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Autore: Ginge    25/11/2016    1 recensioni
Diana è una giornalista; poche volte riesce a tenere la bocca chiusa, e sarà così anche stanotte, mentre si aggira in un quartiere di Londra godendosi il suo perenne ottimismo.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Alla mia fantastica sorellona.

Guarda cosa mi metto a fare per te la sera,

invece di guardare serie tv. :)

AMICO NOTTURNO




MISTERO



Diana agitò il telefono con un sospiro affranto. Era talmente vecchio che ogni volta che la batteria andava oltre al 50% le si spegneva in mano. Spesso rimpiangeva di aver regalato il vecchio, favoloso Nokia indistruttibile a sua madre.
Rassegnata, infilò il cellulare in borsa, accelerando il passo. Le piaceva tornare a casa da sola, la sera tardi. Era libera di vagare con la mente quanto le pareva, e poteva anche canticchiare tra sé e sé senza che nessuno la guardasse male.
Svoltò nella scorciatoia per arrivare a casa sua, immettendosi nel cono di luce del lampione, sentendo l’aria fredda che le permeava sotto al cappotto. Saltellò allegramente, confidando nel fatto che nessuno percorresse quella stradina sempre desolata a quell'ora di notte.
Ovviamente si sbagliava.
Si fermò all'improvviso, alla vista di un uomo seduto sul marciapiede, che aveva distolto lo sguardo da lei esattamente quando lei lo aveva scorto. Come era possibile che riuscisse sempre a fare delle figuracce, persino con degli sconosciuti?
Non si trovava alla luce del lampione, ma era seminascosto nel buio della notte. Indossava una felpa grigio scuro, di cui calcava il cappuccio. La donna era riuscita a scorgere solo un ciuffo di capelli mori, ed un bagliore che aveva interpretato come occhi chiari, prima che questi si mettesse ad osservare il marciapiede ai suoi piedi, ignorandola.
Diana si morse le labbra, imbarazzata, e gettò uno sguardo intorno. Se non altro lui era l'unico ad averla vista nella sua fase di 'mostriamo di avere l'età mentale di due anni perché la giornata di lavoro è stata distruttiva'.
Lo osservò un po', mentre lui sembrava studiarsi il colore delle scarpe; poi si avviò lentamente, indecisa, per superarlo e tornare a casa.
Gli stava passando accanto quando sentì uno strano sbuffo. Si fermò, gonfiando le guance, e si voltò verso le sue spalle, pronta a lamentarsi del fatto che non c'era niente di divertente di cui ridere.
Più tardi ringraziò diverse volte il cielo per essere riuscita a zittirsi in tempo, a chiudere la bocca (cosa rara per lei), e a pensare per qualche secondo.
Quella infatti non sembrava una risata trattenuta. Sembrava più un singhiozzo.
Diana si guardò di nuovo intorno, come se volesse chiedere a qualcuno che cosa doveva fare. Si grattò un poco il naso; per farsi coraggio prese un respiro profondo e, senza ragionare più di tanto, si sedette accanto all'uomo. Poggiò la borsa a terra e si accucciò leggermente, mentre sentiva l'uomo al fianco tirare su col naso.

