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Autore: Lilith_and_Adam    01/12/2016    0 recensioni
E se Sasuke avesse avuto una sorella? Anzi... E se Itachi ne avesse avuta una?
Rei ha un unico obiettivo: proteggere la sua famiglia. Ma porta con sè un grande segreto, così grande che neanche lei ne è a conoscenza.
La sua mente è spezzata, il suo cuore è freddo e la sua anima è divisa.
L'universo sa sempre cosa fare per mantenersi in equilibrio, ma lei spezzerà quelle regole che limitano gli uomini e li vincolano all'odio. L'amore non sempre è una cosa buona...
Genere: Azione, Drammatico, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Itachi, Nuovo Personaggio, Sabaku no Gaara, Sasuke Uchiha
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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Capitolo 16: Saluti.



Due giorni dopo Naruto andò a trovarla. Rei gli sembrò stranamente felice.
«Rei-chan!» Naruto entrò nella stanza con la sua solita esuberanza. «Come stai?» si sedette di fianco a lei.
«Bene! Guarda...» Rei mosse le braccia e riuscì perfino a mettersi seduta, quella sera aveva consumato davvero le sue ultime gocce d’energia. Continuava ad apparire felice.
«Ho deciso di partire! Ero-sennin ed io ci alleneremo tutto il tempo! Vedrai riporterò Sasuke al villaggio prima che tu possa uscire da qui!» Appena finita la frase, Naruto pensò che si sarebbe intristita, ma al contrario lei annuì e disse: «Metticela tutta Naruto-kun!»
Naruto annuì felice.
«Però non è giusto che ti abbiano fatta Jonin! Nemmeno tu avevi finito l’esame!»
«Cosa?» Rei gli sembrò confusa.
«Baa-chan non te lo ha detto?» Rei scosse la testa. «Shikamaru ora è chunin, invece a te hanno deciso di promuoverti Jonin già dopo lo scontro con Orochimaru, dicono che è perché avete doti tattiche o roba simile, non mi ricordo...» Naruto sembrava davvero contrariato dalla cosa.
«Davvero? Queste non sono cose da tenere nascoste! Perché nessuno me lo ha detto?» Rei sgranò gli occhi, era a metà tra la sorpresa e il panico. Naruto scoppiò a ridere, non la aveva mai vista in quel modo. Poco dopo anche Rei si mise a ridere. «Ma mi ci vedi al posto di Kakashi-sensei?» Entrambi risero più forte dopo che immaginarono Rei con la mascherina blu a coprirle mezza faccia e il copri fronte di sbieco.
Tsunade entrò nella stanza e fu investita da quell’insolita ondata di gioia. «Sapevo che Naruto sarebbe stato la migliore medicina!» Diede un colpo in testa al povero Naruto con la cartella che aveva in mano. «L’orario delle visite è finito un’ora fa. È l’ora del controllo!»
Naruto si alzò di scatto prima che Shizune potesse colpirlo a sua volta. «Ci vediamo dopo! Passerò a salutarti!»
Rei aveva ancora le lacrime agli occhi, questa volta per le risate.
«Come siamo pimpanti oggi!» Iniziò Tsunade. Le sollevò delicatamente le gambe, poi le visitò le braccia e l’addome. Infine controllò con cura gli occhi. «Credo che lo sharingan ci metterà un po’ a svanire, lo hai usato troppo. Per il resto sembra tutto a posto, una settimana o due e potrai tornare all’opera.» Si mise a scrivere mentre Rei si risistemava. «Sono sicura che Naruto ha già spifferato tutto, ma...» Rei non la fece finire.
«Perché avete deciso di alzare così tanto il grado? Insomma, l’esame era per diventare chunin...»
«Non è solo perché sei uscita viva dallo scontro con Orochimaru. Quel tuo potere potrebbe essere davvero utile, e, anche se l’ultima scelta sta a te, hanno deciso di inserirti nei corpi speciali. Giuro che però non è una mia decisione.»
«Capisco...»
«Dopotutto sembri stare bene... Ho letto il profilo psicologico che fecero dopo quella notte e, sinceramente, credevo avresti reagito peggio di così.»
«Naruto non me lo ha permesso!» Rei rise. «Era qui anche se dormivo, e continuava a dire che sarebbe andato a riprendersi Sasuke e lo avrebbe riportato a casa anche a calci se serviva. Magari vederlo così determinato mi ha tirato su...»
«Non possiamo farci nulla... Lui è fatto così!» Tsunade sorrise. «Bene! Allora è davvero tutto a posto!»
«Hokage-Sama...» Rei si accarezzò il polso destro coperto dalle bende. «Perché... riuscivo a usare il chakra se non avevo più il dispositivo?»
«Temevo questa domanda...» Tsunade si sedette sul letto al fianco di Rei, quasi come farebbe una madre. «Già durante la seconda prova dell’esame, il dispositivo non riusciva a trattenere tutta quell’energia, per questo in seguito è esploso e il sigillo non era stato creato per trattenerne così tanto. Il tuo chakra è praticamente alla pari con quello di Naruto, se non superiore, ormai il sigillo non riesce più a fare nulla, d’ora in poi credo sarà solo un segno sul tuo viso. Comunque, confido nel fatto che tu che riesca a controllarti. D’ora in poi niente più pazzie!»
«Capisco...» Rei sembrava un po’ intristita, guardare il suo braccio ogni volta le ricordava suo fratello, ma ora era ormai il tempo di lasciarsi quei giorni alle spalle.
 
