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Autore: Padmini    26/11/2016    3 recensioni
Uno sguardo, un legame silenzioso tra due anime.
Sherlock, studente brillante ma solitario.
Gregory, studente più grande, generoso e desideroso di riparare a tutti i torti.
Un gatto e un cane che si incontrano nel cortile di una scuola.
Cosa accadrà tra di loro? Possono due anime così diverse trovare un luogo in cui incontrarsi?
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Lestrade, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Sincerità



 

Poca sincerità è pericolosa e molta è assolutamente fatale.
Oscar Wilde



 

 

Violet era stata chiara con Sherlock. Per capire appieno e veramente l'amore non avrebbe potuto fare altro che vive fino in fondo il sentimento che provava per Gregory. Certo, poteva essere facile a parole, ma lui non aveva idea di come cominciare.

Quando aveva iniziato a raccogliere e catalogare le foglie dei vari alberi dei parchi di Londra aveva per prima cosa fatto una minuziosa ricerca in biblioteca e, per ogni albero, aveva osservato un campione per poi cercare la foglia corrispondente. Avrebbe dovuto fare la stessa cosa anche per l'amore? Come poteva riconoscere tale sentimento se non sapeva nemmeno come era fatto? Come gli aveva spiegato sua madre, l'amore non aveva una forma, non poteva essere spiegato, ma poteva cercare qualche indizio attorno a sé per avere almeno un'indicazione, una pista da seguire per trovare la verità.

Nei giorni, settimane e mesi successivi, continuò a osservare il mondo come aveva sempre fatto, ma concentrandosi in modo particolare sulle coppie innamorate, per confrontare ciò che vedeva con ciò che viveva con Gregory.

Da quella sera erano diventati inseparabili. Si trovavano ogni giorno e almeno un paio di volte alla settimana Sherlock andava a dormire a casa di Greg. A scuola i problemi erano sempre gli stessi, ma avevano imparato a lasciar perdere certe cose e a godersi la loro amicizia e Sherlock, sempre più fiducioso nei confronti del suo primo vero amico, aveva iniziato a lasciarsi andare, parlando sempre di più e confidandosi con lui. La loro amicizia era diventata così bella che presto anche quelli che inizialmente volevano disturbarli o prenderli in giro, avevano rinunciato a tale proposito.

I due si influenzavano positivamente l'un l'altro. Se da una parte Gregory aveva iniziato a non essere troppo generoso con i suoi compagni di classe, imparando che spesso quello che può sembrare un aiuto in realtà è un ostacolo, anche Sherlock aveva compreso che poteva aiutare i suoi compagni di classe anche senza suggerire durante i compiti o le interrogazioni, magari con qualche spiegazione al di fuori delle lezioni o qualche ora di ripetizioni a casa. Questo clima più disteso aveva permesso a Sherlock di conquistare la simpatia di quasi tutti i suoi compagni di classe. C'erano ancora quelli che non facevano altro che invidiarlo per la sua intelligenza tanto da odiarlo, ma a lui non importava. Non gli era mai importato e ora che c'era Gregory gli importava ancora meno. Si godeva il presente e anche Gregory, nonostante il trascorrere del tempo, non si rendeva conto che sarebbe arrivato un momento in cui tutto quello sarebbe cambiato.

Sherlock era al primo anno e quello successivo sarebbe stato il suo secondo, ma Gregory era all'ultimo e presto sarebbe uscito da quella scuola. Entrambi lo sapevano ma avevano deciso con un accordo silenzioso di non pensarci fino a quando il problema sarebbe stato inevitabile. Certo, non si sarebbero più visti a scuola, ma per il resto non sarebbe cambiato nulla, o almeno era quello che entrambi speravano.

 

Da qualche tempo Sherlock aveva iniziato a osservare con molto impegno Alec. Lui stesso si era sorpreso nel constatare quanto quell'idiota – che ancora gli era ostile, nonostante tutto – potesse essere interessante, eppure c'era in lui qualcosa che era essenziale per le sue ricerche: era fidanzato.

