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Autore: Ellygattina    05/12/2016    2 recensioni
Ciao a tutti! Dopo aver letto il capitolo 512 (spoiler quindi per chi non fosse al passo con le scan online), mi è venuto naturale riproporre il “momento Nalu” in chiave, secondo me, più verosimile, immaginando anche una possibile continuazione della scena che, immagino, abbia lasciato un po' tutti con il fiato sospeso. Vi avverto che la storia è decisamente triste, quindi occhio ai vostri feels perché non rispondo dei danni eventualmente provocati! O.O
E dopo questa felicissima introduzione (che vi avrà sicuramente invogliati ad aprire questa storia), auguro a tutti i coraggiosi che decideranno di farlo, una buona lettura! Spero vi piaccia e che non mi odierete troppo! :P
Genere: Drammatico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Happy, Lucy Heartphilia, Natsu, Natsu/Lucy
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Piccola nota iniziale: i dialoghi in corsivo sono stati presi direttamente dagli ultimi capitoli del manga. Grazie per aver aperto questa storia e buona lettura!


Eravamo da poco tornati nell'unico posto sicuro di cui eravamo a conoscenza nelle vicinanze, ovvero il luogo dove io e Natsu eravamo stati imprigionati dalla folle Spriggan di nome Dimaria, e Polyushka si stava occupando dei feriti come meglio poteva.
Io mi sforzavo di seguire ciò che stava succedendo intorno a me, ma il mio cervello continuava ad andare alla deriva mentre i miei occhi, mio malgrado, sembravano incapaci di abbandonare, anche solo per pochi secondi, il volto insolitamente tranquillo del mio compagno di team. Ero sollevata di averlo ritrovato “sano e salvo”, nonostante le molte ferite, perché quando mi ero risvegliata in quella stanza, non più tardi di un'ora prima, senza vederlo e con nelle orecchie la voce debole e sconvolta della mia aspirante torturatrice, impossibilitata a muoversi per il fortissimo colpo ricevuto, avevo davvero temuto il peggio per lui, pur non riuscendo a spiegarmi razionalmente come avesse fatto a sparire. Inutile dire che l'arrivo quasi istantaneo di Happy, Polyushka, Evergreen e Brandish con la notizia che quello che avevamo scambiato per un tumore anti-ethernano generato dal suo uso come sempre eccessivo della magia fosse in realtà qualcos'altro di più oscuro e potente, mi avesse spaventata ancora di più, ed era stato con il cuore in gola che ero uscita di corsa a cercarlo, trovandolo poco dopo insieme ad Erza e Gray, con il quale doveva aver appena ingaggiato una tremenda lotta senza esclusione di colpi per motivi noti solo a loro. Non che fosse raro vederli combattere per ogni sciocchezza, ma dall'espressione della nostra compagna, oltre che dalle loro condizioni fisiche non certo buone, avevo avuto l'impressione, chissà perché, che stavolta ci fosse sotto qualcosa di molto più grosso che non vedevo l'ora di scoprire. Per il momento, però, nessuno dei due avrebbe certo potuto dirmi qualcosa...

Nonostante le gravi ferite, Gray e Juvia se la caveranno” disse a un certo punto la guaritrice, interrompendo dopo chissà quanto il pesante silenzio che si era creato nella stanza mentre lavorava.
La sua voce mi fece tornare bruscamente alla realtà e mi ritrovai a sbattere le palpebre un paio di volte ringraziando poi Brandish che ci informava di aver dato una mano riducendo le dimensioni delle loro ferite, facendomi credere una volta di più che, nonostante il suo impegno nel negarlo sempre e comunque, lei in realtà non si considerava più una fedele cittadina di Alvarez in guerra contro Ishgar e Fairy Tail, e sull'onda di questo lieto pensiero, mi chiesi di nuovo se alla fine ci saremmo ritrovate a far parte della stessa gilda, unite da una solida amicizia come avrebbero voluto le nostre madri, a loro volta legate tra loro da questo meraviglioso sentimento.
Sorrisi inconsciamente tra me e me immaginandomi pronta a partire per una missione con lei e il resto della squadra finchè le voci tristi e preoccupate di Happy e Charle non mi indussero a prestare di nuovo attenzione a Natsu. Per quale motivo adesso avevo di nuovo un gran brutto presentimento su di lui? Dipendeva dal fatto che nessuno si era ancora pronunciato sulle sue possibilità di ripresa o si trattava semplicemente di puro istinto, dettato magari da ciò che provavo da tempo nei suoi confronti?

Quella massa nel suo corpo... Ora è impossibile per me alterarne la grandezza con la mia magia”.
Il giudizio fin troppo duro di Brandish mi fece improvvisamente mancare la terra sotto i piedi e dovetti fare un grosso sforzo di volontà per trattenere le lacrime mentre spiegava mesta che, qualunque cosa fosse il subdolo nemico che me lo stava portando via, era ormai talmente forte da superare persino il suo enorme potere magico.
E come se non fossi già abbastanza scossa dalla rivelazione, che mi aveva, tra l'altro, fatto capire quanto effettivamente contassi, senza nemmeno accorgermene, sul suo prezioso aiuto che già una volta lo aveva salvato alla gilda, anche Polyushka ammise a malincuore che persino lei era del tutto impotente.

Quella cosa è un demone. Non esiste altro modo per descriverlo” disse lapidaria Dimaria dall'angolo in cui l'avevamo lasciata, dopo averle stretto ai polsi delle manette anti-magia per evitare che potesse danneggiarci ancora.
Al suono della sua voce, mi girai di scatto profondamente irritata. Come si permetteva lei di giudicare qualcuno che non conosceva affatto?

Ti sbagli!” la rimbeccai subito. “Natsu è...”
Ma la strega mi interruppe.

