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Autore: Mrs_Cobain951    03/12/2016    5 recensioni
Alexander, dopo aver ammesso la sua omosessualità, è finalmente pronto a lasciare casa per andare al college e concentrarsi sugli studi.
Magnus è al terzo anno di college è un ragazzo molto esuberante e alla perenne ricerca dell'amore, che sia per una notte oppure no...
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Magnus Bane, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 8 - Scoperte
 
Dopo un bacio che sembrò durare anni e allo stesso tempo un’istante, i due si separarono dandosi così il tempo di metabolizzare il tutto; Alec andò al bagno per darsi una rinfrescata al volto che aveva assunto una tonalità violacea lasciando il più grande ai suoi pensieri.
 
Magnus’ pov
 
Magnus era euforico, non poteva crederci, il suo dolce fiorellino lo ricambiava; e quel bacio, cosa non era stato quel bacio… a quel punto si chiese come era punto essere tanto stupido e cieco, era così ovvio che quel timido ragazzo gli aveva rubato il cuore e la scommessa, quella maledetta bastarda, era stata niente più che un semplice pretesto per avvicinarsi a quel meraviglioso esemplare di ragazzo. Ora vedeva, era così chiaro, e odiava ammetterlo ma Ragnor aveva ragione a lui Alec piaceva così tanto, e al diavolo i cinquecento dollari, Occhi blu valeva di più.
Dio, quei due erano il perfetto opposto e forse, era anche per quello che Alec gli piaceva tanto. Lui era così timido e puro, addirittura vergine e Magnus avrebbe dato di tutto pur di essere il primo ad entrare nel ragazzo dalle guanciotte dolci, ma non lo avrebbe mai costretto, avrebbe pazientemente aspettato i tempi del ragazzo, al diavolo Raphael, Ragnor e i soldi.
Ripensando euforicamente a quel bacio così intenso e pieno di emozioni iniziò a chiedersi cosa intendesse il Lightwood con “In realtà questo si può definire il mio secondo bacio”. Quindi prima di lui c’era stato qualcuno, si sentì subito curioso e decise di voler vederci chiaro, anche perché, loro sapevano relativamente poco l’uno dell’altro.
Si riscoprì inoltre a pensare che forse anche lui, poteva levarsi qualche peso dalle spalle e raccontare qualcosa del suo passato ad Alec. Perché Magnus se lo sentiva, quel ragazzo dai profondi occhi blu, i folti capelli corvini indomabili e la pelle diafana, sarebbe diventato per lui più importante del previsto.
 
Alec’s pov
 
Dopo essersi rinfrescato il viso, Alec lasciò che l'acqua scorresse, mentre i pensieri gli riempivano la testa. Era come un fiume in piena e non c'era nessuna diga a fermarlo.
Aveva baciato Magnus e non era stato come se lo aspettava. Si passò le dita sulle labbra, rivivendo quei momenti, godendo ancora del sapore di lui. No, non era decisamente stato come se lo aspettava, era stato molto di più, un'esplosione di emozioni, chimica pura tra i loro corpi. In quel momento aveva spento il cervello e aveva lasciato le redini di se stesso al cuore, e poté affermare che quella era stata la prima volta. Di solito dava retta più al cervello che ai sentimenti, ma lui l'aveva portato su tutt'altro universo. L’aveva cambiato così tanto in così poco e, Dio, era stato così stupido negarsi tutto quello. Lui era cotto di Magnus ed estremamente felice di esserlo. Sentiva di potersi fidare del glitterato, dopo quelle parole e quel bacio mozzafiato non aveva dubbi.
 
Dopo un primo momento di euforia pura arrivarono i primi dubbi e un primo stadio di pentimento.
Che cosa aveva fatto? E se Magnus lo stesse davvero solo usando? Se non avesse provato le stesse cose che aveva provato lui?
Gli scoppiava la testa. Tutto ciò era dovuto alla sua praticamente inesistente conoscenza nel campo amoroso. Eppure riuscì comunque a mettere a tacere quei dubbi.
