I nostri cinque minuti
Personaggi: Reborn, Lambo [Tsuna,
Gokudera, Yamamoto]
Pairing: RxL
Rating: NC-17, Yaoi.
Tsuna era rimasto fuori dopo
la scuola con gli amici nonché ottimi candidati per entrare
a far parte della
Famiglia, almeno secondo un certo kateikyoushi.
La mamma era invece fuori a
far compere insieme alle altre due signorine di casa: Bianchi e I-pin.
All’improvviso si udì
un’esplosione proveniente da una delle stanze della piccola
abitazione.
Il piccolo Lambo, sicario dei
Bovino, scappò via vociando felice dopo aver lanciato
fieramente la granata al
nemico.
“Muori, Reborn!”
Uccidere l’hitman più forte
dell’intera penisola italica non era di certo un incarico
semplice, per cui ora
ci voleva un momento di relax.
Stette per sdraiarsi a terra,
pronto per dedicarsi al suo amato sonnellino, quando l’altro
gli colpì la testa
con un mestolo verde che subito dopo mutò nel camaleonte
Leon.
“Non è sufficiente tirarmi
una granata per farmi fuori.” – affermò
Reborn, il più forte e fidato assassino
dei Vongola, tornandosene seduto a conversare con i suoi insetti
informatori.
“Re… si… sti. NON POSSO!”
Dalla sua chioma abnorme, il
bambino tirò fuori il Juunen Bazooka, suo onnipresente
alleato, puntandoselo
verso il
minuscolo corpicino.
“Sei cattivo, Reborn!” –
disse singhiozzando.
Inaspettatamente, voltò la
canna del bazooka verso Reborn.
Il bimbo dal pigiamino
pezzato aveva fallito troppe volte, troppe volte era stato rimproverato
dal
Boss per aver
bighellonato eccessivamente perdendo di vista l’unico e vero
‘target’
per cui era lì in Giappone: uccidere Reborn.
Sparò confusamente una volta,
due volte, tre, quattro.
Colpi che non andarono a
segno, abilmente schivati dal Bambino Arcobaleno.
Uno, uno solo. Un solo colpo
li travolse entrambi.
Dopo qualche attimo, il fumo
si smorzò tra le strette mura della camera di Tsunayoshi,
lasciando intravedere
due figure ancora vaghe.
Il primo dal viso maturo, i tratti
duri ma al contempo gradevoli; un abbigliamento da gangster, giacca,
cravatta e
cappello. Possedeva la bellezza di un principe azzurro così
bello e attraente
quanto irraggiungibile, sguardo penetrante e autoritario.
Il secondo sfoggiava un
abbigliamento tra il fashion e il kitsch, camicia pezzata e giacca
nera,
pantaloni beige ed infradito. I capelli castani arruffati facevano da
cornice a
due occhi verde smeraldo di cui uno chiuso e l’altro
languidamente aperto.
Quest’ultimo sembrava
chiedersi cosa diamine ci facesse sopra l’altro, disteso sul
parquet.
Una situazione parecchio
imbarazzante, e resa ancor più tale per il fatto che si
trovavano nella stanza
di Vongola Decimo.
“Ohi ohi.” – si portò una
mano tremolante ad aggiustare la chioma bruna inarcando le sopracciglia.
"Mucca idiota, che hai
combinato?” – chiese l’altro,
apparentemente calmo e indifferente.
“Sarà stato il me stesso più
giovane che ha usato il bazooka dei dieci anni su entrambi.”
– si espresse
grattandosi il capo nervosamente.
“Capisco.”
“Sfrutterò questa buona
occasione per farti fuori, Reb…!”
Non fece in tempo a finire la
frase che si
ritrovò con la faccia
spiattellata a terra e le braccia incrociate dietro la schiena,
trattenute saldamente
dal peso del corpo dell’altro uomo.
“Sfrutterai questa situazione
per far che? IO sfrutterò questa situazione.”
– sentenziò allungando le
sensuali labbra in un sorrisetto malizioso.
La situazione si era
ribaltata. Il gioco era cominciato.
Reborn gliel’avrebbe fatto
pagar caro questo affronto.
