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Autore: TheCube    01/12/2016    0 recensioni
Tutti sono bravi a dare dei giudizi quando non sono loro a trovarsi al centro di tutte le tempeste del mondo.
Tutti, fin dalla sua nascita, non avevano fatto altro che giudicare Draco Malfoy, come la mela marcia di tutti gli alberi, la pecora nera di tutte le famiglie.
Tutti, fin dalla nascita, avevano etichettato Hermione Granger come la ragazza più intelligente, la migliore strega della sua generazione, seppur mezzosangue.
Quindi, partendo da queste premesse, chi mai avrebbe potuto dire che due persone tanto diverse, che si erano odiate per così tanto tempo, avrebbero potuto trovare in qualche modo qualcosa in comune?
Genere: Drammatico, Erotico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley, Viktor Krum | Coppie: Draco/Hermione, Luna/Neville, Ron/Hermione, Vicktor/Hermione
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Triangolo, Violenza | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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CAPITOLO 2.


 

POV DRACO.

Il giorno in cui i tre visitarono la mia casa passò velocemente, lasciandomi non pochi ripensamenti, e in un batter di ciglia arrivò il giorno della grande battaglia.
In quel conflitto successe di tutto e di più ed erano morte talmente tante persone da perderci il conto.
In quel giorno io non avevo combattuto per nessuno, ne per il signore oscuro, ne per gli studenti di Hogwarts, codardo com’ero non sarei mai stato abbastanza forte da prendermi la responsabilità della morte di qualcuno e in un’occasione del genere era impossibile restare illesi senza combattere.
Uccidere o essere uccisi era l’unica legge.
Ed è proprio per questo che tutto quello che mi restò da fare, fu quello di nascondermi nella stanza delle necessità, ma quello che vidi mentre correvo verso il mio rifugio fu abbastanza forte da farmi capire quanto fosse grave quello che stava accadendo lì fuori.
Rimasi in quella stanza, che si era trasformata in un semplice ripostiglio per le scope, fino a quando Voldemort non richiamò a se tutti i mangia morte.
In teoria sarei dovuto andare anche io con loro, ma in quel momento decisi di non seguirli.
Decisi che non avrei fatto mai più nulla che sarebbe andato contro la mia volontà.
Mentre mi incamminavo verso la sala grande, consapevole che tutti si sarebbero riuniti lì, non potevo ignorare il caos che era scoppiato ovunque.
Le macerie ricoprivano tutto il terreno su cui stavo camminando, nel quale si intravedevano ancora delle scie di sangue, probabilmente causate da qualche ferita aperta o, peggio ancora, da qualche cadavere che era stato trascinato via da lì.
In qualche parte del castello, però, si intravedevano ancora dei cadaveri, probabilmente abbandonati lì da qualcuno a cui non interessava niente di loro, non potevano non essere che dei mangiamorte.
Questo era il triste destino che ti aspettava quando facevi parte del lato sbagliato.
Sapevo che la parte più difficile di quella giornata, per me, si stava avvicinando, ma in un modo o nell’altro dovevo finalmente schierarmi anche io in quel momento di sofferenza.
Quanto entrai nella sala grande, d’avanti ai miei occhi si parò una tragedia.
Al contrario di quello che avevo egoisticamente immaginato, nessuno badò alla mia presenza. 
Certo, qualcuno mi lanciava qualche occhiata negativa, ma oltre a questo non osavano fare nient’altro; tutti erano troppo impegnati a prestare soccorso a coloro che li erano più vicini.
Man mano che procedevo verso il fondo della stanza, l’atmosfera sembrava farsi sempre più cupa.
Sembrava che il mondo si fosse diviso in due parti, da un lato si trovavano tutti coloro a cui era rimasta un po’ di speranza, mentre dall’altro era rimasto il completo nulla.
Perché era proprio di là, verso la fine della stanza, che erano riuniti i cadaveri di tutti coloro che avevano lottato per il bene di Hogwarts.
Fra i tanti riconobbi il corpo del professor Lupin, vicino ad una donna, forse sua moglie.
Se non sbaglio i due avevano appena avuto un bambino.
Ma l’immagine che mi scosse di più fu quella della famiglia Weasley riunita intorno ad un corpo.
In un primo momento non mi resi conto di chi si trattasse e per questo, colto dalla curiosità, mi avvicinai ancor di più a quel giaciglio, cercando di non farmi vedere da nessuno di loro, ma riuscì comunque a capire a chi appartenesse quel corpo.
Ad uno dei gemelli Weasley.
Non riuscì a comprendere quale dei due fosse, se George o Fred, non conoscevo quei ragazzi così bene da poterli distinguere, ma questo oramai non aveva alcuna importanza.
Quello che avrebbe avuto importanza da quel momento in poi sarebbero state tutte quelle lacrime versate per tutti gli amici che sarebbero scomparsi per sempre.
E io non potevo non sentirmi colpevole per tutto quello che era accaduto perché magari, se io avessi preso delle scelte differenti, forse molte cose non sarebbero successe, forse molte persone non sarebbero morte.
Solo dopo essermi ripreso da quei vagheggiamenti mi accorsi che in quel momento qualcuno aveva preso a fissarmi.
Si trattava di Hermione Granger.
Forse lei si era resa conto che in quel momento, ad aver bisogno di aiuto, ero anche io.
In quei pochi secondi fra di noi, si stava creando qualcosa da un semplice scambio di sguardi, ma non ci fu il tempo di chiudere gli occhi che la magia era già finita e invece era già iniziata la seconda parte di quella tremenda guerra magica.
 
