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Autore: Bluemoon Desire    02/12/2016    5 recensioni
[L\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\'Allieva ]
Nel tentativo di proporre una continuazione ideale delle avventure dei protagonisti de "L'Allieva", questa storia riparte lì dove il finale della prima serie si è interrotto, con la nostra simpatica Alice divisa tra gli amori della sua vita, Claudio ed Arthur.
Forse nel suo cuore la decisione è già presa, ma riuscirà a perseguirla senza più paure ed incertezze? [ ATTENZIONE: La storyline e la caratterizzazione dei personaggi prendono spunto sia dalla fiction Rai che dai romanzi di Alessia Gazzola]
Genere: Commedia, Romantico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo
Capitoli:
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                                                                CAPITOLO 1 - ALICE TORNA A FAR DANNI

 

Bisogna essere coraggiosi e anche un po’ folli per aprire il cuore e donarlo a qualcuno.

—     Charles Bukowski



Era una tipica serata di fine estate, insopportabilmente umida e con una temperatura media che non accennava a voler calare al di sotto dei 25 gradi, contrariamente a quanto dichiarato quella mattina dal responsabile delle previsioni meteo in onda sul canale del TG Regionale.

Forse suo padre non aveva poi tutti i torti a considerarlo un mezzo cialtrone, dopotutto!

« Si può sapere perché i tuoi cari colleghi di Facoltà si divertono sempre ad organizzare queste festicciole proprio quando ci sono gli scioperi dei mezzi pubblici? » proruppe di colpo la voce seccata della sua migliore amica Silvia, seduta accanto a lei nell'auto, rigorosamente al posto del guidatore, con il braccio sinistro ben teso fuori dal finestrino, quasi a voler catturare ogni piccolo alito di vento che viaggiava debole nell'aria. 

« Non saprei » replicò Alice, voltandosi a guardarla con espressione vagamente divertita « Magari perché sanno che posso sempre contare sulla mia migliore amica e sul suo animo altruista e generoso che non mi farebbe MAI pesare un piccolo ed insignificante passaggio in macchina... » 

« Sei simpatica, Alice » la liquidò seccamente Silvia, prima d'imboccare l'ampia traversa che conduceva alla maestosa proprietà romana della famiglia Malcomess « Piuttosto...come pensi di gestire il tuo bel triangolo stasera? Perché i tuoi spasimanti ci saranno entrambi, dico bene? »

« Arthur e Claudio? » boccheggiò Alice, eludendo strategicamente lo sguardo dell'amica, come sempre carico di fastidiosi sottintesi « Sì, immagino che ci siano entrambi...a meno che Arthur non sia già ripartito per Parigi. Anche se, con Cordelia appena rientrata dalla degenza ospedaliera, non credo proprio che si sia già messo in viaggio... »

Ma chi voleva prendere in giro? 
Il giorno prima aveva telefonato appositamente alla piccola Malcomess soltanto per sapere se suo fratello sarebbe stato presente al party d'inaugurazione del nuovo anno accademico organizzato alla villa di suo padre, e quasi le era scoppiato un attacco di panico in piena regola quando Cordelia glielo aveva candidamente confermato. 
Come avrebbe trovato anche solo il coraggio di guardarlo in faccia? 
Da quando Arthur l'aveva sorpresa con quell'improvvisata all'Istituto di Medicina Legale, lei non lo aveva più cercato. 
Nè al telefono, né su Skype...né tantomeno di persona.
E neppure lui si era fatto vivo, a dir la verità. 
Certo, con Arthur era normale che ciò accadesse, ma Alice sospettava che questa volta fosse una scelta del tutto intenzionale. 
Voleva concederle il tempo necessario per riflettere sulla sua proposta di ritornare insieme, senza farle pressioni. 
A modo suo voleva dimostrarle che stavolta era pronto a considerare le sue esigenze come una priorità, e forse avrebbe anche apprezzato di più questo tentativo di rimediare alle mancanze del passato, se solo il suo cuore e la sua mente non fossero stati già così impegnato ad analizzare razionalmente i confusi sentimenti che nutriva per Conforti. 

