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Autore: Yuxu    03/12/2016    0 recensioni
Questa è la prima storia che scrivo su questo sito. Fra i banchi di scuola ho cercato di creare una storia nuova, con delle nuove avventure ed un nuovo personaggio che, magari, riuscirà a far sciogliere il cuore di qualcuno. La storia è ambientata nel 2016 e Astrys si ritrova durante un normale giorno di scuola, in mezzo ad una guerra aliena. Da quel giorno il suo mondo, il tempo, cambierà. Verrà catapultata in una nuova epoca, fatta di nuove e bizzarre tecnologie e verrà ospitata da dei personaggi un po' strambi...
Spero vi piacerà! ( E soprattutto spero di finirla )
Genere: Avventura, Azione, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Piccolo, Un po' tutti
Note: Otherverse | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Niente era più come prima. Il profumo della casa non si avvicinava neppure lontanamente a quello dei capelli di mia madre. Avevo dimenticato il sapore di casa, quello che si sente entrati in cucina dopo una lunga giornata fuori dal nido. Niente era più come i compiti a casa, le matite scricchiolanti sulle pagine plastificate dei libri. Neppure il cielo sembrava lo stesso. Il pallore del rosso e del giallo si mischiarono. La sera stava incombendo. Chissà quanto tempo avevo dormito. Qualcosa mi aveva steso a terra, ma la cosa più strana che notai comparire in me stessa, fu che non mi preoccupai più del motivo di come andassero certe cose. Non mi chiesi più nulla. La mia vita ormai non mi apparteneva più, quindi che senso avrebbe avuto chiedere? Mi alzai sentendo stranamente dentro di me una certa forma di determinazione che scoprì non aver mai sentito in vita mia. Sembravo immersa in un altro corpo. Cosa mi fece alzare dal letto, non lo seppi dire eppure non mi resi neanche conto del fatto che i miei piedi nudi fossero già in procinto di passeggiare per un lungo corridoio. Non vi era nulla se non l'indispensabile. Delle porte, degli appendi abiti, degli armadi o dei letti. Oltre il corridoio udii delle voci. Riconobbi subito quella stridula di Chichi, intenta ad attaccare con parole argute qualcuno che sicuramente si trovava al piano di sotto con lei. Pian piano si aggiunsero poi le voci di Goku e Vegeta. Mi avvicinai piano alla scala senza farmi notare. Rimasi appiccicata al muro, nascosta nel buio, fidandomi solo del mio udito.
《Essia Junior. Se questa è la tua decisio....》
《SEI IMPAZZITO GOKU? Lasceresti la ragazza nelle mani di questo namecciano?! Come ti viene in mente》
《Tesoro sappiamo come...》
《Io mi fiderei di lui! Ricordate il piccolo Gohan? È riuscito a renderlo invincibile!》
la voce di Bulma parve risoluta in mezzo a quella folla che pian piano cominciava a spegnersi.
