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Autore: Annapis    03/12/2016    2 recensioni
Eccomi qui anch'io a partecipare al contest “Christmas Game – Puzzle Time” a cura di Fanwriter.it!
Nove storie per parlare della coppia Lories
Cercherò di dare il meglio di me!
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Aries, Loke
Note: AU, Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Lettere✉📬 nel cassetto💡
★Iniziativa: Questa storia partecipa al contest “Christmas Game – Puzzle Time” a cura di Fanwriter.it!

★Numero Parole: 1.354 {mai scritto così tanto!}

★Prompt: 9.Lettere nel cassetto(43esimo promp)

{puzzle fluff}

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Era arrivato il grande giorno.
Da Aprile non aspettava altro, non aspettava che rivederlo.
Da circa nove mesi non aspettava che riabbracciarlo e saperlo vivo.
E non era l'unica.
Anche le sue amiche non aspettavano altro che il loro fidanzato tornasse da quella terribile spedizione militare che aveva fatto a migliaia di morti.
Tutte aspettavano con l'acqua alla gola, ansiose di poter riabbracciare quei ragazzi che le avevano rubati i cuori, ansiose di riavere un pezzo della loro vita che per quei nove mesi era stato nella bocca del lupo.

Seduta su quella solida sedia in noce massello Aries non aspettava altro che poter riabbracciare il suo Loki.
Quel bricconcello dalla chioma arancio sempre pronto a fare il galante ma che per lei aveva rinunciato alla sua vita da nobile, in quanto figlio acquisito della potente e ricca famiglia Heartphilia.

Per nove mesi si era accontentata di quelle lettere che giornalmente il suo amore trovava il tempo di spedirle e a cui non esitava a rispondere, sebbene sapesse che fosse pericoloso.
Se un loro nemico avesse rintracciato quelle lettere sarebbe potuto risalire a lei, o peggio, alla base delle forze armate dove Loki era di comando.
Questa paura la tormentava, ma non sapere niente su di lui, nemmeno se avesse mangiato o dormito, ancora di più.

In tutte quelle lettere Loki scriveva un pezzo di se che poi donava a Aries, assicurandosi di scriverle che sarebbero tornati tutti sani e salvi, che avrebbero vinto la guerra e che poi si sarebbero sposati, amati, avrebbero avuto una casa tutta loro, figli, animali domestici se avesse voluto.
Che presto, più di quanto potesse immaginare, avrebbero costruito la loro famiglia.
Tutti inisieme.
Lei e Loki.
Lui e Aries.
Insieme perché il loro amore era indissolubile.
Se era sopravvissuto al padre di Loki, al promesso sposo di lei e alla comparsa di quella che diceva di essere la vera madre di lui e che aveva tentato di separarli, il loro amore sarebbe sopravvissuto anche a questa distanza.
Ne era certa.

Lentamente si alzó dalla sedia, lisciando con le mani la gonna non troppo pomposa del vestito, si avvicinò ad un mobile del soggiorno.
Il ripiano in legno di quercia accuratamente spolverato sovrastato da un grande specchio dalla cornice dorata e che riusciva ad inquadrarla per metá; dal primo e più corto capello rosa all'incavo che delineava le forme generose ben nascoste dal corretto rosa chiaro, a differenza dei boccolosi ciuffi sul fucsia che le decoravano il cranio.
Sorrise, Aries, ammirando le labbra sottili e rosee sollevarsi all'insú, decorando il viso ovale e pallido, osservando la marcatura degli zigomi in quel semplice gesto che veniva così natura e che pure dietro di sé nascondeva il buon funzionamento di chissà quanti muscoli facciali.

Era proprio vero che dietro le cose più semplici molte volte si nasconde il lavoro di migliaia di persone -o muscoli, in questo caso-.

Da sola, quasi avesse vita propria, la sua mano si mosse.
Lenta eppure con un che di frettoloso le dita affusolate si avventarono sulla maniglia rosso ferro del mobile.
Senza muovere un muscolo, forse non stava nemmeno respirando.
Ma le ci volle un secondo per tirare con un pó troppo impeto la maniglia, aprendo completamente il cassetto.
Osservò meravigliata, come se non le avesse mai viste in quegl'ultimi nove mesi, le decine, più di trenta, lettere.
Tutte accuratamente rinchiuse nella loro immacolata busta, nonostante fossero state aperte e lette un centinaio di volte.
Tutte con ancora il francobollo ben appiccicato sopra, appena consumato tante le volte lei vi aveva passato il pollice sopra, come se convinta che quel francobollo potesse parlarle e raccontarle tutto di Loki.

Un nastrino rosso le ricopriva, chiudendole con un leggero nodo.
Ogni volta Loki si premurava di non stringere troppo il nodo, in modo tale che Aries potesse semplicemente tirare appena un lato del fiocco pper sciogliere il nodo e godersi al meglio il contenuto della lettera.

