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Autore: LoveSmile    25/11/2016    0 recensioni
Tutte le ragazze conoscono almeno uno stronzo.
Tutte se ne innamorano, una volta nella vita.
E, nella maggior parte delle storie, gli stronzi cambiano, si innamorano a loro volta e comincia una storia degna di Oscar.
Ma questa volta no. Holland Roden è diversa. Il suo stronzo è davvero tale.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dylan O'Brien, Holland Roden, Tyler Posey
Note: Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Il giorno della partenza è arrivato. Sono da Lucy, in attesa trepidante che Tyler passi a prenderci con la sua auto.
Ho un borsone rosso, enorme, e una più piccola con telefono, portafoglio e burrocacao.
Lucy invece ha preso una valigia, più moderata rispetto a quanto mi aspettavo, e una pochette.
Il suono del clacson annuncia il loro arrivo e, dopo aver salutato i genitori, ci precipitiamo da loro.
Appena entriamo in macchina veniamo accolte dal saluto di Tyler, che però è inaspettatamente solo.
Mettiamo le valigie in baule, già pieno, e andiamo a prendere Dylan, che scopriamo abitare nelle zone vicine.
Arriviamo sotto casa sua e la mia solita curiosità mi spinge a immaginarne l'interno.
Mi figuro la sua camera che immagino sia in concomitanza con la sua personalità, spoglia e misteriosa.
Lo sportello si apre, distogliendomi dai pensieri, e compare Dylan, che indossa una maglietta verde con scritto "Keep calm it's almost friday".
Saluta con un insolito sorriso e carica anche la sua valigia. 
La vettura è piccola, e anche il portabagagli, infatti fa fatica a chiudere il baule, ma dopo svariati tentativi e varie imprecazioni ci riesce.
Raggiungiamo l'altro ragazzo, che ha ovviamente deciso di prendere la sua macchina, e poi partiamo tutti insieme.
Inaspettatamente non è solo, ha deciso di portare un'amica, così saremo 3 maschi e 3 femmine. A coppie insomma.
Lei è molto carina, di bassa statura, con dei lunghi capelli che le arrivano alla vita e occhi scuri, contornati da ciglia altrettanto scure.
Capisco all'istante che sarà lei il polo che attrarrà l'attenzione di Dylan, e questa scoperta mi indispettisce. Cerco di non farci caso e torno alla realtà.
La musica è molto alta, anche se non molto il mio genere. Per lo più mettono canzoni di Fedez, che conosco poco, e J-ax.
Parlottano tra di loro e non riesco a percepire cosa dicano. 
Mi volto verso Lucy e vedo la mia amica impegnata a guardare fuori dal finestrino, pensierosa.
"Tutto ok?"
"Si... Non so se sia stata una buona idea venire con loro."
"Lo so, ci pensavo pure io." sussurro cercando di non farmi sentire.
Poco dopo ci fermiamo.
Come facciamo ad essere già arrivati? 
Scopro invece che si sono fermati in un autogrill, per fare una pausa. 
Mentre loro chiacchierano amabilmente io e Lucy ci guardiamo, in disparte, e pentite per la nostra scelta.
Finalmente ripartiamo e arriviamo al lago un'oretta dopo.
Il posto è magnifico, lo devo ammettere, anche se l'alloggio un po' meno. È una piccolissima casetta che possiede solo 3 stanze più il bagno.
La stanza che io e Lucy provvediamo subito ad accaparrarci ha un letto matrimoniale e un piccolo armadio.
Quella principale, che dovrebbe essere la cucina, ha un tavolo che si trasforma inspiegabilmente in un letto matrimoniale e l'altra due letti singoli.
Portiamo dentro le valigie e, tutti e 6, iniziamo a sistemare le cose nelle rispettive camere. 
Dylan e Tyler dormono nel tavolo-letto, mentre gli altri due dormono nei letti singoli.
Non so ancora i loro nomi, ma non tardo a scoprirli.
Ci sediamo attorno al tavolo, mentre Tyler e Dylan, barman improvvisati, ci versano ciò che loro chiamano "l'aperitivo" e che scopro essere Spritz.
Il sapore non è troppo malvagio e, con la mia leggendaria lentezza, riesco a berlo in circa un'ora, a piccoli sorsi. 
Lucy non è dello stesso parere e lo lascia interamente, mentre gli altri se ne scolano uno dopo l'altro.
La loro allegria alcolica è contagiosa, si sono tutti sciolti e risultano più simpatici, perfino lo scontroso Dylan.
Chiacchieriamo di cose senza senso, fino a quando Tyler comincia un giro di domande alquanto imbarazzante.
"Quanti anni aveva il ragazzo più vecchio con la quale sei uscita?" domanda a Lucy.
Percepisco la tensione della mia migliore amica, la quale non ha mai avuto ragazzi, e non so come soccorrerla.
"21" risponde, prima che elabori una strategia adatta alla situazione.
"E tu invece?" mi domanda.
"Anche io 21" rispondo, pensando a Michael.
