Anime & Manga > Il grande sogno di Maya
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Autore: oscar1755    30/11/2016    8 recensioni
Rieccomi dopo tanto tempo…. Dopo il 43 ed il 44 ed in attesa del 45 …..riprendo da dove l’autrice ha interrotto (per breve tempo, spero) la storia. Maya e Masumi rimasti soli sulla nave che sta salpando. Contiene SPOILER – tutti i personaggi sono di proprietà di Suzue Miuchi
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Masumi Hayami, Maya Kitajima, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Capitolo 11

 

Un silenzio estasiato accompagnò il lento attenuarsi delle luci di scena, segnale inesorabile del termine della rappresentazione della Dea Scarlatta.

Il pubblico, ebbro di emozioni e incapace di abbandonare la superba visione di Akoya, stentava a ritornare alla realtà.

L’interpretazione della giovane Maya Kitajima, eterea e nel contempo terrena, aveva trascinato anche i più scettici nell’indefinibile sogno di Ozaki, imprigionandoli in un mondo senza tempo né confini.

L’improvvisa riaccensione delle luci destò gli astanti dall’ipnotica magia che il cast, diretto con maestria da Kuronuma, aveva saputo creare.

Il pubblico diede sfogo al proprio entusiasmo acclamando la protagonista a gran voce. Uno scroscio interminabile di applausi rimbombò nel teatro non appena gli attori rientrarono sul palcoscenico.

Grida di ovazione accolsero l’ingresso di Maya, applaudita con impeto anche dai suoi stessi colleghi. Sakurakoji la prese per mano, le diede un lieve bacio sulla guancia e la condusse al centro della scena dove le fu consegnato un enorme mazzo di rose rosse. Visibilmente emozionata, si inchinò più volte, regalando al pubblico sorrisi sinceri.

- Gli applausi sono tutti per te – le sorrise Sakurakoji.

- Per tutti noi – lo corresse Maya – il successo è opera del perfetto affiatamento che Kuronuma ha saputo creare.

- Sei troppo umile, Maya.

Ancora incredula, ma finalmente consapevole del proprio talento, osservò la platea, dalla quale provenivano voci e acclamazioni indistinte, finché il suo sguardo non fu catturato da due ridenti occhi azzurri.

Seduto in prima fila, Masumi la fissava senza celare l’ammirazione.

Era stato il protagonista inconsapevole accanto a lei. Ogni gesto che regalava a Isshin era per lui. Ogni parola profferita dalle sue labbra era dedicata a lui.

Dopo giorni di tensione e di attesa, realizzò che interpretare Akoya le aveva regalato emozioni fino ad allora sconosciute. Dall’amore reale e vitale per Masumi era nata la sua Dea.

A prescindere dalla decisione della signora Tsukikage, non avrebbe avuto rimpianti perché sapeva di aver offerto al pubblico la sua migliore interpretazione.

Mentre recitava, aveva percepito il richiamo della sua metà dell’anima così come lo percepiva distintamente, vivido e reale, in quel momento. Era lo stesso struggimento avvertito nella valle della Dea Scarlatta, ma a differenza di allora, si rifiutava di analizzarlo e sezionarlo nei minimi dettagli. Lo avrebbe accettato, semplicemente, senza alcuna riserva.

Rivolse un ultimo sguardo a Masumi, poi si inchinò di nuovo prima che il sipario si chiudesse lasciando gli attori liberi di rilassarsi e complimentarsi a vicenda.

Mentre il brusio eccitato del pubblico tardava a placarsi, la signora Tsukikage salì sul palco, ottenendo immediatamente la massima attenzione da tutti i presenti.

- Benvenuti – salutò – mi ha fatto molto piacere vedere il teatro gremito nelle due serate dedicate alla Dea Scarlatta. Avevo anticipato che avrei ceduto i diritti dell’opera all’attrice che meglio si sarebbe distinta nella parte di Akoya, ma l’ottimo livello raggiunto da entrambe le candidate mi costringe a procrastinare il mio giudizio.

Un vocio sorpreso accompagnò le ultime parole della signora Tsukikage.

- In questo momento sono talmente coinvolta emotivamente che mi è impossibile esprimere una valutazione critica ed oggettiva delle due interpretazioni. Ho bisogno di riflettere e soffermarmi sui dettagli che le hanno rese encomiabili.