In fondo stava solo andando in paranoia. Quel bacio era stato così bello che era impossibile non aver provato nulla, almeno per Alec. Era stato così diverso dalla prima volta nella quale aveva provato disgusto puro. Ora invece ne voleva solo di più.
Chiuse l'acqua e si guardò allo specchio: aveva i capelli un po' spettinati, colpa delle mani di Magnus, e le guance ancora arrossate. I suoi occhi risaltavano ancora di più con quel rossore. Aveva il sorriso stampato su quelle labbra arrossate per la pressione di poco prima e sentiva il cuore battergli forte contro il petto.
Non avrebbe aspettato oltre, aprì la porta e sorrise a Magnus, il quale era seduto ai piedi del suo letto a riflettere.
.
Alec si mise a gambe incrociate per terra davanti allo splendido ragazzo che aveva appena baciato, facendolo destare dai suoi pensieri. Entrambi si sorrisero dolcemente ed il primo a parlare fu Alec. << A che pensi? >> Magnus allargò il suo sorriso, gli brillavano gli occhi, un po’ per il glitter e un po’ per l’emozione. << Ma a te fiorellino, è dalla prima volta in cui ti ho visto che non faccio altro >> A quella piccola e anche scontata confessione il moro arrossì con velocità record, maledicendosi mentalmente per la sua timidezza, abbassò lo sguardo e borbottò qualcosa che alle orecchie del glitterato sembrò un “Anche per me è lo stesso.” A quel punto Magnus, intenerito dal comportamento di quel ragazzo così timido da risultare tenero ai limiti dell’impossibile, prese il suo mento tra pollice e indice e gli diede un leggero bacio a fior di labbra che ebbe il potere di far nascere le farfalle nello stomaco al più piccolo. << Senti, toglimi una curiosità, chi ti ha dato il primo bacio? >> A quella domanda Alec arricciò il naso, inclinando leggermente la testa, assumendo un aria confusa che il maggiore trovò adorabile all’inverosimile, cavolo, ma perché doveva essere così dannatamente bello!
<< Perché vuoi saperlo? >> fece il moro, seriamente curioso.
<< Perché, mio dolce fiorellino, voglio conoscere ogni sfaccettatura di te, compreso il tuo passato. >> affermò con tono ovvio e allo stesso tempo stucchevole Magnus.
<< Mh… mi pare giusto, però se io ti rivelo qualcosa di me poi tu dovrai fare lo stesso. Anche io voglio conoscerti, un po’ perché, beh ecco… perché mi piaci, e un po’ perché staremo qui ancora per un bel po’ e vorrei rendere la nostra prigionia il meno spiacevole possibile. >> Disse il moro con tono deciso che però stonava completamente con le guance rosso ciliegia, simili a quelle che aveva Heidi. Magnus accettò di buon grado quel compromesso, d’altronde era giusto così.
Anche se nessuno dei due pensava minimamente he quel soggiorno forzato fosse sgradevole, neanche un po’. Entrambi si ritrovarono a ringraziare mentalmente quel piccolo nerd, che aveva dimostrato ancora una volta di essere una persona speciale.
Si sistemarono entrambi sul letto del moro, Magnus in posizione supina e Alec rannicchiato accanto a lui, con la testa posta nell’incavo del collo del maggiore, in quella posizione poteva chiaramente distinguere il dolce aroma del glitterato, quel giorno lavanda.
