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Autore: luckie_controlofwhatIdo    04/12/2016    0 recensioni
Quando Blaine Anderson soggiornò al "Kellerman's Mountain Home" con la sua famiglia nel 1963, non si aspettava altro che giorni al sole e partite a croquet, ma quando lui e sua cugina Rachel conobbero gli istruttori di danza , i loro piani furono scombussolati. Le vacanze di Blaine in famiglia potrebbero quindi diventare il più bel momento della sua vita.Klaine Dirty Dancing .AU
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Finn Hudson, Hiram Berry, Kurt Hummel, Rachel Berry | Coppie: Blaine/Kurt
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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La dichiarazione di Rachel lasciò tutti in un attonito silenzio per un minuto poi… tutto accadde molto rapidamente.

Blaine tentò di aprire bocca ma fu  interrotto dalla voce del signor Kellerman.

“Saresti disposta a giurarlo , Rachel? Per le autorità se fosse necessario?”

“Si” disse Rachel , con voce calma ma forte.

Hiram sbuffò e distolse lo sguardo.

“Allora penso che dovremo continuare questa discussione nel mio ufficio” dichiarò il signor Kellerman.

“Seguimi, per favore”.

Si alzarono tutti, la maggior parte di loro lenta ed ancora sotto shock e Rachel con movimenti  piccoli e controllati.

Hiram al contrario quasi saltò in piedi.

“Ho bisogno di aria” disse, rifiutandosi fermamente di guardarli, guardando direttamente la moglie.

“Shelby, ti assicuri tu che sia tutto sotto controllo?”

Shelby annuì, con un’espressione seria sul viso.

“Certamente. Andiamo , Blaine, Rachel.” Ordinò.

Era la voce che Blaine aveva sentito almeno un centinaio di volte, quella voce senza fronzoli, la voce dei suoi “Siediti dritto” e dei “non alzare il mento quando canti” e dei “Blaine, riprovaci”.

E così , come aveva sempre fatto le altre 100 volte , Blaine si alzò, raddrizzò la schiena e seguì la piccola e strana processione.

Il signor Kellerman li condusse lungo un corridoio, su per una rampa di scale e poi in un grande ufficio che avrebbe dovuto essere un incantevole ufficio grazie alla grande finestra che affacciava sul lego.

Invece era disordinato, soffocante e puzzava di cibo stantio.

C’erano due sedie di fronte alla grande scrivania.

Blaine lasciò che le usassero Shelby e Rachel, decidendo di appoggiarsi alla parete mente Jacob si mise dietro allo zio, sembrando sul punto di vomitare.

Il signor Kellerman prese un blocco ed iniziò a fare delle domande a Rachel.

Per fortuna, non aveva nessuna ragione per chiederle troppi dettagli sulla notte prima.

Le chiese a che ora era arrivata nelle stanza di Finn ( non poteva essere prima delle 11) a che ora era andata via ( poco dopo l’alba).

Rachel confermò che Finn non aveva lasciato la stanza per tutto il tempo in cui era stata li.

Poi il signor Kellerman chiese di Kurt e Blaine drizzò le orecchie.

“Era li quando sono arrivata, ma è andato via per lasciarci un po’ di privacy per.. uhm.. parlare” spiegò Rachel, riprendendo un po’ di colore. “Non è più tornato”.

E’ venuto a cercare me , realizzò Blaine ricordando l’arrivo inaspettato di Kurt e soprattutto la sua riluttanza a dire il perché era li,

Blaine si sentì a disagio, capì improvvisamente che Kurt sapeva dove Rachel era stata per tutto il tempo e non sapeva cosa pensare.

Naturalmente non era una sua responsabilità prendersi cura di lei e potrebbe aver pensato di non dover interferire.

Quando riportò l’attenzione sulla conversazione, il signor Kellerman stava chiedendo a Rachel di parlargli del giorno in cui lei e Blaine avevano aiutato la signora Schumacher a riprendere la sua collezione di portafogli .

Rachel rispose a tutto con onestà ed anche Blaine raccontò tutto quello che ricordava, decidendo che non c’era nulla di male a raccontare la verità.

