Film > Alice nel paese delle meraviglie
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Autore: jarmione    30/11/2016    1 recensioni
Col passare del tempo Alice e il cappellaio, assieme ad iracebeth, il signore del tempo e mirana, hanno dato alla luce i loro rispettivi eredi.
I figli del tempo tirano brutti scherzi agli altri ma Byron, figlio maschio di iracebeth e tempo, ha una capacità ereditata dal padre, conosce il futuro e un giorno, nel volerlo sbirciare, scopre qualcosa che non intende rivelare sotto consiglio della madre, che nutre ancora rancore verso la sorella la cui figlia è amata da tutti a differenza dei suoi ragazzi. La vittima preferita dei due è tarriannah , figlio di Alice e il cappellaio. Un ragazzo timido e impacciato, grande amico della figlia di mirana e futura erede di saggezzolandia
Genere: Avventura, Fantasy, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Alice Liddell, Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un super mega grazie a LadyJulia!!! E consiglio vivamente a tutti di leggere anche le sue storie ❤️


Una settimana dopo erano di nuovo punto e a capo.
Ormai tra Alice e il Cappellaio sembrava essere sparita la fiamma che li univa e nessuno osava dire una parola in merito a tale argomento.
Aveva portato pazienza anche fin troppo e persino Iracebeth, che ne era venuta a conoscenza, si chiese come avesse fatto a sopportare quell'ammasso di bestie da circo, cappellaio compreso.
Eppure nessuno vedeva Alice affranta o altro, forse perchè era ancora troppo arrabbiata...o forse perchè finalmente poteva respirare.
Vedeva Sottomondo con occhi diversi, con gli stessi occhi della sua prima volta, quando era solo una bambina spensierata che pensava solo a sognare.
Ed era in quel frangente che tutti si accorsero che Tarriannah aveva preso molto da lei, tranne l'aspetto fisico, lì era un perfetto Hightopp.
Lui era l'unico che Alice non intendeva mollare, era solo per lui che ancora condivideva il tetto con Tarrant.
Il cappellaio, invece, era strano.
Non che non lo fosse mai stato, ma era cambiato e nessuno riusciva a capirlo.
Quando era da solo aveva l'aria depressa e stanca, sembrava uno che voleva buttarsi dalla torre più alta del castello della regina.
Quando stava con Alice, invece, faceva di tutto per rallegrarla e farle capire che ci teneva ancora a lei e alla bambina che portava in grembo, anche se Alice lo ignorava come si fa con le dondolibellule fastidiose.
Ci erano voluti due giorni per fargli realizzare che diventava ancora padre e in quei giorni non faceva altro che fabbricare cappelli da donna in miniatura pronti per questa bambina, che ancora non aveva realizzato la sua esistenza.
Tutti lo definirono completamente partito, così da non struggersi nel cercare qualche definizione del carattere.
Per quanto riguardava Iriza, non c'erano novità.
Byron li teneva informati solamente su come coccolava il suo animaletto domestico e di novità su imminenti attacchi non ne aveva.
Tempo aveva troppo da fare per badare ai ragazzi, istruiva Byron ma fare il padre riusciva ben poco, mentre Iracebeth, che fingeva di non capire, sembrava molto attaccata alla figlia e dopo ogni loro conversazione, Byron notava che Iriza scendeva subito dal cucciolo di Ciciarampa.
Lo aveva riferito a sua zia ma nessuno si muoveva.
Un giorno, però, Byron corse subito a casa di Taran e lo obbligò a scendere.
Era notte fonda.
“Che cappello vuoi a quest'ora?” disse mezzo addormentato e cercando di sembrare un duro.
“Devi venire con me, svelto!”
“Ma è notte!”
“Muoviti!” lo prese per la manica del pigiama e lo trascinò per tutta la foresta fino al suo castello.
Taran si bloccò all'ingresso
“Io non ci entro lì! Vuoi scherzare?”
Byron sbuffò, sapendo quali erano le voci che circolavano sul castello di sua madre.
“Non mi dirai che credi alle storie dei fantasmi e delle armature che sparano frecce velenose a chiunque entri tranne a noi”
“Perchè non è vero?”
Byron rise di gusto
“Certo che no!” rispose aprendo il portone ed entrando.
Taran lo seguì, in punta di piedi, immaginandosi la sua vita fino a quel  momento e la reazione dei genitori se lo avessero trovato morto e pieno di sangue.
“Attento al tappeto!” esclamò Byron “risucchia gli estranei!”
dalla paura, Taran si mise in braccio ad un armatura lì vicino
“E le armature rilasciano veleno soporifero” Byron ghignava tra se e se.
Adorava prenderlo in giro e vedere le sue reazioni.
Si chiese come facesse sua sorella a non divertirsi nel prenderlo in giro, lei amava fare del male e fare scherzi dove qualcuno si feriva.
