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Autore: Minako_86    20/05/2009    3 recensioni
[...]"Se non uccide, fortifica." Dicevano così, giusto?[...]
Semplicemente la mia Coco, personaggio originale creato per la mia long "Gabrielle" che si è prestata a vivere le mie personalissime "disgrazie". Enjoy.
Genere: Romantico, Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Coco

Sarò sincera, non ho granchè voglia di spiegare come mi sia uscita questa... cosa!xD

 

Diciamo solo che avevo bisogno di sfogarmi, decisamente e che, adesso come adesso, mettere tutto nero su bianco è la migliore medicina, per quanto mi riguarda. Un toccasana, in questi casi.

 

(In effetti, surrealmente, questa cosa non anela nemmeno a ricevere troppi commenti. E' nata per tutt'altro scopo!xD)

 

Per una volta niente Jonas, solo la mia Coco (Gabrielle), personaggio originale creato per una long sui tre Brothers più famosi d'America, che si è prestata per vivere le mie personalissime "disgrazie".

 

Sembrerà assurdo, ma questa mia prima (e ultima? Forse...) originale, la dedico a lei. Perchè, da quando l'ho creata, mi sono successe troppe cose belle,per non essergliene grata.<3

(Poi ci sarebbe un discorso simile, a parte, anche per i tre stupidotti di cui sopra, ma non è questa la sede per trattarlo.)

 

Se riuscite ad arrivare in fondo a tutto ciò, lasciatemelo dire, vi ammiro molto. Avete del fegato!x3

 

Buona lettura.

 

 

 

Mondo, ho un problema.

 

 

 

- Coco...? Coco dove sei? -

 

No, non ora, Monmon. Solo un momento... Poi arrivo, te lo giuro. Lasciami solo un momento.

 

Ignorando i richiami di mia sorella, scappo. Mi rifugio sul balcone, nascosta dalla tenda tirata e da quel gelsomino che, dall'anno scorso, è cresciuto così tanto. E profuma. Profuma di buono.

Mi appoggio alla ringhiera, stanca... e lancio uno sguardo alla città sotto di me.

Quel buco di quartiere che mi porta solo ulteriori guai.

 

Mondo, ho un problema.

... Ma bello grosso, eh! Sei pronto a ridere di me?

 

Con chi diavolo sto parlando, nemmeno io lo so bene... Cioè, nemmeno parlo concretamente, poi. La mia è una specie di... preghiera? Boh. Non so neppure come sia fatta una vera preghiera, io. Io che ho ancora dei dubbi su a cosa credere, se credere.

 

Comunque, qualunque cosa sia, non ha suono... Ha la consistenza di un respiro e, onestamente, ignoro chi e come possa captarla.

Mi limito a sperare che qualcuno lo faccia, prima o poi.

 

Oggi c'è il sole e perfino un venticello fresco che accarezza i miei lunghi capelli... Che mi stia suggerendo qualcosa...? Di stare bene, magari...?

O, forse, sono semplicemente stupida io e mi ostino a voler vedere una volontà in un banale spostamento d'aria da una zona di bassa ad una di alta pressione... o era il contrario?

 

Ma sto veramente pensando alle lezioni di geografia astronomica del liceo...?

 

Lo vedi anche tu, Mondo, come sono messa male?

No, ma aspetta! Aspetta... Lascia che ti elenchi le mie innumerevoli disgrazie e ti faccia capire che razza di colossale idiota sono. Ci sarà da divertirsi...!

 

Ho 23 anni... quasi.

E fin qui non ci sarebbe nulla di strano, dirai... Vero. Ma fammi finire.

Non bevo, non fumo, non esco.

Ho pochi amici... Cioè, quelli che ho mi piacciono e non li cambierei con il doppio, il triplo o quel che è, di altra gente. Mai.

Che, poi, amici... Amiche. Così è più corretto e veritiero. Non contiamoci balle.

