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Autore: Harry Fine    30/11/2016    3 recensioni
In questa raccolta, si vedranno i personaggi di Shugo chara nei panni dei peccatori di alcune delle mie canzoni preferite dei vocaloid, Madness of duke Venomaia, Tailor shop of Enbizaka, Evil eater food Conchita, Judment of corruption, Daughter of evil, Mazzle of nemesis e Gift from the princess Who brought to sleep. Ognuno di loro sarà collegato ad uno dei sette peccati capitali.
Ikuto: lussuria
Amu: Invidia
Utau: gola
Tadase: avarizia
Rima: ira
Nadeshiko: superbia
Lulù: Accidia.
Spero vi piaccia.
Genere: Erotico, Introspettivo, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, OOC, Raccolta | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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Nel folto di una foresta colorata di viola sotto la luce della luna, si aggirava una giovane donna riccamente vestita dai lunghissimi e setosi capelli neri, avvolta da un mantello che nascondeva sia il viso grazioso e delicato, sia il corpo dalle forme prosperose ed eleganti. Lei non sentiva alcun senso di paura nell’aggirarsi da sola in quel bosco. Il suo cuore era ricolmo solo di impazienza e fretta di raggiungere il luogo dove lui la stava attendendo. Lui, che l’aveva fatta emozionare così tanto, anche se aveva osservato il suo volto solo per qualche attimo. Ma quei pochi secondi le erano bastati per restare irretita dentro quegli occhi tanto belli. Cercò in ogni dove in maniera sempre più febbrile, finché non vide qualcosa che, sicuramente, non era un albero. Era una villa. Una villa enorme che, a causa della ricchezza dei suoi decori e dello sfarzo che ispirava a chi la osservava, era più paragonabile ad un palazzo reale. Costruita interamente con mattoni di colore viola, che scintillavano sotto la luna, ornati da intarsi di marmo che ne circondavano le innumerevoli finestre e l’ampia scalinata, che conduceva ad un portone enorme. La giovane salì incespicando i gradini bianchi e varcò la soglia. Una volta dentro, vide che il corridoio in cui si trovava era bello esattamente come l’esterno, ma non ci fece poi molta attenzione. Avanzò quasi di corsa, fino ad arrivare ad un secondo portone. Quando lo aprì, si ritrovò in una gigantesca sala, nel mezzo della quale stava un elegante trono, sui cui era seduto un giovane uomo. Teneva le lunghe gambe accavallate, lasciando il corpo slanciato e abbastanza muscoloso in una posa rilassata, mentre gli occhi felini, di un colore blu ametista davvero impressionante, scrutavano con estremo interesse l’esile figura della ragazza da sotto la frangia di capelli blu notte. Quando la fanciulla lo vide, sentì il cuore scoppiare nel petto, vedendo il modo pieno di desiderio in cui lui la guardava, percorrendo con quegli occhi tanto magnetici il suo corpo magro e formoso. Corse più veloce che potè verso di lui, lasciando cadere il mantello e ignorando di nuovo tutto lo sfarzo dato alla sala dalle ampie colonne e dalla luce fioca e leggermente lugubre donata dai molteplici lampadari di cristallo. L’unica cosa che le importava, era raggiungere il suo amore. Appena si ritrovò di fronte a lui, l’uomo, che non poteva avere più di una ventina di anni, si alzò, sovrastandola di molti centimetri, e le tese una mano dalla carnagione nivea, sorridendo in maniera affascinante e tentatrice alla sua nuova preda. La ragazza mise le proprie dita tra le sue e si lasciò andare, danzando con lui un valzer assolutamente splendido, godendo di quel senso di profonda beatitudine ed eccitazione che la presenza e il suo contatto con il corpo forte e slanciato dell’uomo le ispirava. Lui sorrise leggermente di fronte al bel volto di quella ragazza, imbambolato nella sua contemplazione. Sarebbe stata un’aggiunta perfetta al suo harem. Poco dopo la fine della danza, prese la ragazza per le spalle e fece combaciare le loro labbra in un bacio passionale, pieno di desiderio fisico, ma totalmente privo di gentilezza o amore, in una danza di lingue che si cercavano e si respingevano a vicenda. Ma a lei sembrava non importare niente della mancanza di affetto. Voleva solo continuare a sentire quella piacevole sensazione. Poco dopo, seguendo sempre il volere di quell’uomo tanto affascinante e tentatore, entrarono in una gigantesca camera da letto. Questa era piena di giovani donne, tutte