Dopo qualche secondo di silenzio decise che non aveva senso aspettare dell'altro, e parlò, prendendo un respiro profondo.
"Spero vivamente che tu non sia uno stupratore." Commentò Diana stendendo una gamba con pigrizia. "O un serial killer." Silenzio. "O un ladro. O roba simile." Aggiunse vedendo che l'altro non rispondeva. "Nel caso tu lo fossi, sappi che ho fatto ben quattro mesi di karate, potrei anche riuscire a tirarti un pugno prima che tu mi uccida."
Vide l'uomo abbassarsi ancora di più il cappuccio sul viso, e poi passarsi una mano in volto.
Probabilmente non voleva essere disturbato, pensò Diana passandosi una mano sugli occhi. Cosa in realtà piuttosto scontata, visto che si era seduto in quel quartiere della città. Poi scosse la testa. Nessuno voleva mai essere lasciato solo. O quasi mai, almeno.
"O mio dio, sei veramente un serial killer!" Esclamò inclinando leggermente la testa, riprendendo il discorso che aveva iniziato prima.
Sentì l'altro sbuffare, ed esultò internamente. Quella almeno era una reazione degna di nota. Forse non proprio degna di nota, ma almeno era una reazione.
James le aveva sempre detto che il suo ottimismo era più grande dell'intero universo. Ma qualcuno doveva pur compensare tutta la gente che ritiene che la vita faccia schifo, no?
Quando l'altro non aggiunse niente, si passò una mano tra i capelli, riflettendo. Dopo qualche minuto continuò.
"Brutta giornata?" Chiese senza guardarlo in volto. Era piuttosto evidente che non desiderava essere visto in faccia. "La mia è stata piuttosto bella in realtà. Sono riuscita a convincere James a farsi sistemare il computer, e dopo l’ho costretto ad ammettere che così funziona molto meglio. Cosa che in realtà era fin troppo vera. James è tipo il mio migliore amico, sai. Una volta avevamo anche provato a stare insieme, ma poi ci siamo accorti che non poteva funzionare decentemente, perciò ci siamo lasciati. Ed ora è fidanzato, penso che tra un po’ chiederà alla sua lei di sposarlo. Comunque lavoriamo per un giornale. Non è un bel lavoro come tutti pensano, in realtà: una volta i giornali si vendevano tutte le mattine, ora invece tutti gli articoli vanno a finire sul sito online, e tutti i guadagni si fanno solo grazie alle pubblicità. Prima o poi Ferragamo si stuferà di pagare uno stonfo per una singola pubblicità, e noi falliremo. E poi magari finirò come te sul marciapiede. Non è che sei giornalista anche te?"
Diana si fermò a riprendere fiato, aspettando curiosa una risposta.
Gli lanciò un'occhiata di sfuggita, ma non notò niente di diverso da prima. Poteva anche non aver aperto bocca, per quanto riguardava il suo compagno di marciapiede.
Sospirò esasperata, tamburellando con le dita della mano destra sul ginocchio.Forse avrebbe fatto meglio ad alzarsi e andarsene. Stava per farlo, quando fu interrotta da un impercettibile movimento dell’uomo.
"Cosa vuoi?" Chiese lui scorbutico.
"Niente." Rispose Diana stringendosi nelle spalle, stupita. "Cioè, a meno che tu non abbia voglia di regalarmi cento euro così per..."
"Cosa vuoi?" La interruppe nuovamente l'uomo.
"Certo che sembri proprio un disco rotto." Commentò, mentre vedeva la luce del lampione spegnersi. Eh ti pareva. Come se quella strada non fosse già inquietante di suo. "Comunque ero solo preoccupata, non c'è bisogno di offendersi. Volevo solo trasmettere un po' di buonumore. Ottimismo. Joie de vivre… Chiamala come preferisci."
L'uomo rimase in silenzio, guardando davanti a sé.
"Senti, vuoi che me ne vada? Perché se è ciò che vuoi lo faccio." Disse Diana sollevando un sopracciglio. "Se invece vuoi che resti, possiamo anche chiacchierare un po'. Posso anche non chiederti il nome, se vuoi. E ti assicuro che sono brava a non far pensare a qualcosa di spiacevole."
Il compagno di marciapiede sembrò pensarci su, e Diana si sentì stranamente nervosa per il responso. Desiderava, in maniera quasi ossessiva, avere una risposta positiva; era curiosa di capire di più di quell'uomo misterioso.
"Puoi restare se vuoi." Fu la lapidaria risposta.
Diana si passò un mano tra i capelli, senza riuscire a trattenere un sorriso. "Ok."
Rimasero in silenzio per qualche altro minuto, mentre l'uomo giocava con la zip della felpa.
"È un bel nome Diana." Disse l'uomo infine, facendo sussultare la donna.
"Grazie." Commentò lei entusiasta. "È lo stesso di mia nonna. Dovrei anche avere una sua foto nel telefono." Aggiunse iniziando a frugare nella borsa.
"Oh, scherzavo, il cellulare è morto." Realizzò poi rattristandosi e lasciando perdere la borsa. "Ok, mi dispiace ma sono troppo curiosa. Puoi anche scegliere di non rispondere, ma è normale per te sedersi su un marciapiede e passarci la notte?"
Il suo nuovo compagno di marciapiede sbuffò una mezza risata.
"Certo che no. Ho delle ragioni sensate."
Diana annuì, senza chiedere il motivo.
"Per te invece è normale sedersi accanto ad uno sconosciuto e raccontargli la tua vita?" Chiese lui, continuando ad evitare di voltarsi verso di lei per non mostrare il volto.
"In realtà si. Cioè, in genere dipende da quanto è carino l'interlocutore. Te non sembravi così male visto da dietro, anche se in realtà finora ho visto solo la felpa."
"Che motivazione sensata..."
"Lo so, ma non è mica colpa mia. Non ho scelto io di essere una donna single. Sai, ho creato questa teoria, grazie alla quale diventerò sicuramente famosa e ricca, in cui io e James siamo gli opposti. Lui ti avrebbe ignorato tranquillamente. E forse non avrebbe nemmeno avuto tutti i torti. Pensa se tu fossi stato un serial killer."
"Sì, infondo quante saranno le probabilità? Una su un milione?" Commentò lui con un lieve tono sarcastico.
"Guarda che non è così raro andando a giro alle tre di notte. E non c'era mica bisogno di un serial killer. Potevi essere uno stupratore, o un ladro." Si giustificò Diana.
"Ma non lo sono. Direi che ti è andata piuttosto bene."
"Eh si. Mi sono scelta un compagno di marciapiede bravo."
"Compagno di marciapiede?"
"In effetti detto ad alta voce suona male. Fammi pensare... un compagno di nottata. No, il mio amico notturno. Che te ne pare?"
"Che mi è capitata un'amica notturna piuttosto logorroica."
"Dovrai accontentarti temo. Non c'è molta scelta a quest'ora in questa parte di Londra."
L'amico notturno rimase in silenzio, mentre Diana lo scrutava di nascosto. Era più che soddisfatta di essere riuscita ad avere una parvenza di conversazione con lui, ed ora sperava solo di riuscire a farlo sentire più a suo agio.
"Hai altro da dire di te? O posso fare una digressione sul mio fantastico nuovo cellulare, la cui batteria muore quando arriva al 50%?" Chiese Diana allegramente.
"Perché ho detto qualcosa di me fino ad ora?"
"Certo! Adesso so che ti chiami Amico Notturno."
L'uomo rise, tendendole la mano.
"Piacere, sono il tuo amico notturno."
"Piacere, Diana." Rispose lei. E sapeva di già che quella notte, prima di andare a dormire, l'unica cosa a cui avrebbe pensato era quella magnifica voce e quella risata cristallina, che le aveva fatto venire i brividi lungo tutta la schiena.




Note dell'autrice
Spero che il primo capitolo vi incuriosica, e vi piaccia un po' di più di quanto sia piaciuto a me rileggendolo.
La storia sarà composta da tre capitoli (eccetto modifiche in fase di scrittura), e il prossimo capitolo arriverà al massimo tra una settimana.
I commenti sono sempre apprezzati, sia positivi che negativi.
A presto,
Ginge

   
 
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