Dopo che Blaine finì di parlare del contenuto della borsa della signora Schumacher , il signor Kellerman li fece tornare in corridoio.

“Ho bisogno di parlare con Jacob per qualche minuto poi preparerò delle note che vorrei rileggeste per poi firmarle. Potete aspettare nell’ufficio in fondo al corridoio, se volete”.

Rachel si precipitò, grata, fuori dalla stanza ed andò dritto nell’ufficio vuoto, crollando su una sedia.

Blaine la raggiunse mentre Shelby rimase sulla soglia.

“Vado a vedere se trovo un po’ d’acqua per noi” disse “ penso ci farà stare tutti meglio. Mi aspettate qui?”

“Lo faremo” replicò Blaine, quando Rachel rimase in silenzio.

Shelby esitò di nuovo prima di andarsene.

“Rachel..” disse alla fine , aspettando che la figlia alzasse la testa, “ stai facendo la cosa giusta”.

Rachel annuì triste.

“Grazie mamma” sussurrò .

Shelby le rivolse un debole sorride e se ne andò.

Non appena furono soli, Rachel portò i gomiti sulle ginocchia e nascose il viso tre le mani.

“Questo è un incubo” si lamentò.

Blaine le si avvicinò e le diede un breve abbraccio.

“Shelby ha ragione. Quello che stai facendo è la cosa giusta. Avresti potuto tenerlo per te e lasciare che incolpassero Finn”

Rachel alzò bruscamente la testa a queste parole.

“Non lo farei mai! Non potrei! Non a lui!” disse prima di crollare sulla sedia.

“Papà non mi parlerà mai più”.

“Certo che lo farà” la rassicurò Blaine, “ ha solo bisogno di un po’ di tempo per superare lo shock”.

“Lo farà” disse Rachel , “ Perché parlerò io con lui e così non avrò altra scelta.”

Blaine sorrise leggermente.. sembrava di nuovo la solita Rachel.

La stava guardando con attenzione .

“Tu.. stai parlando con me” osservò.

“Perché non dovrei farlo?”

“Non sei arrabbiato con me?” gli chiese abbassando un po’ la voce.

Blaine sospirò.

“Non sono arrabbiato” e fu sorpreso di quanto questo fosse vero.

Sapere che Rachel aveva passato  tutta la notte con Finn sembrava meno terribile se paragonata all’idea che avrebbe potuto scegliere invece Noah.

Inoltre, Blaine non aveva motivo di recriminare se si parlava di castità.

“Sono, però, confuso” continuò, “ Rachel… ieri pomeriggio stavi parlando di Noah. Cosa è successo?”

Rachel riportò lo sguardo sulle sue mani intrecciate.

“Beh.. ti ricordi cosa ti ho detto che volevo fare?”

“Si” disse Blaine incapace di nascondere la sua disapprovazione.

“Pensavo.. di volerlo fare ancora” ammise , “ mi sono truccata e sono sgattaiolata fuori non appena siete andati tutti a dormire . io.. oh  sono così stupida”.

E Blaine non poteva permetterle di dirlo, anche se non poteva che essere d’accordo.

“Rachel.. non è stupido….”

“No” lo interruppe lei, “non intendevo.. “ .

Prese un profondo respiro.

“Sono arrivata davanti la porta della sua stanza. Ho bussato e nessuno mi ha risposto. Così ho deciso di aprire la porta. C’era un asciugamano sul pomello, ma non sapevo cosa volesse significare e quando ho aperto la porta…” corrucciò il viso , “ Non era da solo. Terry Schuester era li.  Nel suo letto. Con lui.”

Blaine impallidì.

“Oh!”

“Non sapevo cosa fare… così… ho solo chiuso la porta e sono scappata. Verso la stanza di Finn.”

“Oh!” ripeté Blaine.

“Non mi è mai davvero importato di Noah” continuò Rachel “penso di aver solo cercato di sentirmi meglio. O di fare ingelosire Finn. O entrambe”.

“Rachel…” cominciò Blaine, ma fu interrotto dall’arrivo di Shelby con due bicchieri d’acqua che mise fine alla loro conversazione.

Si divisero l’acqua tra loro mentre aspettavano in silenzio.

