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Autore: C63    27/11/2016    1 recensioni
Era una notte senza nuvole, con il firmamento che splendeva quiete. Una di quelle notti tranquille, dove è impossibile non fare sogni sereni. E cosa c'è di più dolce da sognare se non un'alta figura possente, che sembra truce per via dell'aspetto, dei segni delle varie battaglie, rivestita in una cavalleresca armatura che salva un piccolo bimbo sperduto, curandolo prima di portarlo con sè nella sua patria?
Pensate anche voi che sia uno di quei sogni a lieto fine no?
E se vi dicessi che è l'incubo peggiore della tua vita, mi credereste?
Eppure è così. Almeno per me.
Introduzione della storia ambientata nell'universo parallelo di Edolas, più specificamente su Extalia.
Buona Lettura
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mistgun, Nuovo personaggio, Pantherlily
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Incubi premonitori

Era una notte senza nuvole, con il firmamento che splendeva quiete. Una di quelle notti tranquille, dove è impossibile non fare sogni sereni. E cosa c'è di più dolce da sognare se non un'alta figura possente, che sembra truce per via dell'aspetto, dei segni delle varie battaglie, rivestita in una cavalleresca armatura che salva un piccolo bimbo sperduto, curandolo prima di portarlo con sè nella sua patria?
Pensate anche voi che sia uno di quei sogni a lieto fine no?
E se vi dicessi che è l'incubo peggiore della tua vita, mi credereste?
Eppure è così. Almeno per me.

Il risveglio non è stato dei migliori. Un urlo soffocato mi esce dalle labbra mentre di scatto mi metto seduta. Mi affanno a ritrovare il respiro. Mi sembra di aver corso per ore. Sono sudata e con le pupille dilatate guardo intorno. Finalmente riesco a capire che sono nel mio letto, un letto troppo grande per le mie modeste dimensioni; eppure sembra ci sia stata una lotta da quando si son sformate le coperte. E' successo tutto in un attimo, nell'instante in cui mi son resa conto di quello che avevo visto mi son svegliata di colpo perchè no, non potevo crederci. Non ci volevo credere! Eppure so che devo dare ciecamente retta ai miei sogni. Loro non mi hanno mai mentito o deluso, mi hanno sempre messo in allerta della vita reale. Ciò nonostante non riesco a credere a questo. No, proprio a questo mi rifiuto!

Mi rannicchio, mi metto in posizione fetale e mi stringo su me stessa. Mi sento male, ma non fisicamente, non finchè i singhiozzi mi danno il segnale che sto iniziando a non respirare come dovrei. Mi manca l'aria, di nuovo, ma devo ritrovarla subito. Si perchè sto facendo preoccupare il mio angelo custode, che è entrato di corsa senza nemmeno bussare, cosa che fa sempre prima di entrare. E' così gentile da strofinarmi la schiena con la sua mano calda mentre l'altra dolcemente mi porta via le lacrime che ancora rigano i miei lineamenti dolci e imperlati.

"-ina... che è successo?"

Riesco a malapena a rispondere dopo aver udito parte delle sue parole.

"Niente... solo un brutto incubo..."

So che è preoccupato anche se non vedo il suo viso, sa bene cosa significano sogni ed incubi per me.

"E' sempre quello? O è quell'altro?"

Mi chiede con delicatezza ed io non so che rispondere.
Non è l'unico incubo che faccio nell'ultimo periodo.
Quello mi sveglia durante la notte ma; nonostante la tristezza che mi riempie il cuore a pensarci; abbiamo già una soluzione, anche se soluzione è una parola grossa.
Quell'altro poi.... ironia della sorte grazie all'incubo di stasera si è trasformato in metà sogno. Adesso ha tutto un senso. Il solo pensiero di poter dare una parte di me per una cosa così grande piano piano riesce a calmarmi.
Il mio cavaliere mi guarda ancora allarmato ma oltre ad inclinare di più il viso per guardarmi meglio non dice una parola. Come un galantuomo aspetta che sia io a rispondere con i miei tempi. Apprezzo ogni piccolo gesto che mi rivolge e cerco di ricambiare come meglio posso, sempre nei limiti che mi son stati imposti.
Ma dicendogli la verità riuscirò a fare ciò? E se lo tengo per me invece?
Sospiro e cerco di riformulare velocemente le informazioni che ho appena ricevuto. So che non dovrei mentire, sono stanca delle bugie. Ma sono bugie bianche. Come me dicono.
Sollevo il viso e mi perdo nei suoi occhi piccoli ma luminosi come quelli di una pantera. Già... la mia pantera... Per una volta ti proteggerò io.

