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Autore: Azeria    06/12/2016    0 recensioni
Dal primo capitolo: "Quella sera, allo Smistamento, Harry Potter, Hermione Granger e Ron Weasley finirono in Grifondoro. Draco Malfoy, come previsto, finì in Serpeverde. Emma Renard, che venne chiamata subito dopo di lui, dopo lunghi minuti di incertezza per il cappello, venne smistata in Serpeverde con lui. Emma si sedette vicino a Draco quella sera, che le tese la mano. Emma la accettò".
Emma è bella, affascinante e orgogliosa. Ma non indossa l'uniforme verde argento per caso: è una vera Serpe. Ma i serpenti mordono e avvelenano per difendersi, o per il semplice gusto di ferire?
Genere: Fantasy, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Fred Weasley, Nuovo personaggio
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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PROLOGO

1° Settembre 1991

Harry Potter, il bambino che è sopravvissuto, fece il suo ingresso a Hogwarts per la prima volta, sotto gli occhi di tutti. Draco Malfoy gli tese la mano. Harry Potter rifiutò. Così iniziò la storia di una rivalità lunga anni.
Quando Harry Potter voltò le spalle a Draco Malfoy, quella sera, dopo che aveva rifiutato di stringergli la mano, trovò ad attenderlo i volti dei suoi nuovi amici. Quando Draco Malfoy voltò le spalle a Harry Potter, oltre a tutti i futuri piccoli Serpeverde, vide una bambina dai lunghi capelli rossi e gli occhi grigi che lo guardava, sorridendo beffarda. Emma Renard.
Quella sera, allo Smistamento, Harry Potter, Hermione Granger e Ron Weasley finirono in Grifondoro. Draco Malfoy, come previsto, finì in Serpeverde. Emma Renard, che venne chiamata subito dopo di lui, dopo lunghi minuti di incertezza per il cappello, venne smistata in Serpeverde con lui. Emma si sedette vicino a Draco quella sera, che le tese la mano. Emma la accettò.
 

