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Autore: TheStrangeCaseOfCass    02/12/2016    2 recensioni
Dal capitolo 3: "Scosse la testa, contrariata. Diamine, era lì per divertirsi o no? Via questi cavolo di pensieri, occupavano già troppe delle sue giornate. Doveva lasciarsi andare quella sera, divertirsi come non faceva da troppo tempo, o forse come non aveva mai fatto."
Dal capitolo 5: "Lzzy annuì, felice di non dover tagliare fuori dalla sua vita quella magica ragazza che vi era entrata così all'improvviso. Era sempre stata una persona molto espansiva, aperta alle nuove esperienze, in diciotto anni aveva stretto amicizia con centinaia di persone in tutto il mondo e sentiva in qualche modo una speciale affinità con la strega."
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, FemSlash | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 19

 
- Stupida! Ecco cosa sei Lzzy, una stupida deficiente, una cretina che non sa neanche essere sincera con l’unica persona a cui davvero non può mentire!!! -
Infuriata con sé stessa, Lzzy misurava a grandi passi il soggiorno dove era appena ricomparsa. Si rese conto di essere avvolta da un’aura color fuoco, il colore della rabbia, quindi chiuse con un gesto tutte le tende e le persiane perché i vicini non pensassero ad una torcia umana.
Un vento caldo invase la stanza, spostando i pochi soprammobili. Voleva dirglielo, voleva dire ad Icy di Joe ed era andata ad Alfea con l’intenzione di farlo, ma poi avevano parlato di quella cosa e Lzzy aveva cercato di dimenticare per qualche ora che il suo ragazzo non era magico, e neanche suo fratello, il suo migliore amico, i suoi genitori, nessuno era come lei e prima o poi avrebbe dovuto dire addio a tutti loro. Per cosa? Una lunga, magica vita di solitudine?
Per la prima volta Lzzy provò un senso di repulsione verso i suoi poteri. Il vento diventò gelido e tagliente, l’aura della ragazza virò dal rosso all’indaco. Era un colore non nuovo, che identificò con “paura”. Cercando di riprendere il controllo, Lzzy inspirò ed espirò profondamente più volte, sentendo il vento che smetteva di graffiarle la pelle. Riassorbì la sua aura, nonostante il suo più grande desiderio in quel momento fosse liberare tutta la sua magia finchè non fosse tornata di nuovo normale, come tutti gli altri. Aveva bisogno di dimenticare e conosceva un ottimo metodo per farlo.
 
***
 
Joe spinse la porta con un ginocchio, carico di buste della spesa.
- Stasera niente takeaway. - borbottò arrancando verso la cucina, quando sentì dei singhiozzi provenire da lì.
- Lz? Sei tornata? - chiese.
Non ricevendo alcuna risposta se non altri singhiozzi soffocati, Joe posò delicatamente le buste ed entrò in cucina, sperando in cuor suo che il suo sesto senso si sbagliasse.
Lzzy era seduta al tavolo della cucina, la schiena curva sul tavolo continuamente scossa dal pianto, il viso nascosto fra le braccia incrociate, i capelli in disordine. Sul tavolo c’era una bottiglia aperta e vuota.
- Cosa diavolo… Lzzy, che ti è preso?!? - chiese correndole accanto e cercando di sollevarle la testa.
- Lasciami sola. Devo abituarmi a stare sola. -
- Cosa? Che storia è mai questa? Cos’è successo a Magix? -
Lzzy gemette per poi scoppiare in una serie di forti singhiozzi. Ubriacarsi non l’aveva aiutata affatto.
- C’è qualche regola che ti impedisce di stare con chi non ha poteri magici? Maledizione Elizabeth, dimmi qualcosa! - implorò Joe, sempre più preoccupato.
- No, no, non è così. E’che io resterò qui quando voi non ci sarete più. -
Joe stava per chiedere a Lzzy cosa volessero dire le sue parole strascicate, ma capì da solo e gli si gelò il sangue nelle vene.
- Che… che cosa? -
Lzzy con uno scatto gli afferrò il braccio e riversò in lui il ricordo della conversazione con Icy. Joe ne fu preso alla sprovvista e osservò la scena inebetito. Quando il ricordo finì e Lzzy lo lasciò si trovò a fissare il suo volto, rigato di lacrime nere di eyeliner che scendevano copiosamente dagli occhi lucidi. Non aveva idea di cosa dire, quello che aveva sentito suonava quasi come una maledizione. Ma doveva trovare un argomento per fermare le lacrime della sua ragazza prima che le venisse in mente di suicidarsi. Le prese il volto tra le mani e disse:
- Non puoi saperlo. Non puoi saperlo Lzzy. Hai sentito quel “no” di Icy? C’è una scelta, devi credere che ci sia una scelta da fare! -
Lei annuì. Joe decise che non l’avrebbe comunque lasciata finchè non fosse stata abbastanza lucida, e al diavolo i surgelati. La fece alzare lentamente e la accompagnò in camera da letto, quindi la fece stendere. Temendo che andasse via, lei si tirò subito su e lo strinse in un abbraccio. Joe ricambiò l’abbraccio e le baciò i capelli.
- Resto qui, non preoccuparti. - le disse.
 
