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Autore: JeiBieber_Smile    06/12/2016    1 recensioni
Quando due persone si unisco in matrimonio, si giurano amore eterno e questo è risaputo.
Ma è anche risaputo, che non sempre le promesse si mantengono.
Perché? Perché l'amore eternit, finché dura.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Perché l'amore eternit, finché dura.

Perché l'amore eternit, finché dura.

-Voglio il divorzio.- sussurrò piano Justin, seduto al tavolo. Avevano appena finito di cenare, in silenzio. Erano mesi che non riuscivano ad avere una conversazione più lunga di dieci minuti, eppure lei non sapeva cos'altro fare per renderlo felice. Lavorava, si occupava della casa, dei pasti, della biancheria. Gli faceva spesso trovare i suoi cibi preferiti, non si arrabbiava se andava a vedere la partita con gli amici anche se preferiva che suo marito passasse del tempo con lei piuttosto che uscire.
Sapeva che qualcosa stava cambiando, ma non fino a quel punto. Le cadde il mondo addosso, sentendo quelle parole.

-Cosa?- riuscì a farfugliare, facendo cadere un piatto appena lavato dalle sue mani. Il suo cuore era proprio come quel piatto, spezzato in mille pezzi o forse di più.
Justin, dal canto suo, stava male quanto sua moglie. Alice era sempre stata una splendida donna e una splendida moglie, ma voleva fare altre esperienze. Si era sposato troppo presto, aveva solo diciotto anni quando aveva promesso di stare per sempre con Alice. L'aveva amata e l'amava ancora, anche se desiderava fare cose che insieme ad una donna non erano lecite.
Si alzò, raccogliendo i cocci da terra. Dopodiché li gettò nella spazzatura, sotto lo sguardo attento della moglie.

-Non ti amo più.- mentì, facendo sentire Alice sempre più piccola e sempre più impotente. Amava così tanto Justin, che non voleva assolutamente perderlo. Lo amava, come non aveva mai amato.
-Perché?- sussurrò con un filo di voce, abbassando lo sguardo.
-Perché è così..- le prese il viso tra le mani, rabbrividendo alla vicinanza che si era creata. Non erano così vicini da così tanto tempo.. -Alice, tu sei una donna stupenda e una moglie fantastica. Ma abbiamo fatto le cose troppo afrettate e..-
-E dopo dieci anni di matrimonio lo capisci, Justin? Dopo dieci anni?- urlò Alice, mentre piccole goccioline trasparenti calarono dai suoi occhi. -Stiamo insieme da quindici anni e da dieci siamo sposati, ora capisci che non mi ami?- sussurrò di nuovo, sentendo i mille pezzi del suo cuore diventare diecimila.
Justin si sentì tremendamente in colpa, ma non poteva più tirarsi indietro. Anche se stavano insieme da quindici anni e amava tantissimo Alice, sentiva il dovere di staccarsi e vivere la sua vita per conto suo. Senza mogli rompiscatole o impicci che derivano da un matrimonio. Voleva andare in discoteca, bere fino a star male, stare con tante donne diverse e viaggiare. Proprio come facevano i suoi amici.
Eppure sapeva, che se avrebbe fatto tutte quelle cose si sarebbe sentito in colpa. In colpa verso Alice. Aveva passato troppe cose con lei. Era stata la sua unica fidanzata, la sua unica moglie, l'unica donna che abbia mai amato realmente.
Ma ormai aveva fatto la sua scelta, e sarebbe stato da codardi tirarsi indietro.