Quel pomeriggio era davvero caldo, nonostante l’estate stesse finendo, c’era un uccellino azzurro che si era posato sul bordo della finestra e un’ape svolazzava sui fiori che Sakura e Hinata le avevano portato poco prima. Dal corridoio si sentivano le voci delle infermiere che sghignazzavano, Jiraya era lì vicino e Naruto gli urlava contro. Alla fine si arrese di rimproverare la condotta del maestro e andò nella stanza di Rei, la trovo ancora una volta a fissare la finestra.
«Credo che a giorni ti faranno uscire!» aveva un grosso zaino sulle spalle.
Rei si girò e gli sorrise. «Speriamo!»
«Stiamo partendo, sono venuto a salutarti. Te lo avevo promesso!» I sorrisi di Naruto e la sua spensieratezza riscaldavano anche il suo freddo cuore.
«Spero diventerai forte, Naruto-kun! Ti prometto che non starò con le mani in mano, aspetto ancora di poter combattere contro di te!»
«Hai del fegato nel voler affrontare il ninja più forte di sempre!»
Entrambi scoppiarono a ridere, ancora.
«Torna presto Naruto-kun, ti aspetterò...»
Naruto semplicemente annuì, poi corse fuori.
 
                Il cielo quella sera era veramente sereno, la luna piena sembrava più grande del solito e l’aria a Konoha era sempre calma, avevo sempre pensato che quel posto fosse completamente fuori dal mondo. Alla locanda non c’era molta gente, qualche viandante e qualche residuo degli esami si erano riuniti per la cena, tra loro c’eravamo anche noi. Era difficile pensare che potessi riallacciare i rapporti con quei due, sapevo solo che ormai non avevo più motivi per essere arrabbiato con il mondo, lì le persone che avevo conosciuto mi avevano insegnato che l’universo non è poi così malvagio, in più loro due avevano iniziato a fare come se niente fosse mai successo, avevano detto di voler resettare tutto. Dopotutto eravamo fratelli...
Quei due parlavano fra di loro, non ricordo di cosa, ricordo solo che io rimasi in silenzio a fissare il piatto in preda a milioni di pensieri. Kankuro, seduto di fianco a me, mi diede una forte pacca sulla spalla. «Su con la vita fratellino! Sei l’unico che non festeggia!»
«Io so a cosa sta pensando...» Temari mi fece un sorriso inquietante, sembrava volesse farmi intendere qualcosa, ma in quel momento non capii.
«E già. Il nostro piccolo fratellino sta crescendo!» Quei due si misero a ridere fissando il mio sguardo confuso, in effetti fu una serata fastidiosa.
Dopo cena decisero di fare un giro per le vie ancora affollate, li seguii solo per cortesia e non feci altro che andargli appresso mentre loro giocavano a fare la coppietta felice.
Camminai tutto il tempo con lo sguardo rivolto al cielo, pensavo che almeno lì i miei pensieri si potessero disperdere. Persi il filo dei discorsi quando vidi un corvo bianco volare sopra la mia testa.
 
Alcuni bambini stavano giocando nella hall e il corridoio era ancora pieno di gente che si salutava. La camera in fondo sembrava essere immersa nel silenzio come se quei discorsi e quella gioia lì non potessero arrivare, si vedeva solo un po’ di luce uscire dalla porta chiusa.
A metà strada quasi ci ripensai, quasi...
Bussai e aspettai che la sua voce sottile arrivasse fino alle mie orecchie. Stava leggendo un libro dalla copertina arancione, lo posò non appena entrai. «Gaara-kun!» Sembrò sorpresa. «Credevo foste già tornati a casa. Sono felice di vederti.»
«Partiamo domani mattina, per questo sono venuto... a salutarti.» Quegli eventi dovevano davvero avermi sconvolto per non farmi quasi riuscire a parlare. Arrossì quando le dissi quelle parole. Solo che dopo non sapevo come continuare.
Vidi i fiori e la carta da regalo sul comodino, e un po’ impallidii pensando alla mia impulsività e scortesia. «Scusa. Forse avrei dovuto portarti un regalo.» Lei rise. «Non ce n’era di certo bisogno. Kakashi mi ha regalato un libro di Jiraya-sama ma non credo di capirlo bene.» Rigirò il libro tra le mani, quasi come se non sapesse nemmeno da che parte cominciare. «E poi credo di essere io a dovermi scusare con te, per averti usato in quel modo l’altro giorno.»
«Non fa niente, avevi dei validi motivi per farlo. Avrei fatto la stessa cosa se fossi stato al tuo posto...» All’improvviso un vecchio ricordo di mio zio si insinuò nella mia mente. Mi avvicinai a lei e le chiesi di porgermi la mano. «Ecco, questo è il mio regalo...» Quando tolsi la mano da sopra la sua e vide la rosa di sabbia mi fece il suo primo vero sorriso, poi arrossì e si girò verso il comodino tirando fuori qualcosa dal cassetto.
«N-non è giusto, mi hai fatto lo stesso regalo.» Rimase girata visibilmente in imbarazzo e mi porse una piccosa rosa di ghiaccio. «C-ci ho messo tutto oggi per farla bene. È ghiaccio magico quindi non si scioglierà mai...» Poi si girò di scatto ancora con gli occhi strizzati. «Però non sei costretto ad accettarla, voglio dire se ti è di ingombro o se non ti piace...» Continuava a parlare nervosamente.
Io dissi solo «Grazie, Rei-chan!» Quello fu il momento in cui davvero mi lasciai il passato alle spalle. Fui felice per la prima volta dopo davvero tanto tempo.
 
                                               Gaara.
 
 

 
   
 
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