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Autore: Fajander    04/12/2016    0 recensioni
Dragon Ball Vengeance è un universo alternativo all'originale dove Gohan, per una serie di motivi, rimane l'ultimo discendente della stirpe Saiyan in vita. Furioso e guidato dalla sete di vendetta, si ritroverà ad affrontare in una lotta perpetua l'essere che gli ha portato via tutto ciò a cui teneva, cambiando radicalmente la sua personalità. Nel corso della storia egli troverà però dei fidati alleati, con i suoi stessi interessi, che lo aiuteranno in quella che si trasformerà pian piano in una battaglia per la sopravvivenza dell'intero universo.
Genere: Azione, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Cooler, Freezer, Gohan, Nuovo personaggio
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Luogo: pianeta sconosciuto
Epoca: qualche ora dopo aver recuperato Gohan

L'astronave su cui si trovavano Meyra, Cream, Gohan e i due guerrieri sconosciuti era appena atterrata su un pianeta all'apparenza deserto.
Esso era costituito da una landa desolata grigiastra e vari crateri dalle dimensioni generose sparpagliati per tutta la crosta.
«Il castello si trova lì sopra.» disse l'alieno verde con tono serio, indicando un punto su una collina.
Tale castello era una costruzione pericolante e in rovina, e a un primo sguardo chiunque avrebbe pensato che fosse inabitato quanto inospitale. Fatto atterrare il velivolo, i cinque entrarono nella sala principale che era essenzialmente vuota, fatta eccezione per dei computer disposti lateralmente e una moltitudine di sfere di fronte. Il pavimento era lucido e piastrellato e la stanza era ben illuminata.
In fondo ad essa un anziano signore dalla pelle blu sedeva su una sfera diversa dalle altre: questa era rosso scuro, le seconde invece erano trasparenti.
«Dottor Raichi, la missione ha avuto successo, abbiamo recuperato Gohan.» si annunciò Piccolo.
Lo scienziato si voltò per guardare i propri interlocutori. Aveva dei lunghi capelli bianchi e degli altrettanto folti baffi dello stesso colore. I suoi occhi erano rossi ed indossava una tunica bianca con le spalliere verdi.
«Hm, bene. Ottimo lavoro, miei fantasmi. Dove si trova, adesso?» chiese. La sua voce era cupa e rauca.
«È privo di sensi, dorme all'interno dell'astronave.» si intromise Meyra, facendo un passo avanti. Gli occhi dell'anziano si posarono su di lei, serrandosi.
«Vegeta, vallo a prendere e portalo al mio cospetto: devo decidere cosa farmene di lui... E dei suoi amici.» ordinò. Il guerriero dai capelli neri annuì e con le braccia conserte si apprestò a compiere il suo incarico.
«Che diavolo significa?! Avevi detto che ci avresti aiutato, e ora viene fuori che devi decidere?!» tuonò Cream, mettendosi in guardia seguito a ruota dalla guerriera.
«Ho detto che vi avrei aiutato a portarlo qui, non ho specificato cosa avrei fatto dopo. I saiyan sono una razza di guerrieri che si divertono a sterminare altre civiltà e per questo vanno sradicati da questo universo. Se non ci avesse pensato Freezer sarei stato io stesso a compiere la mia vendetta su di loro. Quanto a voi, siete suoi complici.» spiegò lo scienziato, allargando le braccia.
«Questa è una trappola bella e buona! Meyra, prendiamo Gohan e filiamocela!» esclamò nuovamente Cream, tirando per un braccio la sua compagna. I due si voltarono e corsero verso l'uscita mentre Raichi sorrise rimanendo immobile. Tutto a un tratto l'alieno chiamato Piccolo si teletrasportò di fronte a loro, frapponendosi tra questi e la porta.
«Voi due non andrete da nessuna parte.» disse.
«Togliti di mezzo o ti faccio fuori, namecciano.» intimò Cream.
Piccolo in tutta risposta scoppiò in una sonora risata.
«So che potete percepire le loro forze, e sia la sua che tantomeno quella di Vegeta sono ben superiori alle vostre. Quindi, per cortesia, non danneggiate inutilmente il mio laboratorio e aspettate in silenzio il vostro destino.» commentò il dottore.
Pochi minuti dopo il principe tornò con il terrestre e lo gettò per terra. Questi si svegliò e, più confuso che mai, non sapeva cosa pensare.
«Piccolo? Vegeta? Come... Qualcuno mi può spiegare?!» esclamò, non sapendo cosa chiedersi prima. Perchè era lì? Come erano scappati da Trazlaac? E perchè c'era anche quella ragazza? Chi era quel vecchio?