assolutamente splendide, che sospirarono sognanti quando videro il giovane. Lui Ridacchiò in maniera leggermente inquietante di fronte al suo harem, composto con tanta pazienza e fatica, ma nessuna delle ragazze presenti ci fece caso. Poi, in un attimo si ritrovarono tutte sulle morbide lenzuola, inclusa la nuova arrivata, aspettando che anche lui venisse da loro, invitandolo con guardi e gesti molto eloquenti e carichi di passione e desiderio. Lui, continuando a sorridere, si avvicinò a loro, permettendo alle loro mani di sfiorare il suo corpo in maniera sempre più frenetica e pronta a sentire la pelle nuda. Il momento dell’inizio dell’atto non si fece attendere molto a lungo. Mentre le pareti di tessuto e le costrizioni della ragione venivano lentamente infrante, Il ragazzo si beava della sensazione del suo corpo premuto contro quello delle giovani, che continuavano a baciare e mordicchiare il suo collo, il suo petto e i suoi lobi, lasciando, pian piano, lunghe scie di macchie viola sulla pelle candida. Ma non era ancora abbastanza. Molto presto, anche le mani di lui iniziarono ad accarezzare le grazie delle sue prede, che si lasciavano toccare senza opporre resistenza, soggiogate dalla presenza del ragazzo. Molto presto, la lussuria vinse su ogni altra cosa, rendendo ancora più passionale ed eccitato ogni tocco, ogni bacio, ogni singolo contatto. I morsi e i graffi che le ragazze lasciavano sul suo corpo scolpito durante l’amplesso, mentre la virilità del giovane combaciava con le loro, lasciavano cadere sottili strisce di sangue che, mescolandosi con il sudore dato dai movimenti e dal calore, si trasformavano in gocce color porpora. Una volta che tutte ebbero raggiunto il massimo piacere, caddero esauste sulle lenzuola macchiate di sangue, continuando a percepire il piacere che lui aveva dato loro. Il giovane, il cui nome era Ikuto, si alzò e si rivestì. Dopodiché, si voltò verso le sue prede. Adorava tutto quel turbine di emozioni lussuriose e piene di desiderio nei suoi confronti da parte delle donne. Erano quelle le notti che aveva sempre sognato fin da quando era più giovane, prima che le sue notti perfette avessero inizio, prima che la sua vera vita avesse inizio. Quel ricordo gli fece perdere di colpo il sorriso malizioso che aveva sempre ornato le sue labbra. Quei tempi e quelli avvenimenti erano ormai svaniti come semplice fumo, ma, a volte, tornavano a fargli visita alcuni dei fantasmi del suo passato. Tutti i volti delle persone che lo avevano deriso ed isolato in passato, iniziarono a passare nella sua mente, con le loro facce crudeli e le loro risate mentre lo ridicolizzavano. Ma lui scacciò subito quei pensieri. Aveva iniziato anni prima a vendicarsi di tutti loro, stringendo un patto col demonio per raggiungere il suo scopo tramite la sua magia. In cambio della sua anima immortale, lui gli aveva donato il potere di ammaliare e riempire di desidero qualsiasi donna lo avesse guardato anche solo per un attimo. Aveva passato ogni giorno degli anni seguenti per le strade della città, per irretire col suo fascino ogni donna abbastanza bella che gli fosse capitata a tiro, creando pian piano il suo splendido harem, e iniziando a soddisfare ampiamente il suo desiderio carnale, ogni notte. Ma per lui non era mai abbastanza. Lui Desiderava continuare all’infinito. Dopo aver lasciato la camera da letto, si mosse molto rapidamente verso un’altra stanza in particolare. Era senza dubbio la più bella di tutto il palazzo. Lì dentro, l’ambiente era illuminato dal fuoco scoppiettante di un caminetto, tra le fiamme del quale si poteva vedere un ritratto di Ikuto stesso quasi del tutto trasformato in cenere. Accanto ad esso, c’era un letto a baldacchino, nel quale dormiva una delle tantissime ragazze che vivevano accanto a lui, ma lei era molto diversa rispetto alle altre. Le forme del corpo nudo erano meno visibili, il corpo più esile e giovanile, il viso con due labbra delicate e rosee che portava ancora qualche traccia della sua fanciullezza. Quest’ultimo era incorniciato da una lunghissima chioma color rosa confetto. Quella vista lo fece sorridere in maniera più dolce e amorevole rispetto alle altre volte. La svegliò dolcemente, facendo spalancare un paio di grandi e dolci gemme d’oro, leggermente offuscate dal desiderio evidente che provava nei suoi confronti. Gli