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Autore: Ofeliet    05/12/2016    0 recensioni
« Cosa è questo. » nonostante la sfumatura minacciosa dell’affermazione di Mori, che ormai non chiedeva nemmeno più, sentenziava e basta, Chosokabe non si lascia scoraggiare e sorride con sempre più vivacità nonostante la sempre più pressante sensazione di pericolo.
« Una tradizione! » esclama, con sempre più crescente entusiasmo. « Masamune mi ha raccontato di questa curiosa tradizione proveniente da oltreoceano. » le sue parole paiono annoiare a morte il padrone di Aki, tanto che Motochika si trova a doverlo presto trattenere per una spalla in modo che non fuggisse.

{ Chosokabe/Mori + Sorin | sort of midcanon idiota }
~ Questa storia partecipa al contest “Christmas Game! Puzzle Time!” a cura di Fanwriter.it! ~
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altri, Chosokabe Motochika, Mori Motonari
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Doveva essere una cosa carina e fluffosa, LO GIURO, BUT SORIN HAPPENED e voglio autodefenestrarmi per averlo fatto accadere.
Io vado a fare penitenza sui ceci, che è meglio, voi godetevi la shot e incanalate i vostri istinti omicidi nei confronti di Sorin.
Note aggiuntive: nella realtà storica Masamune si dice si sia convertito al cristianesimo (mentre il Giappone nel Sengoku era scintoista o buddista), quindi non stupitevi se è lui a voler festeggiare il Natale. Just sayin'.
EDIT: questa storia ha un seguito, Dinner and War

Iniziativa: Questa storia partecipa al contest “Christmas Game! Puzzle Time!” a cura di Fanwriter.it!
Numero Parole: 915
Prompt/Traccia: Vischio