Contrariamente a quanto accaduto con Arthur, i suoi contatti con Claudio erano proseguiti con una certa continuità per l'intera durata delle vacanze estive, ad eccezione di quei miseri cinque giorni di relax a Sacrofano che si era ritagliata poco prima della fine di Agosto.
Si era trattato per lo più di una frequentazione di tipo professionale, nulla di più, ma averlo avuto attorno giorno dopo giorno non aveva affatto contribuito a toglierle dalla mente le parole che Claudio aveva pronunciato quel giorno in Istituto.
Era impossibile per lei riuscire a togliersi dalla mente quel discorso e, per quanto si ostinasse a non volerlo ammettere neppure con se stessa, dopo aver conosciuto quella parte nascosta di lui, più amabile e vulnerabile di quella che aveva sempre mostrato in pubblico, la sua idea sul conto di Claudio era notevolmente mutata. 
Sentiva che c'era qualcos'altro dietro quella facciata da uomo insensibile e privo di senso dell'attaccamento, qualcosa che la attirava più di quanto non fosse disposta a riconoscere. 

« Sicura che non ti serva una spalla per stasera? » 

La voce di Silvia riscosse bruscamente l'attenzione di Alice dai suoi confusi pensieri, riportandola di colpo alla realtà. 
Ne avrebbe avuto bisogno, eccome, anche solo per evitare di incappare in qualche figuraccia delle sue davanti a mezzo Istituto di Medicina Legale. 
Ma era tempo che iniziasse a crescere e a prendersi la piena responsabilità delle sue decisioni e dei suoi errori. 
Nel bene e nel male. 

« Me la caverò, tranquilla » le rispose infine, più a scopo di auto-convincimento che per reale sicurezza « Non potrò evitare il confronto con Arthur per sempre e in quanto a Claudio...se sono riuscita a gestirlo quest'estate in Istituto, mentre eravamo da soli, dovrei anche essere in grado di tenerlo a bada per qualche ora, in mezzo a centinaia di altre persone, no? »

« Se lo dici tu » tagliò corto Silvia, svoltando a tutta velocità nel vialetto della villa dei Malcomess, per poi rallentare fino a fermarsi a ridosso dell'area interna di parcheggio, già quasi interamente occupata dai veicoli degli ospiti. 

« Ehi, ti ringrazio davvero per il passaggio » fece Alice, spalancando la portiera dell'auto dalla parte del passeggero « E scusami ancora se ti ho fatta arrivare fin qui di sabato sera... » 

« Questo ed altro per la mia migliore amica » replicò Silvia con un'occhiata ammiccante, prima di rimettere in moto il veicolo « Oh, ovviamente appena arrivata a casa mi fai un bel resoconto della serata e me lo mandi su Whatsapp. E niente censure, che sia chiaro, voglio sapere TUTTO! » 

« Contaci » le assicurò Alice sorridente, facendo capolino dal finestrino aperto dell'auto « Tu, piuttosto, cerca di divertirti a cena con il tuo cardiochirurgo! » 

E mentre osservava la Ford Focus blu elettrico della sua migliore amica svanire rapida oltre l'orizzonte, un'imponente consapevolezza la investì da capo a piedi. 
Di lì a poco avrebbe affrontato i due peggiori "demoni" della sua vita. 
Ma era davvero pronta a farlo? 

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Imbevuti di champagne e superalcolici fin dentro le viscere, chi più e chi meno, i suoi aitanti colleghi dell'Istituto di Medicina Legale di Roma sembravano fortemente intenzionati a metterla in imbarazzo in ogni modo possibile ed immaginabile. A cominciare dalla sua algida ed imperiosa "nemesi", l'Ape Regina degli specializzandi, la dottoressa Ambra Negri Della Valle, impeccabile nel suo elegantissimo abito da sera di Chanel all'ultima moda e con tanto di spasimante riccone al seguito. Da quando la sua relazione con Claudio si era bruscamente interrotta per volere di quest'ultimo, tra imbarazzanti scenate pubbliche e pesanti recriminazioni, non passava settimana senza che Ambra non sfoggiasse l'ammiratore di turno in giro per i corridoi dell'Istituto. 