Non passò molto tempo che il signor Kellerman riapparve.

Aveva mandato via Jacob per fare delle commissioni ed invitò Blaine e Rachel a tornare nel suo ufficio, porgendo loro un foglio dattiloscritto da visionare e firmare.

Mentre Blaine firmava la sua dichiarazione, il signor Kellerman si schiarì la gola e parlò.

“Rachel, credo di doverti chiedere di non partecipare più al talent show, visti i recenti sviluppi”.

Blaine alzò lo sguardo e vide Rachel guardare con freddezza il signor Kellerman.

“Oh.. è un gran sollievo” disse “Stavo per chiedervi se potevate sostituirmi con la mia sostituta . Non riesco a farmi passare questa allergia.”

“Bene. Allora è tutto sistemato” rispose il signor Kellerman.

Blaine non poté fare a meno di trattenere un sorriso … mentre restituiva il documento firmato.

Pochi minuti dopo, tornarono tutti in corridoio tranne il signor Kellerman che chiuse la porta per concludere definitivamente la questione.

Una volta che furono congedati, Rachel si voltò verso di loro.

“Vado a cercare papà” disse a testa alta.

Accettò il loro abbracci per poi dirigersi lungo il corridoio, sembrando stanca ma fiera.

“E tu , tesoro?” disse Shelby, “ vuoi tornare in camera?”

Blaine scosse la testa .

“No, penso che andrò a fare una passeggiata. Per schiarirmi le idee”.

“Va bene” disse Shelby, che lo abbracciò dandogli un bacio sulla fronte, “ Ci vediamo più tardi”.

“A più tardi” disse Blaine.

Doveva trovare Kurt.




Muovendosi quanto più rapidamente possibile senza destare sospetti, Blaine guardò in tutti i posti che gli erano venuti in mente.. la sala da ballo, la camera di Kurt, quella di Quinn.. ma Kurt non era in nessuno di questi posti.

Aveva chiesto anche ad alcuni membri dello staff .. era persino andato nella loro sala comune ma era vuoto.

Frustrato , si sdraiò sul divano, cercando di pensare ad altri posti in cui cercare.

Blaine non ricordava di essersi addormentato.. l’unica cosa che sapeva era di essere accasciato sul divano con Kurt che lo scuoteva per svegliarlo, mentre esclamava.. “ Blaine! Ti ho cercato dappertutto!”.

“Cosa?” chiese Blaine intontito.

Non ricordava nemmeno di aver chiuso gli occhi, ma era anche vero che non aveva dormito molto.

Scosse leggermente la testa.

“Kurt!.. Hanno…”

“Hanno arrestato gli Schumacher “ lo interruppe Kurt, “ hanno preso le loro impronte dai bicchieri ed è venuto fuori che erano ricercati in tre stati. Hanno fatto un bel colpaccio qui questa estate.”

“Grande!” disse Blaine, alzandosi in piedi .

“Questo..” le parole gli morirono in gola quando Kurt si allontanò, evitando di prendere la mano che Blaine aveva allungato.

Fu così che notò la posizione di Kurt.. le braccia strette sulle stomaco.. la testa e gli occhi bassi e sfuggenti.

“Andiamo via, Blaine” disse Kurt sommessamente.

“..Via?” chiese Blaine

“Finn è stato licenziato”.

Le parole rimasero pesantemente sospese  in aria, Blaine non riusciva a comprenderle perché non avevano senso.

Se avevano appena provato che Finn non aveva rubato i portafogli, il signor Kellerman non aveva motivo per.. a meno che..

“Lo hanno licenziato a causa di quello che è successo con Rachel” suppose Blaine.

“E se andiamo via senza far rumore, ci daranno comunque il nostro bonus estivo” disse Kurt acido.

“E’ me che vuol far fuori e credo che abbia finalmente trovato come farlo.

Non c’è nessuna possibilità che io resti nei paraggi se Finn non è qui”.

Queste parole colpirono Blaine come uno schiaffo, e non poté fare a meno di pensare ..” nemmeno se ci sono io?”

Ma non sarebbe stato giusto.

Blaine sarebbe andato via nel fine settimana e Kurt odiava i Kellerman.