"E' quell'altro..." sussurro "Ma sto bene ora, davvero..."

"Scusi se mi permetto, ma non mi pare che stia bene mia Regina."

Ridacchio leggermente e continuo "Davvero, sto bene. E' stato più traumatico delle altre volte ma ho capito..."

"Capito cosa?"

Mi guarda senza comprendere, lo intuisco dai suoi lineamenti che si son induriti nonostante già di base lo sembrino di loro. Mi fa tenerezza...
Gli sorrido serena accarezzandogli la mano che mi tocca il viso delicatamente, nonostante le sue mani siano davvero enormi.

"Ho capito che così deve andare. Nella buona e nella cattiva sorte."

"Spero sia più nella buona che nella cattiva."

Ha capito più lui di me alla fine. Ha capito che non me la sento di parlarne nonostante mi faccia sempre intendere che con lui posso sfogarmi e discutere di tutto, infatti...

"Se ha bisogno di qualcosa sono qui fuori dalla porta a fare la guardia. Non esiti a chiamarmi."

"Lo farò."

Annuisco e per un po' rimaniamo così, ma quel dolce contatto piano piano svanisce. Averlo così vicino mi fa sentire protetta e al sicuro ma sono vicinanze che non possiamo permetterci, non più.
Si rimette in piedi e inchina la testa per congedarsi.

"Mia Regina, le auguro ancora la buonanotte."

"Anche a te Lily."

Rispondo ricomponendomi ma appena sento il rumore della porta che si chiude dietro di lui, mi butto all'indietro e fisso il soffitto. Non so se riuscirò di nuovo a dormire, ma al momento mi preme di più riuscire a non far trapelare questa premonizione. Devo tenerlo soltanto per me.

*************************

I giorni passano e l'incubo si fa sempre più presente nelle mie notti. E più passano le notti più si combina e mescola con gli altri.
Tutti sono all'oscuro dei miei sogni, tutti mi venerano come una dea. Pochi sanno la verità e spero che nessuno capisca come sia il mio vero umore.

*************************

Stavo finalmente tornando nelle mie stanze dopo una lunga giornata di incontri e discussioni con gli anziani. Non vedevo l'ora di togliermi questi vestiti che mi ingombrano i movimenti e godermi così il momento in cui posso togliermi questa maschera di dosso, lontano dagli sguardi di tutti....

"Mia Regina."

... ma le mie speranze erano vane. Sospiro tra me e me, mi ricompongo cercando di sfoggiare il mio sorriso migliore. Proprio lui non vorrei incontrarlo ora...

"Dimmi Lily, in cosa posso esserti utile?"

Mi sorprende quando è lei a chiedermi in cosa possa essermi utile. Non è la prima volta né sarà l'ultima, ma mi prende sempre contro piede. Ci metto un po' a rifocalizzarmi sul motivo per cui l'ho fermata.

"No mia Regina, sono io che dovrei, anzi vorrei chiederle cosa posso fare per lei. Se mi concede questo onore ovviamente."

Cerco di essere il più delicato possibile. Non voglio urtare la sua sensibilità o farle capire che sono preoccupato. Ma lo vedo lontano un miglio che è stanca. Forse proprio per quegli incubi che le strappano ore di sonno preziose. Eppure il mio istinto mi dice che c'è altro sotto.

