Double drabble brutta, ma l'angst di Vikings mi ammazza e devo espellerlo in qualche modo.
Preghiera
Spesso
si trova sul punto di parlare, la bocca semiaperta, la voce che
già
spinge in gola. E allora richiude in fretta le labbra con una
smorfia, la mascella che si contrae, lo sguardo che schizza in basso
e il braccio che si muove in uno scatto incontrollato, si solleva un
poco e poi scappa verso l'alto, al lato della sua testa; poi si
ritira, come a metà del gesto di poggiarsi su una spalla che
non c'è
più. Passa la mano sul volto in un gesto veloce,
involontario, e le
sue dita tornano al vuoto.
Odino,
pensa ogni volta, e nient'altro; passa oltre, sorride di sbieco,
ritorna alla sua occupazione del momento. Non ha bisogno di formulare
quella preghiera perché qualunque dio, i suoi e quelli
altrui, ormai
la conoscono già.
Ogni
volta, sempre, tranne l'ultima, quella in cui gli affiora alla mente
mentre la lama sprofonda nel centro del suo torace e il sangue gli
inonda la bocca. Il suo corpo si fa molle e le ginocchia cedono, e
quando cade a terra, crollando all'indietro, i suoi occhi vedono uno
squarcio di cielo plumbeo, sopra di lui, e il respiro gli va a
mancare.
Odino,
pensa, fammelo ritrovare.