Anime & Manga > Haikyu!!
Segui la storia  |       
Autore: Yuki Delleran    30/11/2016    2 recensioni
"La tranquillità e la pace, si sa, non avevano mai condotto a nessun rinnovamento. Per giungere ad un cambiamento di qualunque tipo era necessario passare attraverso il conflitto,[...] eppure anche nel disordine stesso c'era un equilibrio e come tale andava mantenuto: se le forze che governavano l'universo si fossero sbilanciate, ad essere in pericolo sarebbe stata la stabilità stessa del mondo. Per questo, paradossalmente, un andamento placido era sempre il meno consigliabile."
(Fantasy AU ispirata al film Disney "Maleficent" con un pizzico di HQ Quest)
Genere: Drammatico, Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Hajime Iwaizumi, Tooru Oikawa, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Epilogo

 

Quando Iwaizumi si trovò Matsukawa e Hanamaki sulla porta di casa, una mattina decisamente troppo presto, capì che i giorni tranquilli che aveva assaporato fino a quel momento non sarebbero durati.
I due non erano stati preannunciati da nessun messaggero ed avevano l'aria scanzonata di chi era a zonzo per puro piacere durante una licenza, ma era molto strano che si fossero presi la briga di fare un viaggio così lungo solo per svago.
« Cosa ci fate qui? » domandò quindi Hajime, circospetto. Doveva esserci di certo sotto qualcosa.
« Non ci vediamo da quasi un anno e questa è la tua accoglienza? » rispose Hanamaki portandosi le mani al petto. « Ci ferisci! Ovviamente siamo venuti a vedere come se la passa il nostro commilitone in perenne viaggio di nozze. »
Iwaizumi incassò il colpo e storse le labbra in una smorfia: ecco, in sostanza erano venuti a ficcanasare. Non fece in tempo a ribattere con una battuta pungente che una vocetta assonnata lo raggiunse alle spalle.
« Iwa-chaaaan... Non è troppo presto per la lezione? »
Oikawa si affacciò dalla stanza accanto con i capelli e le piume arruffati, strofinandosi un occhio con il dorso della mano, e quella vista dipinse sul volto dei due visitatori un'espressione che definire maliziosa era poco. Iwaizumi si schiaffò una mano in faccia, consapevole ormai di essere perduto.
« Buongiorno, altezza. Chiediamo scusa per il disturbo. » salutò Matsukawa, non lesinando la nota ironica nella voce.
Oikawa tuttavia s'illuminò in un sorriso quando li riconobbe.
« Che sorpresa! Makki e Mattsun! É passato un sacco di tempo! Fate colazione con noi? »
Ormai si muoveva in casa di Haijme come se fosse sua e aveva completamente superato l'iniziale titubanza a trascorrere del tempo in un'abitazione umana.
Quando erano tornati al villaggio di Seijou, ormai un anno prima, Oikawa avrebbe voluto che Iwaizumi vivesse con lui nella foresta, ma se volevano davvero adempiere ai doveri e agli accordi presi sia con re Ushijima che con il nobile Semi questo non sarebbe stato possibile. Per questo motivo il cavaliere aveva ripreso possesso della casa in cui aveva abitato da bambino e aveva deciso di farne il punto di addestramento che avevano stabilito, anche grazie alla fama del nome di suo padre.
Semplificando la questione, quella che Hajime aveva istituito non era altro che una sorta di scuola che avrebbe avvicinato i ragazzini del villaggio al vero addestramento alle armi e, nello stesso tempo, avrebbe incoraggiato i contatti con le creature fatate. Oikawa era costantemente con lui, i bambini imparavano a conoscerlo insieme al maestro e si abituavano subito alla sua presenza senza che le sue ali o i suoi poteri creassero loro alcun problema o paura. A volte Iwaizumi li portava nella Brughiera e lo spirito dei boschi presentava loro altre fate ed esseri magici, mostrando un mondo che nessun essere umano aveva mai davvero conosciuto prima.