Come diretta conseguenza di ciò, non ho mai nemmeno avuto l'opportunità di dare un bacio... figuriamoci andare oltre.

 

Sì, viene da ridere anche a me. E' un po' il minimo.

 

Eccolo il grande buco nero della mia vita. L'amore. Cosina da nulla, credi?

Quanto mi sento... deficiente. Mi faccio rabbia da sola...! Sbatto un pugno sul metallo sbeccato, caldo di sole. C'è una vaga possibilità che mi possa fare sentire meglio.

 

Ok, approfondiamo la questione. Tanto, ormai, ci siamo.

 

Se devo andare a cercare la radice del mio problema - ed è un procedimento che ho fatto talmente tante volte tra Me, Me Stessa, La Sottoscritta ed Io... Che posso tranquillamente andare a memoria come con le poesie di Leopardi - vado a pescare in tre diversi ambiti fondamentali:

 

- Il mio carattere osceno.

- Il mio disastroso percorso scolastico, la mia adolescenza, analizzati a livello puramente sociale ed escludendo, siamo buoni, gli ultimi tre anni.

- Il mio... travagliato? Difficoltoso? Inesistente rapporto con l'altro sesso. (Della serie: ogni tanto vorrei davvero essere lesbica. Credo sarebbe tutto molto più facile...)

 

Entriamo nel dettaglio, ora, Mondo. Vuoi?

Quasi, questa cosa inizia a divertirmi...No, non sto bene...!

Dicevamo? Ah, sì... il mio carattere.

 

Mmmh... in due parole? Timida sicuramente... no, anzi, introversa è più giusto. Inesperta, ma anche sognatrice incallita, ingenua, paurosa, inguaribilmente ottimista... Stupida.

 

Sai cosa ti dico? Due parole sono poche per la complicazione che mi sento. Sarà per questo che sono così dannatamente logorroica, nel profondo?

 

Sicuramente è uno dei motivi per cui le cose che mi piace fare sono mille. Ho più hobby io che tutto il resto della mia generazione messa insieme, credo... E questo, strano ma vero, di me mi piace molto.

 

Scrivo, leggo, disegno, ascolto musica, creo video, guardo film, se capita fotografo... Faccio grafica al pc. Gioco con l'html. Perfino quello mi diverte.

 

Ma stiamo divagando.

 

Soffermiamoci sulla timidezza che, avendo impiegato molto per evolvere in qualcosa di più simile alla riservatezza, mi ha fatto saltare a piè pari quella fase della vita di una persona in cui il confine tra maschi e femmine... cambia. Si fa labile e a tratti sparisce.

 

Quando hai tredici anni e cominci a prestare più attenzione a *certe cose*. Bene, io a quell'età non ce l'avevo manco per le palle, perdona la franchezza, Mondo, di pensare all'amore.

Io ancora sognavo storie fantastiche, pettinando le barbie insieme alla mia cuginetta di dieci anni.

Stupida? Probabile.

 

Però ero felice a mio modo.

 

Sospiro, guardo un giardinetto pacifico e silenzioso sotto il sole di maggio. Il parco giochi che a quest'ora è deserto... Ma che, di anno in anno, vede sempre meno bambini entro le sue siepi.

Sarà che in questo palazzone la gente è più o meno sempre quella e di figli, oltre a quelli che crescono, come me, non se ne fanno più molti.

 

Poi, ora come ora, a otto anni si attaccano alla playstation, a dieci hanno il cellulare e a dodici il piercing al naso. Chi ha più voglia di giocare con l'elastico o a nascondino?

 

Tristezza, eh, Mondo?

Comunque, torniamo a me. E al momento in cui la mia bolla di sapone ha cominciato a gonfiarsi.

Tredici anni, la più timida della classe. La più bambina.

Niente trucco, niente vestiti "da grande", niente cotte e cottarelle per "quel biondino della 3°A".