«Ti faccio le mie scuse, Son Gohan, ultimo dei saiyan. Io sono il Dottor Raichi e quelli che tu hai identificato come Piccolo e Vegeta sono i loro fantasmi che ora lavorano per me e sono, effettivamente, sotto il mio controllo.» lasciò un po' di tempo al giovane per fargli assimilare quanto detto dato che ad ogni frase questi aveva sgranato gli occhi.
«Fantasmi? Che... significa? Sono morti?» domandò, incerto.
Il vecchio sorrise.
«È evidente come tu non possa comprendere quello che ho detto, vedrò di dirtelo in parole semplici dunque. Diversi anni fa il barbaro popolo saiyan rivaleggiava con gli tsufuru, la specie a cui io stesso appartengo, per il dominio del pianeta Plant. Per fronteggiare tale minaccia la mia mente geniale partorì un'idea fantastica ovvero la creazione di una macchina in grado di collezionare l'odio degli tsufuru per dare vita a un esercito di fantasmi che potessero eliminare il nemico facilmente. Purtroppo la notte stessa in cui portai a termine il lavoro e avviai per la prima volta il computer, quella banda di scimmioni assediò la nostra ultima città rimasta e ci eliminarono tutti. Io stesso fui vittima di quell'assalto e sempre io fui il primo fantasma che la mia macchina Hatchiyack collezionò. Spostatomi su un altro pianeta tornai a progettare l'estinzione di quella razza selvaggia che tiranneggiava in tutto l'universo sotto la protezione di Lord Freezer, continuando a perfezionare la mia creazione, ma fui preceduto dallo stesso Demone del Freddo che prima mi aveva ostacolato, non una, ma ben due volte. Tramite la mia sofisticata tecnologia sono riuscito a scoprire che dopo la distruzione di Plant gli ultimi saiyan rimasti risiedevano su un piccolo pianeta di periferia chiamato Terra, ma quell'essere ha fatto piazza pulita, o almeno così credevo...» spiegava lo scienziato, mentre un allibito Gohan lo fissava totalmente catturato da quel racconto.
«Quindi, tu sai cosa ha fatto Freezer a me e ai miei amici, non è così? Gli stessi amici che ora tu pretendi di comandare?! Gli stessi che hai schiavizzato?!» tuonava il bambino, mentre serrava i pugni in preda alla rabbia.
«Non ho assistito personalmente alla battaglia, ma la mia macchina Hatchiyack è riuscita ad andare ben più lontano dei miei occhi e ha così raccolto l'odio dei tuoi amici, portandoli qui.».
«Sciocchezze! Lasciali andare subito, loro meritano la pace dell'aldilà, non questo inferno!».
L'ira del terrestre aumentò sempre di più, così come la sua aura. Ora che i sieri inibitori di Trazlaac non gli venivano più somministrati e che era scampato alla morte per un pelo, la sua forza era tremendamente incrementata raggiungendo vette che mai erano state anche solo pensate da un bambino della sua età. Il Dr Raichi dovette evidentemente accorgersene, dato che il pavimento iniziò a tremare e le luci a sfarfallare. Cream e Meyra invece erano incuriositi quanto spaventati da quella potenza, ben consapevoli di essere lontani da quel livello.
«I tuoi amici sono al sicuro nell'aldilà, Son Gohan. Quelle che vedi qui sono solo delle copie perfettamente identiche agli originali tranne che per il fatto che hanno messo da parte la loro individualità, io non trattengo nessuno in questo mondo. Tuttavia, noi fantasmi siamo tutti collegati, condividiamo la stessa memoria e pertanto ho appreso dai terrestri la capacità di percepire le aure, e ciò non fa altro che confermare quanto pensavo: la potenza di voi saiyan è temibile e assolutamente pericolosa, è inconcepibile che uno della tua età possegga tutto quel potere e così poco controllo, dunque vai eliminato immediatamente! Come dico sempre, l'unico saiyan buono è un saiyan sotto il mio controllo! Attaccate, miei fantasmi!» ordinò lo tsufuru, sollevando le braccia e allontanandosi di qualche metro per dare spazio ai suoi pupilli. Yamcha e Crilin comparvero dal nulla e insieme a Piccolo e Vegeta circondarono i tre estranei.
«Arrenditi Gohan, non voglio darti una morte dolorosa, io ti voglio bene dopotutto.» disse con tono pacato il namecciano, sorridendo al giovane.