L'idea di Eita era proprio quella, cioè che quei bambini, una volta cresciuti senza inutili pregiudizi e timori ma solamente con il giusto rispetto verso il diverso, avrebbero permesso una maggiore integrazione tra le due razze. Sarebbe stato un lavoro lungo e a volte complicato, che di certo si sarebbe scontrato con chi invece i pregiudizi li aveva, adulti, genitori e non, ma che di certo alla lunga avrebbe dato i suoi frutti.
Con il tempo anche gli altri abitanti del villaggio si erano abituati a vedere Oikawa passeggiare per le vie e, forse anche a causa dei ricordi della Brughiera di una volta, che si erano sovrapposti al periodo in cui il re dei demoni aveva spadroneggiato, erano molto meno diffidenti che all'inizio. Negli ultimi tempi avevano anche smesso di fissare le sue ali con espressioni stralunate, Iwaizumi aveva addirittura sentito delle ragazze rivolgergli degli apprezzamenti per quello. Si era dovuto mordere la lingua per non ribattere in tono piccato, dopotutto poteva comprendere fin troppo bene l'ammirazione che quelle piume lucide suscitavano ed era consapevole di quanto Oikawa fosse esteticamente apprezzabile per gli standard umani. Per questo si era limitato ad imbronciarsi e proseguire dritto per la sua strada, suscitando l'ilarità del compagno.
Quello stesso aneddoto, raccontato al tavolo della colazione, aveva divertito immensamente anche Hanamaki e Matsukawa, che non avevano perso occasione di stuzzicare l'amico in proposito.
« Chi l'avrebbe detto che il fiero sir Iwaizumi fosse un marito geloso! »
« Che scemenza! » aveva borbottato l'interessato mentre Oikawa ridacchiava sotto i baffi, segretamente contento che le cose stessero esattamente così.
« E voi cosa ci raccontate di nuovo, Makki, Mattsun? » continuò lo spirito che, abituato a sentirli nominare dal compagno, aveva ormai appioppato dei nomignoli anche gli altri due cavalieri. « Ricevere notizie fresche è molto meglio che leggerle su una lettera. »
In questo modo vennero a sapere che il nobile Semi stava bene e che le dicerie sul suo conto si erano via via alleviate. Re Ushijima ancora non sembrava entusiasta di mandarlo in missioni diplomatiche a promuovere la sua idea di collaborazione, ma qualche viaggio c'era stato e aveva portato ottimi risultati. In particolare Matsukawa, Hanamaki e una piccola scorta lo avevano accompagnato al villaggio di Nekoma per trattare con i maghi bianchi e in quell'occasione i due avevano rivisto Kenma. Il giovane se la cavava egregiamente e al villaggio era trattato con una certa deferenza grazie al suo contributo alla causa che li aveva visti opposti al re dei demoni, tanto che il consiglio dei saggi gli aveva permesso di partecipare all'incontro con il messaggero della capitale. I due cavalieri conoscevano pochi particolari di quanto accaduto durante quella seduta, ma sembrava che le premesse fossero molto buone.
Naturalmente nessuno a Nekoma era al corrente dell'esatta dinamica dello “scontro” con il re dei demoni, né della natura del gatto nero e del gufo che il biondino si portava appresso. Hanamaki e Matsukawa avevano avuto anche la possibilità di scambiare due chiacchiere di nascosto con Kuroo e lo spirito felino li aveva informati che a breve sarebbero partiti per un nuovo viaggio che di certo li avrebbe portati dalle parti della Brughiera. Con loro ci sarebbe stato anche un compagno di studi di Kenma con cui Bokuto sembrava aver legato e che era molto interessato a conoscere più approfonditamente le creature magiche.
Queste notizie rallegrarono molto Oikawa, che non si trattenne dal ridere quando Matsukawa gli raccontò che anche Yahaba e Kyoutani avevano fatto parte della scorta e che quest'ultimo, da quando era tornato umano, era ancora più intrattabile e il capo scorta era l'unico che riusciva a  tenerlo tranquillo, neanche avesse mantenuto l'autorità del padrone sul cagnolino indisciplinato.
