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Autore: Blooming    02/12/2016    0 recensioni
Ormai cinque secoli fa tutti i vampiri del Mondo elessero come loro Re indiscusso uno dei più spietati, crudeli e affascinanti immortali della storia.
Ares è uno degli antichi, è il Re dei vampiri ma la sua scomparsa dalla comunità vampirica per vivere con gli umani lascia tutti col dubbio che forse il Re non è quello giusto...
Genere: Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La sua pelle diafana risplendeva alla debole luce del sole che entrava attraverso le persiane, si legò i lunghi capelli castani con un cordino di cuoio lasciandoli in una coda molle e si alzò dal letto cercando per la stanza i suoi vestiti; le sue labbra così sottili da sembrare inesistenti si piegarono in un sorriso quando sentì la ragazza nella stanza accanto aprire l'acqua ed entrare nella doccia. Nonostante lo scrosciare dell'acqua calda poteva distinguere ogni movimento della donna, le dita che scorrevano tra le onde dei capelli biondi e le mani che si inseguivano su quella pelle morbida. 
Sorrise ancora all'idea di andare a farle compagnia sotto la doccia ma ormai era vestito e poi aveva altro di più importante da fare. Sbuffò e si sedette sul letto per infilarsi le scarpe di cuoio. 
Le orecchie erano tese per captare ogni movimento, doveva andarsene prima che quella ragazza di cui non ricordava nemmeno il nome uscisse dal bagno.
L'aveva incontrata in un pub, era semplicemente entrato nel locale, si era voltato verso sinistra e aveva incrociato lo sguardo con quella ragazza dai capelli biondi a caschetto e il viso tondo, le si era avvicinato e anche se era in compagnia delle amiche le chiese se voleva andare a fare un giro. La ragazza aveva alzato la testa e sapeva benissimo che voleva mandarlo a quel paese ma guardandolo negli occhi scuri quello che era uscito dalla sua piccola bocca a cuore era stato "certo, andiamo" e prendendo la sua mano erano andati a casa della ragazza.
Le aveva sicuramente chiesto il nome ma evidentemente non era poi così importante se lo aveva dimenticato nei successivi cinque minuti, ricordava però perfettamente la sua voce e la sua spontaneità, ricordava ogni sua caratteristica fisica, ogni neo sulla pelle e ogni smagliatura, sembrava assurdo ma la cellulite sulle cosce gli era piaciuta, rendeva la ragazza più vera, più umana; ricordava perfettamente la cicatrice dell'operazione all'appendice e il neo sotto l'occhio, ricordava gli occhi scuri e grandi e il piccolo naso alla francese. L'aveva osservata attentamente mentre era sopra di lui e un po' gli dispiaceva andarsene senza nemmeno salutarla o ringraziarla per la bella nottata passata ma aveva una regola ovvero mai farsi trovare la mattina dopo a costo di scivolare nell'ombra nel cuore della notte.

Sentì la porta del bagno aprirsi e in un lampo fu fuori dalla casa. La ragazza si guardò attorno confusa, avrebbe giurato di averlo visto seduto sul letto poco prima di spalancare la porta ma quando era uscita aveva solo visto la porta dell'appartamento chiudersi.

Ares camminò lungo il marciapiede osservando quegli sciocchi esseri umani che non avevano idea della sua esistenza, un ragazzino gli diede una spallata con forza mettendosi a ridere con gli amici, si voltò a guardarlo e si ricordò di quel tempo in cui gli avrebbe strappato la trachea con una mano senza pensarci due volte, ma i tempi moderni avevano cambiato tutto e commettere un omicidio era considerato reato. Non poté far altro che maledire mentalmente il ragazzino impertinente e proseguire per la sua strada.
Una macchina nera con i finestrini oscurati rallentò e lo raggiunse, Ares sbuffò; l'auto si fermò e l'autista scese per andare ad aprire la portiera posteriore 
"Se vostra Maestà vuole entrare..." sorrise cordiale ad Ares "Vi attendono tutti."
Ares roteò gli occhi al cielo ed entrò nella vettura, guardò il suo compagno di viaggio e scoppiò in una risata nervosa e irritata 
"Non posso credere che nonostante tutto cerchi ancora di farmi da mamma." aveva una voce sottile e malinconica, un po' rauca ma seducente 
"Sono il tuo consigliere e il tuo più fedele amico, quando commetti degli errori è mio compito fartelo notare o provare a non farteli fare. Si dice che prevenire sia meglio che curare e vorrei riuscire, almeno per una volta, a prevenire i tuoi comportamenti da adolescente moderno." Si guardarono negli occhi e scoppiarono in una risata sincera 
"Caius mi lascerai mai libero?"
"No maestà." l'auto sfrecciava lungo il viale alberato "Ti sei nutrito?" 
Ares scosse la testa "Lo sai che quelli come me possono anche non nutrirsi." 
Caius, un uomo dai fini capelli bianchi e il volto scavato dalle rughe aprì una valigetta di pelle di coccodrillo nera con le rifiniture d'orate e tirò fuori una sacca di sangue da trasfusione e gliela lanciò sulle cosce "Il tuo icore è debole, devi nutrirti!" lo guardò 
Ares spostò quasi con disgusto la sacca "Mi sono già nutrito questa notte." mormorò guardando fuori dal finestrino il paesaggio che cambiava e sapeva benissimo dove lo stavano portando "Non ho più fame, magari dopo." 
Caius lo guardò di traverso e poi si sporse ad annusarlo dalla spalla lungo tutto il collo "Non sai di sangue, sai solo di sesso e profumo di sottomarca del supermercato per donnette scialbe, anche un po' di vodka. Bevi Ares, lo sai meglio di me cosa succede se non ti nutri."
Ares lo guardò con disprezzo, lo odiava in quel momento ma Caius sembrava abituato a quel gelido sguardo e con un sorriso gli porse ancora la sacca di sangue "È B positivo, il tuo preferito." Ares prese la sacca e la svuotò continuando a guardare con sdegno il suo consigliere. 
Scesero dall'auto e Ares lasciò cadere a terra la sacca svuotata, si pulì gli angoli della bocca con l'indice e si succhiò il polpastrello.
Il sole illuminava l'immensa villa circondata da un vasto parco 
"Ora ci divertiamo Caius." e un sorriso diabolico si disegnò sul suo volto.

   
 
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