Lui non ci trovava gusto in quello.
Non avendo capito lo scherzo, Taran camminò esattamente sul pavimento tra le armature e il tappeto.
Seguì Byron fino ad una porta.
“Adesso andiamo nelle segrete”
“Cosa?!” incrociò le braccia “stavolta non ci casco!”
“Muoviti cappellaio!” lo trascinò dentro
“Non sono un cappellaio!” ribattè “non sono come mio padre” aggiunse in un sussurro.
Lo portò sempre più giù fino a che non si iniziarono a vedere delle celle.
C'era silenzio...troppo silenzio.
“Guarda” Byron indicò una cella.
Dentro c'era il cucciolo di ciciarampa, che cresceva ogni giorno di più.
“Per tutti i cappelli cappellosi” Taran fece un passo indietro “non ne avevo mai visto uno”
il ciciarampa se ne stava in un angolo, li osservava e li studiava.
“Nemmeno io” rispose Byron “ma guarda, non prova neanche ad attaccare”
“E' solo un cucciolo aspetta che diventi grande”
“Frena smilzo e ascolta” si rivolse al cucciolo e lo guardò dritto negli occhi “ti ho fatto una promessa...intendo mantenerla”
Taran alzò gli occhi al cielo e borbottò tra se e se “Ecco, pure con gli animali parla”
“Ripetimi ciò che mi hai spiegato stamattina”
“Io devo solo stare zitto, parlo con un ghiro, con un gatto vaporizzante e con una lepre sciroccata”
“La vuoi smettere smilzo!?” lo zitti Byron, odiando quel continuo borbottio.
Taran sbuffò e attese.
Il ciciarampa si avvicinò lentamente e guardò Taran.
“Tu sei il cappellaio?”
Taran evitò di dire tutto quello che gli passava per la mente e si limitò ad annuire.
“Tu farai una brutta fine” disse con un tono che lasciava intendere che stesse dicendo una profezia “arriverò, arriverò presto” continuò “arriverò e distruggerò tutto ciò che mi verrà chiesto di distruggere”
Taran indietreggiò “Presto, tutta Saggezzolandia sarà immersa nel rosso delle fiamme infernali della mia specie, arriveranno, arriveremo tutti”
detto questo, il ciciarampa si accucciò nuovamente nell'angolo e si mise a dormire.
Taran era impietrito e senza parole.
“Mi serve il tuo aiuto” aggiunse Byron rivolto al ragazzo “devi aiutarmi a fermare Iriza”
Taran scosse la testa “E' impossibile...devo avvertire gli altri!” 
“No fermo!” fece per seguirlo ma entrambi vennero bloccati dalla figura di Iriza, che li guardava dall'ultimo gradino delle scale.
“Proprio tu, Byron, mi tradisci e ti allei con questo idiota?”
“Iriza devi fermarti, non finirà bene e tu lo sai”
“Smettila!” sbottò lei “me la pagherai fratellino, non finisce qui!” frugò sotto la veste estraendo un sacchetto “e per evitare altri impedimenti, mi assicurerò che nessuno dei due si metta più in mezzo” e dal sacchetto prese della polvere, o meglio sabbia, dorata.
“Oh per tutti i tempi, Iriza ferma!” provò a fermare la sorella, ma venne preso in pieno volto dalla polvere e così anche Taran.
Quando entrambi riuscirono ad aprire nuovamente gli occhi, si accorsero di essere sperduti in quello che, all'apparenza, assomigliava ad un deserto.
“IRIZA!”
*******************
“Taran!” Alice si svegliò di scatto, respirando a malapena e sentendo solo una forte nausea.
“Cosa? Chi è? Abbasso la capocciona maledetta!” Anche il cappellaio si era svegliato e notò Alice “Alice?”
“E' successo qualcosa...Qualcosa non va...Taran!” si alzò di scatto e corse nella stanza del figlio...trovandola vuota.
Si portò le mani alla bocca e sgranò gli occhi uscendo di corsa, seguita dal cappellaio, che non capiva.
“Taran!” chiamò a gran voce “Taran!” si voltò verso il cappellaio “è sparito”
Tarrant corse in casa e ne uscì due secondi esatti dopo vestito “Adrò a cercarlo”
“Tarrant” lo fermò Alice, indecisa se fermarlo o assecondarlo.
Si limitò a guardarlo negli occhi e basta, quegli di cui era ancora innamorata.
Il cappellaio si voltò “Non temere mia dolce dondolibellula” gli disse “tornerò con nostro figlio e tornerò da te e la nostra piccina!” esclamò tutto baldanzoso, per poi darle un bacio sulla fronte e inoltrarsi nella foresta.
Alice ebbe un tuffo al cuore appena lo vide sparire e sentì la nausea trasformarsi in ben altro.
Corse in casa, prima che fosse tardi.
  
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