«Sta' zitto! Tu non sei lui!» ribattè il suo ex allievo, mettendosi in posizione di combattimento seguito a ruota dai due. Sapevano di non avere nessuna speranza ma non si sarebbero arresi senza lottare. I quattro fantasmi caricarono i loro migliori colpi energetici e si prepararono a fare fuoco.
«Che cessi questa follia! Non sono loro i tuoi nemici, Raichi!» gridò una voce dietro di loro. Tutti i presenti si voltarono e videro in tutto il suo splendore Igin, l'ex capitano della Squadra Delta.
«Tu chi diavolo saresti? Sei uno dei loro compagni? Morirai anche tu...»
«Ho ascoltato tutto quello che avete detto, capisco il tuo punto di vista e so che i saiyan hanno fatto cose terribili, ma non lasciare che la vendetta offuschi il tuo giudizio. Quel popolo guerriero e selvaggio è stato spazzato via da Freezer, ed è su di lui che noi tutti dobbiamo concentrare i nostri sforzi.».
«Di che stai parlando? Freezer è scomparso, dicevano in prigione.» si intromise Gohan.
«Mesi fa c'è stato uno scontro tra lui e suo fratello Cooler, si dice che il primo sia stato sconfitto, ma io non ci credo, per il semplice fatto che è assolutamente impossibile!» disse Igin.
«Cosa? E perchè mai?» gracchiò il vecchio.
«Sono venuto a conoscenza di un'informazione... Secondo alcuni Lord Freezer sarebbe divenuto IMMORTALE grazie a una qualche potente magia.» continuò.
In tutta risposta l'alieno blu scoppiò in una fragorosa risata.
«Questo non è possibile, non esiste una magia talmente potente.» disse.
A Gohan invece, gli si gelò il sangue. C'era una sola cosa che il Demone voleva a tutti i costi, una cosa per cui era disposto a viaggiare anni luce fino a giungere su un pianeta lontano quale era Namek, ovvero l'immortalità. Ora, ciò che sapeva era che tutti i suoi amici erano morti, per cui le probabilità che fosse riuscito a esaudire un desiderio erano abbastanze alte, anche se i namecciani non glielo avrebbero mai concesso, di questo era sicuro. Tuttavia, non poteva escluderne la veridicità.
«E invece potrebbe esserlo.» disse, dunque. Gli occhi di tutti si puntarono su di lui.
«Come dici, ragazzo?!» chiese Raichi.
«Sul mio pianeta, la Terra, c'erano delle Sfere del Drago in grado di esaudire dei desideri, e Freezer lo sapeva.» spiegò.
«Una tale magia in un luogo così anonimo? D'accordo, cercherò nella memoria dei tuoi amici per capirne qualcosa.». L'anziano scienziato toccò con la mano la palla rossa su cui siedeva e acquisì tutte le informazioni necessarie.
«Mmm, capisco. Quindi il vostro Dio era un namecciano, e questo tizio ha creato le Sfere del Drago. Tre desideri, drago Shenron, Namek, Polunga, Freezer vi ha annientati, vedo, vedo. Mmm, sì, ora tutto torna. Ciò che dici potrebbe avere senso, dunque.» mormorava.
«Esatto, lui ha ragione e non rappresenta una minaccia, anzi, è probabilmente uno dei pochi che potrebbe rivaleggiare con quel mostro, perchè tornerà, ne sono certo!» affermò Igin.
«Son Gohan non ha alcun controllo sul suo potere, per quanto ne sai potrebbe ucciderti in un momento di follia, sciocco! Ho visto cosa succede quando si arrabbia, ho visto come ha ferito il saiyan chiamato Radish solo perchè aveva attaccato suo padre e ho visto come ha affrontato Freezer, nessuno dovrebbe disporre di un simile potere, nè tantomeno un ragazzino. Ora, se lo eliminiamo egli potrebbe essere sotto al mio controllo e così non farebbe del male a nessuno.»
«Ma senti quello che dici? Sei solo un vecchio pazzo fuori di testa! "Nessuno dovrebbe disporre di un simile potere", e allora cosa ne pensi dell'immortalità di Freezer? Credi che lui se la meriti, invece? Immagina a quanti mondi distruggerà, l'intera vita dell'universo è in pericolo e Gohan può aiutarci a fermarlo, non appena sapremo come fare! Come fai a non capire...» protestò Igin, che finalmente aveva compreso l'importanza di quel bambino.
E pensare che mesi addietro aveva tentato di strapparlo a Meyra, riuscendoci, per portarlo a quel tiranno.