E tu cosa sai di lui, precisamente?” mi chiese maligna, spiazzandomi, mio malgrado, per una frazione di secondo. Effettivamente, non avevo prove concrete che potessero distruggere o confermare l'una o l'altra delle due ipotesi...
Di sicuro lo conosco molto meglio di te!” le risposi alla fine, imbronciandomi e voltandomi dall'altra parte per non darle la soddisfazione di leggere l'ombra del dubbio sul mio viso. Sapevo naturalmente di fare la figura della bambina in questo modo, ma non potevo farci nulla. Per quanto continuassi a ripetermi che quella donna odiosa non sapeva niente del mio compagno di team, le sue parole mi disturbavano, perché sapevo che il Dragon Slayer del fuoco aveva fin troppe caratteristiche che indicassero quantomeno la possibilità che non fosse del tutto umano. Certo la sua particolare magia, insegnatagli direttamente da un drago, poteva averci a che fare, ma la stessa Polyushka, poco prima, aveva affermato cose piuttosto inquietanti che avrebbero potuto darle ragione. E almeno con me stessa, ero libera di ammettere che in effetti il mio nakama era stato, stranamente, parecchio aggressivo con Dimaria e con i malcapitati soldati di Alvarez che si erano trovati sul suo cammino da qui al luogo in cui lo avevamo trovato in compagnia di Gray ed Erza, la quale doveva essersi fatta piuttosto male per fermare la loro lotta, a giudicare dai segni che aveva sulle mani. Per non parlare del fatto che Natsu fosse riuscito a muoversi per salvarmi nonostante la Spriggan avesse bloccato lo scorrere del tempo per potermi sfigurare con comodo impedendo a chiunque di interferire con il suo folle piano...
Mi sfuggì quasi un sospiro dopo aver considerato tutto questo tra me e me, ma la posta in gioco era troppo importante per lasciarle l'ultima parola e io avevo il dovere di difendere il mio nakama da quelle accuse tanto ingiuste!

Sarà anche vero che Natsu è violento, rozzo e non tagliato per il lavoro di squadra, però... è sempre stato schietto e onesto con tutti. Natsu non ha alcun lato nascosto... me lo sento dal profondo del cuore” pronunciai quindi con voce più pacata, lo sguardo triste fisso sul volto che conoscevo fin troppo bene, rispondendo così al nuovo attacco della Spriggan, che parlando del lato nascosto dei propri amici non aveva potuto fare a meno di lanciare una piccola frecciatina a Brandish di cui mi ero accorta a malapena. Chissà perché si ostinava a prendere il suo “tradimento” come un torto personale? Certo che a volte è davvero impossibile capire cosa passi nella testa delle persone...
E a proposito di questo... Possibile che Evergreen e la mia nuova amica fossero riuscite, al contrario, a leggere tanto bene nella mia? D'accordo che il mio discorso appena concluso avrebbe forse potuto far nascere qualche ragionevole dubbio al riguardo, ma era proprio necessario sbandierare ai quattro venti la mia cotta per Natsu che finora avevo tenuto così gelosamente segreta?!
Mi girai di scatto verso di loro protestando con voce fin troppo acuta, ma dalle loro espressioni capii subito che la mia era una battaglia persa e mi voltai di nuovo verso il mio nakama stranamente indifferente alla sconfitta appena subita. Per qualche motivo, infatti, nonostante sapessi che era inutile, non potevo rimanere troppo a lungo senza guardarlo.

E' stata l'impulsività di Natsu a farmi unire a Fairy Tail, sapete?” mi ritrovai a pronunciare subito dopo, ricordando il passato con una strana nostalgia di cui al momento non compresi il significato. “E' per questo che...”
Ma non riuscii a concludere la frase. Mentre lo osservavo in preda a quello strano sentimento, infatti, mi accorsi di qualcosa di terribile che mi spense di colpo la voce in gola: dal corpo di Natsu aveva preso a uscire del fumo...
Intorno a noi si scatenò il caos, ma le parole dei miei amici mi arrivarono a malapena al cervello confuse e ovattate, come se fossimo a grandi distanze anziché solo a pochi metri gli uni dagli altri, perché nella mia mente in quel momento c'era posto soltanto per il terrore.

Ehi, Natsu!” lo chiamai in preda al panico, chinandomi su di lui e provando a scuoterlo, accorgendomi con orrore che il suo corpo era decisamente molto più freddo del solito.
Natsu! Ti prego! Apri gli occhi!” cominciai a ripetere disperata, con le lacrime già pronte a uscire, facendo così comprendere anche agli altri che stava accadendo qualcosa di terribile.
Stranamente, questa volta ci misero qualche secondo a reagire e in quel breve lasso di tempo, io continuai a gridare il suo nome supplicandolo di resistere e di aprire gli occhi, dimenticandomi quasi, a un certo punto, che non eravamo da soli.
Stavo per accasciarmi sul suo petto in preda ai singhiozzi quando Polyushka mi spinse via bruscamente come quando Happy, svariate ore prima, lo aveva riportato alla gilda privo di sensi dopo che il nostro compagno aveva provato ad affrontare Zeref, ordinandomi di spostarmi e lasciarla lavorare.
Ovviamente obbedii subito scostandomi un poco, senza però osare allontanarmi di molto. Per qualche motivo, anche se era sciocco, non me la sentivo di “lasciarlo solo” e mentre la guaritrice lo visitava, fui sul punto di stringergli la mano in una muta richiesta, forse, di non abbandonarmi, o magari nel vano tentativo di infondergli coraggio per aiutarlo a combattere quella maledetta massa non identificata che lo faceva stare tanto male. Non poteva essere che proprio Natsu...
Non riuscii nemmeno a finire il pensiero e mi concentrai sul suo volto immobile e sofferente, accorgendomi solo ora che il fumo era sparito dopo che io l'avevo toccato. Era stato solo un caso o davvero, in qualche modo, ero riuscita a bloccare, chissà come e per chissà quanto, il misterioso fenomeno che, lo sentivo, ci avrebbe portato solo guai?