Se a tutto questo aggiungi un fisico non ancora "sviluppato" (quello, per lo meno, non posso dire fosse colpa mia. La natura del corpo umano è quella che è!), l'apparecchio ai denti e una considerevole non atleticità e goffaggine...

 

... l'unico risultato che puoi ottenere è che, mentre le altre facevano amicizia con i maschietti, io da loro venivo solo presa in giro e spinta giù dai marciapiedi.

 

Sfiora il patetico, ma è cruda e tetra verità.

 

Tendiamo un velo, poi, su uno dei pochi amici maschi che avessi mai avuto e che le nuove amicizie e scuole diverse hanno allontanato definitivamente.

 

Quello che, a undici anni, tutte le mie compagne dicevano che avrei sposato.

Eravamo inseparabili.

Ci dicevano che sembravamo Dawson e Joey... - quel serial americano andava per la maggiore, ai tempi. E piaceva tanto anche a me, devo ammetterlo! - Il fatto che poi, nel telefilm, questi due non siano rimasti insieme, alla fine, doveva darmi da pensare!

 

Mi siedo sul lastricato ancora fresco, all'ombra della grondaia... Ora viene la parte davvero difficile. Perchè fino alla fine del primo ciclo di scuole, ancora stavo bene, al confronto.

 

Il liceo. Rabbrividisco, solo a ripensare a quella parola.

 

Hai presente, Mondo, tutte quelle storie di grandi amicizie destinate a durare per sempre, "gli anni migliori della nostra vita", le "notti prima degli esami", i primi amori...?

Ecco.

Cancella tutto, soprattutto le ultime tre parole. Una bella rigaccia di pennarello indelebile, magari rosso, sopra. Fatto?

 

Perfetto. Hai davanti a te i miei cinque anni di superiori, nonchè il periodo peggiore della mia intera esistenza.

 

E' incredibile, mi si torce ancora lo stomaco, solo a pensarci. E' non è nostalgia, no. E' nausea incontrollabile. Stringo le mani febbrilmente e prendo un respiro profondo.

Devo sembrare una pazza!

 

Credo di averci incontrato tutte le persone peggiori con cui mi sia mai capitato di avere a che fare, in quel posto...! Mi credi, Mondo, se ti dico che l'unica cosa bella, l'unica che un pochino mi fa sorridere a ripensarci... sono i professori che ho avuto?

Dovrebbe darti un'idea.

 

Comunque, per farla breve perchè scoccerebbe me più di te, stare qui a rivangare nel dettaglio anno per anno...

 

Compagni che già si conoscevano da prima, due fazioni formate, continuo sparlarsi alle spalle a vicenda, cattiverie gratuite (immagini come posso essere stata, quando mi è stato detto che la mia vicina di banco leggeva il mio diario... le mie riflessioni più intime, mentre io ero fuori dall'aula? E' stato come se mi avessero detto che mi avevano vista completamente nuda. Terribile...).

 

Ora, lo capirebbe anche un idiota che tutto questo sicuramente non avrebbe potuto aiutarmi a migliorare la situazione...

Socialmente è stato il tracollo.

E se, come ciliegina sulla torta ci vogliamo mettere che l'unica amica che avevo, quando sono entrata in quella scuola, una volta conosciute *le altre* mi ha scaricata come un giocattolo vecchio che non serve più...

 

Potrei aprire la finestra e buttarmi di sotto, dici?

Sarebbe un'idea, ma, sfortunatamente per me, sono maledettamente attaccata a questa vita e alle tante cose belle che, nonostante tutto so di avere.

 

Il suicidio non rientra nelle mie, per ora limitate, facoltà di scelta. E non ci rientrerà mai, ne sono discretamente sicura.

 

Che, ho la faccia di quella che si lascerebbe morire? Naaaah.

 

A volte mi spaventa quanto io riesca ad essere ottimista e a trovare il modo di sorridere, sempre. Stai a vedere che, tra le tante debolezze, scopro di essere anche una persona... forte? Oh, adesso sì che mi viene da ridere davvero...! Ridacchio, infatti. E poi sbuffo, sollevando un boccolo scuro...