§§
 
Quella sera
 
In mezzo a tutte quelle fate Aire si sentiva come una corda tesa pronta a spezzarsi. Temeva che uno spacco fosse in agguato nel viso di ogni persona e di conseguenza camminava ad occhi bassi verso la porta, sperando di non essere vista. Guardando in basso, però, fu lei a non vedere la schiena della persona contro cui andò a sbattere.
- Ahi! - borbottò alzando lo sguardo.
- Ci sono metodi meno aggressivi per abbordarmi piccola. - scherzò il ragazzo, facendola avvampare.
- Come… come ti permetti? Non so neanche chi sei! -
Il ragazzo sfoderò un sorriso gentile e arrogante al tempo stesso, cosa che fece impazzire la ragazza. Certo lui poteva permettersi un sorriso del genere, con quel fisico e quegli occhi castano scuro…
- Rimedio subito. Vedi, finchè non mi sei venuta addosso non avevo idea di quale ragazza scegliere per il dono… -
Aire lo interruppe frettolosamente, inorridendo all’idea.
- Continua a pensare, non sono il tipo da robaccia sdolcinata. Addio. - disse, e si dileguò fra gli studenti, muovendosi in fretta verso il corridoio buio.
Il ragazzo cercò di seguirla, ma non riuscì a raggiungere l’esile strega che sgusciava fra la folla.
Aire raggiunse correndo il grande atrio che già conosceva e salì le scale due gradini alla volta. Arrivata ai dormitori, corse veloce verso gli appartamenti dell’ala est, ancora scossa dagli occhi di quel ragazzo.
 
§§
 
Intanto la festa continuava. Le Winx e gli Specialisti restavano perlopiù accanto alle Trix, che si sentivano assolutamente fuori posto. Non era facile restare indifferenti di fronte alla diffidenza degli sguardi e ai mormorii pettegoli dei ragazzi, né per le tre streghe né per gli altri: le prime, Icy in special modo, avevano un atteggiamento difensivo e quasi innaturale per loro; mentre le Winx ribollivano di rabbia nel sentire i commenti più velenosi. Era solo merito di Brandon se Stella non aveva già dato inizio ad una rissa, ma il ragazzo non era sicuro che sarebbe riuscito a trattenerla tutta la sera. Mentre lo Specialista trascinava la sua ragazza verso la pista da ballo per tenerla impegnata, il gruppo venne raggiunto da Adelaide e Cassandra.
La prima indossava un abito corto dalla gonna svolazzante, blu cobalto con decorazioni fucsia, mentre la seconda aveva un vestito nero con la gonna aderente. Una cintura argentata decorava l’abito, che tuttavia era estremamente semplice.
- Ciao ragazze. Bei vestiti. -salutò Adelaide.
- Anche i vostri non sono affatto male. Le altre dove sono? - chiese Musa.
- Stanno alle costole dei ragazzi carini senza avere il coraggio di farsi avanti… o di farsi spingere addosso a loro. - rispose Cassandra.
- Sì, e io e Cass non abbiamo voglia di star loro dietro. Sono frustranti, loro e la loro indecisione. - concluse Adelaide aggiustandosi i capelli candidi con aria di sufficienza.
 