Si mette male! La sua temperatura corporea continua a diminuire!” disse agitata la guaritrice dopo una rapida visita, mentre il povero Happy, in preda al panico, incitava a sua volta l'amico a non mollare.
Abbraccialo, Lucy, presto!” ordinò poi la donna rivolta a me con lo stesso tono urgente di poco prima.
Co-come?” domandai stupidamente io, con una voce che non sembrava nemmeno la mia, sentendomi però le guance in fiamme prima ancora di aver recepito bene il messaggio. Non che mi dispiacesse stringerlo a me, ma era imbarazzante farlo davanti a tutti, anche se era sicuramente per una buona causa, però... se davvero la situazione era così disperata, come avrebbe potuto un mio abbraccio risolvere tutto? Volevo aiutarlo, ovviamente, ma non ero certo io la guaritrice lì, e non riuscivo proprio a capire come un gesto simile potesse cambiare le cose.
E' la nostra ultima spiaggia... Possiamo solo provare ad alzare la sua temperatura corporea. Possiamo solo pregare... che il calore e i sentimenti di un'altra persona possano generare un miracolo” mi spiegò la donna preoccupata e leggermente spazientita.
Le sue parole mi galleggiarono nel cervello per qualche secondo prima che potessi capirle davvero, ma ebbi tutto il tempo necessario ad arrossire violentemente mentre realizzavo, con un tuffo al cuore, le possibili implicazioni di quel discorso. Questo voleva forse dire che, in quel momento, l'unica in grado di aiutare Natsu fossi proprio io?

D'accordo” mormorai alla fine, ancora tutta rossa, sforzandomi di concentrarmi sul volto che conoscevo tanto bene anziché sul corpo inerte del mio compagno improvvisamente tanto fragile.
Seguendo le istruzioni di Polyushka con un lieve tremito che speravo non si notasse, lo sollevai delicatamente stringendolo a me cercando intanto di impedire alle lacrime di scorrermi di nuovo sulle guance sentendolo tanto freddo. E se fosse stato troppo tardi?
Mi sforzai di scacciare quell'orribile pensiero ripetendomi qualche volta che la guaritrice di fiducia della nostra gilda sapeva sicuramente cosa stava facendo, e prima che potessi rendermene conto, la testa del mio drago era già appoggiata sul mio petto a solleticarmi la pelle con i suoi ciuffi ribelli e un caldo mantello ci aveva improvvisamente coperti. Per quanto sembrasse incredibile, infatti, la donna si era appena sfilata il suo sistemandocelo intorno nel tentativo di generare un maggiore calore che potesse aiutarlo a riprendersi più in fretta.

Cerca di muoverti il meno possibile, adesso, e abbraccialo stretto per trasmettergli tutto il calore che puoi” mi disse l'anziana maga, osservandoci preoccupata, quando provai ad alzare lo sguardo.
Annuii solo, incapace di far uscire la voce senza scoppiare a piangere, e me lo strinsi dolcemente contro il più possibile, rabbrividendo per il freddo o forse per la paura che il contatto con la sua pelle mi procurava.

Si riprenderà, vero?” domandò a quel punto Happy spaventato, guardando implorante la donna inginocchiata al suo fianco, e lei, stranamente, si addolcì mentre cercava di rassicurarlo.
Spero di sì, ma in ogni caso, questo è il meglio che possiamo fare in questo momento” gli spiegò tristemente e l'Exceed abbassò lo sguardo con gli occhi pieni di lacrime.
E qui fui costretta a distogliere i miei per evitare di peggiorare la situazione inzuppando il mio nakama con il torrente caldo e salato che minacciava di scorrermi prepotente sulle guance, conscia che se avessi iniziato, probabilmente non avrei smesso più.

Coraggio, Natsu” mormorai appena, augurandomi che nessuno mi avesse sentita. Ormai non mi importava più di essere smascherata (anche perché le care Brandish ed Evergreen avevano già provveduto a svelare a tutti il mio segreto), ma mi dispiaceva per il povero Happy, che guardava l'amico con una tale paura e disperazione che il mio cuore sembrava sul punto di spezzarsi al solo incrociare di sfuggita il suo sguardo affranto.
Abbassai di nuovo la testa desiderando improvvisamente di coprire di baci quei lineamenti che mai avevo visto immobili tanto a lungo e mi preparai ad attendere senza smettere di parlargli stupidamente con il pensiero come se lui potesse davvero sentirmi.

