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Autore: Boringgirl    26/11/2016    0 recensioni
Vika é braccata. Corre a perdifiato nel bosco ma la ferita sul fianco le impedisce di correre come vorrebbe. Chi può averla tradita rivelando la sua posizione e aiutando i cacciatori nella caccia? Un nome e un viso invadono la sua mente, sarà veramente lui il traditore?
Genere: Avventura, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1

Ho sempre pensato che gli uomini non sarebbero mai stati un gran peso per quelli della mia razza, ovviamente bisognava tenerli lontani dai nostri luoghi sacri e dalla nostre riunioni, ma negli ultimi tempi le mie convinzioni hanno cominciato a vacillare. Soprattutto da oggi direi…

Il vento mi schiaffeggiava i capelli in faccia ferocemente, “maledizione, non bastava quel cazzo di un fantasma da inseguire, no…ovviamente dovevano anche rintracciarmi i cacciatori umani” correre nel bosco quando la notte precedente aveva diluviato, rendendo cosi il terreno impantanato e scivoloso, non era una cosa facile, anche per un licantropo come me. Sono veloce anche nel mio corpo da umano ma se mi fossi trasformata nella mia forma animale sarei sicuramente più veloce è più abile, e in una secondo riuscirei a raggiungere il fantasma e a superare i cacciatori. Purtroppo per me la ferita che avevo sul fianco, causata da un proiettile d’argento, non mi consentiva di trasformarmi e quindi di risolvere la faccenda al più presto.

“È la correte!!”, “questa volta non ci scappa quella bastarda” gridarono i cacciatori in lontananza, erano ancora abbastanza lontani ma grazie al mio udito sopraffino non persi neanche una parola di quello che pronunciarono. Il fianco mi doleva e dovevo guardare in faccia alla realtà: non sarei mai riuscita a raggiungere il fantasma che stavo cacciando in quelle condizioni, era troppo veloce e furbo. Se non avessi avuto ferite e non fossi stata inseguita sarebbe stato uno scherzo catturarlo, lo avevo già fatto un milione di volte, ma ora non ce l’avrei mai fatta senza perdere un arto o senza essere catturata dalle persone che mi stava inseguendo, quindi meglio dare forfait e tornare a casa. Avrei lasciato in vita anche quei cacciatori visto che non potevo affrontarli, anche se non mi andava di lasciar vivere gente che avrebbe potuto uccidere uno dei miei fratelli o una delle mie sorelle del branco, però era l’unico modo per evitare di rimetterci la pelle.

Così richiamai velocemente a me l’energia della natura intorno a me sperando che essa bastasse per mimetizzarmi tra gli arbusti e far perdere le mie tracce e il mio odore ai cacciatori. Dopo aver trovato alla svelta un nascondiglio dove mimetizzarmi mi concentrai e richiamai a me l’energia, che entrò dentro al mio corpo con un ondata di calore, e feci scomparire quasi del tutto il mio odore da lupo. Mi accucciai in alcuni cespugli e cominciai a riflettere, se i cacciatori mi avevano trovato era perché qualcuno del branco o qualcuno che mi conosceva aveva cantato e visto che i cacciatori non erano stupidi, per sicurezza se lo erano portati dietro in modo da trovare una traccia di odore da seguire. Però senza una traccia da seguire non potevano trovarmi quindi per ora ero al sicuro, senza però abbassare la guardia attesi che mi raggiungessero a bordo della Range Rover con la quale mi stavano dando la caccia. Gli avevo già visti. Non come una di quelle persone che incontri al supermercato di cui ricordi a stento i tratti, io le loro facce le avevo già viste molto bene e da vicino.

Una settimana fa mi trovavo nei pressi del Lake Louise per una battuta di caccia, nessuno sapeva della mia piccola spedizione solo alcuni membri del branco a cui avevo dovuto spiegare perché non sarei stata presente alla riunione che si sarebbe tenuta alcuni giorni dopo. Non c’era un motivo particolare che mi spingeva ad andare a caccia nei pressi del Lake Louise, anzi era una vera e propria perdita di tempo visto che abitavo molto vicino al Parco nazionale di Alberta, in cui di sicuro le prede per un lauto pasto non mancavano; ma avevo sentito il bisogno di mettere a posto le idee e il parco nazionale non era il luogo ideale dove stare da soli. Cosi ero partita e dopo pochissimo tempo ero giunta a destinazione, in auto ci avrei messo cinquanta minuti ma con il mio corpo da lupo una decina di minuti bastavano. A volte anche meno quando mi andava di correre, ma quel giorno volevo prendermela con calma.

Però quando arrivai non feci neanche in tempo a catturare delle lepri che subito senti in lontananza il rumore di uomini con il passo pesante e di fucili caricati certamente con pallottole d’argento, pronte ad uccidermi. Lo ammetto solitamente sono una lupa curiosa, e in un'altra giornata non avrei perso tempo a investigare su questi uomini e a capire come facevano a sapere che ero li, visto che sapevo per certo di essere l’unica lupa in quel posto, a causa della riunione del branco che si teneva proprio quel giorno. Quel giorno però non avevo voglia e tempo di divertirmi con loro, così lì evitai e la sera stessa me ne tornai a casa.

