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Autore: Persefone3    06/12/2016    5 recensioni
Spoiler per chi non segue la messa in onda americana. Questa storia è una rivisitazione della puntata 6x06 Dark Water.
Emma ed Hook hanno da poco iniziato la loro convivenza. Tutto sembra rosa e fiori ma cosa succede quando i delicati equilibri tra i potenziali membri di questa famiglia vengono messi in crisi dalla Regina Cattiva? La storia riprende l'impianto della puntata e si inserisce in tutto e per tutto nell'arco narrativo della 6 stagione, mi sono semplicemente divertita nel cercare di arricchirne un po' la trama.
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Henry Mills, Killian Jones/Capitan Uncino
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I.  Move In with Me
 
Emma era davanti allo specchio e stava pettinando i suoi lunghi capelli biondi. Accanto alla sua spazzola erano poggiati tre grossi anelli da pirata. E lei non poteva esserne più felice. Da quando Killian si era trasferito da lei, la casa era diventata ancora più allegra e animata. Ogni cosa per Killian, abituato all’austera vita di mare, era una scoppiettante novità. A Emma veniva ancora da ridere se solo ripensava al primo incontro tra il capitano ed un semplice frullatore domestico. Quando lo aveva visto in azione, era rimasto così incantato che lo aveva lasciato andare a vuoto per più di un’ora.
Emma indugiò ancora sulla sua immagine riflessa nello specchio. Non solo la casa sembrava più viva, ma anche lei stessa. Aveva fatto davvero bene a seguire il consiglio di Archie. Perché nonostante tutto quello che gravava sulle sue spalle, voleva essere felice fino all’ultimo dei suoi giorni. Ricordava bene le parole che Killian le aveva detto quando, dopo aver salvato Ashley e la sua sorellastra Clorinda, si erano ritrovati seduti ad un tavolo ad assistere a quel ricongiungimento familiare. Era stato proprio in quell’attimo che aveva raccolto il coraggio e gli aveva fatto la fatidica domanda.
 
- Vieni a vivere con me
 
A quelle parole Killian era rimasto incredulo.
 
- Cosa?
- Vieni a vivere con me. So che nella vita tutto è incerto, ma a volte bisogna uscire, sperando che non ci sia un autobus.
 
Killian aveva riso per quella frase alquanto criptica.
 
- Quello che voglio dire – aveva proseguito lei – è che il mio armadio è pieno di giacche rosse, ma credo ci sia spazio per un po’ di pelle nera.
- Se la metti così, mi piacerebbe molto venire a vivere con te.
 
Aprì l’armadio in cerca di qualcosa da mettere per il giorno dopo. Hook non aveva mai badato troppo ai suoi vestiti, ma da quando erano sotto lo stesso tetto, Emma aveva iniziato a vestirsi con più cura. Non che prima fosse sciatta, ma aveva sentito la voglia di indossare qualcosa di più femminile, cosa che Killian aveva gradito non poco.
Tutte le volte che Henry non era in casa, lui non perdeva mai l’occasione per rivolgerle un complimento un po’ più esplicito, per baciarla, per stringerla a sé dovunque fossero. Erano ormai lontani i tempi in cui si erano dovuti destreggiare tra incontri segreti al chiar di luna nel suo maggiolino o furtive entrate dalla porta di servizio di Granny per non essere visti da nessuno. Ora avevano un tetto e una stanza tutta per loro, in cui ritrovarsi e lasciare fuori gli innumerevoli problemi che da sempre erano stati il pane quotidiano di Storybrooke.
Non che il momento ora fosse dei più calmi. Hyde era stato un osso duro da sconfiggere, ma alla fine vi erano riusciti. Mettere fuori gioco la Regina Cattiva sarebbe stata tutta un’altra faccenda ovviamente, ma era sicura che avrebbero trovato un modo. Se solo la sua magia non avesse iniziato a fare i capricci e poi quelle visioni sulla sua morte. Stava per lasciarsi di nuovo risucchiare da quella paura quando i suoi occhi si posarono, di nuovo, sugli anelli di Killian. Aprì il portagioie e tirò fuori l’anello che il pirata le aveva dato a Camelot. Lo mise al collo e lo fece scivolare sotto la maglietta. Killian le aveva detto che era il motivo per cui lui era rimasto vivo per tutti quei secoli, sperò che anche con lei funzionasse allo stesso modo.