« Alice carissima! » la accolse smagliante, con il sorriso più falso che le avesse mai visto stampato in volto « Ci stavamo giusto chiedendo se e quando ti saresti materializzata alla festa...sai, dopo la rottura con il figlio del capo non sapevamo se avresti avuto il coraggio di presentarti qui! Ovviamente io so bene cosa si prova a dover rivedere il proprio ex in situazioni del genere, ma l'avevo detto a Lara e Paolone che non avresti temuto un confronto...giusto, Alice? »

« Ehm...già » riuscì a malapena a biascicare quest'ultima, le guance che sembravano quasi andarle a fuoco per l'imbarazzo. 

« Nonostante tutto, Allevi, ti trovo abbastanza in forma » proseguì la vipera bionda, senza minimamente accennare ad una tregua « Non è mai bello quando una storia finisce, ma la mia filosofia è sempre la stessa..."mai dargli la soddisfazione di vedere quanto stai soffrendo"! Mai permettere ad un uomo di trarre potere dalla tua disperazione, ricordatelo... »

A queste parole, nella mente di Alice si materializzò il volto pallido e spento di Ambra durante il periodo depressivo che aveva seguito la sua rottura con Claudio, e per un breve momento fu quasi tentata di far riaffiorare alle labbra quel ricordo, così, giusto per cancellarle quell'espressione saccente e compiaciuta dal volto. Fortuna volle che, proprio quando stava per cedere a quell'impulso maligno, Lara e Paolone accorressero in suo soccorso, trascinandola furtivamente via dalla Barbie per andare a spettegolare altrove. 

« Ho sentito dire da qualcuno che è un promettente ricercatore della Sorbonne » prese a raccontarle Lara a mezzavoce, accennando con lo sguardo all'affascinante ma silenzioso accompagnatore di Ambra « Credo che sia inglese o americano...non ho capito bene... »

« Ora capisco perché non ha mai aperto bocca, poveretto! » osservò Paolone ironico, prima di ficcarsi in bocca - con estrema ingordigia - una generosa manciata di tartine al patè di olive, afferrate al volo da uno dei ben nutriti vassoi del buffet.

« Viene scaricata da Conforti e si consola con gli specialisti medici di mezza Roma, poi se ne va a Parigi e si becca il genio della Sorbonne...cioè...ditemi voi se non è culo sfacciato questo! » proseguì imperterrita Lara, visibilmente indispettita dalla facilità con cui la vita sembrava scorrere tra le mani di Ambra. 

« Avverto una lieve punta di gelosia, Nardelli! »

La voce di Claudio proruppe così inaspettata alle loro spalle, da farli sobbalzare tutti e tre in modo palese ed inequivocabile. 
Pensieri positivi a parte, non appena gli occhi di Alice incrociarono il volto abbronzato e teso di Claudio, qualcosa di molto simile ad un grosso masso prese a scivolarle lentamente attraverso la gola, fino a depositarsi in fondo allo stomaco. Un ingombrante e fastidioso macigno che portava il nome di Claudio Conforti e dal quale lei non sembrava proprio in grado di liberarsi. 

« Ti trovo bene, Allevi » proseguì il "sexy infame", chinandosi prontamente verso di lei per stamparle un bacio sulla guancia che, per quanto innocente e casto potesse apparire dall'esterno, riuscì a farle girare parecchio la testa. 

Per non parlare del suo dannato profumo. 
Declaration di Cartier. Il suo marchio di riconoscimento.
Ogni singola volta che Claudio le si avvicinava, non riusciva a fare a meno di perdersi in quella fragranza così...fascinosa. 
Inutile illudersi, per quanto la riguardava, quell'uomo rappresentava un pericolo in tutti i sensi.

