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Autore: Atra    27/11/2016    5 recensioni
La morte di Aerith narrata attraverso i pensieri di Tifa. Due ragazze diventate donne in modi diversi, due mondi diversi che si sono scontrati e appoggiati a loro modo e che ora si separano verso strade diverse.
Perché ho usato il punto di vista di Tifa? Perché, come dirà lei stessa alla fine della storia di FFVII, "le parole non sono l'unico mezzo per dire a qualcuno quello che pensi".
Nota: i pensieri di Tifa sono narrati nei paragrafi in corsivo, per questo sono al presente.
Genere: Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Tifa Lockheart
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: FFVII
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Giaceva seduta, la testa inclinata in avanti.
Sembrava una bambola, perfetta nella sua pelle di alabastro, lo sguardo bellissimo e vuoto, le mani intrecciate in grembo, le dita congelate in un istante, scarlatte di sangue scuro e brillante.
La ferita si spalancava nel suo ventre come un immenso e profondo occhio che sembrava scrutarli tutti fin nelle viscere, rubandogli ogni singola parola esprimibile.

Anche per te è finito il tempo delle parole, Aerith, è finito il tempo delle preghiere, che rimangono aggrappate ai bordi delle tue labbra socchiuse.
E' finito il tempo per credere ancora in qualcosa, è finito il tempo per capire, è finito il tempo per combattere, è finito il tempo per andare incontro al proprio destino, al proprio futuro.

Tifa la guardava di sottecchi, dietro alle dita sollevate a coprire il viso, quasi fosse irrispettoso guardare troppo chi non sa che lo stai guardando, perché con l'anima si trova altrove.
La guardava e si sorprendeva a cercare di mettere insieme i brandelli di una vita conosciuta a metà, per lei, che non sapeva molto della vita di Aerith, e per colei che l'aveva vissuta, dal momento che il passato era rimasto distante a guardarla rincorrerlo, come un estraneo, e il suo futuro si era dissolto nel nulla della morte.

Aerith, come è stata la tua esistenza? Per chi erano tutti quei fiori che coltivavi sul suolo sacro di una chiesa diroccata?
Aerith, ha avuto un senso la tua vita? Sai se ha avuto un senso, nell'istante in cui l'hai sentita volare via?
Aerith, avresti voluto fosse diversa, forse? Avresti voluto che qualcun altro ti immaginasse diversamente dalla "ragazza dei fiori"?

Perché si chiedeva se Aerith avesse potuto volere qualcosa di diverso?
L'aveva vista guardare al mondo con un misto di timore e reverenza, prendere ogni singola emozione come se dovesse farsela scorrere nelle vene, farsi pervadere da ciò per cui combatteva con un ardore che le si rifletteva negli occhi e che faceva da schermo a tutto, persino alla sua lieve, permanente malinconia di fondo.
Perché si faceva queste domande? Era davvero impossibile non notare che Aerith custodiva qualcosa nel cuore? Sembrava qualcosa di non libero che le faceva male, un sogno che sarebbe rimasto tale, delle parole non dette che rimbombavano dentro di lei, una mano che aspettava di essere presa e che invece rimaneva fredda, fredda come la sua pelle ora.

Credevi che il futuro per te sarebbe stato diverso, se qualcun altro fosse restato, se qualcun altro se ne fosse andato...credi che il futuro sarebbe potuto essere più tuo?
Perché è questo che hai detto a Sephiroth, qualche ora fa: "il futuro non è solo tuo".
Chi ti ha portato via il tuo futuro, Aerith?
E' stato lo stesso scorrere di lama che ti ha profanata, lo stesso istinto di sacrificio quasi eroico?
E' stata la corsa a perdifiato verso un passato riflesso nel presente come in uno specchio, un passato che non vuole passare, un passato che ti ha costretta ad aspettare una vita prima di poterlo rincontrare?

Oppure, più semplicemente, era stato qualcosa di sconosciuto, un enigma, una combinazione di eventi la cui tragica precisione è disarmante.
Forse invece era stato qualcosa che Tifa non poteva capire perché non era nella mente di Aerith, qualcosa di cui lei era consapevole e nessun altro poteva immaginare. Qualcosa che lei era stata disposta ad accettare come tutte le altre cose, quando la vita decide di andare per la sua strada senza chiederti il permesso.

Forse sapevi cose di cui io non ero a conoscenza, Aerith.
La consapevolezza era là nel tuo sguardo, si accendeva ogni volta che cozzava contro un ricordo resuscitato e rivissuto, era la scintilla che ti illuminava ogni sorriso, che lo rendeva vivo, che ti rendeva viva.

