N.d.A 9/09/2011: A distanza di diversi anni, ho riletto questo piccolo esserino bisognoso di cure, e non ho di certo potuto negargliele. XD Mi stupisco di aver ricevuto recensioni con la precedente edizione, era zeppo di errori di grammatica (DX) e sintassi. Così non è precisamente degno del Pulitzer, però credo che il restauro gli abbia fatto bene. XD 

E' passato un anno e mezzo dalla scomparsa di Yoite. Miharu è intento a sferruzzare una sciarpa di lana nera sulla stessa sedia a dondolo su cui era solito sedere Yoite durante gli ultimi giorni, nella veranda di Kumohira sensei. In testa calca il suo cappello e indossa il suo maglione dolcevita bianco. L'autunno si avvicina e vi è una brezza abbastanza fresca da dare qualche brivido.

"Presto compirò sedici anni" pensa distrattamente.

In effetti, i tratti infantili stanno pian piano scomparendo dal suo volto scarno, mantenendo lineamenti delicati, anche se non femminei. Gli occhi verdi e grandi sono assorti sul lavoro a maglia e un pigro sorriso gli aleggia sulle labbra: sta pensando a quante volte è rimasto incantato a guardare il suo migliore amico muovere i ferri tutto concentrato, incredulo che quel ragazzo dallo sguardo dolce sia stato un tempo lo shinigami verso cui aveva provato tanta paura. E' talmente assorto in questi ricordi che non si accorge dell'uomo che lo sta osservando dalla porta aperta del giardino.

Dopo qualche istante, Miharu viene richiamato alla realtà.

"Mi scusi?"

Il ragazzo trasale leggermente, preso alla sprovvista. Alza lo sguardo e vede l'uomo che lo ha sorpreso. Stringe gli occhi, sospettoso: sente di averlo già visto, ma dove? E' un Lupo Grigio?

No si dice, Non è possibile, non da quando Yukimi ci passa informazioni sui loro movimenti.

Osserva attentamente l'estraneo, che intanto ha fatto due passi verso di lui.

 Si sforza di ricordare, fino a quando non nota...

Quegli occhi… Un terribile strappo al cuore gli stringe il petto. Gli ci sono voluti mesi per riuscire a guardare le sue foto, quello sguardo che sembra leggergli dentro lo uccide ancora di dolore. Ma vedere quegli occhi sul volto di quell'uomo...

"Se ne vada." gli sibila contro, quasi contro la propria volontà.

"Scusi se la disturbo, ma mi era sembrato..."

"Ho detto se ne vada!" Questa volta la voce è più chiara, ma è pur sempre simile ad un ringhio.

"Come prego?" dice il padre di Yoite, con un tono un poco indignato. Ha aguzzato gli occhi (quei magnifici occhi, su quel volto tanto odiato!) e il presentimento di aver trovato ciò che cerca vi si fa strada.

Calma, Miharu, non stai giocando d'astuzia. Si rimprovera fra sè e sè. Allora elabora un piano: negare.

"Mi scusi, mi ha spaventato." Sfodera il suo sorriso più dolce e falso, in memoria dei vecchi tempi. "Sta cercando qualcuno?"

Quelle parole sono pugnalate atroci, una dopo l'altra. Perché per quanto lui possa mentire, c'è una cosa su cui non è necessario farlo: quell'uomo non può trovare chi sta cercando. 

Non c'è più nessuno da cercare. 

Non potrà più ferire e rovinare suo figlio, mai più.