La sua visione delle cose da allora era totalmente cambiata, ora sapeva chi era il vero nemico. Il Dr Raichi esitò e così fecero i suoi guerrieri che abbassarono le proprie mani disperdendo i propri colpi energetici. Forse quello sconosciuto aveva ragione, l'odio e la vendetta lo avevano accecato impedendogli di vedere le cose per come erano veramente. Dov'era finita la sua razionalità scientifica? La sua voglia di sperimentare, scoprire e osservare le meraviglie dell'universo? Prima di progettare tecnologie belliche in grado di annientare i saiyan per conto dell'armata tsufuru Raichi era questo, uno scienziato come gli altri, anzi, un brillante scienziato. E ora cosa era diventato? Un fantasma, uno schiavo della macchina che lui stesso aveva creato che brama la morte degli altri. Un barlume di razionalità illuminava ora debolmente la sua mente. Il metodo scientifico gli aveva insegnato che prima di sentenziare una legge doveva prima verificarne la veridicità tramite degli esperimenti, ed è quello che avrebbe fatto. Con un gesto della propria mano rugosa i fantasmi svanirono nel nulla.
«... Molto bene. Ho deciso di darti una possibilità, Son Gohan. Dopotutto sei solo per metà saiyan e ciò potrebbe renderti sostanzialmente diverso dai tuoi avi che distrussero la mia casa. Ti metterò alla prova, voi tutti potrete restare qui, ma se fate anche solo un passo falso verrete uccisi senza pietà. È tutto.» concluse, voltandosi e tornando ai suoi computer.
Igin tirò un sospiro di sollievo e così tutti gli altri, che abbassarono la guardia. I quattro guerrieri si allontanarono dal castello e tornarono alla propria astronave per poter parlare fra di loro senza la paura di essere spiati.
«Non possiamo fidarci, potrebbe strangolarci nel sonno!» esclamò Cream.
«Calmati, a me sembrava abbastanza sincero. Oltretutto, perchè eliminarci dopo se ne ha avuto la possibilità un attimo fa?» rispose Igin.
«Silenzio! A essere onesti non mi fido neanche di te, sai? Potresti essere stato mandato da Freezer! Inizia col dirci come ci hai trovati!»
«Dopo che avete lasciato il mio pianeta ho deciso di seguirvi, avevo cambiato idea e volevo aiutarvi a recuperare Gohan. Purtroppo sono arrivato tardi e ve ne eravate già andati, ma sono riuscito a seguire le vostre tracce fin qui. Ho azzerato la mia aura e ho aspettato il momento giusto per intervenire, il resto lo conoscete. Non avete alcuna ragione di dubitare di me, sono dalla vostra parte se il vostro intento è sconfiggere Freezer.».
«Lo skahriano ha ragione, Cream. Inoltre, se non fosse stato per lui saremmo morti. Quanto al vecchio, avrebbe potuto, ma non l'ha fatto. Non c'è alcuna ragione di temerlo.» lo supportò Meyra.
«Scusate... Ma potrei sapere esattamente come sono finito qui? E soprattutto, chi diavolo siete voi?» si intromise Gohan, che non aveva ancora del tutto abbassato la guardia: dopotutto non conosceva per niente quei tre. Quest'ultimi concentrarono i loro sguardi su di lui: si erano totalmente dimenticati di spiegargli come stavano le cose.
«Hai ragione, Gohan. Io mi chiamo Meyra e lui è il mio amico Cream, ci siamo visti per la prima volta sulla mia astronave quando ti abbiamo salvato dalle grinfie di Freezer, poi ti ho ibernato perchè stavi per distruggere tutto quanto e mentre ti stavamo portando al sicuro in una nostra base segreta Igin e i suoi simpatici amici ci hanno attaccato. Io ufficialmente dovevo portarti da Cooler che ti avrebbe offerto un'alleanza, credo, ma in realtà volevo tradirlo per poterlo uccidere col tuo aiuto. Lo so, è molto confusionario ma col tempo capirai.» provò a spiegare la donna, sorridendogli.
«Io invece sono Igin, quando ti ho portato via dall'astronave di Meyra avevo il compito di consegnarti a Freezer, dato che sono il capitano di una delle sue squadre speciali.»
«Squadre speciali? Come la Ginew?» lo interruppe il terrestre.
«Già, hai avuto modo di incontrarli? Aspetta, eri su Namek?!»
«Sì, mio padre li ha sconfitti facilmente. Loro erano i più scarsi, immagino.»
«Cosa?! Ma... loro erano i più forti! Tuo padre doveva essere un portento.»
«Sì, lo era... Ma ormai anch'io potrei farli fuori con una facilità estrema.»