Naturalmente non avrebbe potuto ciondolare per tutto il resto dell’estate.

“Quando partite?” chiese Blaine con tono triste.

"Questo pomeriggio."

Un altro duro colpo.

“Così presto?”  sussultò Blaine.

“Presto?” Kurt sembrò incredulo, “ Siamo stati fortunati che ci ha almeno dato il tempo di preparare le valigie”.

“Allora..” disse Blaine debolmente, “ Questo è tutto”.

Stava cercando con difficoltà a non contare , perché non voleva pensare a quanti giorni erano passati dall’ultima volta… dall’ultimo tocco, dall’ultimo bacio, dalle ultime parole che si erano scambiati… ma non aveva più importanza.

Questa era l’ultima volta.

Sotto tutti i punti di vista.. l’ultima volta stava appena accadendo.

“Questo è tutto” confermò Kurt.

Blaine si sentì stordito, dentro e fuori, come quel momento tra lo scottarsi e sentire il dolore.

Guardò Kurt, era qui ma non del tutto, non lo stava toccando e aveva rialzato quel muro che Blaine non vedeva da settimane.

Non poteva essere.

Non poteva fare questo.

Blaine aveva ancora così tante cose da dire, così tanti pensieri e sensazione che non era ancora capace di trasformare in parole.

Voleva dire a Kurt quanto tutto avesse significato tanto per lui, che conoscerlo era stata la migliore cosa che potesse capitargli; avrebbe voluto chiedergli se avesse ancora pensato a trasferirsi a New York o se aveva semplicemente pensato che tutto questo sarebbe solo ..finito.

“Ma.. ci sono ancora così tante cose di cui vorrei parlare con te..” disse alla fine.

Parole non sufficienti, ma che ebbero , comunque, lo stesso un certo impatto.

Kurt sospirò ed il suo viso si addolcì ; Kurt ora sembrò addolorato più che distante.

“Lo so”.

Visto che non avevano più così tanto tempo, Blaine sbottò.

“Volevo parlarti di New York”.

“Blaine..” disse Kurt, dondolandosi, “ New York è solo… è solo un sogno impossibile per me , ora.”

“Ma perché?” sussurrò Blaine.

Stava quasi piagnucolando ormai, ma non riuscì a trattenersi.

“La mia famiglia.. non posso..”

Kurt prese un profondo respiro.

“Quando sono a casa, do una mano al garage di mio padre, e faccio anche qualche lavoretto occasionale.

E quando non ci sono, mando quanti più soldi posso a casa. Entrambi lo facciamo. Ma non ci sono stati abbastanza soldi da mandare a causa di Quinn. Ho bisogno di rimediare in qualche modo”.

“E allora? Puoi lavorare a New York. Probabilmente ci sono tanti lavori li.  E per qualcuno come te che sa cantare e ballare…”

Blaine si sentì sconsiderato e disperato, ma non poteva più continuare quando vide l’espressione di Kurt , che sembrava come se… come se ogni parola che usciva dalla sua bocca lo ferisse più della precedente.

Kurt si avvicinò e toccò per un attimo il viso, i capelli, il collo.. guardando ovunque tranne che Blaine.

“Non posso prendere così una decisione del genere. Non così.. di punto in bianco mentre sono qui. Ho bisogno di tempo…”

Tempo.. l’unica cosa che non avevano .. ormai avevano solo pochi minuti , preziosi come perle e Blaine non voleva passarli facendo sentire Kurt ancora più triste.

“Prese un profondo e tremante respiro e si calmò”.

 “Fammi sapere se lo farai”

Almeno per i prossimi quattro anni Kurt sapeva dopo trovarlo.

Gli bruciavano gli occhi.

“Certo” rispose Kurt dolcemente, “ Se pensi che avrai ancora voglia di saperlo”

“Lo vorrò”.

Alla fine si guardarono fissi negli occhi e poi Blaine si lanciò verso di lui.

Kurt gli venne incontro e avvolse le braccia intorno alle sue spalle mentre Blaine nascose il viso nel suo collo ed iniziò a piangere.

Voleva ricordare tutto e cercò di immagazzinare quanto più poté, il più rapidamente possibile.