Non mollare, Natsu, tu non sei uno che si arrende così facilmente. Non farlo adesso, ti prego. Tu devi vivere. Fairy Tail non sarebbe più la stessa senza di te e nemmeno io. Non so come sia potuto succedere, ma ormai non potrei più vivere senza averti al mio fianco” gli ripetei mentalmente ancora e ancora, con disperazione sempre maggiore man mano che quel dannato silenzio denso e pesante si protraeva all'infinito, dandomi l'impressione di essere immersa in una massa soffocante in cui gli unici suoni erano quelli provocati dal mio stesso cuore che pompava impazzito facendomi rombare il sangue nelle orecchie.
Nessuno, infatti, osava muoversi o parlare, ed ero certa che anche gli altri stessero trattenendo il respiro come me in attesa di un minimo segno di ripresa da parte del povero Natsu, che ben lungi dal migliorare, diventava invece sempre più pallido e freddo.
Di tanto in tanto, a intervalli di quelli che a me sembravano ore ma che in realtà erano probabilmente pochi minuti, Polyusha si sporgeva verso di noi per tastargli il polso e controllare il respiro, scuotendo appena la testa con aria triste e impotente mentre tornava al suo posto facendomi mancare ogni volta un battito.
Io in realtà sapevo meglio di tutti com'era la situazione, visto che continuavo a stringerlo a me nel nostro bozzolo caldo, ma vederne la conferma sul volto di quella donna, in genere così apparentemente indifferente a ciò che le succedeva intorno, era ancora peggio che avvertire sulla mia stessa pelle la gravità della situazione.
Per una volta, desiderai stranamente di avere a portata di mano tutti gli abiti più caldi e coprenti che avevo nell'armadio e nei cassetti, quelli che in genere non mettevo mai, solo per poterli avvolgere intorno al corpo innaturalmente freddo del mio compagno di team, ma per qualche motivo che non capivo, una parte di me era più che certa che non avrebbero funzionato nemmeno quelli. Possibile che ormai non ci fosse proprio più niente da fare?
Prima che potessi fermarmi, a un certo punto alzai gli occhi lucidi e rossi di pianto su Polyushka, supplicandola con lo sguardo di fare qualsiasi cosa mentre Happy mormorava il nome dell'amico, che però, nonostante il tono basso che aveva usato, risuonò nelle orecchie di tutti come se l'avesse urlato, ma lei si limitò a guardarmi triste e rassegnata scuotendo la testa.
Io, per tutta risposta, abbassai la mia mordendomi forte le labbra e stringendo ancora di più la presa, facendo intanto uno sforzo sovrumano per non far uscire il grido di rabbia e dolore che mi premeva nel petto ostruendomi la gola ormai dolorante mentre alcune lacrime traditrici mi sgorgavano dagli occhi solcandomi bollenti le guance.

Mi dispiace, Lucy. Non avrei dovuto sciogliere la magia che avevo fatto per arginare il problema” disse poco dopo Brandish con la voce leggermente spezzata, posando su di me uno sguardo sicuramente dispiaciuto e forse anche timoroso, data l'incertezza nella sua voce, ma io non la consideravo colpevole. Poteva sembrare strano visto che, a rigor di logica, la situazione era tragicamente peggiorata grazie al suo maldestro tentativo di salvare le apparenze con la sua ex alleata Dimaria, ma in qualche strano modo, sapevo per certo che tutto questo, presto o tardi, sarebbe accaduto comunque. Se soltanto avessi saputo anche, con la stessa sicurezza, cosa avremmo dovuto fare per salvargli la vita...
Non è stata colpa tua, Brandish” mormorai distrutta, rinunciando alla fine ad alzare la testa per guardarla negli occhi e farle capire che ero sincera. Sapevo che solo così non mi avrebbe mai creduta, e riuscii quasi a immaginarmi la sua espressione dubbiosa e colpevole, e persino lo sguardo carico di risentimento che di sicuro aveva rivolto alla sua vecchia amica, o forse nemmeno, quando tutti la sentimmo emettere uno strano verso che avrebbe potuto esprimere qualsiasi cosa, ma non potevo fare diversamente. Il petto mi doleva, la gola mi bruciava e la testa sembrava sul punto di esplodere sotto la pressione di tutti quei pensieri terribili e angosciosi, che si mischiavano a struggenti immagini di risate e sorrisi, avventure meravigliose al limite dell'impossibile, a volte persino lacrime e arrabbiature per motivi vari che ora mi parevano soltanto incredibilmente futili paragonate a ciò che stavo vivendo, alla minaccia di non avere più accanto a me una persona speciale alla quale non avrei mai voluto rinunciare per nulla al mondo.
Perché, Natsu? Perché proprio tu?” mi ritrovai a chiedermi a quel punto, maledicendomi subito dopo. Cosa volevano dire quelle domande? Significavano forse che avrei preferito rinunciare a qualcun altro dei miei compagni?
No, non era questo quello che volevo dire” pensai con sicurezza, realizzando che in realtà si stava ripetendo la stessa situazione che si era già verificata tanti anni prima alla morte di mia madre Layla. Anche allora mi ero ripetuta ossessivamente, nel silenzio della mia stanza o dell'enorme giardino, le stesse identiche frasi, e pensando alla donna che aveva significato tanto per me, mi ritrovai a supplicare persino lei e chiunque altro di darmi un consiglio qualsiasi su come affrontare tutto questo, fornendomi la forza per non crollare per il bene di Natsu e di tutti gli altri, chiedendone, già che c'ero, anche un po' per il mio compagno, in quel momento impegnato, ne ero sicura, in una furiosa lotta con ciò che cercava di portarcelo via, che però, a giudicare dal freddo che sentivo sotto le dita e su ogni centimetro di pelle, coperta o scoperta che fosse, stava avendo purtroppo la meglio.
Ti prego, resisti. Ci sono io con te” gli dissi mentalmente, mentre le lacrime mi sgorgavano rapide dagli occhi.
Natsu...” lo chiamò a sua volta Happy disperato, e in quel momento i nostri occhi si incrociarono per un attimo, e in quei pochi secondi di contatto, potei leggere con sicurezza tutto il dolore e la paura che stava provando, trasmettendogli probabilmente le medesime sensazioni, ma comunicandoci anche a vicenda la solidarietà che sentivamo l'uno per l'altra in quel frangente così drammatico, e tutto questo ci portò quasi, incredibilmente, a sorriderci, mentre realizzavamo all'improvviso che in quel momento eravamo vicini come non lo eravamo mai stati, provando anche uno strano sollievo, in un certo senso, all'idea di non essere soli.
Prima che uno di noi due potesse dire o fare qualsiasi altra cosa dopo quell'accenno di sorriso e quello scambio di emozioni, un violento brivido scosse il corpo del nostro amico facendo mancare, ne sono sicura, un battito a entrambi mentre riportavamo velocemente lo sguardo sul povero Natsu, che aveva iniziato ad agitarsi come in preda a un incubo.
La situazione era strana, e una parte di me mi diceva anche che probabilmente avrei dovuto preoccuparmi, ma non potei comunque fare a meno di sorridere, di nuovo carica di speranza, notando quelli che in realtà erano solo lievi movimenti, i quali indicavano però che la vita lentamente ritornava, e in silenzio, ringraziai felice mia madre e tutti coloro che dovevano per forza aver ascoltato le mie preghiere disperate mentre, insieme all'Exceed, pronunciavo tremante il nome del ragazzo che amavo.
Il mio sguardo e quello di Happy si incrociarono di nuovo per un attimo parlando questa volta dell'esultanza che trattenevamo a stento mentre anche gli altri si avvicinavano e Polyushka lo controllava per l'ennesima volta, dimostrando per un attimo un sollievo che al momento non colsi.