"Se n'è andata".
Anche Cloud la guardava, incredulo di fronte a una morte così assurda, tanto semplice da strapparti via i pensieri e lasciarti inerme, senza ragione, come se Aerith si fosse semplicemente alzata, si fosse voltata e se ne fosse andata senza salutare nessuno, con la discrezione che - e Tifa l'ammirava molto per questo - solo lei possedeva a questo mondo.

Aerith sei davvero andata via. Te ne sei andata senza un lamento, senza una pretesa, solo con una piccola, grande lacrima, che mi sorprendo a piangere anche io, nonostante tutto.
Nonostante tutto, Aerith.
Nonostante tu abbia visto in Cloud molto più di quanto possa aver visto io, sin da bambina.
Nonostante tu abbia provato il desiderio di stare al suo fianco tanto quanto ne ho avuto io, consapevole di ciò che avevo da sempre coltivato nel mio cuore, giorno dopo giorno.

Nonostante qualcosa che Tifa non poteva sapere, nonostante Aerith cercasse in Cloud qualcun altro, nonostante lo cercasse nei volti di tutti gli altri e non lo trovasse, nonostante metà del mondo avesse da qualche parte la sua firma su della carta da lettere, nonostante...

...nonostante questo e altro, Aerith, qualcosa del tuo destino mi ha scavata dentro e mi ha spezzata, continuando a farlo anche ora.
E' qualcosa che riempie il vuoto nella mia testa con il suono echeggiante dei tuoi passi alla ricerca della pace, qualcosa che mi strappa il cuore e lo avvicina al tuo, per sentirlo silente e muto, come se si fosse arreso o come se avesse concluso il suo pellegrinaggio.

...nonostante tutto questo, Tifa sentiva addosso tutta l'impotenza del mondo per un destino che avrebbe voluto cambiare, con tutte le buone ragioni che l'avevano mossa fino ad allora.
Quand'era stata l'ultima volta che aveva pensato a se stessa? Quando era stata l'ultima volta che aveva provato a scavare nei propri pensieri e cercato di capirsi un po' di più?
La sua vita era sempre stata una fuga continua dalla debolezza che vedeva attorno a sé, combattendola con la forza dei propri pugni per sé e per gli altri, primo fra tutti per Cloud.
Ma ora cosa era successo, cosa era andato storto perché finisse così, con il corpo freddo di Aerith sotto gli occhi? Cosa non erano riusciti a decidere in tempo perché non andasse come volessero?

"Il futuro non è solo tuo".
Quando diventa "tuo", Aerith? Quando diventa nostro, il futuro?
Forse non era dato a te scoprirlo, se ti è scivolato via dalle mani senza che tu potessi far nulla se non aspettare che tornasse.
Forse non è dato a nessuno scoprirlo, forse l'unica cosa che possiamo realmente controllare è il nostro corpo, l'unica cosa che ci rende vivi...

Tifa chiuse gli occhi di scatto, stordita dalla valanga di pensieri che si accavallavano nella sua testa. Erano uno più pesante dell'altro, uno più consapevole del seguente, sempre più veritiero, più sfacciato, indiscreto.

...forse è per questo che ho chiuso gli occhi, di fronte a qualcosa che tu non puoi più muovere.
E' sempre facile avere a che fare con la morte a sangue freddo, ma quando a scorrere è sangue amico, improvvisamente i sentimenti diventano incontrollabili, la tua umanità stessa diventa incontrollabile, e ti senti abbandonato, sperduto in un labirinto di ricordi, di scelte improvvisamente divenute sbagliate e responsabilità che non hanno orecchie per ascoltare, ma solo la lingua per colpevolizzare.

Sollevò le palpebre di una fessura, spiando il corpo dell'amica, esattamente nella stessa posizione in cui l'aveva lasciato.
Si sorprese di questo pensiero, si diede mentalmente dell'idiota per aver pensato di studiare i movimenti di Aerith, ma continuò a tenere gli occhi socchiusi per rispetto nei confronti di una realtà che non voleva, non doveva essere guardata.
Poteva essere lo stesso per Aerith? Poteva già non sentirsi più parte di questa realtà, ora che l'aveva buttata fuori da sé in quel modo barbaro, con la grazia di un angelo?
Il pensiero la folgorò.

Aerith, vuoi chiudere anche tu gli occhi?

Sono la prima cosa che incontrò, quando risollevò le palpebre e il velo di lacrime si dissolse all'aria.

I tuoi occhi non mi raccontano più niente, sono illeggibili come uno specchio appannato. Sono di un altro mondo, forse non ci appartengono più...perciò è giusto che tu tenga per te tutto ciò che hanno visto, rifiutato, pianto, sorriso...

Il contatto con la sua pelle fu uno shock e tutti pensieri rimasti sospesi fino ad allora precipitarono in caduta libera sulle sue spalle, facendola indietreggiare di qualche passo.

Te ne sei andata davvero.

"Se n'è andata".

Addio Aerith.

