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Autore: icydarcystormy26    06/12/2016    3 recensioni
Erano passati ormai due mesi, ma Darcy e Stormy non avevano ancora superato per nulla la morte della sorella e, soprattutto, continuavano a portare rancore per la nipote, rancore che durerà a lungo.
Genere: Fantasy, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Trix
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Stormy e Celeste erano nella sala riunioni aspettando il restante dei partecipanti alla riunione che si sarebbe svolta. 
“Quindi questo libro? Quando ce ne parlerai?” chiese Celeste. 
“Appena la riunione sarà finita” disse Stormy. 
“Ma sei sicura che potrà aiutarci?” chiese Celeste. 
“Ve ne parlerò per bene dopo, ora ti conviene prepararti” disse Stormy. “Oggi affronterai la riunione in un ruolo un po' diverso”. 
“In che senso in un ruolo diverso?” chiese Celeste. 
“Lo vedrai” disse Stormy sorridendo. 
Abigail entrò nella stanza con un cornetto in mano. 
“Buongiorno famiglia” disse Abigail avvicinandosi alle due streghe. 
“Come fai ad essere allegra di prima mattina?” chiese Celeste guardandola sconcertata. 
“Di solito non lo sono, ma oggi mi sono svegliata di buon umore” disse Abigail. 
“O magari è quel cornetto che ti elettrizza tanto” disse Stormy. 
“Questo è per te” disse Abigail porgendo il cornetto alla zia.
“Che dolce che sei, tesoro” disse Stormy prendendo il cornetto in mano. “Ovviamente il fatto che tu ieri mi abbia quasi incenerito la porta e rubato la Folgore non c'entra nulla con questo tuo gesto, vero?”. 
“Credi davvero che farei una cosa carina per la mia zia preferita solo per farmi perdonare qualcosa?” chiese Abigail posandosi una mano sul petto. 
“Si” disse Stormy con naturalezza. 
“E va bene, ma almeno ci ho provato” disse Abigail. “E comunque la Folgore mi serviva per difendermi”. 
“Tesoro, sono mesi che non la controllo, quell'arma è composta da elettricità, basta una lieve alterazione per farla esplodere, è per questo che va controllata periodicamente. Sarebbe potuta esploderti in mano e ci saresti rimasta secca” disse Stormy. 
“Che avrei dovuto fare? Restare lì e aspettare di essere attaccata?” chiese Abigail. 
“Anche solo tenere la Folgore in mano era pericoloso almeno quanto restare disarmata, inoltre aggiungendo che sapevi che mi sarei infuriata diventa più pericoloso” disse Stormy. 
“In quel momento non sapevo neanche se tu fossi… ecco…” disse Abigail abbassando lo sguardo. 
“Oh, piccola” disse Stormy abbracciandola. “E va bene, per questa volta non ti incenerisco”. 
“Non lo faresti mai” disse Abigail.
“Tu non ci contare troppo” disse Stormy. “E in ogni caso, riparerai tu la porta della mia camera”. 
“Ok” disse Abigail. 
“Senza magia ovviamente” disse Stormy.
“Cosa?!” chiese Abigail. “Andiamo, cosa ne so di come si fa a riparare una porta?”.
“Queste sono cose che non mi riguardano” disse Stormy. Abigail abbassò lo sguardo abbattuta.
“Non è giusto” disse Abigail.
“Tu pensa ai draghi e ai loro poveri denti che aspettano ancora di essere lavati da una certa bambinona rompiscatole, se non ti sembra giusto puoi sempre occupati di loro” disse Stormy.
“Assolutamente no, credo che tu sia stata giustissima nella tua scelta” disse Abigail alzando frettolosamente le mani.
“Ne ero sicura” disse Stormy sorridendo e incrociando le braccia.
“Celeste però non ha avuto una punizione” disse Abigail. Di risposta, la cugina la guardò malissimo.
“Chi ti dice che non ne avrà una?” chiese Stormy con un sorriso furbo.
Celeste guardò incertamente la zia.
“Cioè?” chiese la ragazza.
“Riguarda ciò di cui ti parlavo prima” rispose Stormy. “La banda di briganti sta generando il panico nel villaggio di Hoodwitch. Io e tua zia Darcy dobbiamo andare a reprimere l'attacco”.
“Non può intervenire solo l'esercito?” chiese Celeste.
“I briganti un tempo erano guerrieri, sanno il fatto loro ed hanno dei draghi. Serve tutto l'aiuto possibile per fermarli velocemente dato che stanno mandando a fuoco tutto il villaggio” rispose Stormy.