Il profumo di Kurt, il modo perfetto con cui si incastravano i loro corpi, poggiando la guancia tra il collo e le spalle di Kurt… le sue braccia intorno ai fianchi di Kurt.

Cercò di imprimere nella sua memoria tutto quanto più forte poteva .

La parte peggiore era sapere che questi ricordi sarebbero comunque svaniti, non importava quanto duramente avrebbe provato a trattenerli, proprio come avevano fatto il suono della risata di sua madre o la voce di suo padre.

Avvolse le braccia attorno ai fianchi di Kurt, che si allontanò un po’ per poggiare le mani sul viso bagnato di lacrime di Blaine, per poi unire le loro labbra insieme per un ultimo bacio, intenso e pieno di desiderio.

Blaine rispose al bacio con abbandono, con ardore, perché ormai non serviva nascondere più nulla.

Non c’era nulla da nascondere.

Quando Kurt si staccò, tolse le mani dalle spalle di Blaine e allontanò , gentilmente , le braccia di Blaine; gli occhi bassi e le guance rosa.

“Va da Rachel” disse a bassa voce, “Portala al parcheggio riservato allo staff tra un’ora”.

Cercò di andarsene, ma Blaine lo afferrò per un gomito e lo tirò verso di se per baciarlo di nuovo, una mano poggiata sul collo di Kurt, perché questa volta era davvero l’ultima volta… l’ultimo bacio e l’ultima volta che avrebbe visto Kurt da solo.

Kurt emise un suono strozzato e si liberò di nuovo.

Blaine riuscì a scorgere l’espressione devastata sul suo viso mentre si voltava e portava le braccia strette in vita , per poi andarsene velocemente.

Blaine abbassò le braccia.

La porta sbatté e rimase solo.




Dopo che Kurt se ne fu andato, Blaine rimase lì per alcuni minuti cercando di ricomporsi.

Era ancora li dove lo aveva lasciato Kurt, quasi immobile per lo shock, solo i muscoli del viso si muovevano appena; ma tutto, dentro di lui, stava vorticando, precipitando persino urlando.

Capì , sorpreso, l’enorme differenza che c’era tra il trovarsi sul ciglio di una scogliera sapendo di dover saltare giù e l’essere spinto , inconsapevolmente, oltre quel ciglio prima di realizzare persino che i proprio piedi non toccavano più il terreno.

Fu difficile andar via, sapendo che oltre quella porta, tutto sarebbe stato diverso.

Ovviamente sapeva che non era davvero così, ma , in quel momento, non sarebbe stato sorpreso se uscendo avesse trovato qualcosa di drastico.. tutti gli alberi bruciati o il cielo del colore sbagliato.

Eppure, quando tutto ciò che vide fu lo stesso blu vivace e lo stesso verde rigoglioso si sentì anche peggio.

Perché questo voleva dire che il cambiamento era solo dentro di lui.

Blaine si sforzò di mantenere un’espressione neutra mentre tornava nella stanza dei Berry.

Quando mancavano ancora diversi metri per arrivare, fu sorpreso di vedere Finn salire i gradini del portico.

Blaine accelerò il passo , ma prima di poter arrivare abbastanza vicino per poter dire qualcosa, Finn stava già bussando alla porta.

Fu aperta da Hiram, un’espressione calma e seria sul viso, ma i suoi  occhi erano furiosi.

“Dottor Berry posso.. uh,.. sto andando via così volevo solo… “ iniziò Finn, portandosi la mano sul collo per strofinarsi la nuca come per sottrarsi dall’ira di Hiram.

“So cosa sta pensando”.

“Non sai nulla di me “ disse Hiram.

“So che ama Rachel” disse Finn, “ e che vuole che sia felice. E che abbia successo”.

“Non potrà essere nulla di ciò se continuerà a passare del tempo con gente come te”.

Blaine vide chiaramente il momento in cui Finn si irritò.

“Come me?” disse quasi sfidandolo.

“Il tipo di persona che mette nei guai la proprio partner “ spiegò Hiram , la voce dura come pietra, “ e che poi la manda da un macellaio mentre lui se la spassa con una ragazza innocente”.