Nel bagno Hook stava finendo di prepararsi per la notte. Anche quella giornata, per fortuna, era terminata e lui non vedeva l’ora di rilassarsi un po’ con la sua Emma. Nell’ultima settimana ce ne erano stati di cambiamenti, ma era felice che finalmente le cose fra loro avessero preso quella piega. Certo, non si era aspettato che Emma gli chiedesse di trasferirsi così presto e la cosa lo aveva piacevolmente sorpreso. Il giorno che aveva portato le sue cose era stato il più strano di tutti. Sistemarsi nella stanza con lei era stata la cosa più semplice da fare. L’armadio era davvero grande e ormai già sapevano quale lato del letto occupare. Era stato prendere confidenza con il resto della casa che si era rivelato impresa ardua.
Dopo un paio di giorni erano molte ancora le stranezze cui doveva abituarsi, ma confidava che con il passare del tempo sarebbe risultato tutto più chiaro. Eppure non riusciva ancora a spiegarsi perché Emma avesse non uno, ma ben due cesti della biancheria in bagno. Come aveva detto? Bianchi e colorati. Ma cosa aveva di colorato lui? Assolutamente nulla! Ma c’era anche dell’altro. Dopo quasi duecento anni passati in mare, era così avvezzo a badare a se stesso che ancora non riusciva ad abituarsi all’idea che qualcuno si prendesse cura di lui. Per esempio, Emma il giorno prima aveva insistito per fare lei il bucato e quindi gli aveva chiesto se aveva altri vestiti da lavare, domanda che aveva imbarazzato non poco Killian. Sapeva a cosa alludeva. Poteva occuparsi lei di camicie, canottiere e pantaloni, ma di biancheria proprio no. Lei, però, aveva insistito.
 
- Sei sicuro solo queste cose?
- Sì, Swan, perché?
- Perché so per certo che indossi anche altro.
 
Killian era arrossito vistosamente.
 
- Abbassa la voce per favore.
- Chi vuoi che ci senta, siamo soli in casa. E poi fammi capire, Captain Hook, il terrore dei sette mari, il più famigerato filibustiere che sia mai esistito, si imbarazza se parla di mutande con una donzella?
- Non è questo il punto!
 
Come Emma capì di aver fatto centro, non poté fare a meno di sorridere. Decise di prenderlo in giro ancora un po’, era davvero buffo in quei frangenti.
 
- A me pare proprio di sì. Capitano, non dirmi che hai ancora quei grossi mutandoni d’epoca!
- Smettila di dire stupidaggini! Sai perfettamente che non li ho mai portati! E da quando sono qui mi sono adeguato in pieno ai vostri costumi.
- Appunto! Non capisco il perché di questo pudore. Non sei così schivo in altre circostanze, anzi. Per questo non capisco tutte queste resistenze da parte tua.
- La marina e la pirateria hanno una sola regola in comune: ogni membro dell’equipaggio ha come dovere preciso quello di tenere pulita e in ordine la sua cuccetta così come i propri effetti personali.

Emma spalancò la bocca incredula.
 
- Il che vuol dire …
- … che se anche ero e rimango il capitano della Jolly Roger il bucato lo facevo da me.
- Ma qui non siamo a bordo di una nave – aveva risposto Emma accomodante – posso pensarci io senza problemi. Lascia che mi prenda cura di te. A meno che tu non voglia ritrovarti con tutti i boxer color rosa confetto, ovviamente.
- Perché dovrei volere una cosa del genere?
- Perché se vorrai fare il bucato da solo, tinozza e sapone non si usano più da un pezzo. Ora c’è la lavatrice.
 