Il mafioso portò la sua bocca
alla nuca dell’altro, dapprima leccandola, poi mordendone la
candida pelle con
forza.
Il giovane Bovino gemette,
cercando di opporre resistenza sebbene sapesse che era tutto inutile.
Scalciò, urlò, picchiò le
mani sul pavimento e strinse i denti.
Tutto era
inutile, se si trattava di Reborn.
“Reborn, diamine, fermati…
che stai facendo?!” – il suo respiro si era fatto
affannato e le sue gote si
tinsero appena di rosa.
Reborn si lasciò scappare una
risatina appena udibile dalle orecchie del ragazzo della famiglia
Bovino.
Adorava
il manzo. Oh, se lo adorava.
“Dai, stavolta
finiamola qui,
Reborn… Mi
scuso per tutto, però ora
lasciami…!”
Cercò di trattare la
questione scegliendo una via diplomatica.
Lui, al contrario, proseguì
introducendo le grandi mani avide all’interno della camicia
già sbottonata che
Lambo portava così poiché considerava fashion.
Ma, soprattutto, per Reborn quella camicia aperta gli evitava perdite
di tempo
con i bottoni.
“Basta… fermati…” –
cominciò
ad ansimare leggermente.
Le sue dita affusolate erano
abituate maneggiare pistole e armi di qualsiasi peso e misura, ma lui,
Lambo… era
decisamente l’arma più divertente e eccitante da
maneggiare.
“Perché va sempre a finire
così…? Eh, Reborn?” –
sussurrò Lambo, sconsolato, che aveva ormai abbandonato
ogni tentativo di resistenza.
Reborn lo voltò verso di sé e
cominciò a stuzzicare i suoi capezzoli rosei e delicati con
le dita, li bagnò
con la sua saliva, e li morse tanto forte da farli quasi sanguinare.
“Ahhhh!”
Lambo fece scudo alla parte
dolorante con le braccia e portò indietro la testa.
Non poteva cadere così in
basso! Non con il suo nemico giurato!
E se lo avesse lasciato
continuare… probabilmente avrebbe
ceduto.
“Ora basta, mi sono stufato.
Io… ti devo uccidere.” –
affermò il killer dei Bovino con voce roca e lo
sguardo perso nel vuoto.
L’altro lo guardò un po’, poi
emise una risatina.
“Con questa faccia vogliosa?
Non dire stupidaggini. Piuttosto dì che godi delle mie
attenzioni.”
Riprese a leccarlo, spostandosi
al collo dove lasciò qualche succhiotto, mentre le mani
erano impegnate a
palpare ogni millimetro del suo corpo.
Lambo strinse il pugno con
sdegno, non voleva lasciarsi andare tra le mani di
quell’approfittatore.
“Lo sai, stupida mucca?, mi
piace il tuo odore.”
Un
complimento?
La ‘stupida
mucca’ sgranò gli
occhi e arrossì ancora di più quando
incrociò il suo sguardo.
Reborn avvicinò il viso a
quello dell’altro.
Passarono qualche attimo a
squadrarsi, fissarsi in silenzio.
Lambo... Quella sua dannata
faccia arrendevole, quegli occhi che ispiravano sesso, quelle ciglia
così
perfette, e poi… le sue labbra.
Quelle labbra che volevano
dire ‘mangiateci ’.
E, come ogni volta, lui
l’avrebbe mangiato.
Tutto. Senza fare
complimenti e senza lasciare avanzi.
Si avvicinò sempre di più, sentendo
i muscoli del compagno irrigidirsi e il suo cuore accelerare i battiti.
In quegli istanti, forse,
provava una sorta di tenerezza, la quale non faceva altro che aumentare
in lui
il desiderio di saltargli addosso e farlo suo.
Chiuse gli occhi e posò delicatamente
le labbra sopra quelle di egli, legandole in un romantico bacio che ben
presto
si trasformò in un valzer tra le loro lingue.
Ecco,
ormai aveva ceduto.
Un piacere e un agognato
desiderio che riuscivano a soddisfare solo l’uno con
l’altro.
Sporco, rischioso, tagliente.
Quel piacere cui è facile
entrarne e difficile uscirne.
“Reborn?”- riuscì a chiamarlo
in una pausa tra un bacio e l’altro.