sorrise gentilmente, mentre entrambi si lasciavano andare ad un bacio delicato e meno passionale e violento, molto diverso da quelli che aveva dato quella sera. Ikuto non potè fare a meno di provare sempre quella sensazione di felicità che provava quando lei si concedeva a lui in quel modo. Era a causa di quella ragazza che aveva deciso di rinunciare a sé stesso, diventando il mostro, l’incarnazione della lussuria, che tutti ormai conoscevano, ma non avevano mai visto in volto. Era stato a causa sua, se lui era diventato ciò che era. Solo a causa della folle passione mista ad affetto e sete di vendetta che, fin da subito, lui aveva sentito nei suoi confronti, ma che, purtroppo, non era mai stata ricambiata. Ecco che cosa lo aveva reso tanto folle da stringere quel patto maledetto, perdendo la sua umanità. Ma considerava questo come il più bello dei regali. Infatti, con lei, decise di essere molto più delicato, nonostante l’impellente bisogno di farla sua per l’ennesima volta. Lasciò che fosse lei a guidare la danza antica e passionale dei loro corpi, sempre ricolmi di quella lussuria che lui ispirava a chiunque lo guardasse. Con lei, cercava sempre di essere il migliore tra quei pochissimi che avevano avuto la fortuna anche solo di sfiorare il suo corpo. Quando si fusero in una sola entità, ad entrambi parve di assaporare qualcosa di molto simile al paradiso. Una volta che la loro unione si sciolse in piacere, lui se ne andò, lasciano riposare la sua preda più importante e preziosa. Nonostante avesse avuto molte donne nel suo letto a fargli compagnia, solo lei gli dava quel senso di appagamento totale che provava ogni volta che gli si concedeva. Solo lei ne era capace. La sua confettino, come la chiamava quando erano bambini. Sorrise di nuovo, ricordando quel soprannome, pensando a come agire, per continuare a vendicarsi degli abitanti del villaggio è mettere a segno l’ultimo atto di questo suo progetto. Nei giorni seguenti, decise di ritornare in città, andando alla ricerca di nuove prede da ammaliare. Non poteva resistere alla tentazione di farlo. Soprattutto, perché sperava di Trovare delle vergini e togliere loro la purezza. Quello era sempre stato una delle sue più grandi passioni. Osservò molte donne, sorrise loro con quella sua tipica aria felina e accattivante, facendo cadere ai suoi piedi praticamente tutte le donne del villaggio. Esse, quella notte stessa, abbandonavano le loro case senza lasciare traccia. Pian piano, le donne erano scomparse. Alcune erano mogli, altre figlie. Nessuna fece ritorno. Erano state tutte catturate dalla lussuria del mostro, progenie di Asmodeo, che le aveva rinchiuse con sé nel suo palazzo, per soddisfare i suoi desideri carnali inestinguibili. Ormai, sembrava che non ci fosse più speranza di riaverle indietro. Durante quell’ultima notte, il cui cielo era illuminato da una luna piena più luminosa del solito, un’altra fanciulla, probabilmente L’ultima del villaggio, giunse alla porta del giovane. I lunghi capelli viola erano raccolti in una coda, che faceva sfuggire qualche ciuffo, che ricadeva davanti agli occhi castani. Quando Ikuto la vide, sorrise, come sempre. Le tese la mano, come sempre. La avvolse in un abbraccio, come sempre. Ma, stavolta, qualcosa di diverso accadde. Un potente dolore al petto colse l’uomo mentre teneva la ragazza tra le braccia. Si allontanò da lei, mentre osservava il suo sangue purpureo sgorgare copioso dalla ferita, mescolandosi al sudore, e imbrattare i suoi abiti. La ragazza sorrise, tenendo sempre stretto il coltello con cui aveva distrutto definitivamente il demone, mentre si scioglieva la coda, rivelando il suo vero aspetto di ragazzo, che aveva cercato e trovato la casa del demone per ritrovare il suo amore svanito. Subito, il giovane uomo dai capelli blu fu colto da un mancamento, che lo fece cadere a terra. In quello stesso istante, le sue illusioni si ruppero, facendo in modo che le donne, una volta che si furono risvegliate dalla loro trance, iniziassero a scappare via da lui, abbandonando il palazzo. L’ultima a lasciarlo, la sua confettino, si volse un secondo a guardarlo, prima di fuggire via. 《ASPETTA!》 Urlò lui. 《Non ti ho ancora detto…. Che ti amo!》 Disse, prima che il coltello del ragazzo travestito calasse per L’ultima volta su di lui.
   
 
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