Durante quel viaggio avevano anche avuto la possibilità di vedere con i loro occhi quanto la terra stesse rifiorendo: la tanto temuta carestia ora sembrava la più lontana e improbabile delle ipotesi e questo portava ad un clima generale molto più disteso in tutto il regno. I raccolti quell'anno erano stati abbondanti, al punto che non ci sarebbe stato nessun problema nemmeno durante l'inverno, e i commerci con i regni vicini stavano di conseguenza aumentando.
« Le fate della luce sono tornate. » commentò Oikawa con un sorriso sereno. « I loro rituali infondono energia alla terra e ne ricavano potere. La natura è viva grazie a loro e finché ci sarà questo equilibrio nessuna carestia colpirà il regno. »
Vedere il compagno così tranquillo in presenza dei due cavalieri rassicurava anche Iwaizumi e sapere di ricevere visite era sempre un piacere – quando non miravano a metterlo il più a disagio possibile. Per questo non protestò quando Hanamaki e Matsukawa si trattennero in loro compagnia fino a pomeriggio inoltrato, animando la lezione con la loro chiassosa ed allegra presenza.
Poco prima di cena però vide Oikawa avvicinarsi a loro con espressione totalmente seria e tutti i suoi sensi si misero in allerta: se fosse stato necessario sarebbe intervenuto a salvare la situazione, ma dopo un attimo si rese conto che forse non sarebbe stato necessario. Lo spirito parlò ai due con aria pacata, quasi di scuse, indicando un paio di volte il villaggio, e quando li vide annuire, sospirò sollevato e sorrise con gratitudine. Iwaizumi, impegnato nell'allenamento di un bambino, che di quel passo lo avrebbe disarmato facilmente a causa della sua distrazione, si chiese cosa stesse macchinando quella testa matta del suo compagno e se il fatto che i due cavalieri avessero accettato di buon grado fosse un segnale allarmante o meno.
« Ho semplicemente suggerito loro di alloggiare alla locanda del villaggio. » spiegò Oikawa con aria innocente una volta conclusa la lezione. « Visto che casa nostra... volevo dire... casa tua non è abbastanza grande per ospitare tutti e che comunque questa sera saremmo stati impegnati in un incontro formale. Mi sono scusato ma sembra che l'abbiano presa bene. Hanno detto che torneranno qui domani. »
Iwaizumi rimase talmente colpito dal fatto che Oikawa considerasse quel luogo come casa propria – casa di entrambi – che sul momento non si chiese minimamente cosa intendesse l'altro con “incontro formale”.

In effetti quello non era esattamente il termine più adatto per definire l'impegno che avevano quella sera, ma lì per lì Oikawa non ne aveva trovato uno migliore che suonasse abbastanza serio da scoraggiare i due cavalieri. Quella notte doveva essere solo per loro e quando vide Iwaizumi andargli incontro attraverso i cespugli che segnavano il confine con la Brughiera, sentì il cuore fremere. Aveva fatto il possibile per ricreare l'atmosfera di un tempo, approfittando della serata di inizio estate, ma era consapevole di non essere più il ragazzino di sei anni prima: il suo corpo era cresciuto, il suo spirito si era rafforzato ed era mutato fino a perdere l'innocenza e la semplicità in favore di un temperamento che poteva essere affilato come una lama. Tuttavia non poté fare a meno di arrossire quando si sentì scrutato da capo a piedi dagli occhi scuri del compagno, che si soffermarono sull'orlo della veste bianca che indossava, appena sopra le ginocchia. Il richiamo ad una notte di tanti anni prima era scontato, ma Oikawa si avvicinò ugualmente e gli prese la mano.
« Oggi è il nostro anniversario. » sussurrò morbidamente. « Ma questa volta non ci saranno rituali e cerchi magici, saremo solo tu ed io. »
A quelle parole vide Iwaizumi irrigidirsi leggermente e intuì cosa gli stesse passando per la testa: quella data non rappresentava solamente la loro prima volta insieme ma anche il giorno in cui Oikawa aveva perso le ali: una ricorrenza che per tanto tempo era stata sinonimo di dolore e di rabbia. Eppure non voleva che fosse così, voleva che fosse ricordata con gioia, come il momento in cui si erano donati l'uno all'altro con una promessa di felicità.
