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Autore: GanzoBello    05/12/2016    0 recensioni
Sproloqui di Ciro al bar
Genere: Generale, Satirico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Foglio bianco. 

Mani in faccia, pensieri che volano e cercano di dare sfogo a tutte le idee che ogni giorno affollano la mia mente. Parlare del referendum, della televisione, delle persone, della droga, dell'alcolismo o dell'amore? 
Tutto già scritto, tutto già visto. 
 

Niente di nuovo, l'originalità non sempre tocca il mio essere. Difficile immaginare l'irreale disse qualcuno che forse la sapeva più di me. 

Respiro, profondo, ancora più profondo. L'ossigeno brucia nelle narici, il sangue ribolle nelle vene, l'alcol circola nella testa, gli occhi si offuscano e l'ispirazione arriva. 

Musica a palla, possibilmente Caparezza. Musica con alti bassi e voce veloce. Le parole volano, lo scritto rimane. 

La pagina bianca fissa me come io fisso lei. Ci scrutiamo un po come lo scultore e il blocco di marmo. Entrambi sappiamo che l'opera e già conclusa nella nostra mente, ora rimane solo la parte più complessa, lasciarsi impossessarsi dalla scrittura. 

E' complessa perché ogni parte di noi cerca di rimanere attaccata al proprio essere caratteristica comunissima nell'essere umano. Peccato che nella scrittura non aiuti. 

Quando scrivi non devi mai essere tu. 

La gente non vuole mai sentire te.

Al massimo vuole sentire parlare di te, ma questa forse è la peggiore delle opzioni disponibili. 

Parafrasando qualcuno più famoso di me che non conoscete, che ha scritto un libro più famoso di me che non conoscete ...

"La gente a queste riunione a circa dieci minuti per poter esprimere tutti i concetti che sono riusciti a scrivere in quei piccoli libri che riassumo la loro vita. Le molestie di un padre condite da una vita in cui non riesci a trovare un lavoro, ma poi la speranza data dall'amico che riesce a capirti, ma che incredibilmente ti avvicina alla droga e ...
Ops mi dispiace il tempo è finito. Le faremo sapere."

Chi mi azzecca la citazione magari è più bravo di me che non so fare altro che fissare ancora il foglio bianco.

Scrivo porcate, cazzate, cose frastagliate, idee mezze logorate dall'alcol, pensieri non miei  che possibilmente infrangono qualche copyright. Niente riesce a superare il tasto cancella. 

Il bello di un sistema operativo pensato per nascondere gli errori dell'uomo, non mostra gli errori. Ogni tanto penso che se Steve Jobs avesse avuto il coraggio di imporsi e far valere un opinione davvero originale come quella di far vedere in uno spazio laterale tutti gli errori che una persona fa, penso che lo avrei apprezzato di più come persona. 

Ancora bianco. 

Niente. Le immagini nella testa, si avvolgono e si storcono nella testa come nell'uragano di Oz. Il tempo inizia a rallentare la propria velocità , i secondi diventano minuti e le ore diventano anni. Il bianco dello schermo mi abbronza, brucia la pelle biancastra che tanto amo. 

Ridi? Dimmi che almeno ridi di me stupida ninfa, che mi guardi mentre mi distruggo, che non apprezzi la mia volontà, che non stuzzichi per niente la mia creatività e che non accetti neanche il mio misero invito a prendere possesso di me per scrivere questa stupida pagina bianca. 

Penso a tutte le cose che la gente ritiene importanti, in questo momento sono lontane. 

E' lontana la terra, è lontana la casa, è lontano il corpo che mi ospita, è lontano il sangue che mi circola. Sono lontano perfino io...

Finalmente trovo il coraggio. 

Ritorno nel mio corpo, ritorno nella mia casa, nel mio mondo , afferro la tastiera, mo sgranchisco le dita e con gli indici scrivo in quella dannata pagina bianca. 

Vaffanculo. 

   
 
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