 

Insomma, sul liceo ci siamo intesi, no?

Brutti anni, sì. Ma nel mio piccolo mondo, a casa, ero tutto sommato protetta... Ho tirato avanti e sono sopravvissuta.

Solo, ho perso l'occasione di farmi una compagnia di amici, di incontrare qualcuno che mi piacesse, di iniziare ad uscire per bere qualcosa... di trovarlo divertente.

 

E questo ha, in gran parte, portato a quello che sono ora.

Ho sbagliato, lo so. Avrei dovuto avere coraggio e scegliere una strada diversa... Una scuola più lontana da casa, dal nido. Ma innegabilmente più mia.

 

E, invece, ho dovuto sbatterci la faccia.

Per riuscire, poi, finalmente a scegliere la strada giusta. Da questo punto di vista, ora mi sento di stare dove è giusto che stia. Ed è una gran bella sensazione.

 

Solo che, e questa è sfiga vera, nemmeno la "mia" scuola mi ha aiutato con i ragazzi.

Sì, indirizzo da donne. Uomini pochi.

 

Donne, tre, che si sono rivelate speciali.

Uomini, uno, che è arrivato dove nessuno mai prima di lui era stato.

 

Sono stati anni di silenziosa osservazione, di spasmodica attesa di un contatto. Di contatto avuto, sorprendentemente, a volte, ma svanito quasi subito, come un bel sogno. Si, sì, sempre colpa mia... E del destino beffardo che proprio non ne ha voluto sapere di darmi una spinta e mi ha diviso da lui, da loro, per stupide questioni di nome. Rassegnata, mi rialzo, stiro le braccia sopra la testa. Tutto sommato un passo avanti c'è stato. Piccolo. Ma c'è stato... E ora sono ferma qui.

 

Inchiodata ad osservare gli altri percorrere un cammino, magari simile al mio... Raggiungermi, magari sostare un attimo.

E poi superarmi. Tutti.

Cheppalle, Mondo.

 

Ecco, adesso comincio a parlare come una canzone pop.

Una di quelle, millantamila, in cui mi rivedo... mi sento. Ce l'ho sempre avuta, questa mania.

Sembra assurdo, eh, ma attraverso le parole cantate... o scritte (sia da me o da altri...) io ho vissuto miliardi di esperienze, le ho ripetute, assaporate in ogni momento in cui ne avevo voglia.

 

Il primo amore, il primo bacio, la prima volta.

Ma anche un viaggio che avrei voluto intraprendere, una città in cui avrei voluto vivere, un incontro che avrei voluto fare.   

Potere dei Sogni con la S maiuscola, quelli che sono una droga di cui non puoi più fare a meno.

Quelli che muori, se non ce li hai più.

 

Io ci sono invischiata con tutta l'anima, accidenti a me.

 

Sento che, come ogni volta, pian piano questa ondata di sentimentalismo introspettivo da soap opera se ne sta andando. Sospiro di sollievo.

Guardo Parigi allargarsi e crescere oltre questa periferia, guardo il labirinto grande e caotico che mi ha impedito di crescere più semplicemente, come i ragazzini che stanno in campagna, in quei piccoli paesi da fiaba dove tutti si conoscono e riescono a crescere insieme. Davvero.

 

Mi sarebbe servito, magari.

Sarei stata diversa... Migliore? Che ne dici, Mondo?

Sarei stata quella parolina semplice-semplice che mi fa tremare ogni volta? ... Fidanzata?

Boh. Può essere.

 

Scrollo la testa, lasciandomi sfuggire un'imprecazione silenziosa. Mi ha sempre mandato in bestia il rimpiangere quello che non è stato... Preferisco gioire di quello che ho.

 

E, dai, vaffanculo, diciamocelo, Mondo, qualcosa di cui essere contenta ce l'ho comunque, dopotutto, no? E, se mi ci concentro, lo sono davvero... felice.