Emma aveva mostrato l’elettrodomestico a Killian. Aveva appena iniziato a spiegargli come funzionava ma il capitano si era già perso dietro a tutte quelle manopole e programmi. E aveva parlato di separare i capi per colore?
 
- Spero tu abbia capito.
 
Emma guardò l’orologio.
 
- Devo sbrigarmi – aveva proseguito – o farò tardi alla stazione per il mio turno.
 
Killian capì che non sarebbe mai stato in grado di farla funzionare e di certo non avrebbe chiesto aiuto ad Henry facendo la figura dello stupido.
 
- Aspetta, magari per stavolta … però …
- Non temere, resterà il nostro piccolo segreto.
 
Aveva preso il resto dei suoi panni e poi lo aveva baciato dolcemente sulle labbra ponendo fine a quella dolce schermaglia tra loro.

Così Hook aveva lasciato che fosse Emma a occuparsi di quelle cose e lui in cambio si era reso utile in altri modi, anche per non far ricadere tutto il peso della casa sulle sue spalle. A parte questi piccoli adattamenti a qualcosa che per lui era totalmente nuovo, gli piaceva la loro vita insieme. La loro relazione funzionava bene e anche Henry sembrava ben predisposto a quella convivenza.
Quando tornò in camera, Emma era già sotto il caldo piumone, appoggiata su soffici cuscini e fasciata nel suo attillato e sensuale pigiama verde di seta. Sebbene fosse più che abituato al dolce corpo di Emma, era sempre un piacere rendersi conto di quanto bella fosse ogni singolo giorno. E più sfaccettature scopriva di lei, più se ne innamorava perdutamente. Emma sollevò il viso dalla rivista che stava leggendo. Hook aveva indossato un comodo pigiama composto da una maglia bianca a mezze maniche e pantaloni grigi. Era stata lei a farglielo trovare la prima sera. Voleva essere un innocente regalo di benvenuto e se ne era pure vergognata un po’. Ma era bellissimo lo stesso. Probabilmente il suo pirata avrebbe conservato intatto il suo fascino anche con uno scafandro da palombaro addosso. Scostò le coperte con un sorriso per fargli spazio.
 
- Mi stai facendo concorrenza con il bagno.
- Scusa – rispose lui sdraiandosi e accogliendola tra le sue braccia – avevo voglia di una doccia. E poi col fatto che puoi avere acqua calda a tutte le ore, mi piace farla soprattutto di sera.
- Non che io disdegni, hai un così buon profumo.
 
Emma si strinse a lui ancora di più. Hook notò immediatamente una vena pulsare sulla fronte di lei. Era l’inconfondibile segno che qualcosa la preoccupava.
 
- Avanti, dimmi cosa ti passa per la testa.
- Niente di particolare, ma stasera mi sento uno straccio.
- Ti sento amore mio, hai tutti i muscoli contratti.
- Sono preoccupata, Killian. Ci siamo liberati di Hyde per caso. Ho come l’impressione che non sarà altrettanto semplice con la Regina Cattiva.
- Troveremo un modo, te lo prometto. Non permetterò che qualcosa possa accaderti. Per quanto riguarda la Regina Cattiva dobbiamo solo capire cosa vuole e perché.
- Sicuramente vuole creare scompiglio. E poi ovviamente ci sono le mie visioni e i miei tremori.
 
Hook la strinse ancora di più. Quando, la sera prima, si era aperta e aveva finalmente rivelato tutto, era stato un sollievo e allo stesso tempo un dolore lancinante. Perché quando Killian aveva capito che Emma stava per esserle strappata ancora una volta, la disperazione aveva preso per un momento il sopravvento. Non era riuscito a dire una sola parola, ma i suoi occhi erano stati più esplicativi di mille frasi. Aveva provato più rabbia o più paura? Non sarebbe mai riuscito a dare una risposta a ciò. Emma poi aveva trovato quelle cesoie e gli aveva affidato il compito più difficile di tutti: sbarazzarsene. Come dimenticare quella conversazione nel loft di Mary e David?
 