«Dici sul serio?! Beh, comunque... Quando ho saputo della disfatta di Freezer ero ancora in viaggio, così, non potendoti portare sul mio pianeta ho deciso insieme al capitano della Squadra Beta di mandarti su Trazlaac.».
Quell'ultima frase sconcertò il saiyan, che fece un passo indietro.
«Aspetta... Quindi tu mi hai portato lì? Tu mi hai condannato a quell'inferno?!» sbraitò.
«Lo so, mi dispiace, ancora oggi me ne rammarico. Ti faccio le mie più sincere scuse.» replicò lo skahriano, chinando la testa.
«Lì ho visto cose che neanche immagini. Ho visto morire l'ennesimo amico, sono stato quasi ucciso dal capo delle guardie, e tutto per colpa tua.» strinse i pugni sempre più forte e digrignò i denti e fu allora che Igin comprese le parole di Raichi: "Son Gohan non ha alcun controllo sul suo potere, per quanto ne sai potrebbe ucciderti in un momento di follia, sciocco!". E se avesse ragione? Come una premonizione ciò che aveva detto minuti prima stava per avverarsi, forse aveva sbagliato tutto. Spaventato si mise in posizione di combattimento, pronto a ricevere un suo attacco.
«... Fu... fuo... FUORI DAI PIEDI!» tuonò il ragazzo, scaraventandosi con un balzo sul Delta che ricevette in pieno un pugno sul torace che gli mozzò il respiro. I suoi colpi trasudavano rabbia in una quantità smisurata. Ogni calcio e ogni pugno feriva gravemente l'ex soldato di Freezer, che sputava sangue ad ogni attacco. Gohan diede sfogo alla sua ferocia con un ultimo calcio rotante che fece schizzare via Igin fuori dal veicolo, sfondandone il fianco. Il povero soldato si allontanò sempre di più finche non diventò un puntino.
«Cerca di calmarti, ragazzo, ok? Siamo una squadra adesso, vedi di perdonarlo. Se può farti stare meglio abbiamo ucciso quel tizio e i suoi seguaci quando ti abbiamo salvato.» si avvicinò Cream. In tutta risposta il saiyan si voltò verso di lui di scatto restituendogli uno sguardo che suggeriva tutto tranne che la calma.
«Una squadra?! Io non vi conosco, anzi, ognuno di voi mi ha trattato come un'arma da usare contro qualcun altro. Andate al diavolo, io me ne vado!» tuonò, sollevandosi in aria e uscendo dal velivolo.
«Non va bene, non va affatto bene.» commentò l'uomo.
«Dagli tempo, si calmerà prima o poi. Ne ha passate tante, troppe. Mi ricorda me quando Cooler mi portò via dal mio pianeta, avevo così tanta rabbia in corpo che temevo di esplodere.» disse Meyra. Detto questo anche lei uscì dal mezzo e si diresse nella stessa direzione in cui Igin era andato.
«Vado a recuperare l'idiota, ci serve vivo anche lui, prepara la vasca di rigenerazione.».
Nel frattempo, il figlio di Goku volava più velocemente possibile per allontanarsi da quella gente. Il vento gelido e tagliente di quel pianeta senza vita gli sferzava il viso, ma a lui non importava. Aveva fame, sete, sonno, ma tutto questo era irrivelante ora. Ne aveva viste troppe quel giorno, non poteva sopportare altro. Allontanatosi abbastanza, il giovane si fermò a mezz'aria. Sotto di lui le macerie di una antica città spezzavano la monotonia del paesaggio fino ad allora deserto. La furia fremeva sotto la sua pelle, voleva uscire e distruggere tutto quanto, poteva sentirla. In un impeto di collera Gohan urlò quanto più poteva liberando tutta la sua energia. Lassù, nel cielo, non poteva fare del male a nessuno, per cui si lasciò andare totalmente. Doveva sfogare quella rabbia, farla uscire in qualche modo. Sollevò le mani al cielo e generò tutta la propria energia in una sfera enorme dal colore giallastro. Ora, se l'avesse lanciata contro la superficie sicuramente il pianeta sarebbe stato distrutto, per cui la indirizzò verso il cielo con tutta la sua forza. L'enorme massa esplose qualche secondo più tardi dando vita a un gioco di luci che tinse di giallo il cielo. A corto di fiato e di energie, il giovane chiuse gli occhi e si lasciò cadere, impattando contro quello che un tempo doveva essere un edificio. Tra la polvere e le macerie Gohan si addormentò, abbandonando quei tetri pensieri che attanagliavano la sua mente.

   
 
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