Loki scriveva di tutto e di più, solo per farla stare bene.

Le raccontava di come si svegliesse di malavoglia dal sogno che ogni volta era diverso ma che la riguardava sempre.

Una volta l'aveva sognata nei panni di un tenero agnello, preda delle prepotenze del cacciatore, mentre lui era un forte e temerario...Ariete, ma col cuor di leone.

Un'altra volta, invece, l'aveva sognata nei panni di una danzatrice del ventre, e lui era il fortunato spettatore.

Un'altra volta ancora lei era una fata e lui il suo Peter Pan.

E Aries sorrideva, certa che in quei sogni assurdi ci fosse un pizzico di verità, quasi fossero delle vite passate.

Poi le parlava del putiferio che lui e i suoi compagni combinavano quando era il momento di prepararsi.

Di loro che o si scambiavano i pantaloni a vicenda o nella fretta li mettevano al rovescio.

Dei capelli militari che inspiegabilmente finivano o sotto al letto o attaccati al lampadario.

Delle scarpe che volavano nella stanza e che il più delle volte o rompevano il vetro o finivano in faccia al sergente, venuto a chiamarli.

Le raccontava di quanta spensieratezza ci fosse in quel campo;

Con un Gajil impegnato il 20% della giornata a costruire armi, il 30% a combattere e il 50% a pensare a Levy.

Con un Gray che non riusciva a tenersi addosso nemmeno le scarpe e che senza Juvia ad aiutarlo perdeva i vestiti, con un Natsu che la mattina o si addormentata con la testa nella ciotola o si addormentava sul gabinetto e con un Bixlow che ogni quarto d'ora faceva esplodere qualcosa, i restanti tre quarti pensava a Lisanna.

Le scriveva dell'allenamento, premurandosi di assicurarle che tutti quegli addominale e tutte quelle flessioni per lui e per i suoi amici fossero solo un giochetto.

Le descriveva attentamente l'eccitazione e la leggera ansia nell'impugnare un fucile, ricordandosi ogni volta di scriverle la bravura di Alzak nell'impugnare un' arma da fuoco e l'ilarità dei disastri di Natsu, che nel tentare di colpire il bersaglio o lo mancava e colpiva una parete o centrava la cintura che teneva su i pantaloni al sergente.

Le raccontava delle corse dove si spintonavano a vicenda, e dei salti ad ostacolo dove ho cadeva veniva con la faccia nel fango.

Le raccontava le pause pranzo dove o si sonnecchiava o ci si lanciava il cibo e delle punizioni pomeridiane che lui, Natsu e gli altri si meritavano.

E lei sorrideva nel leggere le lamentele di lui che aveva dovuto pulire i bagni o lavare i vetri o rifare i letti, dicendo sempre che cose del genere si sarebbero adattate di più a un mozzo su una nave che a un militare esperto.

Le parlava senza freni della cena dove tutti -o perlomeno loro- erano troppo stanchi per fare altri casini e della sera tanto attesa. Si rifugiata sotto le coperte e in meno di tre minuti già stava dormendo e sicuramente già la stava sognando.

Tra un momento e un altro le scriveva un centinaio di domande.

Le chiedeva come stava, come stava sua sorella Lucy, se le mancava.

E lei poteva dire solo una cosa.

"Stiamo tutti bene, Lucy-san è appena uscita dal raffreddore, e potrebbe anche esplodere il mondo ma tu resti il mio unico pensiero, quando torni, amore mio?"

E Aries ringraziava il cielo che Loki non potesse vedere il suo viso rosso nel chiamarlo amore, ma lei non ne avrebbe mai fatto a meno, mai.

Ed ecco che l'ennesima lettera veniva chiusa nel cassetto delle lettere.

Un giorno le avrebbe rilette e le avrebbe mostrato al un suo bambino, sorridendo e ridendo.

Perché quelle lettere nel cassetto erano la dimostrazione del loro amore, erano la cosa più importante che avesse, ma dopo di lui, ovvio.



☀NOTE AUTRICI!

Ed eccomi qui a pubblicare -in ritardo- la prima shot di questo concorso!

E sono molto sorpresa da quanto ho scritto, e pensare che fino a ieri non sapevo nemmeno che lettera digitare!

Eh eh...quando si dice ''miracoli di Natale"

E se pensate che non ci sia alcun riferimento a Natale, beh vi sbagliate!

Perché nove mesi dopo Aprile ecco che bussa alle porte Dicembre -anche se nessuno avrà avuto voglia di fare Il conto!-

Poi vi volevo dire che sto scrivendo questa fic nei promemoria e poiché qui c'è un numero massi o di caratteri mi ci sono voluti ben 3 promemoria per contenere questa fic!

Beh...che altro dire...alla prossima e buon sabato!

   
 
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