Prima di conoscere Gregory non aveva mai fatto caso a certe cose, almeno non in modo approfondito, ma da quando aveva deciso di scoprire e sviscerare il significato più profondo dell'amore gli era stato necessario osservarlo più da vicino e analizzarlo fino in fondo. Alec e Haley stavano insieme già da un anno abbondante e sembravano una coppia molto affiatata. Senza farsi notare, Sherlock aveva annotato tutto ciò che accadeva tra di loro e aveva confrontato il tutto con ciò che accadeva tra lui e Gregory.

Alec portava la colazione ad Haley e lei gli comprava le caramelle.

Gregory lo ospitava spesso a casa sua per dormire e lui lo aiutava con i compiti.

Se Haley era triste, Alec riusciva sempre a farla ridere e se lui litigava con qualcuno lei lo consolava.

Sherlock stava bene con Gregory e sentiva che il sentimento era ricambiato, insieme si divertivano, parlavano delle cose più disparate.

Quando Alec prendeva in giro Sherlock o i due comunque litigavano, Haley era sempre dalla sua parte e se lei si confidava con lui perché qualche sua amica le aveva fatto un torto, lui aveva una parola gentile per risollevarle il morale.

Gregory aveva sempre difeso Sherlock, in ogni circostanza e, anche se sapeva che il suo amico non ne aveva mai avuto bisogno, sarebbe stato allo stesso modo disposto a difenderlo di fronte a tutto e a tutti.

Alla fine, anche se non con certezza matematica, Sherlock aveva constatato che non c'era poi tanta differenza tra il rapporto tra Alec e Haley e il suo con Gregory. C'era ancora un punto però che non aveva annotato, ma non perché non se ne fosse ricordato, semplicemente non era ancora riuscito a notare in Alec e Haley qualcosa di simile a ciò che c'era tra lui e Gregory.

Lui per Greg non aveva mai avuto un segreto, con il passare del tempo era riuscito ad aprirsi a tal punto da considerarlo il suo miglior confidente e, cosa più importante, non gli aveva mai mentito.

Poteva dire la stessa cosa per Alec e Haley? Finché si trattava di constatare qualcosa di visibile era facile, ma come poteva essere sicuro che ogni parola che uscisse dalle loro bocche corrispondesse a verità? Alec non gli era mai sembrato una brava persona, ma non si era mai immaginato che potesse mentire alla sua ragazza e probabilmente non lo aveva mai fatto, o non aveva avuto la necessità di farlo di fronte a lui … fino a quel giorno.

 

C'erano certe cose a cui Sherlock prestava attenzione, altre che invece ancora non gli sembravano eccessivamente importanti. I profumi facevano parte di questa seconda categoria. Certo, li apprezzava quando ne sentiva di buoni, ed era stato proprio quello il caso. Lynda, un'altra ragazza che frequentava la sua classe, usava regolarmente un profumo molto buono, che aveva attirato l'attenzione di Sherlock, dall'aroma di agrumi che rinfrescava senza essere eccessivamente invadente.

Un paio di mesi prima, era arrivato come al solito molto prima dei suoi compagni di classe e per questo li aveva visti arrivare un per uno. Alec gli era passato vicino per raggiungere il suo banco e in quel momento aveva percepito chiaramente il profumo agrumato di Lynda, la quale però non era ancora arrivata. Aveva appena notato quel particolare, quando aveva visto arrivare Haley e poco dopo Lynda. La prima era andata subito dal fidanzato, la seconda quasi nemmeno aveva salutato ed era andata suo banco.

Alec! Alec! Finalmente! Ti ho chiamato ieri sera, ma non mi hai risposto! È successo qualcosa?”

Haley era visibilmente preoccupata, probabilmente lo aveva chiamato ben più di una volta. Sherlock, facendo finta di niente, origliò la discussione e li osservò.

Non ho sentito il cellulare … stavo … hem … stavo studiando! Sai che oggi c'è l'interrogazione di storia, no?” aveva risposto Alec, leggermente titubante.