“Ma quindi...” disse Celeste.
“Sarai da sola alla riunione” disse Stormy. “Dovrai ascoltare attentamente tutto e riferirmi ciò che è stato detto”.
“Ma come faccio a dirti proprio tutto?” chiese Celeste.
“Non dovrai dirmi tutto, solo le cose più importanti” disse Stormy.
“Ma come faccio a capire quali cose sono più importanti delle altre?” chiese ancora la ragazza.
“Provaci e basta” tagliò corto Stormy. “Darcy sta arrivando, per la fine della riunione non credo che avremo finito, quindi fino al nostro ritorno sarete libere…dopo la riunione” disse guardando Celeste. “E dopo aver riparato la porta” disse poi voltandosi verso Abigail.
“Grazie” disse Abigail.
“Non ho finito” disse Stormy appoggiandosi le mani ai fianchi.
“C’è ancora dell'altro?” chiese Abigail un po' scocciata.
“Già. Dicevo, avrete del tempo libero, e credo che potreste approfittarne per dare un'occhiata al libro di cui vi parlavo ieri” disse Stormy.
“Era troppo bello per essere vero” sussurrò Abigail a Celeste.
“È nella mia stanza, leggete e vedete se riuscite a capire cos'ho in mente” disse Stormy.
“Il cervello” disse Abigail indicandola. Stormy si coprì gli occhi con una mano.
“Aby, alla prossima battuta, per giunta orribile, che fai ti defenestro” disse Stormy. “Comunque, leggetelo e cercate di capire”.
“A che servirebbe?” chiese Abigail.
“A farvi passare il tempo dato che siete in punizione e non potete fare ciò che volete” disse Stormy. “E sappiate che se non lo farete me ne accorgerò”. In quel momento Darcy entrò nella stanza. 
“Dobbiamo andare Stormy” disse.
“Arrivo” disse Stormy. “Buon lavoro ragazze”. La strega si avvicinò alla sorella.
“Vacci piano, zia” disse Abigail.
“Ci proverò” disse Stormy per poi avviarsi per un corridoio.
“Ci vediamo dopo” disse Darcy alle ragazze. Celeste la salutò con un cenno della mano, Abigail la guardò per poi girarsi. Darcy sospirò per poi avviarsi nella stessa direzione di Stormy.
“Credo che presto inizierà la riunione, è meglio se vado” disse Abigail. Celeste le diede un colpetto dietro la testa.
“Ahi” disse Abigail massaggiandosi la testa.
“Non trattare così tua madre” disse Celeste.
“Cerca in continuazione di controllarmi, ma questa volta si è spinta oltre e ha provato a farlo con l'ipnosi. Sono stanca di questo suo modo di fare” disse Abigail.
“Ok, ma è pur sempre tua madre e lei è la persona di cui potrai sempre fidarti” disse Celeste incrociando le braccia. “Non dovresti dare per scontata la sua presenza”.
“Si…hai ragione” disse Abigail abbassando lo sguardo. Se paragonata a Celeste, risultava estremamente fortunata. Forse a volte non si rendeva conto della sua fortuna. “Devo andare a riparare la porta. Considerando le mie conoscenze in materia, potrei tranquillamente far crollare la parete, perciò sarà meglio che ora vada, almeno avrò più tempo per riparare eventuali disastri…”. Abigail uscì dalla sala.
Celeste andò a sedersi nel suo solito posto. Sua zia, nonostante l'avesse definita una punizione, la stava in un certo senso mettendo alla prova; voleva capire se poteva fidarsi. Celeste era lusingata da ciò, ma allo stesso tempo ne era spaventata. Aveva paura di deludere la zia e di perdere la sua fiducia. Dopo tanti anni passati a cercare di guadagnare il consenso e la fiducia delle zie, ora che ne aveva la possibilità non poteva certo sbagliare. Quello, lo sapeva, sarebbe probabilmente stato sempre il suo punto debole. La ragazza sospirò. Sentì un rumore di passi ed un leggero vociare avvicinarsi. Si alzò in piedi attendendo il restante dei partecipanti alla riunione.
***
Abigail arrivò davanti la porta della camera della zia. Al centro presentava una chiazza annerita. Provò ad aprirla; nel farlo notò che cigolava parecchio e per metà era staccata dai cardini. Abigail incrociò le braccia guardando la porta pensosamente. Magari avrebbe dovuto prima staccare la porta dai cardini…ma forse era meglio di no. Mentre pensava a ciò, non si accorse di essersi appoggiata alla porta, così essa si staccò completamente dai cardini e cadde al suolo, mentre Abigail rimase in piedi per miracolo. 