"No, grazie Lily. Mi serve solo un po' di riposo..."

Risponde in fretta scuotendo la testa. Non mi guarda in viso come è suo solito mentre interloquisce con me o anche con un'altra persona. Ho la sensazione che negli ultimi tempi cerchi di scappare da me, ma non è nel suo modo di fare. Tuttavia percepisco avversione nei miei confronti ed è più probabile che stia cercando di nascondersi o forse di nascondere qualcosa. Sono stanco di tutte le menzogne che raccontiamo al popolo per farlo stare tranquillo e a volte ho paura che di bugie ne dicano anche a me, lo scudo della regina. Ma come potrei mai essere in grado di proteggerla se non so tutta la verità? Ma come potrei mai arrabbiarmi con lei ed imporle di dirmi tutta la verità? Forse è un bene che non mi guardi, sono sicuro che la mia espressione è dura, più del solito, il che parla da sè.

"Allora le auguro buon riposo."

Inchino leggermente il capo prima di congedarmi e andarmene per la mia strada. In momenti come questi l'unica cosa che mi può calmare è uscire dal palazzo e sparire per un po' di tempo.
Ritorno nella mia modesta camera. E' vero che è spartana ma ho chiesto io che fosse così. Ci metto poco tempo a preparare le mie cose e dopo aver avvisato chi di dovere, esco dal castello verso una meta ignota, per allenarmi anche se è più per sfogarmi. Non lo so ancora che saranno giorni duri i prossimi. No, io no, ma qualcun'altro lo sospettava.



E infatti è successo.
Quello che ho sognato alla fine è accaduto. Sapevo che doveva andare così. Eppure ora come ora non me la prendo con lui. Lo sapevo che l'ha fatto con le più buone intenzioni. E' probabile che anch'io al suo posto avrei agito allo stesso modo. Ma è qualcosa che va oltre alle nostre leggi, leggi che ci siamo imposti per proteggerci da chi tu hai aiutato. Non te ne faccio una colpa, tuttavia non posso fare nulla per aiutarti. Proprio ora che ne avresti più bisogno vorrei proteggerti, almeno a parole, almeno in qualcosa con cui sono brava. Eppure non mi è concesso... Che regina sarei se andassi contro le nostre stesse leggi solo per una persona che io reputo speciale? Non sarebbe equo. E allora resto lì in silenzio, con lo sguardo chino, mentre gli anziani inveiscono su di te, urlando all'alto tradimento. Tu non accenni una parola, nemmeno un movimento. Sei immobile come una statua mentre sei inginocchiato davanti a noi mentre tieni tra le tue braccia un piccolo essere umano dai capelli blu che spuntano da sotto una fasciatura completa della testa. Chissà cosa gli sarà accaduto a quel piccolo. Ma è stato fortunato ad incontrare te. Meno fortunato sei stato tu. Il consiglio a deliberato all'esilio e ora sei costretto a lasciare non solo il palazzo, ma anche la nostra terra, a cui sei profondamente legato. Ti è stato concesso solo il tempo per prendere le tue cose e andartene. E mentre, sempre con dignità, saluti e lasci la stanza, io ti seguo con lo sguardo. Ma appena posso ti seguo anche con il corpo. Non ho mai odiato così tanto questi vestiti come in questo momento! Mi rallentano troppo e non voglio perdere l'occasione di dirti.... di dirti tutto. Son arrivata davanti alla tua stanza e sento dei rumori provenire dall'interno. Sospiro. Non sono arrivata tardi. Ti ci vuole poco tempo per uscire e appena mi vedi i tuoi occhi diventano più grandi per la sorpresa.


Non mi aspettavo di ritrovarmela davanti, proprio ora che sono stato etichettato come traditore della patria. Eppure è qui. Mi sorridi dolcemente ma percepisco un po' di disagio e forse di amarezza? Rimorso? Non riesco a capirlo. E ancora di meno riesco a capire il motivo della sua presenza.