§§
 
“Oddio, quale sarà la sua stanza?” pensò Aire entrando nell’appartamento che le Winx e le Trix condividevano. Aprì la porta più vicina e vide un letto enorme con sopra una mensola carica di ninnoli che riproduceva la firma della fata del sole. “Ok, non è questa” pensò chiudendo la porta.
Tentò con altre due camere prima di trovare quella che stava cercando: al contrario delle altre, era abbastanza anonima e sobria, con mobili viola e bianchi e, rispetto alle altre, era estremamente ordinata.
Con uno schiocco di dita inondò la stanza di una luce bianca senza fonte, dando alle cose un curioso aspetto piatto. Spostò lo sguardo fra i due spazi ricavati nella stanza, separati da una scrivania che creava un angolo con un armadio e un letto. Optò per quella parte, dove prevaleva il colore bianco. Sulla scrivania c’erano alcuni libri di testo. Aprì la prima pagina di un libro che portava scritto “Elementologia applicata” ed esultò nella sua mente vedendo la firma svolazzante della strega del ghiaccio.
“Dubito che dei libri di scuola possano avere dei ricordi interessanti. Da cosa comincio?” si chiese guardandosi intorno. Sul comodino c’erano solo una lampada lilla, un libro di mitologia, il cellulare di Icy e delle cuffiette annodate. Aire aprì il primo cassetto del comodino. Conteneva solo un cofanetto e un diario senza lucchetto. Aire prese il diario con le mani che tremavano e lesse la prima pagina a bassa voce, incredula.
- 28 agosto, anno del Grifone. Credevo di essere libera, Griffin a parte. Come al solito, sbagliavo: le Antenate ci hanno ordinato di eliminare la magia positiva tramite l’Albero della Vita. Cosa darei per non essere costretta a farlo! -
Dopo c’era una pausa di più di un anno, probabilmente dovuta alla prigionia ad Andros.
- 15 settembre, anno del Pegaso. Sono nei guai diario. Sono nei guai più seri, perché mi sono di nuovo innamorata. Ma stavolta non sarà come con Valtor, stavolta non è un amore a senso unico. Tritannus è diverso, lo vedo nel modo in cui mi guarda, lo sento nella sua voce… Lui non è distaccato come Valtor o Darko, no, è tutto l’opposto. E’ impulsivo, irrazionale, mi ama e me lo dimostra ogni giorno. Darcy e Stormy non si fidano di lui, vorrebbero andare via, ma io non lo lascio. Hanno tempo per cambiare idea. -
Aire si chiese che fine avesse fatto questo Tritannus. Andò avanti di qualche pagina e qualche mese, fino a trovare la risposta.
“Ha cercato di uccidermi! Non ci posso credere, ha cercato di uccidermi e se non ci fossero state le mie sorelle lo avrebbe fatto! Ho smesso di piangere da una manciata di minuti, ma solo perché ho finito le lacrime: continuerei fino a sciogliermi, mi sentirei comunque meglio di così!”
- No! Perché?! - esclamò Aire, mordendosi subito la lingua.
Ok che non c’era nessuno, ma meglio non rischiare. Le dispiaceva moltissimo per Icy, era stata veramente sfortunata in amore. Scorse altre pagine, leggiucchiando qua e là, finchè non arrivò ad una pagina con infilato un biglietto.