« Cosa è questo. » nonostante la sfumatura minacciosa dell’affermazione di Mori, che ormai non chiedeva nemmeno più, sentenziava e basta, Chosokabe non si lascia scoraggiare e sorride con sempre più vivacità nonostante la sempre più pressante sensazione di pericolo.
« Una tradizione! » esclama, con sempre più crescente entusiasmo. « Masamune mi ha raccontato di questa curiosa tradizione proveniente da oltreoceano. » le sue parole paiono annoiare a morte il padrone di Aki, tanto che Motochika si trova a doverlo presto trattenere per una spalla in modo che non fuggisse.
« Avanti Mori, almeno per oggi puoi evitare di essere un palo nel culo? » Motonari lo fulmina con lo sguardo nel sentirlo parlare il dialetto di Tosa, ma per fortuna non sembra più avere alcuna intenzione di andarsene. Si volta nella sua direzione, incrociando le braccia al petto, ma dando la parvenza di avere l’intenzione di ascoltarlo almeno fino alla fine.
Motochika sorride vittorioso per quella piccola concessione.
Si trovavano tutti a Oshu, perché Masamune aveva blaterato qualcosa a proposito della pace temporanea per “rimembrare il Signore” e li aveva invitati per una cena a casa sua. Inutile dire che nessuno, ma proprio nessuno, si aspettava di trovare la residenza di Date tappezzata di una stranissima pianta di colore acceso e dispettosamente pungente.
Masamune, fiero, aveva spiegato a cosa servisse e quale fosse esattamente la tradizione correlata ad esso, ma Chosokabe aveva presto capito che quella era solo una scusa per il dragone per poter pomiciare con Sanada Yukimura senza dover dare troppe spiegazioni.
Questo, ovviamente, significava che poteva benissimo approfittarne anche lui.
« E quindi ogni volta che si è con qualcuno sotto al vischio, un bacio è un obbligatorio gesto per attrarre la buona fortuna. » Mori non sembra tanto convinto della sua spiegazione, ma la sua espressione alla fine è sempre la stessa in qualsiasi occasione, tanto che Chosokabe attende con ansia una replica – hanno depositato tutti le armi all’ingresso quindi, per fortuna, non potrebbe ucciderlo – che nemmeno avesse combattuto una feroce battaglia.
Mori osserva lui, poi osserva il vischio giusto sopra le loro teste, poi torna a fissare lui.
Motochika si sente scrutato persino nel profondo, tanto che teme Mori possa vedere pure i suoi pensieri più perversi – oh, avanti, era normale farsi qualche pensiero sconcio su quel fondoschiena che si ritrovava – e saltargli alla gola senza troppe remore.
« Va bene. » sentenzia, all’improvviso, alzando leggermente il volto e chiudendo gli occhi. Il cuore di Chosokabe perde qualche battito per la sorpresa. Quello era il modo di Mori ad acconsentire a tutto quello?
Visto che continuava a tenere gli occhi chiusi Motochika percepisce la sua attesa, mista alla tensione, e decide di approfittarne prima che Mori possa effettivamente sfuggirgli dalle mani perdendo la pazienza. Con cautela prende il suo viso tra le proprie mani, avvertendo chiaramente la tensione del suo corpo in attesa di quello che sarebbe venuto dopo. Vorrebbe tanto baciarlo sulle labbra, e forse è anche quello che Mori si aspetta. Non sa se gli piacerebbe, forse così si farebbe odiare anche di più.
Solo quando è terribilmente vicino al volto di Mori, a quelle labbra sottili, ai loro respiri che si mischiano, Motochika cambia improvvisamente direzione stampando un bacio affettuoso sulla guancia di Motonari. Questi sbarra gli occhi, rosso in volto per la sorpresa di quel gesto, ma appare anche grato per la castità di quel contatto.
Non parlano, rimanendo pacificamente in silenzio ad osservarsi, avvolti nell’imbarazzo non più teso ma quasi piacevole.
Motochika riprende a respirare tranquillo, sorridendo beato per essere riuscito in tale impresa e senza rischiare la vita per averlo compiuto. Persino Mori sembrava tranquillo, mentre teneva la mano sul punto dove gli aveva sfiorato la guancia con le labbra.
« Sunday Mori!! » all’improvviso, entrambi si irrigidiscono. Mori, soprattutto, si volta con terrore dissimulato verso la fonte di quel richiamo. Otomo Sorin era diventato il suo incubo e la sua persecuzione da diversi mesi. Il predicatore sembrava avere una sorta di localizzatore interno, visto che riusciva a scovarlo ovunque.
Noncurante dell’atteggiamento maldisposto di entrambi i capi sudisti, Sorin si avvicina gioioso blaterando qualcosa a proposito di quella sacra festività che persino Date Masamune aveva imparato a rispettare.
Quando però è vicino a loro nota il vischio sopra le loro teste e sorride.
E’ davvero un attimo.
Chosokabe lo vede gettare le braccia al collo di Mori e coglierlo di sorpresa baciandolo sulle labbra. Vorrebbe urlare. Quel bacio sembra durare un’eternità ai suoi occhi, tanto che vorrebbe essere lui stesso ad afferrare Sorin per la gola e sbatterlo fuori. E picchiarlo. Tanto e forte. Poco importava che i monaci fossero persone sacre – o di altre religioni –. Mori sembra paralizzato, incapace improvvisamente di reagire, mentre Sorin si stacca da lui tutto pimpante.
« Che questo bacio possa portarti fortuna, Sunday Mori! » esclama, sorridendo sempre di più se possibile. Mori non replica, come di pietra, ma i suoi occhi fissano Chosokabe quasi con rabbia. Peccato che Motochika sia già accecato dalla propria, tanto da non riuscire a vederlo.
« Sunday Mori, sembri teso! » commenta Sorin, per poi portarsi una mano al viso con finto scandalo. « Non dirmi che quello era il tuo primo bacio? » Mori trema vistosamente, il rossore che improvvisamente prende posto sul suo viso, e simile reazione è davvero la goccia che fa traboccare il vaso.

« Goddamit, dove cazzo ha preso quella ancora?? »
« Non lo sappiamo, Masamune-dono!! »
« Che qualcuno gliela tolga! »

   
 
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