Una settimana – disse con veemenza – vi chiedo di pazientare ancora per sette giorni. Grazie a tutti.

Con calma lasciò il palco, mentre i giornalisti si accalcavano nel tentativo di carpirle altre informazioni.

 

****

 

Ritornando dietro le quinte, fu fermata diverse volte dai colleghi e da personaggi del mondo dello spettacolo che volevano complimentarsi con lei. Raggiunse a fatica il camerino, dove, finalmente, riuscì a ritrovare un po’ di calma e silenzio. Lo sguardo si fermò sul mazzo rose scarlatte posato sul tavolo da trucco. Sorrise e scosse la testa. Si chiese per quanto tempo ancora l’ammiratore avrebbe celato la sua identità.

Si sedette di fronte allo specchio osservando i lineamenti del viso alterati dal pesante trucco di scena. Infine, si concesse un lungo sospiro liberatorio.

Ayumi fece capolino sulla porta.

- Non credevo che fosse possibile rimanere fedeli all’opera di Okazi con interpretazioni tanto diverse – disse entrando nel camerino.

- Mi dispiace di non aver assistito allo spettacolo ieri sera, ma non volevo farmi influenzare, o piuttosto spaventare, dalla tua Akoya – replicò Maya, sorridendole.

- Sei stata sublime, volevo dirtelo di persona.

- Grazie. I complimenti che abbiamo ricevuto dalla signora Tsukikage sono meritati, non trovi?

Si guardarono e scoppiarono a ridere - l’avresti detto che saremmo diventate amiche? Amiche e rivali.

- Hai ragione, amiche e rivali – condivise Maya - credo che dovremmo goderci il successo di queste due serate e il periodo di riposo che la signora Tsukikage ci ha concesso. Confesso che sono impaziente di conoscere la sua decisione, ma ora sono talmente stanca da non ricordare neanche una battuta di Akoya.

Auymi annuì – mi sento esattamente come te. Allontanarci per qualche tempo dal teatro non potrà che farci bene – terminò, facendole l’occhiolino - ci vediamo al party – la salutò chiudendo la porta dietro di lei.

Maya cominciò a struccarsi con movimenti lenti. Era felice, ma esausta. L’ultima settimana era stata davvero impegnativa. Kuronuma aveva preteso, ed ottenuto, la perfezione.

Più volte, durante le prove, la sua mente si era smarrita nel ricordo del suo ultimo incontro con Masumi.

Aveva sperato di vederlo comparire durante una qualunque sessione di prove, ma, fedele alla promessa che le aveva fatto, non si era mai presentato.

In cuor suo aveva sperato che venisse a cercarla, dimostrando così di essere impaziente ed insofferente quanto lo era lei. Il tempo era trascorso in un turbinio di impegni, tra prove costumi e interviste con la stampa, senza che potesse vederlo.

Un colpo alla porta la riportò al presente.

- Avanti.

– Hanno consegnato un altro mazzo di fiori per lei signorina.

- Grazie. Può sistemarlo in quel vaso – rispose, indicandolo con la mano.

Rimasta sola, osservò, perplessa, le splendide rose bianche.

Prese il biglietto che le accompagnava e scorse le poche parole vergate con caratteri decisi ed eleganti.

“Vieni a Izu con me”.

 

****

 

Quando entrò nel salone, il party era in pieno svolgimento.

Salutò i colleghi e gli amici e rispose con calma e disponibilità alle numerose domande dei giornalisti accreditati che erano stati inviati per l’occasione.

Finalmente, dopo aver elargito sorrisi e ringraziamenti, riuscì a ritagliarsi un attimo per se stessa. Mentre si guardava intorno, osservando la miriade di ospiti, sussultò all’udire una voce pacata e sensuale.

- Buonasera, signorina Kitajima.

- Buonasera, signor Hayami – rispose, voltandosi lentamente verso il suo interlocutore.

Masumi le sorrise e la studiò, profondamente compiaciuto.

Maya arrossì a quell’esame così eroticamente allusivo.

- Il nero le dona signorina – approvò con decisione, ammirando l’aderente abito da sera.

Un cameriere si avvicinò con un vassoio pieno di calici di champagne. Masumi ne prese uno e glielo porse, sfiorandole volutamente le dita.