《Vuole farle del male》
《Non le farà niente!》
《Ho detto che non la ucciderò, non che eviterò di farle del male..》 una voce estranea a me si levò possente fra le altre. Con chi stavano parlando? Provai ad avvicinarmi un po' di più ma i miei piedi nudi e sudati ebbero la meglio e mi ritrovai a barcollare tra il pavimento e una scia di gradini in legno bianco. Non trovando alcun appiglio, i miei sensi non riuscirono a proteggere il mio corpo, che cadde rotolando come un sacco di patate in mezzo alla sala dove tutti i combattenti si erano riuniti. La testa si ritrovò a sbattere più volte così come le altre parti del corpo e per qualche fortunata ragione, arrivai intatta fino all'ultimo gradino. Aprì gli occhi, prima serrati dalla paura,  mi fidai dei miei sensi così alzai piano la testa. I miei occhi dovettero abituarsi alla luce del tramonto e delle ombre che esso proiettava inesorabile. Davanti a me un paio di grandi piedi stavano immobili davanti alla figura patetica del mio corpo sconquassato dalla caduta. Alzando lo sguardo, vidi che ai piedi si erano uniti un paio di polpacci possenti, così come il petto coperto da una tunica viola. Quello che vidi dopo non mi rese felice. I Saiyan dovettero aver notato il mio volto sbiancare man mano dalla paura, poiché ognuno di loro trattenne il respiro, dopo essersi fatti una bella risata che lasciò il suo eco ad una atmosfera quasi inquietante. All'ampio petto era poggiato un massiccio mantello bianco, da cui uscivano due braccia verdi ed alle mani cinque paia di lunghe unghie affilate. Provai ad indietreggiare arrampicandomi ai gradini. I suoi occhi neri e profondi non smettevano di tormentarmi. Era diventato un incubo in diretta. Cercai di staccarmi dal suo magnetico sguardo ma i miei muscoli non accennarono ad alcun movimento. 《Smettila di avere paura》l'uomo alieno che avevo davanti sussurrò piano, mostrando i lunghi canini bianchi. Lo guardai ancora, non perché lo volessi, ma perché la mia mente seppe subito riconoscere il colpevole dei miei turbamenti. L'alieno fece risuonare ancora la sua calda e pacata voce 《Cosa hai da guardare insulsa umana? Ti ho appena ordinato di smetterla!》 non seppi dire perché avesse così tanta importanza il fatto che io provassi paura ma qualcosa di me dovette irritarlo così tanto che i suoi lunghi artigli si avvicinarono alla mia gola. Fui presa come una piuma da terra e sbattuta al muro. La schiena ne risentì 《forse non ci siamo capiti, piccola,insulsa, schifosa umana. A partire da ORA, io ti comanderò e tu non dovrai azzaddarti a fiatare. Intesi?》cercai di aggangiarmi all'unico straccio di aria che potessi trovare. I suoi occhi scuri colmi di odio e di rabbia mi tennero ferma al muro insieme alla sua salda presa. Provai a dimenarmi. 《ASTRYS!》 Bulma urlò nel salotto della casa ed io venni lasciata libera dagli artigli dell'alieno. Caddi a terra tossendo, dolorante. Bulma mi prese fra le sue braccia. 《Goku mandalo via!》 Urlò Bulma mentre mi stringeva fra le sue braccia. L'alieno uscì dalla porta. Dovette abbassarsi poiché era molto alto ed imponente. Guardai Bulma, Goku, e tutti gli altri presenti 《chi...chi é quello?》 《GOOOOOHAAAAAAN È QUESTA LA TUA NUOVA RAGAZZA? È UNA BOMBA!》 Una voce  risuonò in salotto. Un anziano in tenuta estiva, con bermuda rossi e camicia blu venne correndo verso di me e mi aiutò a rialzarmi. Il bastone di legno che teneva in mano era più alto di lui. Il vecchio mi cinse la vita con un braccio 《Ma sei davvero carina! Che bei capelli! E hai due occhi pazzeschi!!! Sembra di vedere mille cieli in tempesta! Eh Gohan!》mi lasciò per andare dall'altra parte del salotto verso Gohan. Gli diede una pacca sulle spalle 《Hai scelto davvero bene la tua preda!》Lo guardai confusa. Chichi rise coprendosi la mano con la bocca e Gohan divenne rosso come un peperone 《ehm..Maestro Muten...io e lei..》il vecchio saltò in aria 《LO AVETE GIÀ FATTO? CHE VELOCITÀ! I ragazzi di oggi hanno un'altra visione del...》le sue blaterazioni si bloccarono quando Chichi, ormai non più divertita, lo colpì in testa con un libro sbucato fuori dal nulla. 