Va … va bene … ero solo un po' preoccupata, tutto qui ...” aveva continuato lei.

Non ti devi preoccupare. Te lo direi, se dovessi preoccuparti, no?!” la risposta di Alec era stata un po' troppo brusca e Haley aveva annuito, intimorita per quello strano comportamento, ed era andata al suo banco senza protestare oltre.

Quello avrebbe potuto essere un episodio isolato, ma Sherlock lo aveva accuratamente registrato nella sua mente.

Nei mesi successivi aveva continuato a tenere d'occhio Alec e Lynda. Lei portava sempre il suo profumo e di tanto in tanto lo sentiva anche addosso a lui. Le litigate tra Alec e Haley erano sempre più frequenti e, sebbene non durassero più di cinque minuti, avevano tutte come scintilla il fatto che lui non rispondesse a chiamate o messaggi e sempre di più queste situazioni corrispondevano ai momenti in cui Alec profumava di agrumi.

 

Infine arrivò quel giorno.

Come al solito Alec era arrivato molto presto e, come spesso accadeva, aveva ancora la scia del profumo di Lynda. Non appena arrivò Haley, Alec andò subito da lei.

Ciao amore!” le porse un cioccolatino “L'ho preso per te stamattina, so quanto ti piace il cioccolato fondente ...”

Grazie tesorino!” cinguettò lei, felice come al solito.

Sherlock li osservò. Sembrava tutto a posto, ma il profumo di Alec gli faceva pensare che ci fosse qualcosa che non andava. Era da un po' che lui e Lynda si vedevano di nascosto. Era giusto e salutare per una relazione amorosa che Alec mentisse alla sua fidanzata?

Non aveva più portato il suo taccuino a scuola, non voleva che qualcuno lo rubasse ancora e soprattutto non poteva permettere che Alec leggesse gli appunti che aveva preso su di lui. Ciò nonostante aveva continuato a registrare tutto quello che gli accadeva attorno, per poi trascriverlo la sera, una volta a casa. Stava appunto constatando che quella era la diciottesima bugia che Alec diceva a Haley da quando aveva notato la prima volta che si vedeva di nascosto con Lynda, quando proprio l'oggetto dei suoi pensiero gli si avvicinò.

Hey, Holmes, manca sempre meno, eh?” lo canzonò.

Di cosa stai parlando?” chiese lui, anche se in realtà aveva già intuito dove volesse andare a parare.

Mi meraviglio che te ne sia già dimenticato … o preferisci non pensarci? Tra meno di due mesi la scuola sarà finita e il tuo caro amichetto Gregory se ne andrà! La tua amicizia finirà per sempre! Lui si dimenticherà di te e si troverà altri amici e, chissà … una fidanzata!”

Sherlock sgranò gli occhi per la sorpresa. Era serio? Davvero si stava annoiando così tanto da doversi distrarre con questi espedienti meschini? In effetti però aveva toccato un nervo scoperto. Anche se era certo che Gregory non si sarebbe mai dimenticato di lui, il timore di restare solo dopo la sua partenza incombeva sul suo cuore e sui suoi pensieri come una nuvola carica di pioggia. Come faceva sempre, quando lui o chiunque altro tentava di ferirlo, semplicemente si lasciò scivolare quelle parole addosso e non ci pensò, ma Alec non sembrava intenzionato a lasciarlo in pace.
“Hai capito? Sarai solo! Solo! Solo! Devo dirlo ancora? Sei sempre stato solo e tornerai ad esserlo!”

Non era vero, Sherlock lo sapeva, da qualche tempo gli altri suoi compagni di classe avevano iniziato ad apprezzarlo nonostante il suo carattere chiuso, ma quelle parole lo fecero reagire. Come si permetteva Alec? Perché doveva fargli del male ad ogni costo? Fu più forte di lui. Forse avrebbe dovuto continuare a lasciar perdere, ma proprio non ce la fece.

Ah, meglio solo che mal accompagnato!” esclamò, senta riuscire a trattenere un sorriso beffardo.