<< La storia del mio primo bacio è qualcosa di alquanto imbarazzante, quindi giura di non giudicarmi e di non ridere. >>
<< Croce sul cuore, fiorellino, che mi cascassero le palle se mento. >>
<< Buon Dio, quanto sei volgare… >> esclamò il moro con finta indignazione, facendo scappare una risata divertita al glitterato, che Alec trovò irresistibile. << Comunque, diciamo che è cominciato tutto quando, una volta compiuti i miei tredici anni, la mia famiglia ha adottato un ragazzo di dodici, Jace. >> Una valanga di ricordi si sovrapposero nella mente del più piccolo, facendogli venire una sensazione di nostalgia per i tempi passati. << Lui era, o meglio, è un sole, così bello, spavaldo e coraggioso, dal primo momento in cui lo vidi qualcosa in me scattò, passavamo molto tempo insieme e lui è diventato molto importante per me, come anche io per lui. Solo che io lo vedevo in modo diverso da come lui vedeva me, io ne ero innamorato, o almeno così credevo. >> si interruppe un attimo per poi riprendere il monologo, a suo parere imbarazzante e stupido. Nel frattempo Magnus lo ascoltava in silenzio religioso e aveva preso ad accarezzarlo un po’ ovunque, nella speranza di tranquillizzarlo. Stava decisamente funzionando. << Quando confessai i miei sentimenti a lui, sentimenti di cui solo mia sorella era a conoscenza, Jace ritenendoli assolutamente sbagliati e attribuendoli solo ad un momento di confusione, di slancio mi baciò. Credimi se ti dico che al solo pensarci mi vengono ancora i conati di vomito, era stato come baciare mio fratello. Da quell’ episodio però ho trovato la forza di fare coming-out spalleggiato dai miei fratelli.>>
Dopo qualche minuto di silenzio, Magnus fu il primo a parlare. << Sono contento che mi abbia raccontato questa storia, e ti assicuro che da come eri partito pensavo fosse peggio. >> dopodiché posò un dolce bacio sulla testa del corvino che sembrò apprezzare stringendosi più a lui.
<< Ora raccontami di te. Dimmi quello che vuoi, a me andrà bene. >>
<< Oh fiorellino mio, che posso raccontarti… non ho mai avuto dei genitori che mi imponessero regole, i miei primi anni di li ho passati in un orfanotrofio, dove ho conosciuto il mio gruppo di amici, per poi andare a vivere con una vecchia e ricca prozia, quindi sono venuto su come un cavallo a briglie sciolte, anche in amore. Ma ora ci sei tu, forse la prima e vera persona con cui ho voglia di fare sul serio. >> Alec lo guardò con gli occhi sognanti, che meraviglia sentirsi dire ancora una volta da quel bellissimo ragazzo che era unico. Dall’altra parte si sentì triste per lui, non aveva mai avuto una famiglia, avrebbe voluto saperne di più su quella storia ma ad Alec per il momento andava anche bene così, immaginava che dire quelle semplici parole per Magnus non fosse stato facile.
Dopo un altro piccolo momento di silenzio fu proprio il più gande a decidere che era passato troppo tempo senza che potesse posare le sue labbra su quelle del più piccolo, così si mise a cavalcioni su di lui e diede il via ad un’altra sessione di baci da togliere il fiato.
 
.
 
David si sistemò nervosamente sulla sedia, guardandosi intorno come se non avesse mai visto le pareti bluastre del locale. Ci era sempre venuto, da quando stava al college. L'atmosfera era quella di un semplice bar, con le luci abbastanza soffuse per darti un po' di privacy, e i tavoli non troppo vicini in modo da non levartela.
Iniziò a giocherellare con il menù, continuandosi a rifiutare di ordinare qualcosa prima dell’arrivo di Marta.
Ormai era un po’ che i due si frequentavano, non avevano ancora ufficializzato la cosa ma era evidente che entrambi si piacevano molto.
Buttò l’occhio al bancone, c'erano dei ragazzi che se la ridevano tra di loro, tracannando birre, anche se erano solo le otto e mezza della sera. La musica suonava di sottofondo, rilassando lievemente i nervi tesi del ragazzo. Stava aspettando ormai da un quarto d'ora, ma nulla cambiava nella situazione. Sapeva che una donna si sa far desiderare, ma era anche vero che la sua fortuna con le donne non era il massimo, infatti più volte aveva preso dei bidoni. Stava iniziando a temere di non piacere abbastanza a Marta, in fondo non sarebbe stata la prima volta. Per scacciare quel pensiero sempre più doloroso e reale si decise di ordinare qualche shottino.  
Dopo due bicchieri svuotati e l'anima distrutta, decise che forse era meglio ritirarsi nella sua stanza e vedere anche come se la stavano cavando quei due.