CAPITOLO 1

1° Settembre 1996

“Ti trovo bene, Renard!”
Emma sentì un braccio forte avvolgerle la vita e tirarla verso di se’. Anche prima di girarsi sapeva di chi fosse quel braccio, e quella voce. “Ti trovo altrettanto bene, Malfoy”. I due ragazzi si abbracciarono velocemente, poi Malfoy le si affiancò ed entrambi continuarono a spingere i loro carrelli verso il binario. “Non posso credere che sia già finita. Avevo appena iniziato a rilassarmi” iniziò Emma “e quest’estate è stata particolarmente divertente. Locali babbani, quasi tutte le sere. Le chiamano discoteche. Non puoi immaginare che ridere, Draco”
“Locali babbani? Mi meraviglio che i tuoi te lo abbiano permesso, Emma” Malfoy rise brevemente, ma era accigliato “che tipo di divertimento?”.
“I miei genitori non ne sanno nulla, ovviamente. Pensano che io venga da te tutti i giorni. Credo che pensino che siamo segretamente fidanzati”. Si interruppe per scoppiare a ridere, poi gettò un’occhiata a Draco, accigliandosi. “I ragazzi babbani sono molto carini, sai? Ne ho… conosciuto uno diverso quasi ogni sera, però… oh, San Potter!”.
La rossa si interruppe e alzò gli occhi al cielo alla vista del passaggio di Harry Potter e della sua squadra di perdenti, come le piaceva chiamarla. Draco la guardò divertito.
“Ho saputo che la Granger ha preso più G.U.F.O. di te agli esami dello scorso anno. Ammetto di esserne rimasto deluso, Renard”. Emma si bloccò improvvisamente e gli lanciò un’occhiataccia “OH, PER FAVORE” disse sprezzante “è solo perché quella vecchia strega della McGrannit si è rifiutata di darmi una E per partito preso. Alla Granger, invece… una Grifondoro come lei… tutto è dovuto! E ora devo sentirmi dire che sono stata SECONDA nella scuola. Io, seconda! Non vedo l’ora di poter usare di nuovo la magia per farla pagare a quelle due deficienti”.
Draco la guardò affettuosamente mentre la ascoltava, ma non disse niente. Intanto i due avevano raggiunto il treno. Draco issò il suo baule, poi prese anche quello di Emma, mentre lei reggeva la gabbia con il suo enorme gatto. I due procedettero l’uno di fianco all’altro lungo i corridoi del treno, attirando, come al solito, gli sguardi di molti studenti. Insieme erano belli da far paura, fieri e orgogliosi, Malfoy con l’aria strafottente, Emma con il suo sguardo di ghiaccio che guardava ogni cosa con un misto di superiorità e leggero disgusto.
Insieme raggiunsero il vagone dei più popolari tra i Serpeverde, e si chiusero la porta alle spalle. Non erano i primi. Tiger, Goyle, Zabini, Pansy, Millicent Bulstrode e le sorelle Daphne e Astoria Greengrass erano già lì. Emma si sedette tra Draco e Blaise, come al solito. “Hei, Emma!” la salutò quello.
“Ho saputo di Weasley” disse all’improvviso Draco, senza scomporsi. Emma si voltò di scatto a guardarlo, le labbra strette e le sopracciglia inarcate. “Di che parli, Draco?” disse, però, con la solita aria noncurante. “Di Ginny Weasley, non è vero, Blaise?”. Emma rilassò il viso e posò la testa sulla spalla di Draco, ridacchiando tra sé dell’occhiata invidiosa lanciatale da Pansy. Blaise, invece, si alzò in piedi di scatto “non c’è nulla da sapere, Draco! È solo una traditrice del suo sangue…”. Draco sorrise sornione “una traditrice del suo sangue che tu trovi molto attraente, a quanto pare”. Blaise si fece rosso in viso “si può sapere cosa vuoi da me, Draco? Parlaci un po’ di te, vuoi? Chi è che tu trovi molto attraente?” Draco alzò leggermente le sopracciglia, sospirò velocemente e poi disse con tutta calma “tua madre, Blaise, ma, a dir la verità, ho paura che possa farmi fuori, sai… sette mariti tutti morti…”.
Blaise tirò subito fuori la bacchetta, fremente di rabbia “tu… come hai osato…”.
“Basta.” Emma si alzò in piedi di scatto. Fissò il suo sguardo di ghiaccio su Blaise, che ripose immediatamente la bacchetta. Senza dire una parola, si girò e guardò Draco, che, borbottando, incrociò le braccia al petto. L’istante dopo la ragazza si era già richiusa la porta alle spalle. Pochi secondi dopo, sbuffando, Draco la seguì.
Appena furono usciti, metà vagone era convinto che stessero andando a pomiciare in un vagone libero o nei bagni, l’altra metà invece era convinto che Draco non aveva speranze e che si stava comportando solo come un cagnolino. Nessuno mai, però, avrebbe osato esprimere quelle opinioni ad alta voce in presenza di uno dei due.
 