 

POV HERMIONE.

Non so come, ma in tutto quel caos riuscì a percepire la presenza di Draco.
Anche se in quel momento non era la mia priorità, anche se erano morti Fred, Lupin, Tonks e molti altri.
Anche se il mio cuore era straziato pere le loro perdite, per quelle persone che mi erano sempre state così vicine, che mi avevano aiutata a diventare quella che sono, anche se lo avevo sempre odiato, riuscì, in quel momento, a sentirlo vicino a me.
In un'altra situazione lui sarebbe stato al centro dell’attenzione di tutti i presenti, ma ora tutti erano impegnati nelle loro attività. E anche se Draco aveva creato molti danni con il suo contributo nei piani di Lord Voldermort, diventando lui stesso un mangia morte, in questo momento non importava a nessuno.
Tutti sapevano che lui era solo un ragazzo che era stato influenzato in modo negativo dalle persone che aveva intorno e che da solo, soprattutto circondato da tutti quei maghi, non poteva essere considerato in alcun modo una minaccia.
Tutti nella sala grande erano riuniti in piccoli gruppetti, vicino alle persone a cui tenevano di più, ma l’unico ad essere solo era proprio lui, Draco Malfoy.
In quella situazione lui non aveva nessuno da consolare o nessuno che potesse consolare lui stesso.
Non si poteva di certo negare che questo isolamento a cui era soggetto non era altro che una conseguenza all’atteggiamento che aveva scelto di adottare durante gli anni precedenti, non per niente tutti i suoi amici erano tali grazie al prestigio che aveva la sua famiglia o dai ricatti e ai timori che incuteva nelle persone.
Ma era questo che poi ti conservava la vita quando eri una persona avida, rimanevi in piena solitudine.
Non potevo negare però, che in quel momento una parte di me desiderasse accostarsi al biondo, perché nessuno in uno scenario del genere meritava di restare da solo, ma in quel momento il mio cuore e la mia mente avevano comunque delle priorità.
Tre delle persone più importanti della mia vita erano morte, la guerra non era ancora finita ed Harry, il mio migliore amico, stava per recarsi verso morte certa.
Avevo delle priorità a cui pensare, e non potevo tenere sotto controllo Draco se non buttandoli qualche occhiata ogni tanto, cosa che mi negò anche di fare quando uscì improvvisamente dalla sala.
 E in questo modo anche ogni mio pensiero rivolto a lui sparì immediatamente dalla mia mente.
Ron era ancora vicino a me, e io non volevo cancellare in alcun modo dalla mia mente il bacio che era avvenuto tra di noi nei minuti precedenti.
 
Quello che accadde da quel momento in poi fu un vero caos.
Harry aveva preso la sua decisone, aveva deciso di sacrificarsi per tutti noi.
La sua era stata una decisone coraggiosa, non tutti avrebbero fatto lo stesso.
Tutti noi avevamo fiducia in Harry, ma non potevamo evitare di aver paura per il suo destino.
Il tempo scorreva veloce, ma sembrava non passare mai.
La tensione era arrivata al massimo e tutti, inconsapevolmente si erano radunati sulle scalinate esterne della scuola.
Ognuno aveva abbandonato le sue attività, per quanto importanti che fossero, per aspettare l’esito delle sorti dell’intera storia magica.
Poi successe l’inverosimile, o forse quello che un po’ tutti si aspettavano, ma che nessuno aveva espresso ad alta voce per paura di quanto potessero suonare reale.
Alle porte di Hogwarts si presentò Hagrid con in braccio il cadavere di Harry e in quel momento, insieme alla certezza della morte del prescelto, ebbi la certezza che era morta anche una parte di me.
Mi strinsi a Ron perché in quel momento era lui l’unica cosa che mi rimaneva, la mia unica famiglia, la mia unica speranza.
A quel punto Voldemort fece il suo bravo discorso.
Aveva dichiarato la vittoria del lato oscuro ed era pronto a perdonare tutti coloro che avevano sbagliato fazione nella prima parte della lotta.
Draco fu il primo ad abbandonar le nostre linee per unirsi al lato oscuro, e in quel momento strinsi la mano di Ron ancora più forte, come se anche lui avesse potuto prendere la decisone di abbandonarmi.
Ancora una volta le mie riflessioni ebbero vita breve e come per miracolo Harry riprese coscienza dalle braccia di Hagrid e una volta per tutte pose fine a quella guerra.


