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Autore: Bob is my fat    26/11/2016    0 recensioni
Storia sotto forma di diario di un amore nato sul web. Sembrava la classica favola in salsa moderna, ma poi i dubbi hanno iniziato ad assalire la mente dei due giovani e...
Genere: Comico, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Ho capito che cupido colpisce chi maggiormente è predisposto ad amare. Non è una fiera nobile, non è un leone che stesa la sua preda non inveisce su di essa ma piuttosto uno sciacallo che trova quasi un perverso piacere nel veder soffrire le sue vittime. Ebbene si, come avrete potuto ben intuire io faccio parte della schiera di chi è "predisposto all'amore". è proprio vero che l'amore si trova dove meno te lo aspetti; nel mio caso è stato nella fermata di una metro. Del resto sono del'opinione che i treni non sono fatti per dividere, ma per far ricongiungere coloro che non possono sopportare la reciproca lontananza. Ebbene proprio lì, in una stazione ferroviaria, ci siamo scambiati il nostro primo bacio e proprio da lì ha avuto tutto inizio. L'apoteosi della felicità, sentivo quasi come se quella metro potesse traghettarmi in chissà quale luogo magico al mio solo volere, sentivo di poter compiere qualsiasi impresa con lei al mio fianco. Ah l'amore.. beh volete sapere un'altra cosa? la più grande fregatura dell'amore è che quando questo finisce si riprende tutto ciò che ti ha dato con tanto di interessi. Ed allora ti ritrovi con il cuore rotto in mille pezzi, con tanti.. troppi se e troppi ma; con un qualcosa che sarebbe potuto diventare la più bella delle favole ma che in realtà si è concretizzata nel più amaro degli epiloghi. Perché ho una così brutale considerazione dell'amore vi starete chiedendo.. beh procediamo con ordine. Avete presente la regola dell'amor cortese secondo la quale si usa uno pseudonimo per proteggere i diretti interessati coinvolti nella storia? ecco, a scanso di equivoci userò questa suddetta regola. Diciamo che il mio nome è Bob, e sono innamorato di un angelo; o meglio un angelo con fucile a canne e mozza compreso di caricatori a più non posso. Il nostro amore è partito da web, come una favola moderna insomma. Ci siamo visti per la prima volta in un bar da lei scelto poiché questo sfornava e continua tutt'ora a sfornare prelibatezze a lei tanto gradite. Manco a dirvelo per me fu amore a prima vista; restai a dir poco estasiato dalla sua lunga chioma marrone e da quei suoi occhi verdi.. DIo i suoi occhi! il tutto contornato dalla sua statura diciamo pure non tanto elevata che le dava quel tocco di dolcezza che non guasta mai. Lei la chiameremo Clarissa.. perchè Bob e Clarissa? questo lo capirete più in avanti. Insomma dopo il nostro primo appuntamento constatammo che c'era un reciproco interesse e da lì continuammo a vederci sempre con maggiore frequenza. Lungomare, bosco, parco; non ci facemmo mancare nulla nei nostri appuntamenti, così come io non posi freno alcuno nel manifestarle il mio sempre crescente interesse con piccoli ma costanti regali. E poi.. poi è arrivato quel bacio al quale avevo già fatto accenno. Un bacio che suggellò il nostro nascente amore, che ufficializzava l'inizio della nostra relazione. A questo punto dovete sapere che sono il tipico ragazzo che da tutto per la ragazza che ama, quindi sono uno di quei tipici ragazzi che basta pochissimo per spezzare il cuore. Del resto in una coppia c'è sempre quello che tra i due si "accontenta" un pò e che da meno ma riceve di più. Ma sinceramente a me questo non importava, mi importava averla lì al mio fianco poiché sapevo benissimo che non è una ti quelle ragazze sdolcinate. Non fraintendete, neppure io sono uno di quei ragazzi che amano le smancerie, ma semplicemente mi piace di tanto in tanto manifestare il mio affetto anche con semplici messaggi nel corso della giornata. Del resto era ciò che faceva anche lei. Davo il suo amore per scontato, e la minaccia del rifiuto e dell'abbandono era ben lontana dalla mia mente. Il tutto fino a quel maledettissimo