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Autore: Ya_mi    07/12/2016    1 recensioni
Dal capitolo 1:
-[...] Il fatto di non avere nessuno, di non avere radici mi rende diversa dagli altri. E questo è uno di quei posti dove la diversità viene odiata sopra ogni cosa.-
L’espressione in quegli occhi azzurri era forte, a dispetto della timidezza che aveva ostentato prima.
Lavi l’aveva ascoltata con attenzione e aveva sentito qualcosa scattare dentro di lui.
Quella ragazza non aveva origine, non sapeva da dove veniva. Era un’emarginata, era... diversa.
Come lui.
Dal capitolo 15:
Non avrebbero dovuto fargli effetto le piaghe sparse sul corpo di quella ragazza, né l’espressione triste sul suo viso. [...] Si stava dimostrando debole, aveva abbassato le sue difese e ora stava accadendo l’inevitabile.
Lui, che era il solo tra i più soli, lui che aveva fatto voto di una vita dedita alla pura conoscenza e all’assenza di ogni tipo di legame, proprio lui... stava facendo andare in malora tutto quanto per una ragazzina.
Genere: Avventura, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Rabi/Lavi
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Yami: ... bene... eccoci qui, esattamente ad un anno, due mesi e un giorno dalla pubblicazione del capitolo scorso :'D
Kanda: lo dici con parecchia tranquillità per una che sta aggiornando con SOLO un anno di ritardo...
Yami: macché tranquillità! Mi sento colpevole da morire, tu non puoi capire :'''D
Angelica: cari lettori, se state leggendo questa nota è perché avete deciso di essere così gentili da continuare a seguire questa storia nonostante sia passato più di un anno dall'ultimo aggiornamento!
Yami: non avete idea di quanto questo significhi per me! Chiedo immensamente scusa per quella che è stata la mia assenza record. In questo ultimo anno sono successe un po' di cose, sono stata parecchio in crisi con la scrittura in generale e in particolare questo capitolo mi ha dato tantissimi problemi. Probabilmente è a causa del fatto che mi portavo dietro l'idea per questa parte da più di tre anni, ma per molto tempo non sono riuscita a scriverlo come volevo. Però volevo che venisse bene, essendo questo uno dei capitoli più importanti di tutta la storia... e quindi ci ho messo un anno :'''D
Angelica: alla fine però il capitolo è riuscito e miss Yami è soddisfatta del risultato. Speriamo che piaccia anche a voi lettori ^^
Tyki: prima di lasciarvi al capitolo vorremmo procedere con i doverosi ringraziamenti...
Angelica e Kanda: *fissano Tyki*
Tyki: ... ma cosa volete?
Angelica: miss Yami, perché lui è qui?
Yami: aaah lui è il mio elemento fan service!
Kanda: ... cosa?
Yami: quando stavo facendo l'elenco dei Noah da inserire in questo capitolo, se avessi dovuto attenermi alla sola utilità per la trama lo avrei lasciato fuori... ma poi ho deciso che faceva bella presenza...
Kanda: ... quindi lo hai piazzato così a caso giusto perché è appena appena guardabile?
Tyki: ehi! Come sarebbe "appena appena guardabile"?
Yami: Kanda-chan, negli ultimi due capitoli l'elemento fan service eri tu, in questo me ne serviva un altro... Tyki, adesso leggi i ringraziamenti così gli fai vedere che sai anche renderti utile (?)
Tyki: vorremmo ringraziare con tutto il cuore Law__ e MuSiCaNdArTs95 per le bellissime recensioni che hanno lasciato al capitolo 25. I vostri gentili pensieri riempiono di gioia il cuore dell'autrice.
Angelica: e grazie come sempre a Mitsuki no Kaze per la recensione e per aver betato questo capitolo e quelli precedenti!
Yami: senza sostegno non ce l'avrei davvero fatta ad arrivare alla fine del capitolo, quindi grazie alla Mitsuki e a tutti quelli che mi hanno sopportata e supportata <3
Tyki: e adesso finalmente l'attesa è finita. Vi lasciamo alla lettura del capitolo 26!
Yami: buona lettura, ci vediamo alla fine!
Kanda: io non voglio essere l'elemento fan service della tua storiaccia!
 