“Reborn…”
Lui non lo ascoltava. Non lo
ascoltava mai.
Si limitava a fare ciò che
era soddisfacente per i suoi interessi, al diavolo cosa provavano gli
altri.
L’uomo lasciò un sentiero di
baci per tutto il percorso dal mento al basso ventre del compagno,
mentre le
mani si muovevano sicure sull’allacciatura dei pantaloni.
“Hmmm… no…”
L’altro gemette ancora di più
sentendo la mano dell’amante che cominciava a massaggiare il
suo membro caldo e
fremente che cresceva sempre di più.
Si sbarazzò dei boxer del
giovane dagli occhi verdi, e chinò il capo per assaggiare
quella carne
buonissima. Quella carne
che apparteneva solo a lui e mai
qualcun’altro oltre a lui avrebbe dovuto azzardarsi ad
assaggiare.
Lambo stava per venire. La
sua espressione era contratta in una smorfia insofferente, scalpitava,
si
mordeva le labbra, sentiva che non avrebbe resistito un minuto in
più.
Lo
voleva sentire dentro di lui.
Il Vongola si
slacciò i pantaloni
e si sfilò via i boxer frettolosamente, per dare sollievo al
suo membro
pulsante.
“Reborn…” – gli occhi verdi e
brillanti del giovane uomo fissarono quelli neri e profondi
dell’altro.
Sembrava sorridere. Un
sorriso enigmatico.
Si avvicinò con le labbra ad
un orecchio dell’altro e, prima di farlo suo, gli
sussurrò:
“ Questi
sono i nostri cinque minuti. ”
Lo baciò.
Lambo accerchiò il collo
dell’amante con le braccia, mentre le lacrime calde si
facevano strada lungo il
suo viso.
Le loro lingue si inseguivano
e si gustavano
mentre Reborn entrò in
lui, spingendo dapprima lentamente e poi aumentando.
Lambo appoggiò la testa sopra
la spalla dell’altro, piangendo e sparpagliando per la stanza
urla e gemiti
goduriosi.
Quelle urla risuonavano e spronavano
Reborn a fare di meglio, mentre, al contrario, le urla di
quest’ultimo erano
appena udibili.
Il sicario dai capelli
corvini diede la spinta finale, che li portò insieme
all’orgasmo.
Reborn venne dentro di lui e Lambo
riversò lo sperma sul suo ventre e sulla giacca
dell’amante.
Cadde a terra sfinito dopo un
lungo grido di piacere; l’altro si sedette e riprese fiato.
Studiò per un’ultima volta la
figura dell’uomo stanco e trafelato steso a terra; il liquido
seminale fuoriusciva
copioso e abbondante dalle sue natiche.
Si rivestì, e rivestì il
compagno dei pantaloni. Il resto lo avrebbe fatto da solo.
Si sistemò con cura il
cappello e guardò fuori della finestra, accennando un
sorriso.
I cinque minuti erano
terminati.
I
cinque minuti che nessuno avrebbe loro mai rubato.
L’effetto del
bazooka svanì.
Una coltre di fumo nero si
disseminò per la camera, e tutto tornò alla
consuetudine.
Presente al presente, futuro
al futuro.
…
“Gyahahah! Tu chi sei? Io
sono Lambo! Io chi sono? Tu sei Lambo!”
Il bambino fece il suo
trionfale ingresso in scena canticchiando.
“Quanto rumore.”
L’altro gli tirò
violentemente una penna in faccia andandosi a dedicare alla lettura del
quotidiano.
Come ci si poteva aspettare,
il bambino cominciò a piagnucolare.
E Tsuna e gli altri, che
tornavano a casa in quel momento…
“E’ sempre colpa della scemucca!
Scemucca, non infastidire Decimo, capito???”
“Ahahah,
è sempre così divertente qui a casa
tua, Tsuna!”
»
The end «
Era da tanto che avevo in progetto una storia su questa coppia che adoro tanto.
Dopo vari ritocchi, finalmente sono riuscita a pubblicare qualcosa.
Se siete arrivati a leggere quaggiù, spero vi sia piaciuta!
Grazie a tutti quelli che commenteranno e/o metteranno la storia a preferiti.
NebulaChain