« Stai bene anche tu » si limitò a ribattere con freddezza, sfuggendo caparbiamente quello sguardo ammaliante ed ipnotico per non ricadere nelle vecchie tentazioni.

La sua tattica d'evasione non sfuggì però alla rapace attenzione di Claudio che, infatti, senza dire una parola, si defilò incupito per raggiungere la Dottoressa Boschi e un paio di altri luminari impegnati poco lontano in un'accorata discussione sugli ultimi aggiornamenti relativi alla "Virtopsy" - una delle nuove punte di diamante del programma di sperimentazione accademica lanciato dal loro Istituto. 

« Si può sapere che t'è preso, Ali? » le soffiò Lara all'orecchio, fissandola con un'espressione a dir poco sconcertata « Non dico che non mi dia soddisfazione vedere Claudio preso a metaforiche bastonate da una donna, ma-- » 

« Ho solo risposto al suo saluto, tutto qui » ribatté Alice sulla difensiva, senza però riuscire a smettere di lanciare occhiate furtive a Claudio al di sopra della spalla di Lara.

« Ma certo, hai solo risposto al suo saluto...come no! » le fece il verso quest'ultima con accentuato sarcasmo « Alice, parliamoci chiaro...tu sei stata a letto con Conforti. E' talmente chiaro che c'è una forte tensione sessuale irrisolta tra di voi, che perfino un cieco se ne renderebbe conto! »

« Veramente io non l'avevo notato » intervenne Paolone con un'espressione sinceramente sconcertata in volto. 

« Ecco, diciamo che se ne renderebbe conto chiunque al mondo, ECCETTO Paolone » si affrettò a puntualizzare Lara, zittendolo con un'occhiata minacciosa « Alice... » riprese poi, imperterrita « ...è per colpa di quello che c'è stato con Claudio se è finita tra te e Malcomess Jr? »

Il lungo silenzio di Alice bastò come conferma.

« Non per essere ovvia, ma... tu lo sai che stasera qui c'è anche il tuo ex, vero? » le fece notare ancora l'amica. 

« Certo che lo so, Lara! » sbottò Alice, infastidita da tutto quel vivo interesse nei riguardi della sua incasinata vita privata « Non accadrà niente che non dovrebbe accadere. Siamo tra persone adulte, no? »

« Persone adulte? » ripeté Lara scettica, inarcando un sopracciglio « Conforti? »

Il metaforico macigno materializzatosi nello stomaco di Alice prese ad agitarsi in modo fastidioso, risvegliando tutta una serie di pessime sensazioni. 
Claudio era un tipo molto orgoglioso ed altrettanto vendicativo, e lei di validi motivi per nutrire del rancore gliene aveva forniti a sufficienza in quegli ultimi mesi. A cominciare da quella notte trascorsa insieme al congresso e poi rinnegata ad oltranza fin quasi alla nausea.
E se Lara avesse avuto ragione? 
Se un incontro tra Arthur e Claudio avesse portato ad un violento scontro tra i due?
Oddio no, non poteva permettere che accadesse qualcosa di vagamente simile a quello scenario, non ora che finalmente il Supremo e la Wally sembravano nutrire un po' di sincero interesse nei suoi riguardi. 

« Mi allontano un momento, ragazzi, scusate » disse frettolosamente a Lara e Paolone, prima di allontanarsi a grandi passi in direzione di Claudio. 

Doveva chiarire quella situazione prima che fosse troppo tardi.
Ma proprio quando si trovava così vicino a lui da poterlo quasi sfiorare, qualcuno le rovinò addosso con così tanta energia da farla barcollare e cadere all'indietro sul pavimento come una pera cotta, sotto gli sguardi divertiti - e vagamente compassionevoli - dei presenti. 
Avvampando in volto per il cocente imbarazzo, Alice si risollevò cautamente in piedi, tentando di restituire un minimo di dignità alla sua pietosa immagine. 
Come al suo solito, era riuscita ad offrire l'ennesimo ricordo indimenticabile di quel party accademico. 