Cosa vuoi dire? Ah, dici che chiunque starebbe meglio senza di te, eh?” chiese Alec, per poi scoppiare a ridere sugaiatamente.

No, intendo dire che preferirei stare solo che dover essere amico di un essere spregevole come te!”

A quel punto stava per andare via, ma Haley si intromise, ovviamente in difesa del fidanzato.

Holmes, credevo che fossi cambiato almeno un pochino, invece sei sempre il solito prepotente!”

Prepotente? Io sarei prepotente?!” si voltò verso di lei, guardandola con rabbia “Prima di tutto non sono io che offendo senza motivo!”

Non ti ha offeso, ti ha solo detto la verità!” esclamò lei, cieca per l'amore che provava per lui.

La verità … sì, certo … la verità! L'ha detta a me … ma fa lo stesso con te? Prova a chiedergli dove è stato ieri sera … e la settimana scorsa … e quella precedente! Sono mesi che ti tradisce con Lynda!” aveva pronuciato quella frase quasi urlando, mentre Haley impallidiva per lo stupore.

Non … non è vero!” gridò lei, furiosa “Vuoi solo farmi male!”

Questo è quello che fa lui!” i toni di entrambi si stavano alzando “Prova a chiederlo a entrambi, anzi, prova ad annusare lui! Ha ancora addosso l'odore del profumo di Lynda e bastrebbero le loro facce a confermarti che ho ragione!”

A quel punto Haley stava per ribattere, ma si voltò verso i due e, vedendo l'espressione colpevole nei loro volti, rinunciò a quello che stava per dire. Si avvicinò ad Alec, lo annusò con disprezzo, e senza aggiungere altro, andò al suo posto.

 

Durante le ore successive Sherlock continuò a osservare i tre. Percepiva un'atmosfera tesa, conflittuale, tanto da distrarli anche da lui. Alec sembrava essersi dimenticato del suo proposito di fargli del male, tanto era occupato a gestire una situazione che lui stesso aveva contribuito a creare. Lynda se ne stava in disparte e anche Haley avrebbe voluto fare altrettanto, ma nei momenti di pausa era assediata da Alec che probabilmente voleva farsi perdonare in un modo o nell'altro o almeno tentare di parlarle, ottenendo però l'effetto contrario. Alla fine delle lezioni la tensione era così alta che si aspettava che uno dei tre potesse scoppiare da un momento all'altro. Ciò che avrebbe dovuto prevedere era che l'esplosione avrebbe coinvolto anche lui.

 

Prima di uscire da scuola si era soffermato in biblioteca per restituire un libro, perciò fu uno degli ultimi a lasciare l'edificio. Era appena uscito, quando fu avvicinato da Alec, in compagnia di altri due suoi amici, che frequentavano un'altra classe.

Holmes, finalmente, ci hai fatti aspettare parecchio, eh?”

Sherlock alzò le sopracciglia, sorpreso. Lo stavano aspettando? Perché mai … La risposta arrviò immediatamente, ma fu ugualmente troppo tardi. Alec voleva vendicarsi. Se non fosse stato per lui, probabilmente Haley non avrebbe mai scoperto del suo tradimento e, a giudicare dalla sua espressione, doveva averlo lasciato.

Ti volevo ringraziare per aver rovinato la mia relazione con Haley” confermò lui “Volevi che fossi triste e solo come te, eh?!”

Non sono triste e solo, Alec, e tu ti meritavi di essere lasciato. Sei solo un meschino e un bugiardo!”

Sapeva che quelle giustificazioni non avrebbero fatto altro che peggiorare la sua situazione, ma non poteva non dire la verità.

Continua a parlare, è molto interessante!” sussurrò lui, per poi prenderlo per un braccio. Aiutato dagli altri due, lo trascinò lontano dalla strada, in un angolo nascosto dell'edificio.

So che ti piace imparare. Ora imparerai qualcosa di molto utile per la tua salute.”

Sebbene cercasse di liberarsi, Alec era decisamente più massiccio di lui e i suoi due amici lo erano altrettanto. Lo spinsero a terra e si avvicinarono con fare minaccioso per poi riempirlo di calci e pugni.

