati a loro stessi.

Strinse a se Jeremy che, intimorito, le si era aggrappato al collo. Pure Garrick, tenuto con un guinzaglio, le stava vicino con la coda fra le gambe, spaventato da quel mondo così diverso dalla Cornovaglia.

Demelza sospirò, decidendo il da farsi. Aveva con se pochissimo denaro e nessuna idea su cosa fare, su dove andare. Doveva trovare un lavoro, un posto dove dormire, un appiglio per iniziare una nuova vita ma non sapeva dove sbattere la testa.

Per un attimo si pentì della scelta fatta, per un attimo l'istinto di tornare a Nampara parve sconfiggerla ma poi si morse il labbro, guardò il suo bambino e decise che doveva dargli una vita migliore di quella che gli avrebbe riservato la Cornovaglia. Aveva scelto di lasciare Ross, di lasciarsi dietro alle spalle il suo matrimonio, Elizabeth e tutto quello che era stato il suo mondo.

Una strana fitta al ventre e un'improvvisa nausea la assalirono. Si massaggiò lo stomaco cercando sollievo, chiedendosi se quel malessere che già l'aveva colta altre volte nel corso degli ultimi giorni, fosse dovuto allo stress delle ultime settimane.

La prima notte, a Londra, l'avevano passata in una locanda di quart'ordine, non aveva potuto permettersi di meglio di quel tugurio maleodorante e malfrequentato. Urla e schiamazzi l'avevano tenuta sveglia e anche Jeremy aveva frignato tutta notte. Purtroppo però non aveva avuto altre alternative coi pochi soldi a sua disposizione, o quel posto o sotto i ponti. Quindi...

Il giorno dopo aveva bussato a mille porte. Negozi, botteghe, sarti, qualsiasi tipo di attività che richiedesse l'aiuto di una donna disposta a lavorare.

Ma non ne aveva ricavato nulla, nessuno voleva assumere una giovane donna sola, forestiera, con un figlio piccolo e un cane al seguito.

Odiò se stessa e la sua situazione e odiò anche tutta quella gente che non le dava una possibilità. Aveva voglia di lavorare, l'aveva sempre fatto e un tempo era stata un'ottima sguattera per Ross, perché nessuno voleva assumerla?

In realtà sapeva la risposta, immaginava cosa quella gente di città pensasse di lei. Una poco di buono, una donna lasciva, una che aveva un figlio senza avere accanto un marito era per tutti un qualcuno da tenere lontano.

Una volta era stata la signora di Nampara, ora era l'ultima degli ultimi...

Pensò, camminando per le vie del centro di Londra che aveva pian piano imparato a conoscere, a quali passi compiere. Quella città, la capitale, sembrava non offrirle nulla e forse avrebbe dovuto spostarsi ancora, tornare nelle campagne o nella brughiera, dove la gente semplice era più propensa ad aiutare una donna in difficoltà.

Fu proprio in quel momento, mentre pensava di ripartire, che una elegante carrozza la affiancò, fermandosi accanto a lei.

"Signora Poldark, che sorpresa trovarvi quì!".

Demelza alzò lo sguardo, rimanendo a bocca aperta. "Caroline Penvenen?". Sapeva che era tornata a Londra ma mai avrebbe creduto di rincontrarla.

L'ereditiera le sorrise, facendo segno al cocchiere di aprire la porticina della sua carrozza. "Su venite, è davvero un piacere incontrarvi qui e da queste parti è così difficile trovare qualcuno di interessante con cui fare due chiacchiere".

Demelza strinse a se Jeremy e poi, dubbiosa, accettò l'invito. In fondo, che aveva da fare? L'esuberanza di Caroline le era sempre parsa piacevole e non poteva dire di non apprezzare quel loro fortuito incontro. Finalmente, a Londra, aveva a che fare con un viso amico.

"E allora, signora Poldark, che ci fate a Londra? Vostro marito?".

Demelza si morse il labbro. Ripensare a Ross le faceva tornare il mal di stomaco, accidenti a lui. "In Cornovaglia, suppongo. A vivere la sua vita, mentre io qui tento di vivere la mia".

Caroline si accigliò. "Vostro marito deve avervela combinata grossa".

"Abbastanza". Demelza abbassò lo sguardo mentre la carrozza riprendeva placidamente la sua andatura per le strade del centro.

"Il problema di vostro marito, sapete qual'era?".

"Non so a cosa vi riferite, ma potrei farvi un lungo elenco".

"Non si accorgeva, mentre guardava altro... o altre... che tutta la Cornovaglia gli invidiava sua moglie".

"Davvero?". A quelle parole, a Demelza venne da ridere. In realtà, se davvero era così, nemmeno lei se n'era accorta. "E voi come state, signorina Penvenen?" - chiese, per cambiare argomento. Sapeva che se n'era andata per la fine della storia con Dwight e le piangeva il cuore al pensiero di quanto lui avesse sofferto nel perderla. Le sarebbe piaciuto aiutarla, aiutarli, se non fosse stata sommersa di problemi essa stessa.