« Tutto bene, Alice? »

Oddio...quella voce. La SUA voce. 
Alice ruotò il collo così velocemente da farsi quasi male. 

« A-Arthur... » boccheggiò senza fiato, con un'espressione a metà tra lo sconvolto ed il terrorizzato. 

« Ciao! » la salutò lui, sorridendole con dolcezza come accadeva sempre quando i loro sguardi finivano per incrociarsi « Stai bene, allora? » proseguì poi, sfiorandole appena una spalla con il palmo della mano « Non ti avevo proprio vista, Alice, perdonami...qui dentro c'è talmente tanta gente che ci vorrebbe un navigatore anche solo per spostarsi da una parte all'altra della stanza! »

« Non preoccuparti, sto benone » lo tranquillizzò Alice con un gran sorriso « Tu, piuttosto? Cordelia mi aveva detto che non era sicuro che venissi stasera al party...sai, per via di quel tuo nuovo lavoro a Parigi... »

Arthur bevve un lungo sorso di Spritz all'arancia dal suo calice, senza mai staccarle gli occhi di dosso.

« In effetti sarei già dovuto partire due giorni fa » confermò poi con la massima disinvoltura « La verità è che non me la sentivo proprio di lasciare Cordelia da sola...non ancora...e poi qui ci sei tu. »

A queste parole, Alice inghiottì il vuoto.  
Forse per la prima volta da quando lo conosceva, gli sembrava di intravedere un vago accenno d'imbarazzo in quei suoi tratti solitamente determinati e impavidi. 

« Arthur, io... »

« Lo so, hai bisogno di tempo. Volevo solo che sapessi che io sono ancora qui e che non ho dimenticato la mia promessa. »
 
Fece per rispondergli, quando uno strano formicolìo le attraversò la base della nuca, spingendola impulsivamente a gettare uno sguardo alle sue spalle con la coda dell'occhio. 
E fu allora che lo notò.
Claudio li stava fissando da lontano con una certa insistenza e sembrava decisamente fuori di sé...se non peggio.
Qualcosa in quello sguardo le suggeriva che, se solo fosse stato in grado di scagliare dei dardi infuocati dagli occhi, di certo li avrebbe già inceneriti entrambi. 

« Alice? Tutto bene? » 

La voce di Arthur calamitò di nuovo la sua attenzione, distraendola da Claudio e dalla sua gelosia.

« Perdonami, Arthur, sono solo un po' stanca » tentò di giustificarsi, senza troppa convinzione « Possiamo riparlare di questa storia in un altro momento? Adesso ho proprio bisogno di prendere una boccata d'aria, se non ti spiace... »

Sul volto di Arthur si dipinse un vago sorriso malinconico che gettò Alice nello sconforto più totale. Si sentiva un mostro. 
Un gigantesco mostro senza cuore. 
E' vero, Arthur non si era comportato particolarmente bene durante la loro breve frequentazione, ma non l'aveva mai tradita o ferita intenzionalmente. 
Vederlo così triste a causa della loro separazione la faceva stare male, ma non se la sentiva di illuderlo.
Non quando nel suo cuore infuriava ancora il caos più totale. 

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Con i gomiti appoggiati sulla ringhiera dell'ampia terrazza di Villa Malcomess, Alice rimase a lungo in silenzio, a fissare un punto imprecisato sull'orizzonte invisibile di quell'oscura immensità trapunta di stelle. 
La vita a Roma le aveva donato una gran quantità di gioie e piaceri che un paesino microscopico come Sacrofano non avrebbe mai potuto offrirle, eppure alcune piccole nostalgie del passato le si affacciavano di tanto in tanto alla mente. 
Le lunghe serate trascorse con nonna Amalia sul porticato della villa di famiglia ad osservare le stelle, ad esempio. 
Il cielo di Roma le appariva così...nudo. 
Un freddo lenzuolo nero sul quale le stelle si stagliavano quasi a fatica, deboli e sfuggenti, come se non aspettassero altro che la luce del sole per tornare a nascondersi nel loro rifugio segreto. 
Un comportamento, questo, che sentiva molto vicino a lei. 
Soprattutto in quel periodo.
Amava vivere a Roma e amava la sua nuova vita nella metropoli, ma negli ultimi tempi avvertiva sempre di più il richiamo del suo vecchio paesino e di tutto ciò che esso incarnava. Serenità...sicurezza...spensieratezza.