Si alzò dalla sedia e buttò una banconota da venti dollari sul tavolo, ma proprio mentre stava per andarsene, una voce lo bloccò.
<< David! Grazie al cielo sei ancora qui! >> gli stava correndo incontro, a braccia tese, come a supplicarlo di non muoversi. << Scusami, so di essere in un tremendo ritardo, ma la sfortuna mi è piombata addosso tutta oggi! >>
David quasi non stava ascoltando cosa la ragazza stesse dicendo, il cuore aveva ripreso a battere più forte di prima e si sentiva la testa leggera, e non era a causa dell’alcol. << I-Io… ciao Marta.>> senza che potesse controllarlo, un sorriso da totale idiota gli si formò sulle labbra.
La ragazza sembrò calmarsi e riprendersi dal fiatone. Aveva corso. << Ciao, David. >> ridacchiò, non riusciva a capacitarsi di quanto lei potesse essere carina, anche tutta scompigliata e con le guance arrossate per lo sforzo. << Allora, ordiniamo qualcosa da mettere sotto i denti? Ho una fame! >> si sedette, non lasciandolo aiutarla a mettersi seduta.
Così si risedette anche lui, con un sorriso perenne sul viso. Non sapeva che dire, era come bloccato. Si maledisse e si nascose dietro il menù, anche se lo conosceva a memoria. Fece vagare lo sguardo sui nomi familiari, per poi farlo tornare su per guardarla di nuovo, sperando di trovarla tutta assorta a leggere il menù, era così carina quando si concentrava e in mezzo alla fronte le si formava una piccola ruga. Ma invece di quello che si aspettava, incrociò i suoi occhi scuri come la cioccolata fusa. Arrossirono entrambi e la risata briosa e dolce di lei riempì e scaldò l'atmosfera.
<< Ammetto che il menù non è poi così interessante. >> disse David, riacquistando un po' della sicurezza persa.
Lei storse il naso in un modo adorabile che le aveva visto fare anche alla festa. << No. Non proprio. Che cosa mi consigli? >>
Lui fece spallucce. << Qui la carne è buona. >> che frase idiota…
<< E allora opterò per un bell'hamburger. >> mise via il menù e cercò di aggiustarsi un po' i capelli ribelli; quei bellissimi capelli biondi e ricci in cui David avrebbe voluto più volte passarci le mani per saggiarne la consistenza. A risvegliarlo da quei suoi strani pensieri ci pensò la ragazza. << Sai, al primo anno di college stavamo nella stessa aula di biologia. >>
Fu preso in contropiede e la guardò confuso. << Davvero? >>
Lei annuì sorridendo. << Si, te ne stavi sempre per le tue. Volevo sempre invitarti a qualche progetto, ma avevi l'aria di uno su un altro pianeta. >>
Si bagnò le labbra, sentendole improvvisamente secche, insieme alla gola. << Era un mondo tutto nuovo per me e non ero abituato a persone che si accorgessero di me. >>
Prima che la ragazza potesse indagare, arrivò il cameriere a salvarlo dalla sua storia strappalacrime. << Volete ordinare? >>
David annuì. << Due hamburger con patatine. >>
Il cameriere scribacchiò velocemente e si volatilizzò via insieme ai menù.
<< Stavi dicendo? >>
Oh, no. Doveva trovare un escamotage. << Io...ehm devo… prendo da bere. >> si alzò e si avvicinò al bancone, poggiandocisi con i gomiti. << Ehi, Phil, due birre grandi alla spina. >>
Il barista annuì e si mise a prepararle.
Per passare il tempo, cominciò a tamburellare le dita sul legno ammaccato, e senza volerlo iniziò ad ascoltare la conversazione dei ragazzi affianco.
<< Non ci credo che alla fine l'abbia fatto. >> diceva uno, ridendo.
<< Non l'ha ancora fatto. Ci sta lavorando, ma secondo me la cosa finirà diversamente da come ce l'aspettiamo. >>
L'ultimo ad aver parlato era Ragnor, lo riconobbe perché lo vedeva sempre con Magnus per il campus. Ma di che stavano parlando? E poi perché doveva interessarsi?