- Vorrei che fossimo soli – le bisbigliò, accarezzandole un ricciolo ribelle sfuggito dall’elegante chignon.

Le guance di Maya si tinsero di un rosso ancor più acceso. Chinò il viso e attese che i battiti del cuore rallentassero, poi lo guardò dritto negli occhi - anch’io signor Hayami vorrei che fossimo soli.

Le labbra le tremarono, ma sostenne il suo sguardo con fermezza.

Masumi sorrise per quel gesto audace - non ti chiederò di ballare perché non riuscirei a mascherare le mie cattive intenzioni.

Imbarazzata, Maya si guardò intorno.

- Non mi ha sentito nessuno, sta’ tranquilla – scherzò - c’è un solo modo per restare soli senza essere disturbati – aggiunse con studiata indifferenza – hai ricevuto le mie rose?

Il sorriso scomparve, sostituito da un’espressione incerta ed inquieta. Maya comprese immediatamente che Masumi non era sicuro della sua risposta.

- Le ho ricevute - confermò in un sussurro, arrossendo di nuovo - e verrò a Izu con te.

Il breve incontro fu interrotto dagli amici chiassosi che rapirono Maya per brindare al successo dello spettacolo.

Mentre la trascinavano via, Maya riuscì a scorgere l’espressione chiaramente sollevata di Masumi.

 

****

 

Nonostante il party si fosse protratto per buona parte della notte, si era svegliata di buon’ora emozionata e raggiante. La valigia era già pronta nell’ingresso, quando Rei sbucò assonnata dalla sua camera.

- Stai partendo? – le chiese notando il bagaglio.

- Sì.

- Che risposta laconica – sbuffò –  è successo qualcosa per cui devo preoccuparmi? Non hai accennato ad alcun viaggio nei giorni scorsi.

- Parto con il signor Hayami – confessò controvoglia – sarà qui fra poco.

Rei strabuzzò gli occhi, zittita dalla notizia.

Imbarazzata, Maya sostenne lo sguardo indagatore dell’amica – dobbiamo chiarire alcune cose.

- E non potete farlo a Tokyo?

- Gradirei che non fossi così insistente, Rei. Devo assolutamente parlare con lui.

- Gli uomini non parlano Maya, agiscono – replicò asciutta, dirigendosi verso la cucina – a proposito, sei arrossita in modo imbarazzante.

-Ti diverti a prendermi in giro? - replicò, indispettita.

- Su Maya, non fare l’offesa! Sono solo sorpresa, non ti facevo così audace.

Maya raggiunse l’amica – ieri sera ho capito di avere talento. Evidentemente, questa consapevolezza ha contribuito ad aumentare la fiducia in me stessa.

- Hai sempre avuto talento. Ne dubitavi?

- Forse.

- Troppo modesta. Sei consapevole di aver suscitato l’interesse di un uomo come Hayami?

- Tu credi? – chiese Maya arrossendo di nuovo.

- Ho notato che vi siete parlati a malapena al party dopo lo spettacolo, ma lui non ti ha mai tolto gli occhi di dosso. So che il suo contributo è stato determinante per scoprire dov’eri tenuta in ostaggio, ma rimane pur sempre il freddo presidente della Daito.

- Non credo che sia così senza scrupoli come vuole far credere.

- Tu lo conosci meglio di me. Vorrei solo che non soffrissi.

- Sei una buona amica, e ti ringrazio perché mi hai sempre sostenuta e protetta, ma, finalmente, so quello che voglio. E non saranno le voci che circolano sul cinico presidente della Daito a fermarmi.

Voleva Masumi. Non lo disse ad alta voce, ma lo sguardo d’intesa dell’amica era rivelatore.

- Fa’ buon viaggio, allora.

Il suono del campanello le ricordò la promessa fatta la sera precedente. Era nervosa, ma avrebbe afferrato il suo destino, qualunque esso fosse.

L’autista le aprì la portiera dell’elegante limousine nera.

- Buongiorno Maya – la salutò Masumi dall’interno.

 

****

 

Mi scuso anche questa volta per il ritardo con cui aggiorno, ma non riesco a fare di meglio.

Vi ringrazio per la pazienza.

  
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