CAPITOLO 26 – Ho bisogno che anche tu sia forte

Quando Angelica riprese conoscenza batté le palpebre qualche volta, concedendosi di provare a capire dove fosse. Era distesa su una superficie morbida, probabilmente un letto, l’ambiente nel quale si trovava era piuttosto freddo e poco luminoso.
All’improvviso la sua mente concretizzò un pensiero che fu sufficiente per farle spalancare gli occhi: ‘Noah!’
La sensazione di annebbiamento che l’aveva debilitata fino a pochi secondi prima svanì del tutto e la ragazza si sollevò di scatto, ritrovandosi seduta.
 
-Oh? Finalmente ti sei svegliata, signorina.-
Una voce alla sua destra la fece trasalire, soprattutto perché credeva di sapere a chi appartenesse. Un brivido le attraversò la schiena mentre si voltava per confermare i suoi timori.
-Tyki Mikk...?-
 
I tratti del viso erano senz'altro i suoi, ma il Noah del Piacere appariva piuttosto diverso da come Angelica lo ricordava.
I capelli erano molto più lunghi e raccolti in una fluente coda che gli ricadeva dietro la schiena. La veste bianca che portava lasciava scoperti un braccio e il petto, mostrando delle profonde cicatrici, probabilmente ricordo del combattimento con Allen avvenuto sull’Arca più di un anno prima.
Per tutta risposta lui le riservò un sorriso.
 
-In persona. È davvero molto tempo che non abbiamo occasione di incontrarci. Diventi più graziosa ogni volta che ti vedo.-
La giovane non ebbe il tempo di imbarazzarsi per il suo commento perché all’improvviso si ritrovò un paio di braccia intorno al collo e un piccolo corpo che le finiva addosso, schiacciandola con il suo peso e facendola finire di nuovo sdraiata.
-Angelica! Sei sveglia!-
La zazzera di capelli arruffati che si trovò davanti agli occhi e la voce vivace le permisero di riconoscere la persona che l’aveva sommersa con il suo entusiasmo.
-R-Road?-
Road sciolse l’abbraccio e si mise seduta sul bordo del letto, concedendo così alla ragazza di rimettersi dritta.
-Sei stata bravissima, Angelica! Hai risolto il nostro enigma! Certo, io ero assolutamente sicura che ce l’avresti fatta, ma qualcuno qui pensava che non ci saresti riuscita.-
Calcò molto sul “qualcuno” e nel farlo lanciò un’occhiataccia a Wisely e ad un Noah che Angelica non aveva mai visto, seduti entrambi su un divanetto a poca distanza da loro. Wisely fece spallucce.
-Voi la conoscevate già, mentre io e Cheryl non l’avevamo mai vista.-
Road sporse in fuori le guance, contrariata.
-Io ve lo avevo detto che è intelligente, ma voi non mi ascoltate mai.-
Angelica aveva osservato quello scambio di battute senza sapere cosa dire, prima di trovare la forza di interromperli con un debole:
-Cosa significa tutto questo?-
 
Abbassò lo sguardo e solo allora si accorse del suo abbigliamento. Il discreto vestito blu che aveva indossato per defilarsi dal Vaticano era sparito, lasciando il posto ad un abito di raso bianco, piuttosto elegante nella sua semplicità. Lo scollo lasciava le spalle scoperte e le leggerissime maniche di tulle facevano intravedere i numerosi lividi e la stecca che sosteneva il braccio fratturato. Un cordoncino dorato morbidamente legato intorno ai fianchi faceva da cintura, spezzando la liscia uniformità della gonna candida, che scendeva fino alle caviglie della ragazza. A quanto pareva anche gli stivaletti erano stati sostituiti, rimpiazzati da un paio di scarpe con il tacco davvero troppo alto. Senz'altro era opera di Road, come anche la complicata acconciatura nella quale erano stati raccolti i suoi capelli biondi.
La giovane buttò le gambe oltre il bordo del letto e si alzò in piedi, osservando un po’ a disagio il modo con cui la stoffa del vestito le cadeva addosso, depositandosi sul pavimento in un corto strascico. Road notò che la ragazza stava osservando il proprio abbigliamento e sorrise entusiasta.
 