Continua a riscaldarlo, Lucy, ma rimani immobile, mi raccomando” mi disse con voce stranamente malferma a cui però, di nuovo, nessuno di noi fece molto caso.
In preda a una strana euforia, mista a un inspiegabile timore, annuii soltanto, impedendomi a stento di cullarmelo un po' tra le braccia, rimproverandolo anche, in maniera sicuramente non troppo sentita, per il terribile spavento che mi aveva fatto prendere.
In realtà era ancora presto, lo sapevo, per dire che ormai fosse fuori pericolo, ma il solo fatto di sentire un pochino più chiaramente il battito del suo cuore, me lo faceva già immaginare di nuovo sveglio e in ottima salute a fare confusione nella gilda o nel mio appartamento.
Mentre ero persa nelle mie fantasie di una vita di nuovo normale alla fine della guerra contro l'impero di Alvarez, non distolsi mai lo sguardo dal suo volto tormentato sforzandomi di ignorare la fastidiosa vocina che mi avvertiva di non sottovalutare quei minuscoli segnali di sofferenza che ci stava mandando e che forse, in un'altra occasione, avrei anche potuto cogliere più chiaramente, ma mentre ancora lo abbracciavo per continuare a trasmettergli il mio calore che forse l'avrebbe salvato, ingenuamente, mi rifiutai di darle ascolto, e per tutta risposta, non smisi un solo istante di accarezzarlo idealmente come se sperassi davvero, in questo modo, di far distendere finalmente quei lineamenti tesi dalla sofferenza che affrontava da solo.

Zeref...” mormorò a un certo punto il mio nakama con voce a malapena udibile, sorprendendoci tutti e facendomi nascere all'istante la speranza di vedere finalmente aperti i suoi bellissimi occhi, che fin dal nostro primo incontro, probabilmente, mi avevano stregata, ma quelli rimasero chiusi come se parlasse nel sonno.
Inizialmente non feci neanche caso alla parola che gli era sfuggita dalle labbra, ma vedendo i volti sconvolti e preoccupati dei miei compagni, intuii che doveva essersi trattato di qualcosa di molto serio.
Prima che potessi domandare, però, con un leggero imbarazzo misto a quella paura strisciante che mi scivolava addosso silenziosa e terribile come un serpente nelle sue ingannevoli carezze, il Dragon Slayer parlò di nuovo.

Zeref...” ripetè sofferente. “Zeref... Io lo... sconfiggerò...” continuò subito dopo, facendomi irrigidire. Ma cosa stava succedendo? Perché tutt'a un tratto sembrava così... ossessionato dal mago oscuro?
Natsu... Non pensare più a lui...” lo supplicò Happy, stranamente sull'orlo delle lacrime, avvicinandosi tremante al nostro compagno fino a prendergli delicatamente una mano.
Che stava succedendo, così all'improvviso? Capivo che l'Exceed potesse essere scosso all'idea che l'amico di sempre, dopo aver seriamente rischiato di morire per questo, volesse di nuovo affrontare il nostro nemico più potente, ma chi gli diceva che fossero queste le sue vere intenzioni? Magari Natsu stava semplicemente sognando la battaglia avvenuta diverse ore prima o qualcosa del genere, no?

Ti prego, Natsu... lascia perdere Zeref... Se lo ucciderai... io so... che morirai anche tu...” continuò però il nostro piccolo amico con la voce rotta da singhiozzi sempre più forti e le guance inondate di lacrime, facendomi gelare il sangue nelle vene.
Io non voglio...” insistette infine, disperato, senza smettere di scuotergli leggermente la mano come se cercasse di attirare la sua attenzione, ma il nostro compagno non diede segno di aver capito una sola parola dell'intero discorso.
Per quanto riguarda me, però, avevo capito fin troppo invece. Cosa significava la frase che se Natsu avesse ucciso Zeref, sarebbe morto anche lui? Happy non voleva sicuramente dire ciò che avevo sentito, vero? Per quale motivo, del resto, il nostro Natsu avrebbe dovuto essere collegato al più temibile mago oscuro che il mondo avesse mai conosciuto, nato più di 400 anni prima? Probabilmente... l'Exceed voleva dire che il nostro compagno non aveva speranze di batterlo, visto il disastroso precedente, e che quindi sarebbe stata una follia riprovarci, giusto? Doveva per forza essere così...
Peccato però che in quello stesso istante, qualcosa dentro di me urlasse disperatamente il contrario suggerendomi senza pietà che il nemico stavolta avrebbe vinto perché, ne ero sicura, nessuno di noi avrebbe mai osato sacrificare un nostro compagno pur di ottenere la vittoria.
Erano più o meno questi i miei pensieri mentre metabolizzavo a fatica quelle terribili parole che mi risuonavano ossessive nella testa, facendomi essere poco presente nel momento in cui qualcuno, evidentemente incredulo e confuso quanto me, chiese al gattino cosa volessero dire quelle strane parole, ma lui ormai, troppo preso dal suo sfogo, non ascoltava più nessuno.