giovedì. Essendo passato dalla vita liceale a quella universitaria stavo a mano a mano notando quanto basti poco per sconvolgere  l'equilibrio di una persona; insomma basta semplicemente toglierle le sue certezze e la sua routinne per farla piombare nel dubbio e nell'incertezza. Ed era proprio ciò che stava accadendo a me, per cui mi aggrappavo sempre di più a quello che ritenevo essere la mia unica ancora e punto fisso e cioè Clarissa. E non potevo fare scelta peggiore. Ora badate bene,  dico che lei era la mia “ancora” ma ciò non vuol dire che non ho una famiglia alle spalle o che io non abbia amici, anzi tutt’altro. Ma ho sempre preferito dare maggiore attenzioni alla mia ragazza poiché era l'unica che nei miei momenti di sconforto riusciva a riappacificare il mio animo, era un pò come il mio faro nel mare in tempesta. Insicuro e perché no, anche intimorito da questa nuova avventura ricercavo quindi delle conferme da Clarissa, richiedendole di manifestare di continuo il suo affetto nei miei confronti. Per tutta risposta però ritrovavo delle risposte sempre così vaghe e confuse. Ovviamente ho iniziato ad allertarmi e la mia prima preoccupazione era che le fosse successo qualcosa. Insomma, ancora non mi balenava in mente che provasse dei dubbi nei nostri confronti. Eppure mi sbagliavo. Il problema, il suo problema ero io. Il mio mondo cadde a pezzi come un castello di carta al vento; di colpo la mia più grande certezza si stava dissipando sotto un "non so più quello che provo". Di colpo ho perso le staffe; le ho posto mille domande perché non potevo accettare di mandare al vento tutti quei momenti passati insieme, mentre sentivo crescere in me un costante ed incessante dolore al petto. Avevamo deciso come da calendario di vederci il girono seguente e parlarne di persona poiché continuare a farlo sotto messaggi era una cosa che francamente ne io ne lei ritenevamo giusta. Ovviamente il giorno prima del nostro incontro non riuscì a chiudere occhio.. insomma quello poteva anche essere il "nostro" ultimo incontro. Di colpo tutti i miei ricordi felici con lei si tramutarono in arma a doppio taglio, facendomi comprendere che non c'è cosa più crudele dei ricordi e della consapevolezza che quei momenti felici non ritorneranno più indietro. Però ero disposto a lasciarla andare. Insomma, dovevo farlo. Mi preparai un discorso per cercare di comprendere quale fosse il problema e nel caso anche aiutarla ed indossai una maschera, la più nella che avevo solo per prepararmi all'eventualità di dirle addio nel modo meno doloroso possibile. Però quando arrivai fuori la sua scuola come avevamo stabilito tutte le mie difese crollarono. Sparì tutto, la corazza intorno al cuore che avevo allestito, il discorso che avevo preparato.. in quel momento lì c'eravamo solo noi due. La abbracciai, tornando ad amarla come sempre avevo fatto e sempre farò. Anche se non nascondo che un pò ero anche deluso da me stesso.. ancora una volta mi ero reso zimbello di cupido. Con le mie ragazze passate sono sempre riuscito a fare il “duro” a farmi valere, ma con lei è diverso. Quando vedo quei suoi occhi verde chiaro non posso fare a meno di perdermi in essi. Quella giornata insieme trascorse come tutte le altre insieme; tra baci, abbracci, risate e prendendoci per il culo a vicenda. Pranzai e cenai da lei, con la sua famiglia e quando arrivò il momento presi coraggio e le chiesi dove fosse il problema. Lei tuttavia continuava a ripetermi che andava tutto bene, che era solo un periodo di stress passeggero e che se fosse stato altrimenti non mi avrebbe di certo portato a casa sua. In quel momento sentii come se il mio cuore ritornò a battere dopo lungo tempo, mi sentivo di nuovo felice e rincuorato. Eppure la cosa mi puzzava; insomma non potevo capacitarmi come del semplice "stress" potesse mettere in discussione l'amore, quella forza che da molti è considerata la più forte in assoluto. Ed effettivamente non avevo tutti i torti. La "crisi" non era del tutto passata...

   
 
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