-Ti piace? Ho preparato questo vestito apposta per te! Ti sta benissimo, sembri proprio una bambola!-
Poi però il suo sorriso svanì e venne rimpiazzato da un’espressione corrucciata.
-Certo che quelle ferite rovinano tutto. Ma cos’hai combinato per ridurti così?-
Angelica si sforzò di non lasciarsi scappare una risatina isterica.
-Ho avuto un incontro piuttosto ravvicinato con tre dei vostri maledetti akuma...-
si limitò a mormorare tra i denti.
-Road, perché mi avete fatta venire qui?-
-L’ho voluto io perché volevo giocare di nuovo con te. L’ultima volta ci siamo divertite tanto, non è vero?-
La ragazza rabbrividì al pensiero del sogno a cui Road l’aveva fatta assistere sull’Arca, ma prima che potesse commentare la Noah ghignò.
-E poi... ho pensato che morissi dalla voglia di rivedere Lavi...-
Angelica spalancò gli occhi. La situazione generale l’aveva talmente scombussolata che quasi aveva dimenticato ciò che l’aveva portata lì in primo luogo.
-Lui dov’è?-
chiese con un filo di voce. L’espressione divertita che vide sui volti di tutti i Noah presenti le fece venire il voltastomaco.
-Ditemi dov’è. Devo vederlo.-
 
La accontentarono subito.
Road schioccò le dita e una parte del grande ambiente semibuio in cui si trovavano venne rischiarato. Nella porzione di spazio illuminata apparvero due poltrone, una di fianco all’altra, sulle quali sedevano due persone: Lavi e Bookman.
Bookman sembrava stare bene e aveva il solito sguardo impassibile che Angelica tanto odiava. Lavi invece era seduto con le spalle ricurve, i capelli gli coprivano il viso e a vederlo sembrava sofferente. Dietro di lui, appoggiato allo schienale della poltrona, stava un altro Noah che lo guardava come se lo volesse mangiare.
Angelica corse verso Lavi, inginocchiandosi davanti a lui e prendendogli il viso tra le mani.
 
-Lavi? Lavi, stai bene? Adesso è tutto a posto, sono venuta a prenderti. Ora ce ne andiamo via, te lo prometto.-
-Ann?-
La voce del giovane era così debole e tremante che quasi si faticava a riconoscerla.
-Sì, sono io, sono Ann!-
 
La ragazza sorrise, felice che lui l’avesse riconosciuta e le stesse parlando, ma la felicità sfumò subito appena riuscì a fargli sollevare il mento per guardarlo in viso.
Aveva una guancia tumefatta e un labbro spaccato, da cui si era fatto strada un sottile rivoletto di sangue che gli era colato lungo il mento e la gola. Ma il dettaglio che più preoccupava Angelica era il suo sguardo.
L’unico occhio di Lavi esprimeva un misto di stanchezza e paura, come se per mesi fosse stato sottoposto ad indicibili torture e non desiderasse altro che essere lasciato in pace.
 
-Ann... no... ti prego, smettila...-
Lei avvicinò il viso al suo per sentirlo meglio.
-Lavi, cosa ti succede? Sono io, sono venuta per portarti via da qui.-
-Ti prego, lasciami in pace... non ce la faccio più, lasciami in pace...-
Angelica non riusciva a capire.
-Ma cosa stai dicendo? Lavi, io non capisco, che cosa vuoi dire?-
-Smettila... per favore, almeno non farmi più vedere lei... lei non è qui, non può essere qui...-
 
Lei?
La ragazza capì che Lavi non si rendeva conto che lei era effettivamente lì davanti a lui, probabilmente credeva di avere un’allucinazione o... che Road lo stesse coinvolgendo in uno dei suoi Sogni.
Angelica si alzò in piedi e guardò con astio il gruppetto dei Noah.
 
-Che cosa avete fatto?-
Il Noah con i capelli lunghi e il monocolo seduto al fianco di Wisely si schiarì la voce e rispose.
-Beh, dovevamo fare in modo che stesse buono. A noi lui non interessa, ci servono solo il vecchio e ciò che sa. Pensavamo che la sua presenza sarebbe stata utile per ottenere più in fretta le informazioni che vogliamo, ma a quanto pare non è stato così.-
Wisely annuì.
-Già, qualunque cosa venisse fatta al suo allievo, il vecchio non ha mai battuto ciglio. Tu, Cheryl, lo hai picchiato diverse volte, ci sei anche andato piuttosto pesante...-
L’altro Noah (che evidentemente rispondeva al nome di Cheryl) si strinse nelle spalle.
-Sai che quando mi arrabbio perdo il controllo, non volevo davvero massacrarlo come è successo qualche volta, è stato un incidente.-
-Non ci sta credendo nessuno, lo sai?-
 
Angelica tentò di ignorare il resto delle loro chiacchiere per trattenersi dal tirare uno schiaffo a Cheryl e si concentrò sul riservare un’occhiata di fuoco a Bookman.
Lui non si degnò nemmeno di restituirle lo sguardo, come se non si fosse nemmeno accorto della sua presenza. Se anche fosse stato così, in ogni caso, la ragazza intendeva risolvere la cosa.
 