Ti prego... salva Natsu! Ti prego! Io non... non ce la faccio più!” implorò disperato in un fiume di lacrime, stringendo con forza l'amico e cominciando finalmente a rivelare con estrema fatica, tra i singhiozzi che lo interrompevano spesso, rendendo quasi incompresibili le sue parole, e l'incredulità generale, la terribile verità appresa da Zeref in persona durante quel maledetto combattimento che avrebbe potuto costare la vita al nostro compagno.
Quindi se Zeref morisse... anche Natsu morirebbe?” domandai a un certo punto, sentendomi quasi mancare. Non era possibile... Avevo ragione allora... E adesso?
In realtà non è che avessi capito bene come questo fosse possibile, visto che il povero Happy, arrivato a quel punto del racconto, non era più riuscito a continuare, ma almeno questa parte l'avevo afferrata.
Guardai incredula il mio compagno di tante avventure e lo strinsi più forte con le lacrime agli occhi.
Si era calmato adesso, ma vedevo ancora la sofferenza sul suo volto, e di nuovo mi chiesi come fosse stato possibile tutto questo. Natsu e gli altri Dragon Slayer erano bambini venuti dal passato grazie al portale Eclipse che tanti anni prima era stato, in un certo senso, la causa ultima della morte di mia madre... Probabilmente avrei dovuto provare, come minimo, un certo risentimento per questo, ma sapevo che i piccoli non ne avevano alcuna colpa, e nemmeno le altre persone coinvolte. Loro, in fondo, avevano agito con le migliori intenzioni per liberare il mondo da quel mostro di Acnologia, che dalle informazioni che avevo raccolto negli anni, per non parlare di ciò che io stessa avevo visto e sentito durante il suo attacco a Tenroujima, rappresentava davvero la minaccia più grande per tutti, ma faticavo a credere che questa fosse la verità. Non che avessi motivo di dubitarne, sia chiaro, ma mi sembrava di essere finita, chissà come, in uno dei racconti che amavo tanto leggere e scrivere... solo che questa era la realtà! E purtroppo, viverla di persona non era affatto facile né piacevole...
In quel momento il mio compagno tremò più forte tra le mie braccia, mormorando qualcosa che non riuscii a comprendere, e la mia attenzione fu di nuovo tutta per lui.

Chissà come devi soffrire, Natsu...” pensai affranta, osservandolo agitarsi, mentre Happy tremava come una foglia di fronte a me, in condizioni pietose per aver pianto tanto accoccolato sul fianco del suo migliore amico.
Mi si strinse il cuore a vederlo così e desiderai abbracciare forte anche lui, certa però che questo non sarebbe bastato a lenire il dolore che sentiva dentro. Del resto anch'io, per quanto mi sforzassi di non pensarci e restare lucida per trovare una soluzione al problema, mi sentivo come lacerata sotto il peso dei continui colpi emotivi ricevuti nelle ultime ore.
Avvertivo intanto gli sguardi degli altri su di me, ma sapevo che se avessi visto i loro volti o ascoltato le loro parole di consolazione, sarei crollata. E in quel momento avevo bisogno di concentrarmi solo sul terribile enigma che Zeref ci aveva posto davanti, per questo mi chiesi a un certo punto se fosse il caso di esporre il quesito alla Prima Master. Dopotutto, lei era stata soprannominata la “Fata tattica” quand'era in vita, e ci aveva più volte dimostrato di meritare davvero quel titolo. Forse lei sarebbe stata in grado di suggerirci un modo per battere il mago oscuro, responsabile in fondo anche delle sue condizioni, senza uccidere Natsu...
Da quel che aveva detto Happy, mi era infatti sembrato di capire che il nostro nakama avesse iniziato a star male poco dopo che il famoso libro di E.N.D. era stato colpito da uno strano raggio, e anche se sapevo della maledizione di Ankheseram che affliggeva Zeref grazie al racconto della Prima master, mi sembrava impossibile che riuscisse a comportarsi in quel modo con l'amato fratellino appena ritrovato, scaricandogli sulle spalle un enorme fardello mentre gli infliggeva, oltretutto, una condanna simile. E pensare che era iniziato tutto per la sua testardaggine di riaverlo al suo fianco! Si rendeva conto, almeno, di ciò che faceva e delle conseguenze che le sue azioni avrebbero avuto anche su tante altre persone che erano state vicine al povero Natsu? Forse sì, e magari era anche per questo che desiderava tanto morire, ma non era possibile che, comunque andassero le cose, per tutti noi sarebbe stata la fine!
Certo quel mago mi faceva una gran pena se solo pensavo a ciò che aveva sopportato per secoli nella più completa solitudine, e sapevo anche che in realtà non era nemmeno colpa sua se la situazione era questa ma... non riuscivo proprio a capire come avesse potuto arrivare a tanto per riportare in vita il fratello, evidentemente allo scopo di farsi uccidere, per poi portarlo via con sé alla propria morte. Era stata una tattica del “vero Zeref” per far scomparire con lui tutti i demoni che aveva creato perché non facessero più danni o si era trattato solo di un effetto collaterale, che mi auguravo però potesse valere solo per gli altri? Mi rendevo conto che era impossibile, perché se lui stesso aveva affermato questo piangendo, doveva essere la verità, ma non volevo rassegnarmi. Io non potevo vivere senza Natsu e non accettavo assolutamente il fatto che, se non ci stato Happy a fermarlo appena in tempo, sarebbe stato capace di sacrificarsi per noi senza curarsi della sua sorte, ma da quel che avevano affermato i demoni di Tartaros, era questa la loro natura. In fondo, erano stati creati apposta per uccidere con ogni mezzo il mago oscuro, e il nostro compagno, per quanto questo ci ferisse, in fondo era come loro alla fine...