"La nostra età insomma" sorride, indicando se stesso e l'altro ragazzo, quello senza nome.
Mi domando cosa ci faccia Dylan con loro, essendo più piccolo di due anni, ma non commento.
"Tu quanti anni hai?" domando alla ragazza che è seduta in parte a Silvia.
"23".
Anche questa volta mi trovo a chiedermi cosa ci faccia qui con noi, così grande, ma sorvolo.
Presa dalla confidenza che la mia domanda ha generato, comincia a raccontarmi delle sue pene d'amore con un ragazzo che provvede a mostrarmi su Facebook. 
Ha degli enormi occhi castani che mi ricordano quelli di un lemure così, incapace come al solito di frenare la lingua, lo dico ad alta voce, provocando una sua sonora risata. 
Lucy nel frattempo sta rigirando il contenuto del suo bicchiere, forse annoiata, senza proferire parola.
Cerco di coinvolgerla nella conversazione ma, come al solito, non è minimamente interessata all'argomento.
Lucy è così, se non è interessata da una persona non le importa cosa questa abbia da dire e si annoia subito. Fortunatamente rientro nella lista di quelle poche persone che le piacciono e che ascolta.
I 3 ragazzi intanto, sempre più brilli, ridono sguaiatamente mentre guardano un video sul cellulare.
Cerco di capire quale sia la fonte di questa ilarità, e scopro uno stupido video su una nutria che corre per strada, inseguita da un vecchio con una pala. Non mi suscita affatto le risate e l'unica cosa che riesco a commentare è "povera nutria", frase che mi fa guadagnare sguardi di disapprovazione dai maschi nella stanza. 
Il pomeriggio trascorre così, tra risate alcoliche, chiacchiere futili sulle pene d'amore di Lexa, così si chiama la ragazza, e programmi idioti alla tv.
La serata giunge velocemente e, affamati, lasciamo che sia Ian (l'altro ragazzo) a prendere il comando dei fornelli.
Mezz'ora dopo siamo tutti di fronte a una piadina fumante e squisita. La mia è semplice, come al solito, con mozzarella e prosciutto cotto. Lucy ha scelto il crudo, ma anche la sua è piuttosto magra.
Gli altri hanno invece optato per una piadina farcita, ripiena di funghi, insalata e pomodori.
Bleah.
Finita la cena decidiamo di trasformare il tavolo in un letto, (anche vedendolo non mi spiego come sia stato possibile) e ci sdraiamo tutti quanti, eccetto Ian e Lexa, che spariscono nella doccia.
"Sono dentro insieme?" domando un po' perplessa a Lucy, la quale mi risponde con un'alzata di spalle.
"Si" mi risponde Tyler con un sorriso.
"Ma stanno insieme?" 
"Certo che no."
La sua risposta mi lascia accigliata e questo lo fa sorridere ancora di più. 
Mentre siamo sdraiati si avvicina a me e mi appoggio al suo petto con la testa.
Sulla tv scorrono numerosi programmi, tra i quali due partite di pallavolo, e io rimango così, assopita tra le sue braccia e con la testa che mi scoppia.
Lucy è in parte a noi, quasi appoggiata a Dylan, e nessuno di noi fiata.
Il mal di testa diventa così martellante da costringermi ad alzarmi, così vado al lavandino e bevo un bicchiere d'acqua.
"Tutto ok?" mi domanda Tyler, mentre Lucy mi guarda, interessata alla risposta.
"Insomma, non mi passa."
In quel momento Lexa, dopo essersi rivestita, fa la sua entrata trionfale e mi offre un antidolorifico.
"Sei sicura?" domando.
"È un po' forte, ma se mangi qualcosa non è un problema."
Decido così di mangiare dei grissini per evitare che il medicinale abbia una brutta reazione a stomaco vuoto. Non ne ho mai preso uno, sono abituata a far passare il mal di testa con una sana e rigenerante dormita.
Visto il luogo però, preferisco prenderlo e godermi la serata.
Lo bevo tutto d'un sorso, unito a un bicchiere d'acqua, e il gusto amarognolo mi provoca non poche smorfie.
Nel momento in cui lo ingioio, sento lo stomaco bruciare terribilmente e capisco all'istante, dopo 9 anni, di dover vomitare.
Sì perché, non si sa come, sono rimasta anni senza vomitare, nemmeno durante l'influenza.
Cerco di ignorare lo stimolo, ma dopo 2 secondi sento la necessità di correre al bagno, dove rimetto tutta la medicina e anche i grissini che avevo ingerito poco prima.
Ne riemergo 5 minuti dopo, senza più dolori allo stomaco, ma con la persistente cefalea.
"Stai bene?" mi chiede Lucy e, con imbarazzo, le comunico di aver vomitato.
Ciò provoca le risate della maggior parte dei presenti nella stanza, tranne Dylan, che mi fissa con uno sguardo a metà tra lo schifato e l'indignato.
Mi sdraio nuovamente e torno a concentrarmi sulla tv, affranta dal mal di testa e dallo sguardo di fuoco che mi è stato riservato.

  
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