Per questo Oikawa sorrise e, togliendosi la coroncina di fiori gialli che appositamente portava tra i capelli – un po' storta a causa delle corna ora più ingombranti – la posò sul capo di Iwaizumi. Voleva essere un gesto tranquillizzante, quasi scherzoso, non si sarebbe mai aspettato di intravedere, nella penombra del sottobosco, le guance del compagno colorarsi di rosa e i suoi occhi sfuggire ai propri. Era tenero. Nonostante fosse un cavaliere di indubbia forza, capace di tenere testa al più forte dei demoni, in momenti come quello era indubbiamente tenero. Oikawa si sporse in avanti e gli posò un bacio leggero sulle labbra prima di prenderlo di nuovo per mano e guidarlo attraverso il folto della vegetazione.
Quella notte la luna era alta e limpida, e giocava tra le fronde bagnando le foglie di luce argentea. Camminare nella foresta avrebbe dovuto essere difficoltoso ma, esattamente come quella volta anni prima, nessun ramo sporgente ferì le gambe di Oikawa o i piedi nudi di Iwaizumi. L'erba appena umida di rugiada era morbida sotto i loro passi e ad accompagnarli vi era solo il frinire ritmico dei grilli. Qualche lucciola timida osava avventurarsi oltre la protezione delle chiome per volteggiare loro attorno, ma non si attardava più di qualche istante, rispettando la riservatezza del momento.
Non vi erano in corso rituali, Tooru ne era certo, eppure sentiva la magia nell'aria ed era certo che anche Hajime potesse avvertirla.
Da qualche tempo a quella parte il suo compagno era cambiato, doveva essersene reso conto a sua volta, e il motivo poteva essere uno solo. Iwaizumi era entrato in contatto con la magia ormai troppe volte: se all'inizio questo aveva rischiato di ucciderlo, l'intervento di Oikawa aveva provocato una sorta di mutazione. Il “bacio del vero amore” aveva riversato il suo potere nel corpo di Hajime, salvandolo da un lato ma cambiandolo dall'altro, rendendolo simile ad un mezzosangue quanto a sensibilità. Era inoltre molto probabile che ora anche la durata della sua vita fosse più simile a quella di una fata che di un essere umano. Non ne avevano mai davvero parlato e Oikawa era intimorito all'idea di venire accusato per questo. Dopotutto nessuno desidera davvero sopravvivere a tutti i suoi cari.
« Cosa stai rimuginando? »
La voce di Iwaizumi ruppe il silenzio mentre avanzavano in una piccola radura. Lì la luce giungeva molto più diretta e le espressioni di entrambi erano facilmente distinguibili.
Lo spirito accennò un sorriso di scuse, come a dire che non avrebbe voluto turbare quella notte stupenda con pensieri cupi, ma Hajime sospirò. Forse capire esattamente cosa gli passasse per la testa faceva parte delle sue nuove capacità.
« Ho scelto te. Ho scelto di vivere con te, quindi smettila di pensare cose inutili. » lo redarguì.
Bastava una sola parola, a volte un semplice cenno, perché Oikawa sapesse perfettamente cosa intendesse e si tranquillizzasse: all'epoca nessuno era stato del tutto consapevole delle conseguenze di quello che avevano fatto e ora potevano solo venirne a patti insieme.
« Dunque, vostra maestà? A quale serata di gala tra esserini volanti siamo invitati questa volta? »
A volte Iwaizumi lo prendeva in giro attribuendogli ancora titoli che non avevano mai davvero avuto ragione di esistere e Oikawa di solito stava al gioco.