No! Questo non è vero! Natsu è un mago di Fairy Tail, è uno di noi! Lui non può essere un demone e non morirà con Zeref!” ripeteva disperata una voce dentro di me mentre le lacrime mi scendevano dagli occhi da chissà quanto tempo, ma per quanto forte gridasse, non riusciva comunque a cancellare la realtà, che restava invece, terribile e beffarda, ben presente nella mia mente sconvolta come nel mio cuore ferito...
L-Lucy” mormorò a quel punto una voce a me ben nota che mi fece mancare diversi battiti e alzare di scatto la testa.
Natsu...” mormorai io con una strana voce, constatando tristemente che il dolore doveva avermi fatta impazzire visto che mi sembrava di rivederlo cosciente tra le mie braccia.
Lucy... perché piangi?” mi chiese sorridendo mentre un paio di lacrime gli atterravano sul viso.
Io sto bene... davvero” continuò poi in un soffio, sollevando lentamente una mano verso il mio volto.
No che non stai bene, idiota! Che ti è saltato in mente di ridurti così?” lo sgridai istintivamente, pentendomene subito dopo, quando mi accorsi fin troppo bene della smorfia di dolore che aveva cercato di trattenere con pessimi risultati.
Non è niente. Mi riprenderò, vedrai” provò a rassicurarmi il mio nakama con quel sorriso che era solo una pallida ombra di quello che faceva di solito a causa del dolore che gli velava gli occhi mentre io mi rimproveravo. Ma come, lui soffriva tanto, rischiava di morire di lì a poco, e io non sapevo far altro che trattarlo male?
Nel frattempo, avrei voluto ribattere in qualche modo a quell'affermazione così falsa, ma la voce si rifiutava di uscire lasciando parlare solo le lacrime che mi scendevano a fiotti sulle guance mentre mi sforzavo di calmarmi senza alcun risultato apprezzabile.

Basta, Lucy... Non piangere, dai” mi disse dolcemente poco dopo, cercando di asciugarmele di nuovo con quella mano troppo fredda, ma io, per quanto desiderassi accontentarlo, non riuscivo proprio a smettere.
Lucy... Andrà tutto bene, vedrai. Ho ancora... troppe cose da fare... prima di morire” riprovò lui, tentando di scherzare, nonostante fosse fin troppo chiaro che in realtà soffrisse terribilmente e facesse sempre più fatica a parlare.
Smettila, Natsu. Non serve mentire... Tanto lo so che non è vero” ribattei alla fine, radunando tutte le mie forze. Sapevo che lui cercava solo di rassicurarmi e di non farmi soffrire troppo, magari tentava anche di tranquillizzare se stesso, o più semplicemente, si rifiutava di arrendersi all'inevitabile, ma quale che fosse la ragione, questo suo modo di fare mi risultava comunque insopportabile. Era mai possibile che non potessi proprio far niente per aiutarlo? E pensare che lui, con me, l'aveva fatto centinaia di volte nel corso degli anni...
Cosa dici, Lucy? Ti ho detto che non morirò... e sarà così. Andrà tutto bene, vedrai” insistette lui, trattenendo a fatica i lamenti sempre più frequenti, nonostante cercassimo entrambi, forse, di fingere di non accorgercene.
Non parlare più, Natsu. Non sforzarti” lo supplicai dopo un po', abbracciandolo forte e appoggiando un attimo la fronte contro la sua nel vano tentativo di lenire un po' le nostre sofferenze.
Chiusi gli occhi a quel contatto e sospirai forte aspirando per un attimo il suo odore, desiderando di averlo fatto tanto tempo prima, quando avremmo potuto goderci davvero, tutti e due, la vicinanza l'uno dell'altra. Un vero peccato non poter tornare indietro per cambiare questo fatto, e cercare magari una soluzione al guaio che rischiava ora di dividerci.

Natsu...” ripetè di nuovo il piccolo Happy, che di tanto in tanto aveva provato a sua volta a parlargli alternando suppliche, rimproveri e promesse come avevo fatto anch'io, e questa volta, con mio sommo orrore, il Dragon Slayer non rispose subito.
Happy” lo chiamò dopo qualche secondo, continuando ad accarezzargli piano la morbida testolina, muovendosi appena per guardarlo teneramente da sopra la spalla.
L'Exceed alzò il musetto in attesa, preoccupato quanto me per quell'insolita manifestazione di debolezza che il nostro compagno si era evidentemente sforzato di evitare fino a quel momento.
Lui prese un bel respiro e aprì la bocca per rispondere, ma fu interrotto da un violento brivido, il quale gli costò anche un pietoso lamento che risuonò stranamente lugubre tra le pareti vecchie e spoglie che ci circondavano, spingendoci a chiamarlo spaventati mentre anche qualcun'altro, impressionato e dispiaciuto, diceva qualcosa che non capii.

Natsu!” ripetei in ansia, vedendo che aveva chiuso gli occhi respirando affannosamente. Gli presi una mano e provai a stringergliela con più forza di quanto avessi voluto, aspettando trepidante una risposta che non arrivò per svariati secondi troppo lunghi, durante i quali rischiai davvero di annegare nella paura e nella disperazione che sentivo dentro, ma non volli cedere a un'altra crisi di pianto. Era stato lui stesso a dirmi, poco prima, che le mie lacrime lo facevano stare peggio, e io non volevo certo farlo soffrire ulteriormente.
Lucy... Happy...” esalò infine a fatica ma con urgenza, lottando evidentemente per costringere gli occhi ad aprirsi di nuovo.
Dimmi, Natsu... Sono qui” gli rispondemmo in coro, stringendo entrambi la presa per fargli sentire la nostra vicinanza.
Ragazzi...” ritentò lui, con quella che mi parve paura nella voce.
Siamo qui, Natsu. Coraggio” provai a rassicurarlo, sollevando appena verso di me la mano che continuavo a tenergli, e con mio sommo sollievo, vidi finalmente i suoi occhi puntarsi nei miei.
Mi sorrise felice e sofferente e cercò di ricambiare la mia stretta e accarezzare l'Exceed strappando un triste sorriso a me e un singhiozzo mal trattenuto a lui, prima di sospirare di nuovo e prepararsi a parlare.