"Mia regina non dovrebbe stare qui. Ha sentito. Sono un traditore ora."

Non riesco a non essere così distaccato e freddo. Ma avere quella etichetta addosso fa un male cane, ed io sarei più un felino che un canide. Io volevo ed ho fatto solo la cosa che mi sembrava più giusta. Aiutare un bambino in difficoltà. Come può essere considerato questo un reato solo perchè è della fazione nemica? E' pur sempre un cucciolo per l'amore del cielo! Che male può farci? Prendo un respiro profondo e chiudo gli occhi per controllarmi. Non mi accorgo della reazione di chi mi sta davanti finchè non sento un singhiozzo e allora lì mi sorprendo. E mi sorprendo ancor di più quando mi sento dire...

"Scusa... Scusami Lily...." dice con le lacrime che copiose scendono dai suoi occhi quasi argentati "Io... avrei dovuto difenderti, ma non potevo... Io non penserò mai che tu sia un traditore. Mai! Mi sei sempre stato fedele e per quanto questa legge la trovi indegna, ma dettata dalle nostre condizioni, io non posso farci nulla. Io... io avrei dovuto... avrei voluto difenderti davanti ai saggi... ma non potevo... mi dispiace... avrei almeno potuto avvertiti...."

Si asciuga le lacrime come se fosse una bambina. Non l'ho mai vista piangere così tanto come nell'ultimo periodo. Ma la cosa che più mi sconvolge è un'altra.

"Avvertirmi? Avvertirmi di cosa?"

Alza il viso dalle mani e con un gesto delicato accarezza la mano del bambino che tengo in braccio.

"Di lui..."

Non è possibile... Lei...

"Sapeva? Lei lo sapeva?" alzo leggermente il tono e la vedo incassare la testa tra le spalle "Lo ha sognato e non mi ha detto niente?" no... non ci volevo credere...

"Perchè non mi ha avvisato? Tutto questo non sarebbe accaduto!"

"No Lily... Sarebbe comunque accaduto... lo sai quanto me che anche sapendolo in anticipo queste cose poi accadono...Ti ricordi dell'ultima volta no?"

Deglutisco. Mi ha preso di nuovo in contropiede. Me la ricordo bene l'ultima volta che abbiamo provato a cambiare il destino grazie ai suoi sogni premonitori ma inesorabilmente è accaduto. Quello che era successo all'epoca l'avevo confinato in un parte remota della mia memoria sperando di dimenticarmene, ma non ci sono mai riuscito, non mi sono mai scordato di quei momenti passati insieme e il solo pensiero mi lascia un misto di felicità e amarezza.

"Eppoi..."

Eppoi lei continua a parlare sorridendomi, sembra un raggio di luce che in mezzo all'oscurità ti riscalda e ti da speranza. Si adagia sul braccio che sorregge il piccolo e lo guarda come una madre che guarda il proprio figlio e mi rendo conto che è bellissima. Che tutto quello che ho nascosto lo provo ancora.

"...se te l'avessi detto, oltre a rimuginare sulla cosa per tutto il tempo, forse... non avresti mai aiutato questo piccolo... E' meglio che sia andata così... sarebbe stato peggio se un innocente non ce l'avrebbe fatta..."

Ecco quello che apprezzo in lei. Pensa prima agli altri che a se stessa, ma questo in parte le priva di tutte le gioie che una persona come lei meriterebbe.

"Mia regina io..."

"Shh... ormai non sono più la tua regina." ridacchia leggermente "Chiamami per nome..."

Ridacchio leggermente sotto i baffi pure io. Pure nelle avversità riesce a farmi sorridere. Ma il tutto dura poco.

"Dovevi dirmelo."

Dico semplicemente e il suo volto si incrina sotto i segni della tristezza e del rimpianto.

"Dovevi dirmelo! Quante volte ne abbiamo discusso di ciò? Niente bugie. Ed ecco qui l'ennesima!"