<< Oh andiamo! Magnus fa sempre così, sa come fingere di essere innamorato. >> rispose l'altro, adesso quasi annoiato.
Magnus cosa? Okay, adesso aveva tutte le ragioni per mettersi ad origliare.
<< Ti dico che è diverso, sembra che la scommessa non gli interessi più. >> Ragnor fece spallucce.
Il barista passò le birre a David, che le prese un po' scosso. Di quale scommessa stavano parlando? Certo, poteva essere qualsiasi cosa, ma sentiva una stretta al cuore. Un peso. Si girò, dando le spalle al bancone, ma non mosse un muscolo.
<< Come può non interessargli avere cinquecento dollari per scomparsi una matricola? Soldi e sesso sono tutto quello che a lui più interessa. >> il suo tono era scocciato, come se non volesse dar retta a Ragnor.
David sgranò lentamente gli occhi, collegando ogni pezzo di quella storia.
Magnus stava…
I bicchieri gli scivolarono dalle mani, producendo un suono sordo alle sue orecchie. Alec era solo, in camera, con lui.
<< Ehi, ragazzino, sta attento a quello che fai. >> disse Ragnor, girandosi verso di lui.
David lo guardò, con gli occhi quasi lucidi dalla rabbia. << Tu sta attento a quello che fai. Alec non è un giocattolo, hai capito?! >> non si era mai sognato di rispondere così a qualcuno di più grande e più "in", ma qua si era superato un limite che nessuno avrebbe dovuto superare. Alec non doveva toccarlo nessuno.
L'altro ragazzo ridacchiò e lo guardò come si guarda una tigre in gabbia. << Guarda come si scalda. Che c'è, siete amichetti del cuore? >>
Strinse i pugni, sentiva la rabbia pompargli nelle vene. << Dave, tutto apposto? >> era la voce gentile di Marta, sicuramente si era avvicinata per il fracasso dei bicchieri.
<< Si, tutto apposto. >> disse tra i denti. Voleva spaccare la testa sia a Ragnor che al suo amico, ma sapeva che sarebbe finita male. E doveva andare da Alec, adesso. Prima che potesse succedere qualsiasi cosa, e se fosse già successa... << Marta, mi dispiace, ma devo andare. Perdonami ma è proprio un’emergenza. Sai che altrimenti non ti lascerei mai sola. >> Marta vedendolo così sconvolto iniziò a preoccuparsi. << Ma certo se devi andare, vai! >> esclamò la bionda << Grazie Marta, sei un angelo. Ti chiamo io stasera e ti spiego tutto. >> e detto questo, le scoccò un bacio sulla guancia per poi correre verso l'uscita. Non avrebbe permesso che succedesse, avrebbe fatto qualsiasi cosa per fermarli.
Corse alla macchina e guidò il più velocemente possibile, mentre i pensieri si accavallavano. Come avrebbe detto ad Alec una cosa del genere? Lo avrebbe ucciso. Era stato proprio lui a spingerlo nelle braccia di quel maledetto Giuda. Si sentì tremendamente in colpa, frustrato e arrabbiato. Non sapeva cosa fare, né cosa dire, ma per ora si sarebbe limitato a cacciare Magnus via da Alec. Le spiegazioni sarebbero arrivate dopo. In un modo o nell'altro.
Parcheggiò di fretta e mentre correva, frugava nella tasca dei jeans per cercare le chiavi di quella dannata stanza. Appena arrivò, aprì la porta, trovando Magnus sopra Alec mentre intenti a baciarsi con passione, per fortuna entrambi vestiti, era arrivato in tempo. Prese il maggiore per la camicia, buttandolo fuori dalla stanza. Di certo non ci sarebbe mai riuscito se Magnus non fosse stato preso di sorpresa e se non avesse avuto tutta quell’adrenalina nel corpo. Con velocità fulminea uscì anche lui, chiudendosi la porta alle spalle con la chiave, lasciando dietro di sé un Alec a dir poco basito, che si domandava cosa diavolo fosse successo in quella frazione di secondo. Si scansò un po', per non farsi sentire e prese un respiro profondo per affrontare Magnus.
