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Autore: reggina    25/11/2016    3 recensioni
La magia della prima neve. Un momento speciale per Amy e Colin, per tornare bambini.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Amy Abbott
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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(Per tamarinda e perché una promessa va sempre mantenuta!)


Everwood è stata una calamita per Colin sin da quando era bambino. Da sempre la montagna gli somiglia con i suoi silenzi, il freddo pungente che profuma di neve, il sole che fa capolino dietro ai picchi, il cielo che cambia mille volte colore in un giorno.

Quest'anno, l'ultimo prima di andare al college e fare il primo passo per diventare uomo per davvero, i fiocchi grandi e di un grigio pallido si ammucchiano, dando al quartiere dell'unica scuola elementare un aspetto irreale e fiabesco.

Lui e Bright hanno gettato le fondamenta della loro solida amicizia proprio in quel nucleo di altalene e scivoli, sui quali si affrettavano a salire e scendere fino a bagnarsi l'osso del collo per poi ricominciare tutto daccapo.

Lui ed Amy si sono conosciuti qui.


Resta sullo sfondo, lasciando il primo piano alla figura di Amy che, con la sua grazia da ballerina, volteggia per prendere i fiocchi con la lingua prima che si adagino sul selciato e si sciolgano.

È così bella, come una fata Morgana, che ha timore di farla svanire se le si avvicinasse troppo.

Resta un momento da solo con quel piccolo brivido, quella vertigine che ti prende le gambe e ti inebria alla fine delle prove più dure. Alla fine decide di non darla vinta a quel dolore che, ancora, gli toglie il fiato di giorno e invade i suoi sogni di notte.

E lei, che insieme a lui ha imparato più l'arte della lotta che quella della danza, è l'unica capace di sollevarlo dalla fatica e dargli il desiderio di ricominciare.

Il proiettile bianco che colpisce Amy alla schiena è un guanto di sfida gelato, che trasforma i mostri del passato. Sorride a questo Colin invulnerabile solo in apparenza, sorride con quel sorriso che le va da orecchio ad orecchio, stringendo i fiocchi di neve tra le mani indecisa se vendicarsi o costruire un pupazzo di neve.

"Vuoi davvero metterti contro la miglior lanciatrice di palle di neve del Colorado?"


Tuffando le ginocchia nella neve, come uno scultore ispirato, Colin comincia a plasmare il corpo arrotondato della loro creatura, mentre Amy tenta di sagomare una testa di proporzioni solide, per quanto permetta la neve che continua a cadere dappertutto, senza sosta.

Sono proprio come due bambini, con le loro guance arrossate, che pur di continuare a giocare nascondono i primi sintomi della bronchite.

Lo sfiorarsi delle loro mani è un rifugio caldo, a dispetto della temperatura, è vedere nei loro sorrisi reciproci la fatica quotidiana di quel confrontarsi da soli.

Loro e la montagna.

Loro e la discesa e la neve fresca.

Loro e la paura.

In quella poesia pura e sdrucciolevole Colin vorrebbe chiederle perdono per essersi rubato i suoi sedici anni, il suo ottimismo roseo. Si sente incredibilmente fortunato, però, ad averla nella sua vita.

Amy ha imparato a rispettare le solitudini del ragazzo che ama senza pretendere di colmarle, ad accettare anche i momenti in cui si chiude a riccio, perciò il suo tocco sulla spalla robusta di Colin è leggero e discreto.

"Sono un ragazzo fortunato, Amy. Ho te, ho il mondo in tasca!"

Lei arrossisce come un'adolescente alla prima cotta e, prendendolo per mano, lo aiuta a rimettersi in piedi.

"Andiamo a casa mia. Ti offro una tazza di ottimo cioccolato caldo!"

Le assenze, i vuoti, le parole non dette si perdono oltre il profilo dei monti e il luccichio della neve; oltre i battiti sincronizzati dei loro cuori che superano le ombre del passato.

   
 
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