Caroline alzò le spalle. "Così... Come vanno le cose in Cornovaglia?".

Anche Demelza alzò le spalle. "Così". La osservò di sottecchi, intuendo quello che le premeva sapere. "Dwight sta per partire, ha deciso di arruolarsi come medico di marina".

A quelle parole Caroline scostò lo sguardo, fingendo di guardare un punto imprecisato della strada. "Oh... Quanto meno saprà farsi valere in qualcosa di più consono al suo rango" – disse, deglutendo.

Demelza sospirò. "La guerra è sempre la guerra e nessuno ci dovrebbe andare. Spero che vada tutto bene".

Caroline annuì, stringendo il ventaglio che aveva fra le mani. "Che cosa ci fate a Londra, signora Poldark?".

Demelza sorrise tristemente. "Inizio una nuova vita. Non ho altra scelta, ormai".

"Vostro marito vi ha tradita alla fine, non è così?".

Quella domanda tanto diretta la colpì e la ferì. I sentimenti di Ross per Elizabeth, alla fine, erano palesemente evidenti per tutti, si rese conto. "L'ha sempre voluta e ora che Francis è morto... cosa poteva separarli?".

"Il matrimonio con voi, forse?" - obiettò Caroline.

"A quanto pare no". Demelza sospirò, accarezzando i capelli di Jeremy che si era addormentato fra le sue braccia. "Me ne sono andata, ho fatto perdere le mie tracce e non voglio che lui mi trovi. Dubito che mi cercherà ma se per caso gli venisse in mente di farlo, per una pura questione di doveri verso suo figlio, io preferirei che...".

Caroline sorrise, bloccandola. "Siete orgogliosa come me, vi capisco. Nuova vita a Londra, quindi?".

Demelza sbuffò. "E chi lo sa? Non trovo uno straccio di lavoro".

Caroline rimase per un attimo in silenzio, pensierosa. Poi la osservò di sottecchi, sorridendo maliziosamente. "Forse posso aiutarvi, signora Poldark". Si voltò verso il cocchiere, chiamandolo. "James, portaci a Regent Street".

"Si signora".

Il cocchiere prese una via laterale e Demelza osservò incuriosita Caroline. "Cosa avete in mente?".

"Da quelle parti la mia famiglia ha un locale commerciale in disuso. In origine era una locanda con annesso servizio di posta e ristoro cavalli ma poi un incendio lo ha semidistrutto e dopo qualche lavoro di ristrutturazione, è stato lasciato vuoto ed inutilizzato. Al piano di sopra si trova un appartamento abbastanza grande per voi, vostro figlio e il cane. Se saprete rimetterlo a nuovo, farlo fruttare, quel posto potrete considerarlo vostro".

A Demelza mancò il fiato per quella proposta inaspettata. "Ma signorina Penvenen, io non posso pagarvi un affitto".

"Chiamatemi Caroline. E per quanto riguarda l'affitto, ci accorderemo appena vedrete i primi guadagni. Siete scaltra ed in gamba, so che potrete far fruttare quel posto che, ad oggi, rappresenta solo un debito per me. Accettate, signora Poldark?".

"Solo se mi chiamerete Demelza".

"Accetti, Demelza?".

"Accetto volentieri. Grazie".

Caroline sorrise, chinandosi ad accarezzare Garrick. "Ah, di nulla, vado d'accordo con le donne in gamba che amano i cani. Saremo buone amiche e socie".

Giunsero a Regent Street in una manciata di minuti.

Demelza scese dalla carrozza, guardandosi attorno, in quel dedalo di vicoli e botteghe, tanto vicina al centro e allo stesso tempo tanto simile ai posti semplici in cui aveva vissuto fino a pochi giorni prima. Il locale commericale era grosso, composto da un ampio negozio e una stalla a lato, era in rovina ma con un po' di lavoro si poteva rimettere in piedi.

Sì, sentiva di potercela fare, che era nelle sue possibilità e che quel posto rappresentava un nuovo inizio, per lei.

"Ti fa paura la mole di lavoro? Ti manderò degli operai ad aiutarti, ovviamente non potrai fare da sola e io ho tutto l'interesse a far funzionare questa cosa, Demelza".

"No, non mi fa paura lavorare. Ti ringrazio, Caroline".

L'ereditiera sorrise, tornando ad accarezzare Garrick. "A conti fatti, sarò io a ringraziare te. Avremo successo".

Demelza sorrise. La nausea la attanagliava ancora, non ne capiva il motivo ma quell'opportunità, quel regalo dal cielo riuscivano a metterla talmente di buon umore che per un attimo dimenticò il suo malessere, Ross, le lacrime e la disperazione degli ultimi giorni, proiettandosi verso la sua nuova vita con rinnovato ottimismo.




  
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