<< Devi andartene. >> disse solamente, perché era tutto quello che c'era da dire. Nessun insulto o presa di posizione avrebbero fatto sentire il ragazzo più grande lo schifo che avrebbe dovuto.
<< Ma di cosa stai parlando? Che è successo? >> sembrava davvero confuso, come se cadesse dalle nuvole. Ma David non ci sarebbe caduto. Non ancora.
<< È successo che sono stato un ingenuo a crederti. Adesso vattene e vedi di non avvicinarti più ad Alec, o giuro che in un modo o nell'altro, ti farò rinnegare di averlo fatto. >> si sentiva sicuro di sé, perché lo diceva per davvero. Sarebbe passato sopra a chiunque con un trattore per il suo migliore amico.
<< Si può sapere che ti prende? >> ora era spazientito. Non capiva perché quel ragazzo che era stato così utile a lui e ad Alec si stesse comportando in quel modo, che fosse geloso del suo padroncino?
<< So della scommessa Magnus. >> incrociò le braccia al petto. Era piuttosto stanco, ma l'adrenalina lo teneva ancora in piedi.
Il ragazzo sembrò avere un attimo di cedimento, per un momento si sentì perso, ma avrebbe potuto rimediare, finché si trattava di Dave. Tornò infatti subito a controbattere. << David, ascolta, non so come tu ne sia venuto a conoscenza, ma ora è tutto diverso, lui mi piace davvero. Non è più una scommessa... >>
Lo fermò con un gesto della mano. << Cazzate, non ti permetterò di fare male ad Alec, lui non se lo merita e tu non ti meriti lui, stronzo! >> quelle parole, avrebbe voluto urlarle ma non poteva, a pochi passi da lui si trovava il corvino
Magnus non poteva perdere il suo dolce Occhi blu, doveva assolutamente convincere David del suo pentimento. << Lo so David, sono stato uno stronzo, hai ragione, non mi sarei dovuto mai permettere di fare una cosa del genere, ma capiscimi, lui ora mi piace davvero.>> David fece per ribattere ma il glitterato fu abile nel precederlo. << Credimi David, non voglio fargli del male. Non più. Ti prego non gli dire nulla. >>
David lo vedeva, era sincero, o almeno era davvero, ma davvero bravo a fingere, ma questo non cambiava le cose. Alec doveva sapere. Avrebbe fatto male, ma Magnus doveva comunque pagare. << Non lo farò. >> l'altro sembrò tornare a vivere. << Sarai tu a farlo. >> e, in seguito a morire. Dave sapeva molto bene che se fosse stato proprio il maggiore a dirglielo, forse Alec lo avrebbe perdonato. In fondo sapeva che Magnus era sincero e gli dispiaceva separare una coppia che sarebbe potuta diventare qualcosa di perfetto.
<< Cosa? No Dave non farmi questo, non posso dirglielo, lo perderei. >> Magnus si stava disperando, come aveva potuto essere così stupido e superficiale.
David lo guardò con compassione ma allo stesso tempo parlò con tono fermo. << Mi dispiace Magnus, ma non voglio tenere nascosto ad Alec tutto questo. O sarai tu a dirglielo, o lo farò io. A te la scelta. >> e detto questo, rientrò in camera dove inventò una scusa per giustificare quel teatrino di qualche minuto prima, lasciando Magnus solo in corridoio, con il peso dei suoi errori sulle spalle.
 
Angolo delle autrici timide.
Heeeeeeey bella gente!
Ancora grazie grazie grazie per tutto il supporto, vi amiamo.
Capitolo più lungo del solito e parecchio movimentato, siamo davvero curiose di Sapere cosa ne pensate di tutto quello che è successo e soprattutto se avete trovato Magnus e Alec troppo stucchevoli, perché abbiamo paura di aver un po’ esagerato con il fluff…
Beh al prossimo capitolo gente!
P.S. scusate per l’orario assurdo di aggiornamento ma non abbiamo trovato un minuto libero per aggiornare.
Baci, Mrs_Cobain951 & Zitella9911
   
 
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