“30 luglio, anno della Driade. Il concerto è stato bello, anche se in realtà ho visto molto poco… lasciamo stare, meglio. La parte interessante della serata è stata la conclusione. Stavo passeggiando per le strade, veramente sola per la prima volta in non so quanti mesi, quando sento che dei tizi stanno cercando di violentare una ragazza. Ci avevano provato anche con me e avevo una gran voglia di dargli una lezione, quindi sono corsa verso le voci, ma non mi aspettavo che la ragazza in questione fosse Lzzy Hale, la cantante! Mi sono liberata di quei tre ceffi e poi mi sono occupata di lei. Dato che sono stata costretta ad usare la magia per non ritrovarmi con una pallottola in corpo era abbastanza sconvolta, ma per fortuna era illesa. Non so quanto tempo siamo rimaste lì in strada. Quando è riuscita ad alzarsi l’ho accompagnata dal resto della band e le ho detto quello che potevo, forse anche di più. Non so perché l’ho fatto, sentivo di doverlo fare e basta. Sono dei ragazzi simpatici al primo impatto e Lzzy… credo le manchi qualche rotella onestamente, voglio dire, si fida di me! Bisogna essere pazzi per fidarsi di una come me, ma d’altra parte non le ho detto che sono praticamente una criminale. Mi sento strana diario, c’è una voce in me che mi dice di rivedere al più presto Lzzy. Che mi sta succedendo?”
Aire era interessatissima, mai avrebbe sospettato una cosa del genere. Prese il biglietto del concerto per spostarlo e leggere la pagina che copriva, ma tutto divenne grigio. La ragazza scattò in piedi, facendo cadere il diario. Attorno a lei si delineò un vicolo umido, di fronte a lei Icy e una ragazza con i capelli e gli occhi castani. Icy la stava rassicurando.
- Riesci a dirmi come ti chiami? -
- Lzzy… mi chiamo Lzzy Hale. - rispose l’altra confermando i sospetti di Aire.
Dopo poche altre parole Icy si sedette accanto a Lzzy e fu proprio allora che Aire vide una cosa sconcertante: gli occhi delle due si illuminarono per una frazione di secondo, come se una cometa vi si fosse specchiata nel suo passaggio. Ma loro non se ne accorsero.
- Oh mio dio, non ci credo… - sussurrò Aire mentre attorno a lei la strada spariva lasciando il posto alla mobilia.
Afferrò il diario e rimise il biglietto al suo posto, chiuse il diario e lo rimise nel cassetto, cercando disperatamente qualcos’altro da portare alle sue compagne. Non poteva dire loro che Icy aveva un Bonding, se si fosse sparsa la voce era sicura che Icy l’avrebbe pelata viva, Roccaluce o non Roccaluce. Ammesso e non concesso che riuscisse a risalire a lei.
Aprì il cofanetto e, spostando i vari orecchini, toccò anche uno dei nastri che Icy usava per raccogliere i capelli. Ce n’erano circa una decina, dal bianco al viola. Quello era azzurro cielo, ma per Aire la stanza era di nuovo grigia. Si guardò intorno, riconoscendo le Winx e le Trix. C’erano anche dei ragazzi, che la strega suppose essere i fidanzati delle Winx. “Tutte sistemate quelle” pensò acida la ragazza, e i suoi pensieri corsero di nuovo al ragazzo sconosciuto. Si riscosse quando vide Icy e Lzzy sedute vicine su quello che sembrava essere un enorme materasso. Evidentemente avevano continuato a frequentarsi ed erano diventate anche piuttosto intime. Per quanto potesse essere svitata, Aire pensava che neanche un pazzo da ricovero avrebbe preso in giro la strega dei ghiacci come in quel momento la ragazza: Lzzy le aveva sciolto i capelli rubandole il nastro che lei aveva ancora in mano e lo aveva passato a Stella.
- Sempre con la coda, che noia. Non ti fa male la testa dopo un po’?- chiedeva già ridendo.
Icy mise il broncio in modo palesemente falso, facendo ridere ancora di più Lzzy. Lo spacco terminò mentre Icy rideva insieme a lei. Aire decise di essere soddisfatta di quel ricordo, quindi creò una copia permanente del nastro con la magia e la mise al posto di quello vero, che fece sparire. Era pronta per tornare a Torrenuvola.
 