"L'ho fatto a fin di bene!" Si giustifica staccandosi con altre lacrime prossime a uscire agli angoli degli occhi.

"Lo so! Ma avevamo detto niente più bugie. Solo la verità. Bella o brutta che essa sia." Sospiro. Pesantemente. La sensazione di amarezza mi riempie e per un po' nessuno dei due fiata.

"Da quanto lo sapevi?" Non oso nemmeno chiedere se si tratta della notte in cui stava per andare in iperventilazione da quanto era traumatizzata.

"Da quella notte in cui sei entrato senza bussare da quanto ti eri allarmato..."

Ed è come una pugnalata alla schiena, l'ultima spero di questa giornata assurda.

"Lo so che te ne avrei dovuto parlare..."

"Infatti dovevi. Ma ormai non si piange sul latte versato."

Adesso è lei che si sente in qualche modo ferita. So che ha tenuto il segreto in buona fede, per non farmi agitare, ma avevamo un patto al quale lei è venuta meno e la cosa mi rammarica.

Ma devo andare. Non vorrei mai dirle addio, tanto meno in questo modo, ma devo. Prima che qualcuno ci veda insieme e che aumentino i disastri di questo giorno, prima che questa maschera impassibile crolli davanti a lei. E' forte, ma in questi ultimi tempi ne ha visto, ne abbiamo viste di tutte i colori. Dobbiamo ancora tenere buon muso al cattivo gioco.
Sospiro e mi volto nell'altra direzione. Ormai dobbiamo andare avanti ognuno per la propria strada.

"Addio Shagotte..." dico piano, quasi come per darmi altro tempo per stare con lei, ma i passi sono lunghi e me ne basta uno per essere già molto distante.

"Lily..."

Non mi giro. Sarebbe peggio girarsi proprio ora.

"Lily."

Ripete mentre continuo a camminare.

"Lily!"

Questa volta alza il tono ma non si muove da lì, sa che non può.

"Lily..."

E' l'ultima parola che le sento dire prima di girare l'angolo, prima che lei caschi a terra piangendo invocando il mio perdono. Stringo il pugno intorno alla bretella della mia sacca e continuo a camminare. Non sopportare dare questo dolore a Shagotte, ma forse ha ragione lei. E' così che doveva andare.
Nel mio cammino incontro Nichiya e Nadi, che rispettivamente hanno uno sguardo fisso ed uno dispiaciuto.

"Lily noi..." dici il gatto nero muovendo di continuo il braccio anche se lentamente.

"Prendetevi cura di lei."

Non riesco a dire altro. Non voglio sapere se sono dispiaciuti o arrabbiati o altro. Li considero persone degne di fiducia e non so più se la cosa è ricambiata.

"Lo faremo." dice l'exceed con i capelli arancioni. Stranamente non ha usato nè man nè purfume in questo breve scambio di battute.

Li sorpasso dopo qualche secondo di sguardi e di silenzi, come tacita risposta a mille interrogativi.

"Prenditi cura di te e del piccolo." aggiunge Nichiya. Mi blocco un attimo. Alla fine nessuno dei due, in cuor mio lo so, ce l'ha con me per il gesto che ho compiuto.

Riprendo la mia camminata e in breve sono fuori dalle mura. Ho dato le spalle a tutto, non solo all'edificio ma anche alle tante guardie e agli anziani che mi osservano andare via con sguardo di rimprovero. Mi sarebbe piaciuto passare un ultima volta tra le case e i cittadini allegri che vanno al mercato, ma con un umano in braccio non mi è possibile. Così apro le mie ali e mi sollevo in cielo per poi scendere più in basso, verso le isole degli umani. Un peso in più mi gravava nonostante avessi lasciato il cuore ad Extalia.

E l'unica cosa che riuscivo a pensare era se sarei mai riuscito ad incontrarla di nuovo in tutto il suo splendore, con le ali aperte che vola in alto in cielo. Un cielo che per quanto fosse sereno prometteva pioggia.
   
 
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