Mi dispiace, ragazzi... Vi voglio bene...” sussurrò con una voce a malapena percettibile che però risuonò comunque forte e chiara nel silenzio assordante, sorridendo un'ultima volta prima di chiudere gli occhi e reclinare la testa di lato, improvvisamente senza forze.
Natsu! Natsu!” gridai disperata, stringendolo forte, appena realizzai, dopo averlo visto accasciarsi sul mio braccio come al rallentatore, che il suo cuore si era fermato, e a quel punto sia io che Happy demmo libero sfogo, in un attimo, al nostro dolore, soffocando quasi nei nostri stessi singhiozzi.
No! Non... non morire, Natsu... Non lasciarmi!” ripetevo con la forza della disperazione nonostante sapessi che ormai non poteva più sentirmi. Perché era dovuto succedere tutto questo?
A malapena mi accorsi dei movimenti degli altri e del fatto che ci stessero dicendo qualcosa, ma non mi mossi finché non sentii delle mani afferrarmi per le spalle e costringermi a sollevarmi, facendomi così incontrare lo sguardo sofferente ma determinato di Polyushka che disse a entrambi di spostarci e farlo stendere.
Io la guardai tremando cercando di ribattere, perché non volevo lasciarlo andare, ma lei, con voce stranamente dolce ma ferma, ripetè l'ordine aggiungendo di fidarmi, perché forse, e sottolineò il forse, poteva esserci ancora una speranza.
A quel punto obbedii supplicando di nuovo in silenzio chiunque mi venisse in mente mentre, dopo avergli dato un leggero bacio sulla fronte chiedendogli scusa, lo adagiavo delicatamente a terra, stupendomi allo stesso tempo di quanto sembrasse improvvisamente piccolo, fragile e inoffensivo, prima di prendere in braccio Happy, così caldo e morbido in confronto al povero Natsu, stringendolo forte per dare sollievo a entrambi.
La donna appoggiò una mano sul petto del mio nakama con espressione seria e concentrata, ma prima che potesse fare qualsiasi cosa, dal suo corpo si alzò di nuovo quello strano fumo subito seguito da fiamme altissime, che quasi ce lo nascosero alla vista, mentre un'aura nera e potentissima faceva il resto.
Sentii l'esclamazione di sorpresa della guaritrice e le grida degli altri mentre osservavo la scena orripilata e spaventata, un braccio davanti al viso per proteggerlo dal calore e l'altro intorno all'Exceed, una paura indescrivibile negli occhi e nel cuore e un solo pensiero nella mente: il terribile demone si era svegliato.



Angolo autrice:

Ciao a tutti! Siete sopravvissuti alla storia? Spero di sì e che vi sia piaciuta almeno un pochino.
Come forse si sarà capito, lunedì scorso non ho trovato per nulla soddisfacente l'idea di Mashima di far spogliare Lucy per salvare Natsu, e così ho pensato di rimediare creando forse delle scene fin troppo drammatiche ma che, secondo me, avrebbero anche potuto starci in un momento simile. Vi assicuro che non avrei voluto pubblicarla oggi, a così breve distanza dalla “versione ufficiale” della storia, ma a causa di un problema tecnico avvenuto ieri sera quando sono finalmente riuscita a sistemarla come si deve (o almeno spero), ho dovuto rimandare. Nel caso in cui qualcuno si foste chiesto cos'altro avesse architettato la mia testolina per questi malcapitati personaggi al risveglio di E.N.D, sappiate che con questa storia, avrei dovuto mettere subito anche il seguito, cosa che ho intenzione di fare entro stasera o domani al massimo.
Passando ad altro, spero che mi lascerete un commentino anche piccolo per dirmi cosa ne pensate di questa prima parte (niente maledizioni né armi proprie o improprie, però, grazie), e ne approfitto intanto per chiedervi anche un consiglio. Premettendo che non ho mai capito veramente in cosa consistesse il genere “angst”, pensate che con una storia simile ci sarebbe stato bene o sono fuori strada? Grazie a chi risponderà e a tutti coloro che hanno avuto il coraggio (ammesso che ci sia stato qualcuno!) di leggere, o addirittua commentare, questo mio piccolo esperimento. Grazie davvero di cuore per il tempo che mi avete dedicato, siete stupendi! <3
Nel caso a qualcuno di voi fosse anche venuta voglia di conoscere la matta che ogni tanto rispunta fuori con qualche idea strana ( :3 ), ricordo a tutti che potete trovarmi anche su facebook in un piccolo gruppo che ho fondato tempo fa su Fairy Tail ma anche, in misura minore, sugli anime e i manga in generale. Siamo ancora in pochi in questa “gilda in miniatura”, ma saremo ben felici di accogliervi tra di noi. Vi aspettiamo numerosi a questo indirizzo dove potrete trovare anche qualche informazione in più: https://www.facebook.com/groups/1510227842609212/!
Concludo ringraziandovi ancora e chiedendo scusa a chi avesse subito effetti collaterali più o meno gravi (non dite che non vi avevo avvisati, però!), dandovi appuntamento, entro domani sera al massimo, con la continuazione di questa fic.
A presto, spero, e buona giornata!
Bacioni,
Ellygattina

  
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