“Si può sapere che cosa ti è preso?” sbottò Emma appena si fu chiusa la porta alle spalle “mi viene da pensare che sia tu quello interessato alla Weasley”. Emma continuò a camminare spedita fino a fermarsi in un vagone completamente a caso e, dopo aver fatto sloggiare con un cenno della mano i novellini al suo interno, si stese su uno dei sedili. Draco si chiuse la porta alle spalle, poi si sedette sul sedile opposto.
“Ho notato che faccia hai fatto quando ho detto il nome Weasley. In realtà mi riferivo a te, Emma. Mi avevi capito benissimo”.
Emma si sollevò su un gomito, alzò un sopracciglio e disse con voce piatta “non ho idea di cosa tu stia parlando, Draco”. Lui la guardava, i lunghi capelli rossi che si arricciavano sulle punte, gli occhi grigi chiarissimi, le labbra carnose ora strette tra loro. Distolse lo sguardo “tu sai benissimo di cosa sto parlando”.
Emma si alzò di scatto, e venne verso di lui. Si sedette a fianco a lui e appoggiò il mento sulla sua spalla. Draco era immobile, i muscoli tesi. “Oh, Draco, dico davvero. Non so di cosa tu stia parlando”. Alzò la testa e fissò i suoi occhi di ghiaccio in quelli altrettanto freddi di Draco. “Sei il mio migliore amico, ti direi tutto” aggiunse beffarda. Draco non aprì bocca. Lei gli si avvicinò fino a sfiorargli una guancia con le labbra, poi si allungò e morse leggermente il lobo del biondo. Lui rimase immobile. Lei allora si accigliò, e si allontanò di nuovo “che ti prende, Draco? Sei diverso dal solito, e non riesco a capire perché”. Lui la guardò dritta negli occhi.
Erano stati inseparabili sin dal primo giorno del primo anno, i principi Serpeverde. Ne avevano combinate tante sin dal primo anno, lei le pensava, lui le metteva in atto con lei. Più o meno l’anno prima, improvvisamente, lei aveva iniziato a stuzzicarlo. Draco sapeva benissimo che faceva così con tutti, non riusciva a fermarsi. Amava vedere le persone ai suoi piedi. Lui era il suo migliore amico, eppure non faceva eccezione.
“Non sono strano” rispose brusco. Lei gli si avvicinò fino a far toccare le punte dei loro nasi “allora perché non fai come le altre volte? Perché non mi baci? Non vuoi baciarmi?”. Draco chiuse gli occhi. Era come un gatto che giocava con un topo ferito. “Non sono strano” ripeté, poi la attirò a sé e la baciò. Lei rise divertita, affondando le mani nei capelli biondi di lui e chiudendo gli occhi. Quando lui si chinò sul suo collo, sorrise beffarda. “Non lasciare segni, Draco. È il primo giorno, voglio fare un’entrata da ragazza per bene per una volta”
In quel momento la porta si spalancò ed entrarono due ragazzi, ridendo e parlando ad alta voce. Appena li videro si bloccarono. Draco si staccò all’istante. Emma aprì gli occhi, infastidita. Riconobbe subito i due ragazzi. I suoi occhi cercarono di assumere la solita espressione fredda e orgogliosa.
“Vedo che stiamo interrompendo qualcosa qui, George” disse Fred Weasley con voce fredda “meglio andare”. Emma si alzò in piedi di scatto e si fermò di fronte al Weasley che aveva parlato. Era alta, ma nonostante ciò lui la sovrastava di buoni quindici centimetri. “Non state interrompendo proprio niente”.
Fred Weasley la guardò a lungo negli occhi. Lui non si faceva intimidire, come praticamente tutti gli altri studenti di Hogwarts, da una sua occhiata. Frustrata, Emma uscì come una furia dal vagone, lasciando Draco con i gemelli.
“Gran bella scelta, Malfoy” disse George ridacchiando, mentre Fred ancora non si era mosso. Draco si alzò lentamente, tenendo gli occhi puntati su Fred. Lui alzò lo sguardo e incontrò gli occhi grigi e freddi di Malfoy.
“State insieme?” chiese Fred con voce secca. Malfoy trasalì, senza riuscire a trattenersi. “Non sono affari tuoi, Weasley”. Fred sorrise per un attimo, poi strizzò l’occhio a George. “Bene bene, vedo che qualcuno qui è un po’ permaloso”. Draco era furioso. “Se anche lei fosse libera, cosa potrebbe interessare a TE? Emma Renard è troppo per te”. E uscì bruscamente dal vagone.