Blaine inspirò profondamente , spostò velocemente lo sguardo su Finn per controllare la sua reazione, pronto a precipitarsi per separarli se ce ne fosse stato bisogno.

Ma, invece di reagire male, Finn si calmò.

“Si” disse , “ immagino che sia così che vuole vederla” .

Rimise gli occhiali da sole e se ne andò senza aggiungere altro, guardando a malapena Blaine, immobile, quando gli passò accanto.

Blaine lo guardò allontanarsi per un momento , poi corse in camera.

Quando aprì la porta, Hiram stava sparendo nella sue stanza e Rachel era in piedi vicino alla sedia dondolo, tormentandosi le mani.

“Blaine, cosa è successo?” sussurrò.

Blaine lanciò uno sguardo alla porta chiusa della stanza di Hiram e, ad alta voce , disse:

“ Perché non andiamo a fare una passeggiata al lago? Ti racconterò tutto.”

Rachel sembrava confusa e spaventata, e Blaine desiderò non essere lui a doverle raccontare tutto.

Avrebbe solo voluto poggiarle un braccio sulle spalle e dirle che sarebbe andato tutto bene, ma nulla andava bene per lui.

Sapeva che la situazione le avrebbe spezzato il cuore così come aveva spezzato il suo , che fosse giusto o no.

Blaine si diresse con Rachel prima verso il lago, nel caso in cui Hiram li stesse controllando e poi perché avevano ancora un po’ di tempo prima di incontrarsi con gli altri.

Rachel si avventò immediatamente su di lui.

“Blaine, cosa sta succedendo? Tu sei sparito e papà continua a dirmi di non preoccuparmi e che tutto è stato sistemato”.

Blaine prese un respiro profondo.

Allungò una mano verso Rachel e , quando lei la prese, Blaine le intrecciò.

“Il signor Kellerman ha licenziato Finn” disse, “ Deve andarsene oggi , nel pomeriggio e Kurt andrà con lui “.

La sua voce vacillò quando pronunciò il nome di Kurt ma si costrinse a continuare, “Immagino che anche Quinn vada via. Finn vuole incontrarti al parcheggio dello staff per dirti addio”.

Rachel si fermò afferrando Blaine per un braccio , facendolo fermare.

“Stanno andando via?” sussurrò , guardandolo con gli occhi spalancati che iniziarono a bagnarsi di lacrime.

“Oggi? Ora?”

Sentendo un pizzicore agli occhi, Blaine cominciò di nuovo a camminare, così da poter voltare il viso.

“Andiamo” disse con calma, “ Non dobbiamo far insospettire Hiram. E si.. vanno via, così dobbiamo andare a dirgli addio”.

Mentre continuarono a dirigersi verso il lago, Rachel si strinse a lui, la testa china e la mano stretta al suo gomito.

Blaine restò impassibile, ma le strinse forte la mano, cercando di confortare entrambi.

Camminarono fino alla sponda del lago, percorrendola fin quando Blaine svoltò all’altezza dell’area dello staff.

Rachel si staccò da lui non appena arrivarono al parcheggio, facendo gli ultimi passi che la separavano da Finn di corsa, gettandosi tra le sue braccia e seppellendo il viso nella sua maglia.

Blaine distolse lo sguardo , cercando di dar loro un po’ di privacy girandosi, volutamente, dalla parte opposta da dove era Kurt.

All’inizio fissò per terra, e dopo un momento alzò lo sguardo verso il cielo luminoso del pomeriggio, pensando così di poter incolpare il sole se i suoi occhi si dovessero riempire di lacrime.

Fu sorpreso di sentire dei passi avvicinarsi e abbassando lo sguardo vide Quinn socchiudere gli occhi e sorridere.

“Hey” disse Quinn .

Blaine si sforzò di sorridere, sperando che non sembrasse più che altro una smorfia.

“Ciao.. così stai andando via anche tu?” chiese, anche se la risposta era più che ovvia.

Quinn guardò verso gli altri e poi tornò a guardare Blaine.

“Questi ragazzi sono la mia famiglia ora” .

“Sono felice che avete l’un l’altro “ disse Blaine onestamente e lo era davvero.. voleva solo averli anche lui.