“Beh, almeno adesso è ovvia la scelta...” sussurrò Abigail grattandosi il capo. Si accovacciò e mise una mano su di un punto bruciato della porta; le sue dita si sporcarono di nero e venne via un pezzettino di legno.
“Non ce la farò mai” disse Abigail sospirando. 
***
Celeste si sentiva a disagio. Sentiva gli sguardi insistenti di tutti addosso. Erano evidentemente incuriositi dalla “novità”. Avrebbero potuto anche chiedere, invece di fissarla, però. 
“Credo che dovremmo iniziare” disse Celeste per provare a tirarsi fuori da quella situazione.
“Sua madre è stata una grande regina” disse un uomo piuttosto anziano.
“Ehm, grazie” disse Celeste, anche se non era sicura che quello fosse un complimento.
“Crede davvero di riuscire ad eguagliarla?” chiese una donna, anch'ella anziana, bassina ed un po' grassottella.
“Beh…” iniziò Celeste mettendosi una mano dietro la testa. “Non lo so”.
“Avrà sentito parlare di lei e dell'efficacia delle sue riforme, no?” chiese ancora la donna.
“Beh si, me ne hanno accennato…” disse Celeste.
“Sta già pensando a alla sua carriera in campo politico, non è vero? Mi riferisco a riforme economiche, politiche, sociali…” disse l'uomo di prima.
“I-in verità ancora no” disse Celeste abbassando lievemente lo sguardo. 
“Mi scusi se glielo dico, ma non avrà certo intenzione di andare avanti a raccomandazioni ottenute grazie agli operati di sua madre?” chiese retoricamente l'uomo. 
“Certo che no” disse Celeste, mentre, nel frattempo, gli altri commensali parlottavano tra di loro, facendo sicuramente qualche commento su di lei. “Ancora non ho le idee ben chiare sul tipo di società e di vita al palazzo, sto facendo da assistente a mia zia proprio per capire meglio tutto prima di diventare regina”.
“Evidentemente non sta funzionando molto bene” commentò la donna di prima.
“Prego?” chiese Celeste.
“Insomma, sua zia se n’è andata qualche minuto fa e lei è già persa” continuò la donna.
“Ho iniziato da poco” disse Celeste. “Col tempo migliorerò” disse poi cercando di mostrarsi un po' più sicura.
“Dovrà impegnarsi molto se vorrà eguagliare sua madre” commentò l'uomo.
“Certo…lo so” disse Celeste. “Ora però dovremmo iniziare”.
***
 Abigail si avvicinò alla porta, ancora per terra. Aveva messo dei guanti per evitare che qualche scheggia le si conficcasse nelle dita. Si accovacciò e iniziò a scartavetrare la parte annerita della porta.
“La prossima volta col cavolo che seguo un piano di Celeste” farfugliò Abigail. 
“Mi scusi signorina” disse un servo avvicinandosi alla ragazza. “Sono pronti i risultati del test” disse poi porgendole una busta.
Abigail si girò verso il servo e prese la busta per poi alzarsi.
“Grazie” disse Abigail. “Torna pure a fare ciò che stavi facendo”.
Il servo si inchinò e poi si allontanò. 
Abigail guardò la busta. Avrebbe voluto aspettare il ritorno di sua madre e sua zia per aprirla, ma non ce la fece; la curiosità era troppa. Aprì velocemente la busta e prese il foglio contenuto al suo interno in mano. Era piegato. Lentamente lo aprì e iniziò a leggere velocemente cercando l'informazione che le interessava.
***
Celeste uscì dalla sala riunioni. Era pallida; aveva passato una brutta ora. Si chiedeva come avrebbe fatto una volta diventata regina a sopportarli ogni giorno. Decise di andare da Abigail, si sentiva un po' in colpa dato che il piano era il suo e di conseguenza, se Abigail era stata punita, era colpa sua. 
***
“Ehi” disse Celeste richiamando l'attenzione della cugina.
“Oh, ciao Celeste” disse Abigail voltandosi per poi rigirarsi intenta nella sua attività.
“Dovresti scartavetrare tutta la porta, così da renderla più omogenea” disse Celeste.
“Ci ero arrivata da sola” disse Abigail senza voltarsi. “Stupida porta” farfugliò poi.
“Che ti ha fatto quella porta?” chiese Celeste.
“Lo so io” disse Abigail con tono acido.
