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Autore: pureblood18    30/11/2016    6 recensioni
E se Draco Malfoy non fosse figlio unico? E se i Malfoy avessero più di un erede? Alya e Draco, due anime destinate a separarsi per il bene di qualcosa di più grande. Avranno mai la possibilità di ricongiungersi? Alya riuscirà a ritrovare la strada di casa?
Genere: Angst, Avventura, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Abraxas Malfoy, Draco Malfoy, Lucius Malfoy, Narcissa Malfoy, Nuovo personaggio | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny, Lucius/Narcissa, Remus/Ninfadora, Ted/Andromeda
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Violenza | Contesto: Più contesti
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4 Giugno 1991 - Nottingham, Inghilterra.
Trascorsero lieti e spensierati undici anni dalla nascita di Alyssa, pseudonimo di Alya e niente o nessuno lasciava presagire al cambiamento che, a breve, la bambina avrebbe effettuato . Lei era febbricitante all'idea di trasferirsi in Scozia e festeggiare il suo undicesimo compleanno nella nuova casa, luogo ove i due genitori adottivi avevano trovato un lavoro più equo e da cui avrebbero ricavato profitti sostanzialmente maggiori, le sue iridi cobalto lasciavano trasparire tutta la contentezza scaturita da tale evento. La professione che entrambi gli inglesi Joanne e Neill Morgan esercitavano era l'insegnamento. Ambedue, infatti, erano docenti di Filosofia e fu proprio la passione per quest'ultima che li fece incontrare. « La Scozia, nonostante il clima sia molto freddo, è una nazione più tranquilla rispetto alla caotica Inghilterra. Ti piacerà, vedrai. » Disse incoraggiante l'uomo, rivolgendosi con tono affettuoso alla figlia. Dopodiché, raccolsero le ultime valigie e corsero in aeroporto, dove avrebbero preso il volo che li avrebbe portati a Prestwick, nell'Ayrshire Meridionale. « Papà, papà! » Cercò Alyssa di attirare l'attenzione dell'adulto. « Qui dentro fa molto caldo e voglio scendere. » Continuò sbuffando e raccolse i lunghi e liscissimi capelli biondi in un pugno, cercando invano di alleviare il calore che essi stessi le procuravano. « Manca molto? » Domandò, stavolta alla madre che, flebilmente infastidita, tentò di placare l'animo impaziente della figlia. « Piccina, tesoro, fra pochissimi minuti scenderemo e ci dirigeremo dritti dritti a casa. Va bene? » Alyssa parve calmarsi, almeno inizialmente, scuotendo il capo a destra e a manca, ansiosa di mettere piede in terraferma. Giunti in aeroporto, l'intera famiglia, carica di bagagli, saltò sul primo taxi disponibile e si diresse verso l'abitazione che aveva preso in affitto pochi giorni prima. Alyssa non perse tempo e, nello stesso momento in cui spalancò la porta d'ingresso, si fiondò rapidamente in quella che sarebbe diventata la sua camera.

5 Giugno 1991 - Prestwick, Scozia.
Il cotanto atteso giorno arrivò, finalmente la piccola di casa avrebbe ricevuto in regalo ciò che tanto desiderava: un enorme orso di peluche accompagnato da quel vestitino che tanto aveva aspettato di indossare: un abito non molto lungo, con delle spalline leggere e di un tono simile allo smeraldo, colore di cui Alyssa andava matta. Scese frenetica la rampa di scale e si diresse in cucina dove ad attenderla sorridenti vi erano Joanne e Neill che, contenti, le mostrarono l'enorme peluche con accanto il vestito. La bambina, gioiosa, volle subito indossarlo e pregò la madre di scattarle una foto che, ad inizio anno scolastico, avrebbe esibito davanti ai nuovi compagni di classe. « Non sono bellissima? » Continuò a ripetere, circondandosi dalle risa stupefatte dei genitori. « Sei molto vanitosa. » Quasi esclamò il padre, divertito dalla situazione e lanciò uno sguardo d'intesa alla moglie che annuì più che convinta. L'orgogliosa sfilata della neoundicenne venne interrotta. Repentinamente una sfilza di missive invase il salotto di casa e Alyssa accorse veloce, curiosa di conoscere la ragione per la quale quell'ammasso di lettere fosse pervenuto così tanto insistentemente: si piegò sulle gambe e protese una mano, afferrandone una. Subito focalizzò la sua attenzione su quello strano stemma posto sul lato anteriore della lettera, non ne aveva mai visto uno del genere e, ansiosa di sapere, volse lo sguardo verso i due genitori che, tanto stupiti quanto lei, negarono di essere al corrente di cosa ciò potesse significare. Scartarono, dunque, la lettera e rimasero conseguentemente sbigottiti da ciò che essa conteneva. « Cara Alyssa Morgan, siamo lieti di informarla che è stata accettata alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. » Lesse sempre più sbalordito il signor Morgan, osservandosi intorno smarrito. Non avrebbe mai pensato che la propria figlia adottiva potesse diventare una strega. « Sarà dovuto alla sua famiglia d'origine. » Sussurrò ignorante in materia alla moglie che, scioccata ma allo stesso tempo contenta, osservava Alyssa dimenarsi ed allungare le esili braccia per poter leggere autonomamente la restante missiva. « Sono una strega? » Domandò entusiasta alla madre. « Ma se voi non avete alcun dono magico, come è stato possibile per voi generare una strega? » Domandò ancora una volta, inconsapevole del fatto che non erano Joanne e Neill i suoi veri genitori biologici. I due coniugi Morgan, durante i minuti seguenti, rimasero in silenzio e si limitarono a dissuadere la figlia dai quei pensieri, almeno momentaneamente, e spostare la di lei attenzione sui festeggiamenti che da lì a poco sarebbero cominciati.
   
 
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