-Domani parlerò con l'avvocato, nel frattempo..dormirò sul divano e farò le cose per conto mio..- disse guardando in basso. Alice fece un sospiro e scappò in camera da letto, piangendo come una disperata.
Si sentiva vuota, sola, triste, persa, in preda al panico. Aveva paura di perderlo, paura di ricominciare, paura di non riuscire a vivere senza di lui. Aveva passato quindici anni solo con lui al suo fianco, era la sua roccia, il suo scudo, il suo oggi e il suo perché. Era la sua forza, la sua determinazione, la sua felicità.
Non sapeva dove aveva sbagliato.
Non sapeva cosa aveva fatto di male.
Aveva voglia di picchiarsi e di riaprire quei segni sulle sue braccia che grazie a lui non faceva più. Era proprio grazie a quei segni, che Justin si innamorò di lei. La vide nel corridoio della scuola, sempre sola..era così timida e così riservata. Veniva presa in giro da un paio di bullette del terzo anno, a causa loro graffiava la sua pelle e provava piacere nel vedere i frutti delle sue azioni. Stava per prendere qualcosa da suo armadietto, ma era così in alto che dovette aiutarla. E fu lì, che vide sui suoi polsi quei segni, ancora non ben cicatrizzati. Da allora, non la lasciò un attimo.
La aiutò ad affrontare i suoi problemi, le sue paure, quelle ragazze. Diventò una ragazza così bella e così determinata, così sicura e intelligente. Si era innamorato della sua creazione, si era innamorato di quella ragazza dagli occhi verdi e i capelli neri, che successivamente tinse di rosso.
Rianimando quei ricordi, Alice si sentì mancare. Continuò a piangere per ore, finché non si calmò e decise di scendere per parlare con Justin.
Lo trovò sul divano, intento a guardare la tv. Si avvicinò ad essa e la spense, per poi sedersi su un tavolino proprio di fronte a suo marito.

-Dammi un mese di tempo.- gli chiese, con la voce tremante. -Un mese di tempo, in cui tutte le mattine dovrai darmi un bacio e guardare con me due foto che ritraggono la nostra storia. Solo questo di chiedo, niente più. Dopodiché,- deglutì e prese un respiro profondo, prima di continuare -dopodiché farai ciò che vuoi.- concluse, guardando profondamente i suoi occhi.
-Va bene..- sussurrò Justin, titubante.
Non baciava quelle labbra da più di un mese ormai, ricominciare a farlo sarebbe stato strano.
Contenta ma allo stesso tempo delusa, Alice salì di sopra. Si privò dei vestiti, fece una doccia, mise il pigiama e prese un grande scatolone contenente delle foto. Cominciò a sfogliarle tutte, prelevandone giusto una trentina così da guardarle ogni mattina per trenta giorni. Due foto, per ogni anni di fidanzamento e matrimonio. Erano cambiati così tanto da quando si erano fidanzati, erano proprio due bambini all'inizio, infondo avevano solo tredici anni. Sorrise, guardando quelle foto così belle quanto vecchie.
Dopo aver scelto le trenta foto, posò lo scatolone e si mise a letto, cercando invano di dormire.
La mattina dopo, Alice si svegliò presto. Si lavò e si vestì, preparò la colazione a Justin e aspettò che si svegliasse. Quando suo marito entrò, un sorriso si formò sulle sue labbra. Purtroppo però scomparì subito, ricordando la serata e la notte appena trascorsa. Justin nemmeno era riuscito a dormire, si sentiva troppo strano dopo la promessa che le aveva fatto. Non provava ribrezzo al pensiero di toccare quelle labbra, ma piuttosso..imbarazzo. Così, dopo aver finito la colazione, si sistemò ulteriormente e prese la sua solita valigetta. Si avvicinò alla moglie, i loro respiri si unirono, i loro occhi non volevano lasciarsi. Poggiò piano le sue labbra su quelle di Alice, sentendo una sensazione diversa nello stomaco. Le diede un piccolo, dolce e casto bacio a stampo. Ma gli era bastato, per capire quanto quelle labbra gli erano mancate.
Imbarazzato si staccò, portando con sé una foto che Alice gli aveva dato. Era la prima foto che si erano scattati. Avevano entrambi tredici anni e sorridevano felici, si erano appena fidanzati. Lui portava ancora i capelli lunghi mentre lei li teneva legati in una treccia. Era bellissima, anche da bambina.
Sorrise al ricordo di loro due insieme, un ricordo di circa quindi anni prima. Dopodiché mise in moto l'auto e partì, sentendo che qualcosa da lì a poco sarebbe cambiato.