« Brutti pensieri? »

La voce di Claudio proruppe languidamente alle spalle di Alice, provocandole un istantaneo e violento sussulto nel petto. 
Era così vicino al suo corpo da poter quasi sentire il calore del suo respiro sul collo, la mano destra tesa a sfiorarle la pelle nuda del braccio con la punta delle dita. A quel contatto, un lungo brivido di piacere le serpeggiò nella schiena, facendole socchiudere gli occhi per un attimo. 
Era tipico di Claudio...per quanto lei s'impegnasse a tenerlo il più possibile a distanza di sicurezza, riusciva sempre a trovare un modo per penetrare le sue difese, indebolendole pericolosamente. Nessuna soglia di autocontrollo era mai sufficientemente efficace quando lui era nei paraggi. 

« Avevo solo bisogno di prendere un po' d'aria » riuscì a malapena ad articolare Alice, le ginocchia che tremavano così tanto da renderle difficoltoso perfino rimanere in piedi in modo autonomo. 

« Meglio così » le soffiò suadente Claudio all'orecchio, affondando il naso tra i suoi folti e soffici capelli castani quasi volesse perdervisi dentro « Pensavo che rivedere il giovane Malcomess ti avesse messa un po' in crisi...vi ho visti parlare poco fa... »

« Mi stava solo salutando, Claudio » si affrettò a puntualizzare Alice, sentendosi quasi in dovere di offrirgli una spiegazione « E comunque quello che succede nella mia vita privata non ti riguarda... »

« Oh beh, lungi da me mettere bocca nella tua idilliaca relazione con il perfettissimo figlio del capo » replicò Claudio con un tono di voce improvvisamente più duro e rancoroso. 

Calò un lungo silenzio carico di tensione.
Alice serrò gli occhi e trasse un profondo sospiro.
Si sentiva fastidiosamente incastrata tra due fuochi, e ogni giorno che passava la situazione non faceva altro che peggiorare. 
Ormai non riusciva neanche più ad intravedere una via di fuga.
Quanto ancora avrebbe resistito in quelle condizioni?

« Scusami, non volevo aggredirti... » soggiunse infine, sfiorando appena la mano di Claudio con la sua, in un timido gesto di riappacificazione « ...ci sto provando, ok? Ce la sto mettendo tutta per riuscire a prendere la decisione più giusta, ma io...io non... »

« Ssssh » la interruppe Claudio in un languido sussurro, cingendole dolcemente la vita con le braccia « Sai qual è il tuo problema, Alice? Come sempre hai la soluzione davanti agli occhi, ma continui ad ignorarla... »

« Che vuoi dire? » mormorò Alice con un fil di voce, riuscendo a stento a resistere a quell'ondata d'inebrianti sensazioni che il contatto con il corpo caldo di Claudio le stava suscitando.

« Che è tempo che tu la smetta di guardare al passato, e ti decida a concentrarti di più su quello che ti sta davanti... » Le labbra di Claudio scivolarono a tradimento verso l'incavo della spalla di Alice, percorrendolo con una lunga scia di baci « ...sto parlando di me, Alice... » 

Con la testa appena reclinata all'indietro e le labbra socchiuse, Alice si perse nell'inaspettata dolcezza di quelle parole, concedendosi un lungo momento di puro e semplice abbandono. 
Era davvero quello il tipo d'amore che desiderava? 
Un "amore ad intermittenza", che viveva solo di quei brevi e fugaci attimi di felicità rubati alla routine quotidiana e nulla di più?
Da quel punto di vista, Claudio era totalmente diverso da Arthur. 
Il suo concetto di "futuro" nell'ambito di una relazione sentimentale risultava alquanto limitato, se non addirittura inesistente, e i progetti a lungo termine rappresentavano una mera utopia per lui. 
Senza contare poi il fatto - tutt'altro che trascurabile - che la relazione più duratura che avesse mai intrapreso con una donna risaliva a quel lontano periodo della sua vita in cui la sua preoccupazione più grande riguardava il tipo di crema anti-acne da utilizzare al mattino. 