 

Certo, quella piccola mancanza c'è, si sente ad alti e bassi. E' innegabile. Ma, tante volte, ci sono emozioni più grandi in grado di sopraffarla, tanto da cancellarla per un po'.

 

Per fortuna. Rientro in casa, piano.

Monique sta armeggiando in cucina e di me non si accorge, per ora... Ho ancora una manciata di minuti, prima di rientrare nella mia solita vita. La mia solita me.

 

C'è quel sorriso forte di chi ha sopportato e sopporta, manda giù boccone amaro dopo boccone e lo trasforma in carburante per il motore della positività.

Mi aspetta, tranquillo, pronto per essere reindossato, come sempre.

 

"Se non uccide, fortifica." Dicevano così, giusto?

 

Mi siedo sul divano, sprofondando nei cuscini, mentre attendo che il peso sul cuore si allenti. Mi ritrovo a formulare un ultimo pensiero: se avessi uno spazio a disposizione, appenderei ai muri due grandi foto. Una di fronte all'altra, in modo che si guardino...

 

Vuoi sapere chi, Mondo? Ti svelo subito il mistero...

 

La star del cuore, perchè, sì, a 23 anni, un'età in cui c'è chi ha già figli, ancora mi sento abbastanza giovane e viva, da poter sospirare per due occhioni e delle labbra da favola, senza sentirmi in colpa.

 

E lei, Audrey, la principessa di tutte le favole più belle.

Delle storie d'amore da film, quelle che cominciano e finiscono allo stesso modo: con lui e lei che si amano davvero.

 

Sarebbero... Sono i miei angeli custodi, le due facce di uno stesso, infinito sogno. E si fisserebbero, sorridendo di quel sorriso nascosto di chi cerca di dirmi che, forse, succederà.  

 

E, se un chiodo cedesse e uno dei due rischiasse di cadere dalla parete, sono certa che ci sarebbe qualcuno, fra chi mi è sempre stato accanto, che li sistemerebbe. E me li farebbe ritrovare lì, al loro posto, come se nulla fosse successo.

 

Dici che tendo a vedere segni in tutto? Eccessivo? Forse.

Ma mi piace credere che sia così.

 

Perchè ci sono delle persone, fra le tante che conosco, che in questo mi somigliano... e mi fanno sentire meno aliena. Alcune lo dichiarano apertamente, altre lo nascondono sotto un'insospettabile strato di apparenza...

Ma io le becco subito, appena si scoprono tanto così.

 

E penso che, forse, potrei dirlo a qualcuno in più, oltre che a te, Mondo.

A volte arrivo lì lì per farlo, ma poi sento che non è ancora tempo.

Che ci sarà un momento più giusto, magari.

 

E quindi, come sempre, io aspetto, Mondo.

Aspetto di incontrare, di trovare quel qualcuno che sappia prendermi per come sono...

 

Cristo Santo, ci sarà, al mondo, uno straccio di metà della mela anche per me?

 

Io sogno, spero, mi concentro e cerco di essere felice più che posso, finchè posso. Son fatta così, chiamami scema, se vuoi... Non posso farci nulla.

 

Dammi solo il tempo di ammortizzare il botto.

Fino a che potrò dire di avere ancora un lungo futuro davanti, mi rialzerò.

 

Dal divano e non solo. Non in questo momento.

 

- Coco, è un'ora che ti chiamo, che cosa ci fai lì impalata? -

 

Eccola la realtà. Mi ha chiamata. E' ora. Prendiamo fiato. Tuffo. Apnea.

 

Alla prossima, Mondo e grazie, chiunque tu sia, se mi hai ascoltata davvero. Mi sei servito.

 

- Scusa, Monmon, non ti avevo sentita! -

 

- Dai, vieni, aiutami ad apparecchiare! - Sorride.

 

- Ok, ci sono. - Sorrido.

 

Riemergo. Respiro.    

  
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