“Io sono felice di avere avuto la possibilità di conoscerti” rispose Quinn “non potrò mai ringraziarti abbastanza”

Blaine scosse la testa.

“Ti prego non ringraziarmi per questo.. non aveva idea..”

“Blaine..” intervenne Quinn, “ abbiamo già parlato di questo. Lo so. Così lasciami ringraziarti per aver fatto una cosa coraggiosa e avermi portato tuo zio per aiutarmi.

Senza di lui, non so cosa sarebbe successo”.

Aveva gli occhi lucidi quando finì di parlare e Blaine ebbe così tutti i motivi di cui aveva bisogno per spiegare i suoi occhi bagnati di lacrime.

“In questo caso.. prego” disse e Quinn gli si avvicinò per abbracciarlo.

“Buona fortuna a New York” gli sussurrò all’orecchio.

Blaine la strinse un po’ più forte.

“Grazie. Sono felice anche io di averti conosciuta”.

Quinn si allontanò , poggiandosi una mano sugli occhi per difendersi dal sole.

“Penso di aver bisogno di sedermi. Continuo a pensare di essermi completamente ripresa, ma poi passo un’ora a trascinare le valigie in un giorno caldo e realizzò che non è del tutto vero.”

“Beh, spero che ti rimetterai presto completamente.”

“Oh.. non puoi tenermi ferma a lungo” disse Quinn con sicurezza.

“Ciao Blaine”.

Blaine le sorrise , un sorriso genuino, seppur piccolo.

“Addio Quinn”.

Quinn tornò alla macchina dove c’era Kurt che le tenne la portiera aperta mentre scivolava sul sedile posteriore.

Mentre Quinn si sistemava, Kurt chiuse delicatamente la portiera, poi si voltò a guardare Blaine, che abbassò immediatamente lo sguardo.

Kurt gli si avvicinò lentamente, fermandosi solo quando gli fu accanto, poi entrambi si voltarono verso gli alberi .

Restarono per un lungo momento in silenzio e per Blaine tutto intorno a lui svanì, tranne il calore del sole sulle spalle , la dolce brezza che muoveva i rami degli alberi e la consapevolezza che Kurt era li, proprio accanto a lui; abbastanza vicino da poterlo toccare, ma non poteva né toccarlo né pensare a lui.

Blaine prese un profondo respiro e disse:

“Non lo rimpiangerò mai”.

Con la coda dell’occhio vide Kurt sorridere leggermente.

“Nemmeno io”.

Blaine allora si voltò verso Kurt e si fissarono negli occhi.

Blaine pensò che gli occhi di Kurt fossero stranamente lucidi e continuarono a fissarsi fin quando non poterono più farlo e Kurt dovette tornare alla macchina.

Blaine si voltò di nuovo verso gli alberi permettendosi , per un secondo, di cadere a pezzi chiudendo gli occhi e tracciando i lineamenti di Kurt ancora ed ancora, cercando di imprimerlo quanto più profondamente possibile.

Non aveva nemmeno una sua foto.

Il rumore della portiera che si apriva lo fece voltare.

Kurt era pronto per salire sul sedile del passeggero.

Disse qualcosa con calma a Finn , che stava ancora accarezzando la schiena di Rachel, baciandole la fronte, e poi si voltò a guardare Blaine da sopra la macchina.

Sembrò che gli stesse sorridendo ma fu tutto così veloce, poi entrò in macchina.

Finn si allontanò da Rachel e si mise al volante.

Rachel corse verso Blaine, il viso macchiato e bagnato di lacrime, e si voltò a guardare verso la macchina, che si metteva in moto

Blaine strinse le spalle di Rachel e la sentì tremare sotto il suo tocco.

Rimasero li insieme mentre la macchina lasciava il parcheggio , alzando molta polvere, fino a quando sparì al di la degli alberi e tutta la polvere fu spazzata via o era ricaduta per terra.

Rachel pianse apertamente, mentre il volto di Blaine si congelò all’instante tanto che pensò che si sarebbe spaccata.



Note

Volevo scusarmi per il ritardo.. ma ieri non sono riuscita a pubblicare..

Alla settimana prossima.
   
 
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