 

POV DRACO

L’umiliazione che provai quando il prescelto prese vita dalle braccia del mezzo-gigante fu indescrivibile, non solo perché ancora una volta ero stato umiliato d’avanti a tutti, ma anche perché nella mia mente era ancora fresco il pensiero che non avrei fatto mai più niente che sarebbe andato contro il mio volere, cosa che avevo, per metà, subito smentito.
Non volevo unirmi al lato di Voldemort, ma sapevo che se non lo avessi fatto, tutti gli errori che avevo commesso fino a quel momento non sarebbero mai stati perdonati,  mentre se Voldemort avesse conquistato la sua vittoria, sarei stato idolatrato fino alla morte.
Ma ora, con Harry che aveva conquistato la vittoria tutte le carte che erano in gioco erano state mischiate e io sarei per sempre stato marchiato in un modo dispregiativo, ma forse avevo ancora un modo per redimermi.
Quando Voldermort cadde a terra, morto, tutti i mangiamorte sparirono nel nulla, mentre io decisi di restare lì, prendendomi le mie responsabilità.
In un primo momento nessuno sembrava ricordasi che io ero stato per gran parte del tempo quello cattivo, ma quando tutti iniziarono a riprendersi dalla fine della guerra, e i professori, senza dare un attimo di tregua, forse in qualche loro strano modo per dimostrare la loro felicità nell’essere ancora vivi, iniziarono a impartire comandi da destra a sinistra, organizzando gruppetti di studenti per la ricostruzione della scuola, qualcuno iniziò a prendere coscienza di me.
Non potevo non notare come gli studenti, ogni volta che ci riunivano in gruppo per svolgere determinati lavori, tendevano ad isolarmi.
Non potevo non biasimarli. Avevano paura di me.
La minaccia era passata solo da qualche ora, e io sarei comunque sempre stato un mangiamorte.
E così, la gran parte del tempo che passai a dare una mano, la trascorsi da solo, fino a quando non mi si affiancò la persona che più di tutti avrebbe dovuto provare disgusto nei miei confronti.
Hermione Granger.
Anche nei primi minuti passati in sua presenza lavorai in silenzio.
Provavo uno strano imbarazzo a stare vicino a lei, ma da un lato capivo quanto fosse molto più difficile per la ragazza stare nelle mie vicinanze.
Vicino a quello che assomigliava di più al suo peggiore incubo, e proprio per questo compresi che sarei dovuto essere io quello a fare il primo passo per ricevere il perdono.
Pensai a lungo a cosa dire, ma l’argomento venne fuori da se.
Nella fatica del lavoro la Granger aveva alzato la manica della sua felpa, lasciando così scoperte le sue braccia e dandomi la possibilità di vedere le sue cicatrici.
 
-Ti fa molto male?-
 
Fu tutto quello che riuscì a dirle, senza più riuscire ad aggiungere altro, senza avere il coraggio di guardarla negli occhi.
In un primo momento la ragazza non rispose alla mia domanda, ma rimase paralizzata al suo posto e con un movimento fulmineo della mano andò subito a nascondere la sua cicatrice.
Forse non avrei dovuto porle quella domanda o forse non avrei proprio dovuto rivolgerle parola, ma dopo un attimo di silenzio la grifondoro decise di rispondermi.
 
-Solo un po’, ma credo sia normale no? E ancora nuova come ferita. E a te invece? Fa ancora molto male?-
 
Anche lei mi pose la medesima domanda senza guardarmi negli occhi, ma ovviamente riuscì comunque a capire a cosa si riferiva, al mio marchio.
 
-No, non fa molto male. Bruciava solo quando Voldemort ci richiamava, e a quanto pare non dovrò provare quella situazione mai più. Il momento peggiore è stato quando me lo hanno inciso sul braccio, anche se forse era più grande la paura del dolore.-
 
Non sapevo perché mi ritrovavo a dire quelle cose proprio a lei, in fin dei conti non le avevo mai rivolto la parola, ma in quel momento sentivo che in qualche modo le potevo confidare i miei sentimenti. Però, al contrario di quanto mi aspettassi, fra noi due calò ancora una volta un silenzio imbarazzante.
Al contrario di quello che pensavo a causa della mia superficialità, anni di disprezzo fra due persone non potevano essere cancellati così facilmente e così la conversazione fra noi due finì proprio com’era iniziata, in estremo silenzio che però venne interrotto dalla voce del rosso che richiamava la grifondoro, provocandomi un’estrema irritazione.