- Non devono essere più segreti tra noi, ma non intendo usarle. Aladdin non si è fidato di chi amava ed è per questo che ha fallito. Ma io credo che insieme riusciremo a trovare un’altra via d’uscita. È quello che facciamo sempre. Però se la mia magia ha davvero un prezzo, lo pagherò. Sono la Salvatrice ma faccio anche parte di questa famiglia.
- Se è questo quello che vuoi, Swan, sarò dalla tua parte.
- Mi dispiace di non essermi fidata. Niente più segreti. Prendile. Non voglio siano usate come arma se cadono nelle mani sbagliate. Dobbiamo sbarazzarcene.
 
Ma lui non era proprio riuscito a fare come lei voleva. Non se il prezzo era rinunciare alla sola cosa che avrebbe potuto salvarla e risparmiare a Henry e a lui un dolore devastante. Per questo le aveva tenute e nascoste nella tasca interna della sua giacca. Non per altro. Ma facendo così le aveva mentito e lui odiava mentirle. Non poteva tenere le cesoie lì per ancora molto. Doveva trovare un posto migliore.

Fu la dolce carezza di Emma sulla sua guancia a distoglierlo dai suoi pensieri.
 
- Ehi Killian, perché così pensieroso?
- Nulla, stavo solo pensando alla mia vecchia ragazza. Spero di aver ammainato le vele in maniera abbastanza salda. Ma torniamo a noi. Credo proprio che stasera non troveremo una soluzione per la Regina Cattiva, ma sicuramente possiamo fare qualcosa per i tuoi muscoli.
- Davvero?
 
Hook la fece girare sui cuscini e iniziò a massaggiarle la schiena.
 
- Va meglio così?
- Decisamente. E hai una sola mano, pensa con due cosa potevi fare!
 
Henry era uscito dal bagno e stava tornando nella sua stanza. Come tutte le sere, Emma lo aveva raggiunto e aveva stampato sulla sua fronte il bacio della buona notte. Benché ora ci fosse anche Killian in casa con loro, le cose non erano cambiate troppo. Passò davanti alla stanza di sua madre e li sentì ridere. Prima di Killian quella porta era sempre stata aperta, ora, dopo che lo credevano a dormire, veniva chiusa. Sapeva che non doveva pensarlo, ma in certo senso si sentiva tagliato fuori. La sua razionalità sapeva che questo non era vero, ma il suo lato adolescenziale urlava l’esatto opposto. Chi era Killian per mettersi tra lui e sua madre? Henry non aveva mai condiviso le attenzioni di Emma con nessuno. Certo, c’era stato Walsh e aveva scelto la casa con Killian, ma una cosa era parlarne e un’altra ritrovarselo tra i piedi tutti i santi minuti. Non sapeva come comportarsi con lui, come trattarlo. In fondo né Regina né Emma, fino a quel momento, lo avevano messo in una situazione del genere. Si rimproverò immediatamente per il suo egoismo. Ma servì a poco. Quei pensieri non sembravano minimamente intenzionati a placarsi. Vivere in tre sotto lo stesso tetto si stava rivelando un po’ più complicato del previsto perché quel pirata aveva abitudini strane e si ostinava a cercare di interagire con lui in ogni momento. Dire che Emma lo stesse trascurando era eccessivo, ma capiva di non essere più il suo solo centro. Una punta di gelosia stava nascendo nel suo cuore di vero credente. Tornò nella sua stanza cercando di non pensarci più.