Per questo me li ricordavo così bene, perché mi avevano già dato la caccia una settimana fa. Vidi la scena come a rallentatore, l’auto che si avvicinava a tutta birra con gli uomini al suo interno già armati fino ai denti con armi che per me sarebbero state letali e poi lo sentii. Un odore forte che avevo già sentito, era l’odore di un lupo. “Quel traditore… figlio di…” pensai dentro alla mia testa; per un secondo pensai di averlo detto ad alta voce visto che di colpo l’uomo in questione girò la testa nella mia direzione, ricominciai a respirare quando si rigirò verso i suoi nuovi compagni e disse con una voce che avrebbe ghiacciato chiunque “muoviamoci non può essere lontana, è ferita e per quanto forte può essere, un lupo ferito non riuscirà mai a seminare un auto, soprattutto se esso è in forma umana…da quella parte, sento ancora il suo odore”, e si diressero con l’enorme macchinone e distruggendo la natura che incontravano verso la direzione che avevo fino a poco tempo prima seguito. Quando fui certa che si fossero allontanati del tutto, usci dal mio nascondiglio e dispersi l’energia della natura che fino a quel momento avevo tenuto dentro di me per creare una mimetizzazione perfetta, e mi lasciai cadere al suolo. La giornata non poteva che andare peggio, avevo lasciato libero un fantasma che con tutta probabilità in questo momento era alla caccia di un nuovo corpo da possedere e una nuova vita da distruggere, avevo lasciato in vita dei pericolosi cacciatori che avrebbero potuto far del male a qualcuno del mio branco, avevo una ferita sul fianco che al posto di rimarginarsi in fretta mi stava imbrattando la canottiera che indossavo di sangue e avevo appena scoperto che uno dei lupi che avevo maggiormente ammirato, studiato e diciamolo tutta amato era diventato un traditore e mi aveva venduta a dei cacciatori, eh si la giornata non poteva che andare meglio.

Tornai a casa senza fare altri spiacevoli incontri. Il problema ora era la ferita sul fianco che non aveva nessuna intenzione di rimarginarsi a quanto pare, a causa dell’argento che risiedeva nel proiettile e che impediva quindi al mio corpo di rimettermi essendo un potente veleno per la mia razza. Per fortuna mio zio non era in casa, ma in viaggio di lavoro per ancora almeno una settimana, altrimenti mi avrebbe letteralmente ammazzato. Mi trascinai in bagno e cercai alla bel e meglio di ripulire la ferita dall’argento per permettermi di curarmi. Meno male che quest’ultimo mi aveva solo sfiorato lacerandomi la carne ma evitando che l’argento mi entrasse nel corpo. Sfiorandomi soltanto esso aveva imbrattato solo la carne lacerata che non poteva rimarginarsi. Non sarei mai riuscita a rimettermi in piedi da sola cosi chiamai l’unica persona che avrebbe potuto aiutarmi senza prima uccidermi, Vic.

“Dio santo, ma è mai possibile che tu attiri guai peggio del miele con api! Mai una chiamata per invitarmi a cena o per sapere come sto….no ovviamente devi chiamarmi solo quando ti serve la mia mano ferma per ricucirti o per ripulirti da quel cavolo di veleno che ti fai sempre sparare addosso” sbraito Vic sbattendo la porta d'ingresso. Per poco la porta non cadde talmente ci mise tanta forza, ovviamente non c’era d’aspettarsi altro da un uomo alto quasi due metri con delle mani che sembravano più delle pale che semplici arti umani. L’uomo si diresse subito verso il divano di pelle nera del salotto su cui poco prima mie ero stesa  ormai provata dalla ferita avvelenata. La furia presente negli occhi del giovane di dissolse subito a quella vista. Subito quindi si posiziono al mio capezzale, “ehi Vic, mi dispiace d’averti chiamato, sapevo che era il tuo giorno libero ma non sapevo proprio che fare…ho provato a ripulirla in modo che si rimarginasse ma non funziona, a quanto pare quest’argento è forte” mormorai con una voce fiacca, “tranquilla, adesso ci sono qua io, non preoccuparti sono pur sempre un medico…adesso provo a ripulirla e se non dovesse funzionare proveremo con qualcosa di un po’ più drastico ma tu non preoccuparti…hai fatto bene a chiamare” ripose con Vic con la voce decisamente più calma rispetto alla precedente entrata nella casa.

“Mi vuoi dire che cosa è successo?” mi chiese Vic poco dopo aver cominciato a pulire la ferita, guardandomi velocemente negli occhi in cui potevo vedere tutta la sua preoccupazione per me, “ le solite cose, caccia ad un fantasma e spiacevole incontro con dei cacciatori…”, “eh mi spieghi come è possibile che ti abbiano ferito? Ti conosco da quando eri una lupacchiotta spelacchiata e posso dire con sicurezza che sei la migliore lupa, la più forte e la più furba e inoltre ai poteri eccezionali dentro di te che ti rendono ancora più forte, e in tutti questi anni non sei mai stata ferita da dei cacciatori, quindi permettimi di ripetere la domanda, cosa è successo?”, sbuffai tirandomi su dal divano, dovevo ammetterlo imbrogliare Vic stava diventando sempre più difficile, “eh va bene, ma giura che non dirai niente a mio zio, altrimenti quello mi ammazza, il motivo per cui mi hanno ferito è che ho sentito un odore con quei cacciatori che mi ha destabilizzato per un attimo, che mi è stato fatale”, “un odore di un lupo con dei cacciatori? Allora stiamo parlando di un traditore, di chi si tratta?”, “ehm, non ci crederai se te lo dico…” dissi strascicando le parole, il fatto era che non riuscivo ad ammetterlo neanche a me stessa che il proprietario di quell’odore mi avesse venduta ai cacciatori, che mi avesse tradito e non solo me ma tutto il branco. Vic si alzò in piedi, butto le garze sporche del mio sangue e si piazzo davanti a me in tutta la sua stazza, “coraggio parla, deve essere qualcuno di molto vicino al branco se ti ha scombussolato così tanto da lasciarti ferire”, sputò fuori con impazienza, era un suo diritto saperlo, per il bene del branco. Quando vide la mia faccia cambiare espressione, anche la sua cambio, “non dirmi che…”, “si, il traditore è Logen”

 

   
 
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