Alla fine erano tutti e tre senza fiato per lo sforzo, se ne andarono soddisfatti. Sherlock, nonostante avesse cercato di difendersi in tutti i modi, non aveva potuto fare nulla contro di loro e giaceva a terra, ricoperto di sangue e lividi. Cercò di alzarsi e fortunatamente ci riuscì ma, mossi pochi passi, inciampò e cadde nuovamente a terra. Fu allora che Paul lo vide.

 

 

 

 

Una giornata come tante altre. Scuola, Sherlock, casa. Niente di nuovo, niente di entusiasmante, ma probabilmente Sherlock sarebbe andato a trovarlo e avrebbero trovato qualcosa di divertente da fare, no? Quel giorno lo aveva visto più pensieroso del solito, chissà a cosa stava pensando!

Ormai era arrivata la sera, Gregory era rimasto tutto il pomeriggio sui libri, studiando per prepararsi per l'esame finale e si riteneva più che soddisfatto. Mise da parte i libri di scuola e tirò fuori il giallo che stava leggendo, quando suonò il cellulare. Lo prese e con una certa preoccupazione vide il numero di Mycroft. Rispose piano, come se temesse che il cellulare potesse prendere fuoco.

“Mycroft? Cosa vuoi? È successo qualcosa?”

“Vieni al Saint Barts, quinto piano, stanza 5.”

Mycroft chiuse la chiamata prima che Gregory potesse fargli una qualsiasi domanda e, spaventato come raramente si era sentito in vita sua, si precipitò fuori casa.

Gli ci volle un bel po' per raggiungere l'ospedale, ma quando finalmente fu di fronte alla stanza indicata da Mycroft, desiderò non essere lì. Proprio lui uscì, scuro in viso.

“Gregory. Ho ritenuto opportuno fartelo sapere il prima possibile.”

“Cosa … cosa devi farmi sapere?” chiese, cercando di non mostrare il panico che lo faceva tremare.

“Mio fratello è stato picchiato da alcuni suoi compagni di classe. Lo hanno ridotto piuttosto male … non so perché lo abbiano fatto, ma Paul lo ha trovato, così ha chiamato un'ambulanza e me e io ho pensato che fosse giusto che anche tu fossi informato.”

Gregory annuì in risposta senza tuttavia guardarlo.

“Lui è … è sv-”

“No.” rispose Mycroft, scuotendo lentamente la testa “Gli hanno rotto una gamba e un paio di costole. Hanno dovuto operarlo d'urgenza per svariate emorragie interne e ora si sta riprendendo dall'anestesia.”

“Ma …” provò a protestare Gregory, ma lui lo interruppe.

“Non ho voluto chiamarti prima di essere sicuro che fosse fuori pericolo” spiegò, intuendo la sua protesta.

“Quindi lui ...”

“Starà bene.” confermò, sorridendo “Dobbiamo solo portare pazienza.”

Tremando, entrò nella stanza. Sherlock era solo. La sua gamba era tesa su un'impalcatura, aveva bende e cerotti ovunque e il viso era viola per le botte subite. Sembrava ancora più piccolo e delicato, circondato da tutti quei macchinari.

Senza rendersene conto, aveva iniziato a piangere in silenzio.

“Come è successo?” chiese a Mycroft, che nel frattempo lo aveva raggiunto.

“Non lo sappiamo. Abbiamo ipotizzato che lo abbiano picchiato dei suoi compagni di classe, ma in realtà nemmeno Paul ha visto cosa è successo, pensava che se ne fosse già andato a casa.”

Gregory si voltò verso di lui, era teso, pallido e arrabbiato. Da quei sentimenti, così evidenti in quel momento nel suo viso, capì quanto tenesse al fratello minore.

“Di una cosa sono certo” mormorò, sfiorando la mano inerme del fratellino “Lo scoprirò.”

Non aveva mai visto qualcuno più determinato e anche lui, in quel momento, sentiva il sangue ribollire dalla rabbia.

   
 
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