Quel che era certo era che Claudio l'aveva colta di sorpresa accennando alla concreta possibilità di vivere insieme e di condividere le loro vite sia sul piano professionale che sentimentale, ma a conti fatti, come avrebbe potuto pretendere qualcosa di più da un tipo così costituzionalmente allergico agli impegni sentimentali? Magari era vero che i suoi sentimenti per lei lo avevano spinto a rivedere le proprie opinioni sull'amore, o magari si trattava solo di un momentaneo dietrofront dettato dal suo desiderio di conquistarla. 
Qualunque fosse stata la verità, Alice non era certa di voler correre il rischio.
Non stavolta, non con LUI. C'era fin troppo in ballo.
Quel rapporto con Claudio, di qualsiasi natura esso fosse, contava per lei molto più di quanto non fosse disposta ad ammettere e il solo pensiero di poterlo perdere la annientava. Cedere alle sue promesse e alle sue dolci parole sarebbe stato così semplice e di certo le avrebbe risparmiato un bel po' di fastidiosi crucci esistenziali, ma era davvero la cosa giusta da fare? 

« Claudio, ti prego...no. » protestò debolmente Alice, sgusciando via in fretta dalle sue braccia per allontanare da sé ogni tentazione.

Innervosito da tanta volubilità, Claudio si portò le mani sui fianchi, scoccandole un'occhiata battagliera. 

« Si può sapere perché fai sempre così, Alice? » la apostrofò duramente « Ogni volta che provo a fare un passo verso di te, tu non fai altro che respingermi. Cos'altro posso fare o dire per dimostrarti che sto facendo sul serio? Almeno ho qualche speranza di poterti convincere, o sto solo sprecando il mio tempo? »

« E' complicato, lo sai... » cominciò a dire Alice, ma Claudio sollevò subito una mano per interromperla.

« Smettila con queste stronzate da liceale e deciditi una buona volta ad affrontare il peso delle tue scelte! » tuonò inviperito, avanzando rapido verso di lei « Niente  è complicato, a meno che tu non voglia renderlo tale! Comincio davvero a pensare che tu abbia paura d'essere felice accanto a qualcuno. E se il tuo problema è questo, cara Alice, non c'è scelta che tenga...o decidi di buttarti quella paura alle spalle, o resterai intrappolata per il resto della tua vita in relazioni aride e senza futuro come quella con il giovane Malcomess. Anzi, sai che ti dico, Alice? D'ora in poi ti renderò le cose molto più facili... »

« ...c-che vuoi dire? » balbettò Alice con un accenno d'allarme nella voce. 

« Mi ritiro ufficialmente dal campo » fece Claudio sollevando entrambe le braccia in un chiaro segno di resa, il suo consueto sorriso sarcastico sostituito da una smorfia di amarezza e rassegnazione « Goditi il resto di questa splendida serata, Allevi, ci vediamo in Istituto » concluse poi, caustico. 

E fu proprio mentre lo osservava rientrare nell'immensa sala da pranzo dei Malcomess, che Alice capì di aver appena visto il suo peggiore incubo realizzarsi.
Lo aveva perso. 





NOTE DELL'AUTORE: Salve a tutti! Premetto che questa è la mia prima storia su "L'Allieva", ma ho amato così tanto sia la fiction che i romanzi che mi è sembrato doveroso buttar giù qualcosa. Spero di aver reso giustizia a questi personaggi che amo tantissimo e spero che continuerete a seguire questa storia! ALLA PROSSIMA! 
   
 
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