 I giorni passavano, sempre più veloci. Justin provava più gusto a stare con Alice, stava cominciando a ritrovare il piacere che una volta provava quando stava al suo fianco. Ogni tanto la andava a prendere a lavoro, facevano passeggiate, parlavano la sera. Erano come una vera e propria coppia e Justin quasi non voleva più provare tutte quelle cose che si era immaginato. Baciare sua moglie la mattina non era più tanto un peso ma una gioia, e negli ultimi giorni stavano pure analizzando insieme le foto. Anche Alice era più felice, perché finalmente si sentiva di nuovo apprezzata da suo marito, anche se il pensiero che da lì a poco si sarebbero separati le lacerava il cuore. 

Era il ventinovesimo giorno, e Justin era pronto a dire a sua moglie che non voleva più divorziare e che era stato solo uno stupido a dirle quelle cose. Era a casa quel giorno, le stava preparando il suo piatto preferito.
-Sarò a casa tra dieci minuti.- gli aveva detto al telefono, ma ne erano passati venti e di lei ancora nessuna traccia.
Confuso e un po' preoccupato, decise non farci tanto caso e di continuare a preparare la cena così che quando sarebbe arrivata avrebbe già trovato il piatto sul tavolo. Ma il tempo passava e di lei nessuna traccia, decise di richiamarla così prese il suo cellulare in mano quando proprio in quel momento lo chiamò.

-Alice, dove sei? La cena è pronta!- le disse felice, mettendo il piatto sul tavolo.
-Lei è il marito della signora Alice Konnell?- chiese una voce maschile, Justin sbiancò immediatamente. Sentiva le sirene della polizia dal cellulare, aveva paura che le fosse successo qualcosa, paura di perderla sul serio.
-Sì, sono io. Cos'è successo?- chiese a sua volta, sentendo il cuore battere sempre più forte.
-Sua moglie ha fatto un incidente, la stiamo portando all'ospedale. Le spiegherò l'accaduto una volta arrivati.- e buttò giù.

Tu.
Tu.
Tu.
Tu.

Il cellulare gli cadde immediatamente dalle mani. Poco lucido e impaurito, lo prese subito da terra, indossò il cappotto e corse in macchina, mettendola subito in moto. Durante il tragitto verso l'ospedale non sapeva a cosa pensare.
Si sentiva uno stupido, perché aveva deciso di lasciarla.
Si sentiva in colpa, perché adesso lei era in fin di vita.
Si sentiva desideroso, desideroso di non perderla.
Arrivò in men che non si dica all'ospedale, chiese subito ad un'infermiera la stanza di Alice ma in tutta risposta gli dissero che la stavano operando. Così corse fuori la sala, chiedendo ad ogni medico che usciva informazioni. Passarono ore, ma di lei nessuna notizia.
Dopo circa quattro ore arrivano degli agenti, che gli raccontarono i fatti. Avevano appena finito di vedere dai filmati delle telecamere dei negozi vicini, un auto aveva sbandato andandole addosso. Il conducente, dall'altro lato, era molto sul colpo. Mentre per Alice forse c'era ancora una speranza. I suoi occhi cominciarono a lacrimare e le sue gambe a cedere, passò le sue mani tra i capelli e continuò ad aspettare finché un medico non uscì.

-I familiari della signora Bieber?- chiese un medico, Justin si alzò immediatamente.
-Io sono il marito. Dottore, come sta?- gli chiese, cercando di asciugare le lacrime.
-Il peggio è passato, dobbiamo solo aspettare che si svegli. Lei è stato molto fortunato, signor Bieber.- Justin si poggiò entrambe le mani sul viso, sentendosi finalmente meglio. Sorrise, sorrise come non aveva mai fatto.
-Posso vederla?- chiese ancora, il dottore annuì portandolo alla sua stanza.
Alice aveva un aspetto orribile. Aveva la testa fasciata, come anche il fianco e la sua gamba sinistra era messa davvero male. Evidentemente, aveva preso una bella botta. Deglutì alla vista di sua moglie, per poi accarezzarle la mano sinistra e giocherellando con gli anelli che portava. Aveva una fedina, il solitario e la fede. Erano così importanti per lei, gli aveva sempre detto che significavano tantissimo.
Si sedette su una sedia affianco al suo letto e aspettò il risveglio di sua moglie, tenendole stretta la mano e senza smettere di guardarla.
Passò l'intera nottata e Justin non aveva chiuso occhio. Essendo mattina, decise di alzarsi e di dare un bacio alla moglie. Così, incollò le loro labbra per pochi minuti, era immobile. Improvvisamente, però, sentì quelle di sua moglie muoversi. Si staccò piano, pensava che fosse solo un sogno o un allucinazione. E invece no, Alice aveva appena aperto gli occhi, Alice si era appena svegliata.
Sorrise felice, accarezzandole il viso.