Celeste si accovacciò affiancando la cugina. Prese un foglio di carta vetrata ed iniziò ad aiutarla.
“Perché mi aiuti?” chiese Abigail. 
“In fondo il piano era il mio” disse Celeste. 
Abigail si limitò ad annuire. 
“Ora mi dici perché sei nervosa?” chiese Celeste.
“Non sono nervosa” disse Abigail.
Celeste la guardò alzando un sopracciglio.
“Possibile che tutti sappiano alzare un sopracciglio mentre io no?!” sbottò Abigail. 
Celeste rise un po', coprendosi la bocca per cercare di non farsi vedere.
“Perché ridi ora?” chiese Abigail esasperata.
“Perché a volte ti comporti come una bambina” disse Celeste.
“Non è vero” sussurrò Abigail.
“Dai, piccolina, dimmi che c’è” disse Celeste.
“Leggi questo” disse Abigail dando un foglio alla cugina. Celeste lesse il contenuto del foglio per poi sgranare gli occhi.
“Oh” riuscì solo a dire Celeste. “Cavolo…”.
“Già” commentò Abigail. 
“Intendi parlarne con tua madre?” chiese Celeste. 
“Non lo so” disse Abigail. “Ora voglio solo stare un po' da sola”.
“Vuoi che me ne vada?” chiese Celeste.
“No, devo finire qui e con un aiuto farò più in fretta” disse Abigail.
“Approfittatrice” disse Celeste.
***
Dopo una mezz’ora buona, le ragazze ebbero finito di scartavetrare la porta.
“E ora come facciamo a rimetterla a posto?” chiese Celeste.
“Puoi usare la magia, no?” disse Abigail.
“Ma la zia ci ha vietato di usare la magia” disse Celeste.
“La zia ha vietato a me di usare la magia, non ha accennato a te” disse Abigail con un sorriso furbo.
“Sei tremenda” commentò Celeste.
“Me lo dicono spesso” disse Abigail. 
Celeste fece un movimento con la mano e la porta si alzò dal suolo per poi riattaccarsi ai cardini.
“Perfetta” commentò Abigail muovendola.
“Ora dovremmo controllare il libro” disse Celeste.
“A volte la tua ansia nel rispettare le regole mi destabilizza” commentò Abigail stizzita.
“Non voglio mettermi nei guai con le zie” disse Celeste entrando nella camera di Stormy. “E comunque anche tu lo stai facendo” disse vedendo la cugina seguirla all'interno della stanza.
“Io lo faccio per curiosità” disse Abigail. Si avvicinò al comodino che si trovava accanto al letto, aprì il primo cassetto e subito trovò il libro di cui parlava sua zia.
“Sicura sia quello?” chiese Celeste.
“È l'unico libro che c’è” disse Abigail sedendosi sul letto, seguita da Celeste.
Il libro sembrava abbastanza vecchio, la copertina era nera ed aveva un aspetto rovinato. Sulla parte frontale era disegnata una specie di fenice stilizzata. Abigail iniziò a sfogliarlo fino ad arrivare all'indice. Le due ragazze iniziarono a leggere velocemente i titoli dei capitoli, finché Abigail non posò il dito su di un titolo.
“Come aggirare un incantesimo di Anti-Individuazione” lesse Abigail. “Suppongo sia questo ciò che ci interessa”.
“Io sapevo che era un incantesimo infrangibile” disse Celeste.
“Beh, questo è un libro di incantesimi proibiti da ciò che ho capito” disse Abigail. Mentre Abigail diceva ciò, Celeste continuava a leggere i titoli dei capitoli, finché non si fermò sgranando gli occhi.
“Cosa c’è?” chiese Abigail.
“No nulla” rispose Celeste. “Piuttosto vai al capitolo, sono curiosa di sapere cosa dice”.
Abigail sfogliò velocemente il libro fino ad arrivare al capitolo che le interessava.
“E ti pareva” disse Abigail esasperata.
“È scritto in runico” constatò Celeste. 
“Avremmo dovuto immaginarlo” disse Abigail. “È un libro antico, e prima il runico era una lingua che conoscevano in pochissimi; essendo un libro “proibito” è stato scritto in runico per evitare che fosse leggibile a tutti e che potesse cadere nelle mani sbagliate”.
“Hai qualche conoscenza nel runico o un dizionario?” chiese Celeste.
“Tu?” chiese Abigail.
“No” rispose Celeste.
“Beh, nemmeno io. Dovremo aspettare” disse Abigail. “Nel frattempo, perché non chiami Liam e gli chiedi di incontrarlo?” chiese poi con sguardo malizioso.