George lanciò un’occhiata obliqua al gemello. Fred sapeva benissimo cosa voleva dire. Spero che tu abbia imparato la lezione su Emma Renard, Fred. Glielo aveva ripetuto all’infinito quell’estate. Fred scrollò le spalle, rivolgendosi al gemello.
“Non che mi interessi, sia chiaro”.
-
Quella prima sera nella Sala Comune di Serpeverde si festeggiava l’inizio del nuovo anno. In ogni angolo si vedevano ragazze mezze nude avvinghiate a ragazzi alti e muscolosi, o ragazzi completamente ubriachi in procinto di iniziare a picchiarsi tra loro, mentre altri ragazzi facevano il tifo a gran voce.
Emma Renard, vestita il meno possibile, con un bicchiere colmo di burrobirra in mano, era al centro dell’attenzione di tutti, come al solito. In quel momento tutti i ragazzi più popolari tra i Serpeverde la tenevano sollevata, urlando il suo nome. Sul petto sfoggiava il distintivo da Prefetto appena ottenuto, e per il quale stava festeggiando. Nonostante sembrasse completamente fuori di sé dalla gioia e dal divertimento, era sobria, Draco lo sapeva. Nessuno l’aveva mai vista ubriaca. Quando lui le aveva chiesto il motivo, lei aveva sorriso furbescamente e aveva detto “non mi piace perdere il controllo di me”.
Draco la osservava fuori dalla calca, senza partecipare ai festeggiamenti. Anche lui aveva ottenuto il distintivo da Prefetto. Insieme, ancora una volta. Guardava i suoi lunghi capelli rossi, in quel momento tutti scompigliati, e il suo sorriso mozzafiato, la sua risata così lasciva, i suoi modi di fare, diretti e senza vergogna. La adorava. Bevve un lungo sorso dalla bottiglia che teneva stretta nella mano.
Appena toccò terra di nuovo, Emma gli fu accanto. “Ehi” gli sorrise. “Ehi” disse Draco semplicemente, tenendo gli occhi sulla bottiglia “volevo parlarti”. Emma lo guardò negli occhi, accigliandosi. “Come vuoi” disse un attimo dopo, trascinandolo lontano dalla calca.
Salirono nel dormitorio dei ragazzi, completamente vuoto. Si poteva ancora sentire il coro dei ragazzi che urlavano il nome di Emma. Nel sentirli lei sorrise, poi si diresse dritta verso il letto di Draco. Sapeva perfettamente dove fosse. Ci si mise sopra a gambe incrociate, e tese le braccia verso Draco, che però rimase in piedi vicino al letto. Lei allora si alzò sulle ginocchia fino a trovarsi faccia a faccia con Draco. Gli sorrise beffarda “che ti prende?”.
Draco rimase immobile, incapace di sottrarsi ma anche deciso a non cedere. “Emma, ti stai comportando in modo strano dall’anno scorso. Mi vuoi dire che ti prende? Sono o no il tuo migliore amico?”
Emma gli mise le braccia attorno al collo, mostrandogli il solito sorriso furbo e “certo che lo sei. Da sempre. Le cose non sono cambiate”.
Draco scosse leggermente la testa, ma i suoi occhi erano incatenati a quelli di Emma. Era incapace di distogliere lo sguardo. Lentamente, parlando come se ogni parola gli causasse un dolore fisico insopportabile, Draco sussurrò “credo che mi stia innamorando di te, Emma. E so benissimo che sono solo un masochista”.
Lo sguardo di lei ora esprimeva solo tenerezza, quasi pietà. “Oh, Draco, lo sai che non è vero. Siamo troppo uguali io e te, noi non ci innamoriamo. Però non lasciarmi mai, promettimelo. Ho bisogno di sapere che ci sarai sempre per me”.
Draco sospirò, sentendo una fitta al petto “Non ti lascerò mai. Lo sai”. Poi, sussurrando, aggiunse “ma credo che non sei stata del tutto onesta con me, Renard”.


Spazio Autrice
Ciao a tutti, e grazie di aver inziato a seguire questa mia storia, che preparo da tempo e ho già in gran parte pronta (perciò aggiornerò in fretta). Ovviamente questo è solo un capitolo introduttivo, non si capisce molto e ci sono parecchie domande senza risposta, ma per tutti i coloro che hanno trovato questa intro interessante e continueranno a seguire la storia, tra poco sarà tutto più chiaro. 
Lasciate una recensione per farmi sapere che ne pensate, significherebbe davvero tanto per me!
Vi abbraccio tutti,
#C
  
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