§§
 
Faragonda battè le mani e annunciò il momento del dono. Icy, Darcy e Stormy si scambiarono uno sguardo e si diressero senza farsi notare verso il corridoio. Icy e Stormy, libere di muoversi come volevano, raggiunsero la porta prima di Darcy, impacciata dall’abito lungo e aderente. La gonna con lo spacco era splendida ma rigida e le impediva una falcata lunga.
Stava per seguire Stormy e Icy fuori dalla sala, ma qualcuno la trattenne gentilmente per un polso. Cercando di non avere l’aria di un condannato a morte, la strega si voltò. Un ragazzo dai capelli liscissimi e blu le sorrise e disse:
- Se ti lascio il polso scappi? -
- Non posso più farlo, temo. -
- Ne sono felice. - rispose lui, voltando il palmo della strega e posandovi delicatamente qualcosa.
Controvoglia, Darcy abbassò lo sguardo. Una falabellula di ametista scintillava nella sua mano. Eppure sapeva che il dono di quell’anno sarebbero state delle sovrane di quarzo rosa come quelle che i ragazzi di Fonterossa stavano consegnando alle fate tutt’intorno a lei. Rivolse uno sguardo interrogativo al ragazzo e notò che i suoi occhi erano veramente belli, di un verde scuro che trovava incantevole.
- So che le farfalle non sono esattamente gli animali preferiti dalle streghe, così… - spiegò il ragazzo.
Darcy era colpita da quel gesto: significava che il ragazzo aveva premeditato di dare il suo dono a lei o ad una delle sue amiche.
- Oh. Grazie… -
- Che maleducato, scusami. Il mio nome è Walter. -
Darcy sorrise. Walter le stava decisamente simpatico.
- Grazie Walter. Apprezzo il pensiero, anche se stavo tentando di svignarmela. -
Fu il turno del ragazzo di sorridere. Un  gridolino di eccitazione li fece voltare entrambi. Una matricola osservava deliziata la sua farfalla passeggiarle sul palmo della mano, muovendo delicatamente le ali di pietra.
- Guarda cosa fa la tua falabellula. - suggerì Walter.
Darcy riportò lo sguardo sulla statuina e con meraviglia vide l’insetto muovere le ali una alla volta, come per controllare che funzionassero, per poi lanciarsi in una serie di spirali intorno alla strega. Walter alzò un dito e disse:
- Posati. -
L’insetto atterrò sul dito, reggendosi con le zampine.
- Ti piace la mia variante? - chiese alla strega.
- Molto carina, devo ammetterlo. Quindi sei un mago? -
- Un mago… ho qualche potere, ma non mi definirei un mago a tutti gli effetti. Me la cavo con la magia, tutto qui. - rispose lui stringendosi nelle spalle.
- Se lo dici tu. - replicò Darcy.
Poco lontano, Stella aveva assistito alla scena. Diede una leggera gomitata a Flora e le indicò la coppia.
- Guardali - disse - sono carini insieme, vero? E poi lui sembra cotto di lei. -
- Non saprei Stella, ma non credo che Darcy cerchi quel tipo di compagnia al momento. - osservò la fata della natura.
- Oh, che guastafeste. Tu che ne dici Brandon? Anzi no, dimmi chi è quel ragazzo. -
- Si chiama Walter, è del nostro anno. Fa parte di un’altra squadra di Specialisti. -
Helia si rivolse al moro.
- Credi che possa essere una scommessa? Darcy ci rimarrebbe male se… -
- No, non si tratta di una scommessa, ne sono sicuro. Lo conosco, Walter non è tipo da giocare così con le persone. - disse Brandon scuotendo la testa.
- Meglio così, almeno c’è una possibilità per la coppia. - cinguettò Stella.

Spazio dell'autrice
Ed eccomi qui col primo capitolo di dicembre :) Sapete quando l'ho scritto? Il 2 giugno, mentre gli Halestorm suonavano a Monza e io morivo dentro perchè con un biglietto anche economico io non ero lì!
Chiuso lo sclero, direi che ad Aire è andato tutto abbastanza bene in fin dei conti. Cioè, per il momento è viva e ha trovato ben più di quello che le interessava.
La falabellula è una mia invenzione, diciamo che è una libellula di Magix. La sovrana invece è una specie di farfalla che compare nei giornalini.
Arrivando alla prima parte del capitolo, non riesco a pensare a niente che possa spaventare Lzzy Hale se non la solitudine e lei è a dir poco terrorizzata dalla prospettiva che Icy le ha aperto, quindi agisce d'istinto e cerca di dimenticare il suo problema. E' un po' la personificazione del processo che il cervello umano svolge di fronte a traumi emotivi importanti che aggira o disperdendone la memoria o modificandone il ricordo. Quindi non è assolutamente nelle mie intenzioni dare ad intendere che Lzzy sia un'alcolista. Giusto per chiarire.
Chiudiamo anche il discorso serio :)
Grazie a tutti coloro che leggono e/o recensiscono :)
See y'all
Cass

 
   
 
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