« Questa volta, mio fedele cavaliere, il palazzo reale sarà tutto per noi! » esclamò lo spirito con un ampio gesto che abbracciava l'intera radura. « Questa è la sala del trono, da cui governo l'intera Brughiera ed è qui che si trova il cuore della mia corte. Un luogo speciale che solamente pochi eletti hanno il privilegio di vedere. »
« E io sono uno di quelli, vero? » mormorò Iwaizumi circondandogli la vita con le braccia e attirandolo contro di sé.
Oikawa sorrise e lo baciò di nuovo.
« Tu sei colui che regna al mio fianco, tutto questo è tuo. » sussurrò, come se si trattasse di un segreto innominabile, ma che li fece ridacchiare entrambi come bambini.
Ovviamente non c'era nessuna sala e nessun trono, quella era solo la radura dove, dietro una sottile cortina di fronde, Oikawa riposava su un semplice giaciglio di foglie. Era la sua casa come lo era la Brughiera intera, la sua vita era sempre stata legata a quella terra e ora sentiva che anche quella di Hajime lo era.
Le mani del cavaliere nel frattempo si erano spostate dai suoi fianchi alle sue spalle, per poi scendere lentamente lungo la linea delle ali. Tooru le distese sotto quelle carezze delicate e si lasciò toccare assaporando l'intimità di quei gesti. Sapeva quanto significavano per l'altro, conosceva bene la venerazione che provava per quella parte di lui così estranea alla natura umana, per questo non si era mai ritratto davanti ai suoi approcci. Se Hajime amava toccare le sue ali, allora sarebbe stato l'unico a poterlo fare.
Le carezze da tenere si fecero via via più appassionate, i baci più lunghi e carichi di desiderio, e Tooru si abbandonò totalmente all'ebbrezza che suscitavano in lui. Reclinò la testa all'indietro, per lasciare spazio alle labbra di Hajime ma, quando tornò a guardarlo, sollevando lentamente le lunghe ciglia, scoprì un'espressione vagamente perplessa. Espressione che, non appena si rese conto di un certo particolare, si specchiò immediatamente nella sua.
« I tuoi occhi... » mormorò Iwaizumi. « Sono rossi... »
Oikawa annuì senza riuscire a distogliere lo sguardo.
« Lo so, è perché c'è magia nell'aria. » rispose. « Ma... lo sono anche i tuoi. »
Era un rosso caldo, morbido e accogliente, del tutto diverso al colore delle fiamme furiose che aveva animato lo sguardo di Tooru per tutti quegli anni. Era il rosso della passione, dell'amore e della magia che nasceva dal profondo del cuore.
In quel momento fu il turno di Iwaizumi di rimanere stupito, quasi si rendesse pienamente conto solo ora di cosa significasse il suo cambiamento. Eppure sul suo volto si disegnò l'ombra di un sorrisetto.
« Preferisco il colore delle castagne. » finse di brontolare, mentre Oikawa non trovava nemmeno la forza di ribattere con una battuta scherzosa, troppo affascinato da quello che vedeva.
« A me invece piacciono tanto così... Mi danno l'impressione di sentirti più vicino. »
Non poté aggiungere altro perché Iwaizumi lo afferrò per i fianchi e quasi lo sollevò di peso, portandolo in direzione della cortina di foglie.
« Iwa-chan! Che stai facendo?! Sei un bruto! » protestò lo spirito dei boschi senza però riuscire a trattenere una risata.
Le sue ali erano ingombranti e doveva pesare non poco, eppure il cavaliere sembrava non tenere per nulla in considerazione quei particolari.
« É perché sei un idiota. » rispose.
Scostò bruscamente i rami e lo lasciò cadere sul morbido giaciglio di foglie e muschio.
« Io ti sono già vicino, lo sono sempre stato. » disse in tono serio, fissandolo dall'alto verso il basso, tanto che Oikawa si ritrovò ad arrossire leggermente prima di scoccargli un'occhiata maliziosa.
« Quale migliore occasione del nostro anniversario per ribadirlo, allora? »

 

Fairy Circles

   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Haikyu!! / Vai alla pagina dell'autore: Yuki Delleran