 

POV HERMIONE.

Era difficile per me parlare con Draco Malfoy facendo finta di niente, come se quello che avesse fatto in quegli anni non avesse alcun significato. Potevo, si, porli delle domande, sostenere una conversazione, ma non potevo sopportare il fatto che Malfoy si confidasse con me, come se fossi una sua amica di vecchia data. E il fatto che lui mi avesse confidato di aver avuto paura mi aveva spiazzato, mi aveva lasciato senza parole, e per fortuna fui salvata da quella situazione imbarazzante dalla presenza di Ron, ma presto anche lui fu ben presto inutile in quanto, non appena si accorse con chi ero, restò ammutolito.
Consapevole del fatto che nessuno dei due ragazzi avrebbe parlato per primo, mi feci avanti io accostandomi al biondo e arrivando subito al punto.
 
-Draco, come mai hai deciso di restare qui?-
 
La domanda mi sorse spontanea e sembrò prendere contro piede anche lo stesso ragazzo, il quale iniziò a rispondere con molta cautela.
 
-Inizialmente non so nemmeno io perché, invece di scomparire nel nulla come hanno iniziato a fare tutti gli altri mangia morte non appena Voldemort ha toccato il terreno, ho deciso di rimanere qui, ma poi ho capito che tutte le azioni che ho fatto sono irreparabili e scappando non avrei risolto nessuno dei miei problemi, ansi avrei solo peggiorato il tutto e così, per almeno una volta nella mia vita ho deciso di prendere una decisione autonoma. Ho capito che la cosa migliore da fare è quella di restare qui e aiutarvi a ricostruire quella che per molto tempo è stata anche la mia casa. Lo so che non sarò perdonato per tutto quello che fatto facendo semplicemente questo, so che ci saranno delle conseguenze molto più serie, ma al momento sono convinto che questa sia la cosa più giusta da fare.-
 
Rimasi stupita da quella risposta di Draco.
Certo, avevo sospettato che lui, a fare determinate cose, ci era stato costretto.
 Ero sicura di aver letto del rimorso, nei suoi occhi, quella volta a villa Malfoy.
Avevo visto che aveva avuto voglia di fare qualcosa, ma al contempo non aveva avuto abbastanza coraggio per reagire.
E forse l’impressione che aveva dato il biondo l’aveva intuita anche qualcun altro, il quale, prendendomi ancora una volta di sorpresa, aveva preso parola.
 
-Beh Malfoy, il fatto che tu sia rimasto qui la dice lunga, come hai detto tu, il fatto che molti di voi se ne siano andati invece di affrontare la realtà dei fatti, dimostra che tu hai più fegato di quanto mi aspettavo.  Già il fatto che tu stia dando una mano a tutti noi senza lamentarti, conoscendoti, la dice lunga su quanto le tue parole possano essere veritiere, e per darti una possibilità, per darti un inizio in questo nuovo mondo, credo che tu abbia bisogno del perdono di tutti quelli che hai ferito, anche inconsapevolmente, ed è proprio per questo che ho deciso di darti il mio perdono; ma ricorda, potrei trovare delle persone che si, potranno perdonarti, ma che non dimenticheranno mai quello che hai fatto, compreso me. Nonostante ciò, sei pronto ad essere perdonato?-.
 

 


POV DRACO.

Pronto ad essere perdonato? In un primo momento non seppi rispondere a quella domanda.
Cioè si, era proprio quello che volevo in quel momento, ma non mi aspettavo di avere quella possibilità così velocemente.
 
-Sono stato sincero su tutto quello che ho detto. Sono qui per cercare di redimermi da tutte quelle azioni che ho fatto e se essere perdonato dalle persone mi fa avvicinare a ciò, sono pronto ad accettare e fare di tutto.-


-E allora, per quanto le mie parole possano valere per te, sei perdonato.-


















Salve gente!
Questa parte della storia potrebbe sembrarvi un pò affrrettata, ma ciò era indispensabile da fare per procedere con la storia.
Nel prossimo capitolo troverete la svolta dei fatti!

P.S Il terzo capitolo sarà pubblicato DOMENICA.

P.P.S Grazie a tutti coloro che hanno messo la storia tra le preferite o quelle da seguire, e grazie a tutti voi che la  state leggendo!

 
  
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