-Cosa significa? Hanno praticamente torturato il tuo allievo davanti ai tuoi occhi e tu non hai mosso un dito? Non hai pensato che avrebbero potuto ucciderlo?-
Bookman non mosse ciglio, cosa che la fece infuriare.
-Ti importa così poco di lui? È il tuo apprendista, accidenti! Non ti è venuto in mente che se gli succedesse qualcosa, tu non avresti più un successore?-
Quella domanda lo fece scattare e finalmente il vecchio si voltò di scatto verso di lei.
-Stai zitta, non sono affari tuoi.-
sibilò, visibilmente irritato. Ad ogni modo lei era infuriata quanto lui, perciò non si lasciò intimidire.
-Che ti piaccia o no, quando si tratta di Lavi sono affari miei eccome! Tu, piuttosto! Se non per affetto avresti almeno potuto parlare per convenienza... con quale coraggio hai permesso che lo riducessero così?-
-Le informazioni che sto proteggendo sono troppo importanti per essere rivelate con leggerezza...-
-Più importanti della vita del tuo allievo?-
Dopo quella domanda, i due si guardarono negli occhi per diversi secondi. Poi Angelica concluse, con un sospiro:
-Forse è proprio vero che sei senza cuore.-
Road si intromise, mettendo definitivamente fine a quella conversazione.
-Allora, Angelica, giochiamo?-
La giovane si voltò a guardarla.
-Voglio sapere che cosa avete fatto a Lavi. Perché non mi vuole vedere?-
Tyki si alzò in piedi e si avvicinò, cosa che indusse la ragazza a indietreggiare istintivamente.
-Vuoi sapere perché il guercino sembra aver paura di te? Beh, ma questo è perché per tutti questi mesi... sei stata tu a tormentarlo.-
Angelica spalancò gli occhi.
-Cosa?-
Road si sporse verso Tyki e lo picchiò giocosamente su una spalla.
-Ma perché glielo hai detto? Sarebbe stato più divertente se lo avesse scoperto in un altro modo!-
-Ops, mi dispiace di averti rovinato il divertimento.-
si scusò lui, per nulla dispiaciuto.
-Cosa significa... che sono stata io a tormentarlo?-
chiese Angelica con un filo di voce. Road sorrise e saltellando andò a sedersi sul bracciolo della poltrona di Lavi.
-Beh, per generare i Sogni da mostrargli ho dovuto curiosare di nuovo nella sua mente come ho fatto quella volta sull’Arca... non ho dovuto cercare a lungo, comunque, visto che dovunque guardassi trovavo sempre te, Angelica.-
La ragazza non sapeva cosa dire. In un’altra situazione sarebbe stata felice e lusingata, ma in quel momento riusciva soltanto a sentirsi confusa.
-All’inizio ho provato a creare dei Sogni in cui eri tu ad essere torturata e uccisa, ma non hanno mai davvero sortito un grande effetto. Certo, vederti soffrire non lo faceva stare bene, ma sapeva che quel che vedeva erano solo delle immagini indotte da me. È per questo motivo che è stato necessario iniziare a pensare in grande.-
Angelica aveva paura di sapere che cosa volesse dire Road con quella frase.
-Ho frugato di nuovo nella sua mente, ho cercato di capire cosa prova esattamente Lavi quando pensa a te, per sfruttare quelle emozioni nel modo giusto...-
La Noah fece una pausa e sorrise quando vide che Angelica aveva stretto i pugni.
-C'è qualcosa che non va?-
-Oh no! È perfettamente normale rovistare nella testa degli altri per usare i loro sentimenti contro di loro!-
Road ridacchiò.
-Questa è una guerra, Angelica. Non si vince con le buone maniere, ma sfruttando bene le proprie armi. E poi sono sicura che anche a te interessa sapere ciò che ho scoperto.-
La giovane tacque. Road le si avvicinò e prese a girarle intorno lentamente, con passi misurati.
-Anche se non lo ammetterai mai, so che in fondo vorresti che te lo dicessi. Tu lo ami e ti fidi di lui... ma una parte di te non riesce a fidarsi completamente, vero? Sai di avere a che fare con un uomo falso e calcolatore, che mente per mestiere.-
-Smettila...-
mormorò Angelica.
-Dimmi, quante bugie pensi che ti abbia raccontato fino ad ora? Quante cose ti avrà nascosto? Chi è l’uomo di cui ti sei innamorata? Sei sicura di conoscerlo davvero?-