《VECCHIO. STAI ESAGERANDO! E comunque i due ragazzi non sono fidanzati》 il vecchio mi guardò e Gohan tenne i suoi occhi fissi su di me. Episodi del genere li avevo già vissuti nella vita passata, duecento anni prima, quando i miei nonni dopo lunghi periodi in lontananza mi chiedevano se fossi fidanzata. Questo insieme mi fece ridere ma portò in me anche tanta malinconia. Goku mi fece sedere alla poltrona e osservai cosa avevo attorno. Un tv acceso senza audio trasmetteva il Tg locale, condotto da...una tigre. Non dovevo più stupirmi. Con lo sguardo girovagai tra il tavolo basso in legno bianco e le poltrone bianche in semilpelle. Vegeta, al suo solito, stava poggiando ad un angolo in silenzio. Chichi propose di cenare e come se niente fosse in poco tempo mi trovai davanti ad una tavola imbandita di cibo. Possibile che nessuno avesse in mente di parlare di quello che mi era accaduto poco prima? Un alieno verde mi aveva preso la gola! Non toccai cibo, ancora turbata 《chi era quel tizio?》 Chiesi. Le risate e il rumore di piatti tintinnanti si fermò di colpo. Tutti i presenti abbassarono lo sguardo verso la propria cena. Dopo qualche secondo immerso nel silenzio tombale, Vegeta picchiò il tavolo facendolo vibrare 《Banda di insulsi deficenti! Glielo dirò io. Quel muso verde si chiama Junior. Fine della storia 》 Junior. Quel nome risuonò nella mia testa più volte. Il colpevole della mia paura aveva un nome. 《P..perché mi ha..》《te lo dirà il sapientone! Lui ha avuto la grande idea..》non riuscì a completare la frase, Bulma si alzò dal tavolo e diede uno schiaffo alla testa del marito. Cercavano di tenere la bocca chiusa. Decisi che avrei scoperto da sola cosa sarebbe accaduto a partire da quella cena che si dimostrò gustossima. La famiglia di Bulma andò a casa con la propria navicella, padre e figlio naturalmente volarono. Goku e Gohan decisero di rimanere con me, affinché il 《maestro Muten non mi avesse preso di mira》 non capì cosa volesse dire ma non ci feci poi tanto caso. Chi avrebbe dovuto avere timore di un anziano? C'era qualcos altro che invece mi intimoriva. Trovai sul letto della mia seconda nuova camera una nuova vestaglia da notte, o perlomeno interpretai così l'abito bianco con ricami di pizzo e oro che mi stava davanti. Che gusti strani aveva il mio nuovo mondo. Provai a dormire ma il rumore del mare che si infrangeva a qualche metro dalla mia finestra stranamente non mi calmò. Continuavo a tastarmi il collo, provavo ancora dolore. Inghiottì un mucchio di paura e decisi di scendere in quella densa notte di Novembre che non aveva affatto un gusto autunnale. La vestaglia mi lasciava scoperte le braccia ed il fresco di  Novembre si poggiava sulla mia pelle con una delicatezza tale da non infreddolirmi. La luna sopra di me si ergeva come una grandiosa lampadina. Più grande di qualsiasi sole. Non avevo mai visto una luna così bella. Chissà se anche i miei genitori, in quel momento, la stavano osservando proprio come me. Rimasi qualche minuto con i piedi nudi immersi nella sabbia, poi decisi di tornare. Mentre mi giravo però notai una figura che credevo si fosse smaterializzata del tutto dalla mia vista, perlomeno per quella giornata che si era rivelata una vera e propria avventura. L'alieno con l'ampio mantello bianco stava seduto indisturbato sulla sabbia, con le braccia intrecciate. Mi avvicinai piano. Se nessuno voleva parlarmene, avrei dovuto scoprire io stessa cosa si celava dietro quella storia. Non appena aprì la bocca per fiatare venni interrotta 《Va via umana. Non disturbarmi》 l'alieno parlò prima di me. Come aveva fatto ad avvertire i miei passi silenziosi sovrastati dal rumore del mare? 