Camminavano da ore senza una meta precisa, o almeno questo è ciò che pensava Naruto.
Annoiato, con le braccia incrociate dietro alla testa, non faceva che lamentarsi con il compagno davanti a lui.

“Ma quando arriviamo?” domandò per l’ennesima volta.

Non aveva idea di dove stessero andando.
Sasuke si era limitato a dirgli ‘ Seguimi’, senza altre spiegazioni.
Si erano allontanati da Konoha e, da allora, l’amico non aveva più proferito parola.
Ci era voluto del tempo a Naruto per capire i suoi silenzi. Silenzi in cui spesso l’altro si chiudeva e che molti interpretavano con giudizi sbagliati.

“Taci!” esclamò seccato Sasuke, continuando a camminare due passi avanti a lui.

Il ninja sbuffò restando zitto per qualche secondo, poi tornò a parlare.

“ Ma almeno si può sapere dove stiamo andando?” fu la nuova impaziente domanda “ Avanti Sasuke, dimmelo!”

Il moro si fermò d’improvviso e voltò appena lo sguardo verso di lui.
Anche Naruto si bloccò sul posto, aspettando una risposta.
I due si fissarono, occhi negli occhi , per un attimo che parve eterno ad entrambi.

“ Ti ho detto di tacere!” disse infine Sasuke “ Siamo quasi arrivati”.

Tornò a voltarsi, ignorandolo.

Tutto qui?  

Naruto non lo sopportava quando faceva così. Sasuke metteva sempre su quell’aria di superiorità capace di mandarlo su tutte le furie.

Naruto odiava essere ignorato, odiava essere ignorato da Sasuke.

“Mi sono stancato! “ sbottò “ Dimmi dove stiamo andando, non ho più voglia di camminare e smettila di…”

Non riuscì a finire la frase.

Sasuke, ancora silenzioso, gli si avvicinò e lo prese in braccio.

“ Ma cosa diavolo stai facendo?”

Naruto si agitò imbarazzato tra le sue braccia.

 “ Ti lamenti come un moccioso e ho intenzione di trattarti come un moccioso!” fu la laconica risposta di Sasuke, dallo sguardo imperturbabile.

“Mollami, non sono un bambino!”

Naruto non impiegò molto a spingere via l’amico e tornare a poggiare i piedi per terra.

“Cammino da solo! Ma tu guarda… non sono una ragazzina!” borbottò tra sé, mentre l’altro si lasciava andare ad un ghigno strafottente.

Continuarono senza parlare per un po’.

Intorno a loro soltanto l’intricato labirinto di alberi.

Fu Sasuke a fermarsi ancora.
Naruto alzò gli occhi su di lui.

“ Siamo arrivati?” domandò, questa volta non in tono lamentoso.

Ovunque lo stesse portando Sasuke, lui si fidava.
Nonostante facesse di tutto per tenerlo lontano, Naruto non aveva mai esitato a fidarsi.
Erano fin troppo simili loro due.
Erano come facce della stessa moneta: una parte limpida e chiara e una parte ruvida e macchiata.
Entrambi portavano dentro ferite che nessuno poteva comprendere.
Nessuno al di fuori di loro.
E questo li univa più di quanto volessero ammettere.

Fu un attimo e si ritrovò con la schiena appoggiata al tronco di un albero, riemergendo bruscamente dai suoi pensieri.
“Volevo combattere con te senza interferenze!” esclamò Sasuke, con una mano appoggiata al tronco a pochi passi dal suo volto.

Senza il maestro Kakashi a separarli, era quello che intendeva.

Naruto finalmente comprese.

“ Per me va bene! Andiamo” disse, deciso a raggiungere il prima possibile il luogo scelto dal compagno di squadra.

Non si tirava mai indietro di fronte ad una sfida.

“Possiamo farlo anche qui!” esclamò il moro.

Naruto gli lanciò un’occhiata determinata. Ora aveva voglia più che mai di combattere.

Sasuke sferrò il primo attacco lasciandolo senza fiato.

Non era stato un pugno a colpirlo, ma le labbra di Sasuke improvvisamente sulle sue.

Un combattimento?
Una sfida?

Naruto non esitò ad accettarla.

E bocca contro bocca.
Lingua contro lingua.
Cuore contro cuore.

Un combattimento senza precedenti dove non ci sarebbero stati né vincitori e né vinti.