“Tu stai male” disse Celeste alzandosi dal letto e uscendo dalla stanza. 
“Non è vero” disse Abigail seguendola, ma fermandosi sullo stipite della porta. 
“Fatti gli affari tuoi allora” disse Celeste.
“Ma io mi interesso per te” disse Abigail. Celeste fece un movimento di mano e la porta della camera di Stormy tornò per terra.
“Vieni qui” disse Abigail correndo verso Celeste. 
“Fossi in te penserai a mettere a posto la porta” disse Celeste correndo per non farsi prendere dalla cugina.
***
Poco tempo dopo, Darcy e Stormy tornarono al palazzo.
Abigail e Celeste le raggiunsero.
“Già di ritorno?” chiese Abigail.
“Lo so che sei felice di vederci, ma non c’è bisogno di dimostrarcelo così” disse Stormy. 
“Sono stata alla riunione e…” disse Celeste.
“Non ora” disse Stormy. “Sono stanca, ne parliamo più tardi” disse per poi avviarsi verso le scale.
“Ci lasceresti da sole” sussurrò Abigail a Celeste. La ragazza annuì e si diresse anche lei verso le scale.
“Mamma” disse Abigail abbassando leggermente lo sguardo. “Avrei bisogno di parlare con te”.
“Mi rivolgi addirittura la parola, ne sono lusingata” disse Darcy posandosi una mano sul petto.
“Mamma, è una cosa seria” disse Abigail.
“Va bene” disse Darcy. “Vieni di sopra”.
Abigail stava per dire qualcosa, ma…
“ABIGAAAIL!”.
“La porta” disse Abigail posandosi una mano sulla fronte.
“Vieni, le parlo io” disse Darcy avviandosi verso le scale, seguita dalla figlia.
***
“Com'è andata la riunione?” chiese Stormy. Lei e Celeste stavano camminando lungo un corridoio.
“Bene…più o meno” disse Celeste. 
“È successo qualcosa?” chiese Stormy.
“Beh…hanno iniziato a farmi domande su cosa ho intenzione di fare una volta diventata regina e a fare paragoni tra me e mia madre” disse Celeste.
“Mh, fammi indovinare, sono stati Walter e Petunia, non è vero?” chiese Stormy.
“Beh, si” disse Celeste. “Come hai fatto?”.
“Sono le persone più critiche e rompiscatole che conosca, e anche le uniche che avrebbero il coraggio di dire le cose in faccia ad una regina o ad una principessa ereditaria” disse Stormy. “Pensa, Walter è uno dei nomi che avevo pensato per un eventuale maschio, ma più penso che è il suo stesso nome e più mi viene voglia di eliminare Walter dalla lista dei nomi”.
“Peccato, è un nome carino…” disse Celeste. “Cioè, vuoi dire che a volte fanno commenti anche su di voi?”.
“Puoi scommetterci” disse Stormy. “Non hai idea di che commenti hanno fatto quando hanno saputo della gravidanza di Darcy. Giuro che li avrei inceneriti!”.
“Non eri arrabbiata con lei?” chiese Celeste.
“Come siamo arrivate a questo argomento?” chiese Stormy rabbuiandosi. “E comunque sto parlando di anni fa”.
Celeste annuì sorridendo lievemente. Era evidentemente turbata.
“Cosa c’è?” chiese Stormy.
“Nulla” disse Celeste. “Mi chiedo solo se…”.
“Temi che abbiano ragione?” chiese Stormy. “Non ascoltarli. Col tempo imparerai come affrontare persone del genere”. 
“Grazie zia” disse Celeste.




Ehilà! Ma ciao, miei bellissimi gianduiotti!
Ehm, troppo zuccherosa. Ma che ci volete fare? Sono pazza, punto. Inoltre, dopo una settimana passata tra verifiche, interrogazioni, continui “Andiamo avanti col programma che si avvicinano le vacanze di Natale”, le “battute” dei miei amici del tipo “Chi è la cantante preferita di Hitler? Ariana Grande”, o “Come si cancella il mare? Col gommone” e altre battute razziste che farebbero sbian…ingiallire Donald Trump, sono davvero fusa. Bene, dopo il mio piccolissimo sfogo, vi saluto. A presto.

Ma prima di andare, ecco a voi il mio “capolavoro”! (DarcyRocks, il fatto che tu nella scorsa recensione mi abbia accennato a Stormy versione dea non ha minimamente influenzato il mio disegno).
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