《Tu sei Junior》 《Non osare pronunciare il mio nome 》abbassai la testa 《perdonami. Non avrei voluto farti arrabbiare》confessai. In realtà non sapevo cosa gli avesse scatenato tanto odio verso di me,però cercai adottare uno stratagemma, cercare di cominciare col piede giusto. Semplice. Ma non rispose alle mie scuse. 《Perché mi hai...》《mi stai disurbando. Ti ho detto di andare via 》 non mi importò poi molto 《perché mi hai preso per il collo oggi?》 Alzò la testa 《anche se questo ti riguardasse, non te lo direi di certo con tanta facilità 》Provai ad avvicinarmi ancora 《 Cosa ti ho fatto? 》 Chiesi. L'alieno si alzò velocemente mostrando la sua incredibile altezza. Non seppi più dire dove iniziassero i piedi e dove finissero le lunghe orecchie a punta. 《Ricorda una cosa, piccola umana: se non fosse per Goku e Gohan tu saresti già morta. Lo sai?》chiusi la bocca. Se voleva tanto uccidermi perché non lo aveva già fatto? E perché in quel momento non provava neppure a farmi del male? 《Perché non lo fai allora?》 Azzardai. L'alieno rise compiaciuto e tirò da una tasca nascosta nel suo mantello un pezzo di vetro con il quale si tagliò una mano. Il sangue viola gli uscì automaticamente ma io non seppi capire il perché lo avesse fatto. Non provai neppure a chidergli se gli servisse soccorso. Dopo pochi secondi però, sentì nel palmo della mano sinistra un calore che si propagò fino all'avambraccio. Guardai la mano. Il palmo era solcato da un punto all'altro da un profondo taglio rosso da cui stava sgorgando del sangue.Il mio sangue. Il dolore inaspettato mi colpì ed io urlai 《Cosa mi hai fatto!? Perché!?》mi tenni il polso, convinta che sarei potuta morire per dissanguamento 《aiutatemi! 》Guardai l'alieno che al contrario di me, aveva il volto sereno e tranquillo, come se niente fosse 《Smettila di lamentarti》mi mostrò il taglio della mano che, per assurdo, pian piano cominciava a rigenerarsi. La stessa cosa poi, fece il taglio netto che avevo al mio palmo. Il dolore si tramutò in fastidio, fino a scomparire del tutto. Indietreggiai. Quel coso verde davanti a me stava esagerando. 《COSA TI HO FATTO? PERCHÉ MI ATTACCHI?》urlai incurante del fatto che fosse notte fonda. E proprio perché fui incurante, che tutti gli abitanti della casa uscirono fuori in mezzo alla brezza notturna e al ring che aveva come protagonisti me e l'alieno. Gohan parlò per primo 《che sta succedendo qua? 》Provò ad avvicinarsi a me ma un'ondata d'aria da cui non seppi dire la provenienza, spostò il corpo del ragazzo facendolo indietreggiare. 《Junior che stai facendo? 》Provò Goku. L'alieno fece finta di aver udito la domanda, alzò il braccio e mi indicò 《Non ti ho attaccato io. Ma tu》 disse con calma. Non capì. 《Quando tu, sporca umana, sei sbucata dal nulla al Palazzo del Supremo hai rilasciato delle energie che ci hanno inevitabilmente uniti emotivamente e fisicamente. A causa tua io non posso più combattere come un tempo e il mio corpo è debole come quello di un insulso umano quale sei tu》 continuai a chiedermi di cosa stesse parlando. Poi, dopo qualche attimo di silenzio capì cosa intendesse dire l'alieno. L'Azyra aveva ragione, i miei pensieri avevano ragione e le mie paure si erano rivelate. Sapevo che dentro di me,da quando ero arrivata in quello strano mondo qualcosa era successo. Ero arrivata alla soluzione ma non volevo accettarla. Abbassai la testa. Ecco perché mi odiava. Come avevano tolto casa, famiglia ed amici a me, avevo tolto il corpo e la forza a lui. 《M..mi disp..》Provai a scusarmi 《non mi interessano le tue scuse. STATEMI A SENTIRE!》 Goku e Gohan rimasero impietriti 《Porterò via questa ragazza e la allenerò. Più velocemente acquisterà i suoi poteri, più velocemente potrà andarsene ed io potrò ottenere di nuovo i miei. Così non ci darà più problemi e altri distruttori non verranno a cercarci》detto ciò, non mi diede nemmeno il tempo di capire che mi prese per la cinta e mi trasportò in volo.

   
 
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