-Ti sei svegliata..- sussurrò, a un centimetro delle sue labbra.
-Cos'è successo?- mormorò Alice, gemendo dal dolore.
-Hai avuto un incidente ieri sera, hanno dovuto operarti. Ma adesso sei qui.- sentì le lacrime scorrere lungo il suo viso. -Avevo paura di perderti.- sussurrò infine, guardandola intensamente negli occhi.
Lentamente, Alice alzò il braccio e toccò il viso di Justin, asciugando le sue lacrime.

-Non mi perderai mai.- sussurrò sua moglie.
Justin sorrise e chiamò il dottore, dicendogli che sua moglie si era svegliata.

Passarono due giorni prima che, insieme, potessero varcare la soglia di casa. Justin la portò in braccio, nonostante pesasse qualche chilo in più col gesso. La stese sul letto, le diede un dolce bacio sulle labbra e si stese al suo fianco, sentendo di amarla più che mai.

-Non voglio più divorziare.- attirò l'attenzione della moglie, dopo minuti interi di silenzio. -E non è vero che non ti amo più, anzi. Ero solo accecato dalla voglia di fare nuove esperienze, stiamo insieme da praticamente tutta la vita e volevo.. oh, neanch'io so che volevo. Ciò che so per certo adesso, è che non voglio lasciarti. Io, Justin Drew Bieber, accolgo te, Alice Lynn Konnell, come mia sposa. Prometto di esserti fedele sempre, nella gioia e nel dolore, in salute e in malattia, e di amarti e onorarti per tutti i giorni della mia vita.- Alice sentì gli occhi riempirsi di lacrime, che cominciarono a uscire rievocando quei ricordi di dieci anni prima. -Ho scelto te, come mia compagna, per tutta la vita. Quindi ti prego, perdonami se ho commesso degli errori, e resta con me. Io ti amo, Alice e non voglio perderti..- sussurrò infine Justin, piangendo assieme a sua moglie.

-Ti amo anch'io, Justin.- sussurrò solamente Alice, attirando a sé Justin e baciarlo.

Finalmente le loro labbra si toccavano ancora con amore.
Finalmente Justin diceva ancora di amarla.
Finalmente era al suo fianco.
Finalmente si sentiva viva.
Finalmente si sentiva felice.
Anche se era fisicamente k.o, si sentiva ugualmente bene. Aveva ritrovato l'amore della sua vita, finalmente era di nuovo tutto per sé. Non se lo sarebbe mai fatto scappare, nemmeno per un miliardo di dollari. Era più prezioso di ogni gioiello, più prezioso anche dell'intero universo.
Lo amava, lo amava tanto e infinitamente.
Lo amava, lo amava in quel momento più che mai.

 

I wanna dream what you dream, go where you're going. I only have one life, and I only wanna live it with you. I wanna sleep where you sleep, connect with you soul.. The only thing I want in life, I wanna live it with you.

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Buonasera, tesori miei.
Avevo scritto questa OS già molto tempo fa,
non sapevo se postarla o meno ma..
eccola qua.
Spero che vi piaccia, perché a me piace davvero tantissimo

Mi lasciate un parere, tesori?
Grazie infinitamente per avermi sopportata lol.
Al prossimo capitolo, bellezze.
Much love.
-Sharon.

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Se volete leggere la mia prima FF, ecco 'Do you believe in love?'
E per leggere la mia seconda FF, ecco a voi 'We Can Fly To Never Neverland'
Ah, sto scrivendo una nuova FF, passate anche qui 'Look in my eyes, what do you see?'
e.. qui lol 'The Storm'


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