La notte era fredda e scura come gli occhi della Regina Cattiva. Non solo aveva appena perso un suo fedele alleato, Hyde, ma aveva anche assistito a quella che sarebbe stata la sua fine qualora fosse successo qualcosa a Regina. Non poteva prendersela con lei, ripagarla con la sua stessa moneta se voleva sopravvivere. Era stato allora che aveva capito che più di Regina c’era una sola altra persona che odiava in maniera ancora più intensa. E non si trattava più di Snow, ma della sua primogenita. Quella donna era stata una vera sciagura per lei. Le aveva portato via Henry, Robin era morto a causa sua ed era stata lei a convincere Regina a separarsi dal suo lato oscuro per distruggerlo. Doveva fargliela pagare.
L’improvvisa dipartita di Hyde non l’aveva lasciata però completamente impreparata. Grazie a lui aveva imparato molte cose sulla Terra delle Storie mai Raccontate e ancora più importante sapeva con esattezza chi era giunto a Storybrooke. E sfogliando le pagine dei diari di Hyde aveva trovato un nome e una storia che avrebbe fatto al caso suo. Ed era proprio quella persona che stava aspettando e sapeva che l’avrebbe aiutata.
Lo sentì camminare sulla passerella del molo. Sorrise per la soddisfazione. Sapeva che non si sarebbe tirato indietro, se poteva regalargli la sua vendetta. Una figura si fermò alle sue spalle sotto uno dei lampioni spenti.
 
- Benvenuto. Vedo che hai ricevuto il mio invito
- Solo la Regina Cattiva poteva lasciare sulla spiaggia un cesto di mele rosse con sopra il mio nome. Cosa volete da me?
- Conosco la tua storia. Hyde me l’ha raccontata così come molte altre storie non raccontate.
- Se sai dove è Hyde devi dirmelo, ho un conto in sospeso con quell’uomo.
- Ti basta sapere che non è più qui tra noi.
- E allora non potete essermi utile.
 
La figura si voltò per andarsene.
 
- E questo chi lo ha detto? – replicò la Regina Cattiva
- Senza Hyde non posso avere la mia vendetta.
- Ma io conosco molto meglio di Hyde la persona di cui ti vuoi vendicare.
 
La figura tornò subito sui suoi passi.
 
- Tu cosa ne sai?
- Lascia che mi spieghi. Stai cercando un giovane uomo, moro, occhi celesti come l’oceano e, particolare importante, ha un uncino al posto della mano.
- Ditemi immediatamente dove si trova! – rispose l’uomo minacciando la donna con un coltello.
- Minacciarmi non ti servirà proprio a nulla. Questo tuo insignificante coltello potrà graffiare un mortale, ma io sono decisamente fuori della tua portata.
 
La Regina Cattiva tese il braccio e iniziò a soffocare il marinaio con la magia. Quando ormai stava quasi per perire lo lasciò andare.

- Non hai potere su di me. Chiaro il concetto?
- E allora cosa vuoi?
- Proporti un accordo.
- Perché?
- Perché tu vuoi vendetta sul pirata e io sulla Salvatrice e insieme potremmo raggiungere insieme questo obiettivo.
- Cosa centra il pirata con la salvatrice?
- Vedi, mio caro, la Salvatrice è la donna del pirata al momento. Per questo possiamo unire le forze e fare in modo che quei due paghino per le loro colpe una volta per tutte.
- Perché dovrei fidarmi di te?
- Perché sono il tuo migliore alleato, capitano. Allora abbiamo un accordo?  

ANGOLO DELL'AUTRICE:
Siamo solo al primo giorno di hiatus e io già sto in crisi di astinenza ... 
Rieccomi!! Questa è una minilong di non più di una decina di capitoli. Lìidea mi è venuta poco dopo aver visto la puntata che è una delle mie preferite fin qui. Ho pensato che sarebbe stato interessante cercare di esplorare le diamiche di questa nuova famiglia che si sta formando. La narrazione segue gli eventi principali della 6x06, come già detto, quindi non toccherò l'asse portante. Spero possa piacervi. E che lo hiatus non ci ammazzi ...

P.S Da ieri sera scapoccio su quell'anello e per quanto abbia cercato di non gasarmi ... mi sono gasata uguale XD

Persefone 
  
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