Corse, Tifa. Si voltò e corse, consapevole delle lacrime che le rigavano il viso e che lasciava dietro di sé, consapevole anche delle lacrime che l'aspettavano al prossimo angolo, consapevole delle lacrime che avrebbe dovuto spegnere per pensare a un futuro, anche in onore di Aerith.
Se n'era andata.

Corse e lasciò indietro tutto e tutti, lasciando che scomparissero alla sua vista, lasciando  che rimanessero a bussare sordi al suo cuore, così come i pensieri cozzavano impazziti fra loro in una mente attonita dallo scorrere degli eventi.

E con lo scomparire del verde dei tuoi occhi, se ne va l'ultima parte di te, Aerith.
Se ne vanno le tue tante domande e le tue poche risposte, se ne va il patrimonio che tanto volevi conservare e scoprire, se ne vanno le preghiere, disperse al vento come fumo.  
Se ne va definitivamente ciò che avresti voluto costruire un giorno, quando tutto questo sarebbe stato solo un racconto.
Forse noi stessi domani diventeremo un racconto, una semplice leggenda di ragazzi in cerca di un futuro che potrebbe essere nostro, oppure di nessuno.
Eppure io ci credo, ci ho creduto sin dall'inizio della mia storia, ci abbiamo creduto tutti a un certo punto della nostra vita, quando abbiamo capito di avere un obiettivo comune.
Aerith, questo obiettivo era anche il tuo e lo sarà sempre, perché, anche se è scivolato via dalle tue dita, noi lo teniamo ancora ben saldo e sarà come se ci fossi anche tu a trattenerlo con noi, a salvarlo insieme a noi.

Un rumore di passi la fece trasalire. Erano i passi affaticati di chi, incurvato dal dolore e dal peso, regge qualcosa fra le braccia.
Un corpo, forse.

Lo prometto a te, al tuo sguardo celato, alle tue labbra mute, alla tua pelle di ghiaccio e all'aura di vuoto che ti circonda.
Lo prometto alla parte di te che può ancora sentirmi, anche se io non posso sentire lei.

Il fiume gorgogliava discreto lì accanto, la superficie leggermente tremula di ciò che spezzerebbe una voce o altererebbe un equilibrio saldo con la delicatezza di una piuma...oppure infrangerebbe un giuramento garantito sulla propria stessa vita, se non fosse che i più veritieri sono proprio quelli pronunciati all'ombra annichilente della morte.

Faccio in silenzio le mie promesse, così come tu avrai fatto le tue prima di sentirti trafiggere, per poi guardare alla morte sorpresa, la beatitudine della preghiera ancora sul viso.
Faccio le mie promesse e mi scopro, ancora una volta, fragile di fronte a esse, tanto fragile da non riuscire quasi a sopportare tanta responsabilità.

Cloud si chinò e posò qualcosa sulla superficie dell'acqua, che si increspò e si tese appena ad accogliere Aerith fra le sue mani, accarezzandola, studiandola con la delicatezza propria dello sguardo.

Poi torno a guardarti, a guardare il tuo corpo inerte, e le vedo tutte le tue responsabilità, le vedo tutte librarsi da te e tornarsene dove sono divenute macigni, in quell'anfratto maledetto del cuore dove cova la sfiducia nel mondo.
Forse per te era più facile, Aerith. Forse, paradossalmente, era più il mondo a non fidarsi di te.
Ora lì nel tuo cuore fa freddo, moriranno congelate anche loro e rimarranno le nostre responsabilità a determinare chi saremo in base al loro grado di soddisfazione, con il mondo contro, ignaro di tutto, e pronto a spalancare la botola per far precipitare in basso il nostro destino.
Ma forse essere uniti ci permetterà di costuire qualcosa di più grande insieme, così grande che il mondo dovrà precipitare con noi per fermarci.

L'acqua si aprì e il corpo affondò lentamente, come se il fiume lo stesse gustando.

Questo è un addio, Aerith.
Ma nel mio cuore esisterà sempre un posto dedicato a te, perché diventiamo forti insieme come ci stavamo insegnando a vicenda.
Forse a te questa forza è servita per andartene, mentre a me serve per restare, restare nonostante la voglia di lasciarsi andare sia ancora più pressante, tanto quanto la tua voglia di rimanere, forse.
Ma adesso è finita, Aerith...

L'acqua si chiuse e tornò a sussurrare tranquilla, divenuta custode di un segreto che non avrebbe più percorso il suolo di quel mondo.
Avrebbe giaciuto silente, avrebbe mosso i fili del Flusso Vitale che scorre nelle vene del mondo, senza più vederne il cielo perché, finalmente, il suo sacrificio l'aveva resa più grande, più grande di qualsiasi cosa, ma impossibile da vedere.

...adesso sei invisibile, puoi riposare in pace.

"Se n'è andata". 
   
 
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