La ragazza si voltò di scatto.
-Taci! Non tentare i tuoi giochetti psicologici con me. Smettila di girarci intorno, mi stai solo facendo perdere tempo. Sono venuta qui per riprendermi Lavi e non ho intenzione di rimanere qui un momento più del necessario.-
Alle sue spalle, Wisely emise un lungo fischio.
-Devo ammettere che avevi ragione, Road. Ci hai portato un elemento davvero interessante.-
Road ignorò il commento e continuò a parlare con Angelica.
-D’accordo, come vuoi. Allora, senza girarci intorno, ti dirò che cosa ho trovato nella mente del tuo caro Lavi. Devo dire che sono rimasta molto sorpresa, non pensavo che guardando nella mente di un Bookman avrei trovato certe cose. Mi chiedo se il vecchietto sappia ciò che il suo allievo è in grado di provare. No, non credo... se così fosse sarebbe finito nei guai...-
-Non avevi detto che non ci avresti girato intorno?-
borbottò Angelica tra i denti. La Noah ridacchiò divertita.
-Quando pensa a te, Lavi è il modello del ragazzo innamorato. Mi ha stupita trovare tutta quell’adorazione, tutta quella tenerezza... ma poi ho scoperto anche una cosa divertente.-
Il sorriso di Road si allargò e Angelica rabbrividì.
-Tra tutte le emozioni che il tuo pensiero gli provoca, ce n’è una che in certi momenti è più forte delle altre. Quando pensa a te... Lavi prova un enorme senso di colpa.-
La giovane scosse la testa, incredula.
-Senso di colpa? Perché? Che cosa significa?-
-Si sente in colpa perché ha paura di non essere abbastanza per te. Si sente in colpa perché sa che anche se lo ami, tu soffri per causa sua. Sa di non essersi sempre comportato bene con te, sa che probabilmente meriteresti di meglio.-
Angelica aveva voglia di piangere. Si coprì la bocca con una mano e soffocò un gemito.
-Stupido... stupido Lavi. Perché devi pensare queste cose? Perché?-
Road osservò la sua reazione senza dire nulla per qualche secondo, poi riprese.
-Una volta capito questo, manovrarlo è diventato facile. Anche troppo. Piegare qualcuno mosso dal senso di colpa è talmente semplice che dopo un po’ questo gioco ha smesso di essere divertente. È per questo motivo che ti ho fatta venire qui. Se tu giocassi insieme a noi, di certo ci divertiremmo un mondo!-
Angelica sentì che a quelle parole l’incredulità e la tristezza avevano lasciato il posto alla rabbia.
-Giocare insieme a voi? Io non ho alcuna intenzione di prestarmi a tutto questo. Per arrivare qui ho passato mesi ad impazzire a causa di un tuo gioco, senza che nessuno volesse aiutarmi. Per quanto mi riguarda ho fatto abbastanza.-
La Noah sogghignò.
-Tu credi che sia abbastanza?-
-Ho risolto il tuo enigma, ho vinto il gioco e sono venuta a prendere ciò che mi spetta. Mi sembra lecito.-
-Lecito?-
Prima che la giovane potesse dire altro, avvertì una strana sensazione che le attraversava tutto il corpo, come quella provocata da una leggera scossa elettrica. Quando cercò di muovere un braccio per appurare cosa fosse stata quella sensazione, non riuscì a muovere un muscolo.
-Cosa... cosa succede?-
Da dietro di lei spuntò all’improvviso Cheryl, che la osservava con un sorrisetto beffardo.
-Mi hai stancato, sai? “Voi non potete”, “voi non dovete”...-
Le mise un dito sotto al mento e le fece sollevare il viso.
-Quello che non hai ancora capito, ragazzina, è che noi possiamo fare ciò che vogliamo. Come se non bastasse il fatto che siamo nettamente superiori a voi sotto ogni aspetto, in questo momento ti trovi nella nostra casa, nel luogo dove noi siamo signori e padroni. Fossi in te abbasserei la cresta e cercherei di mostrare un po’ più di umiltà. Non credo che tu voglia testare la mia pazienza, come avrai dedotto dalle condizioni del tuo fidanzato, quando mi arrabbio tendo a diventare piuttosto... aggressivo.-
Se avesse potuto, Angelica avrebbe tremato per la paura, ma pareva che quello strano incantesimo che le immobilizzava il corpo le impedisse persino i movimenti involontari.
-Cosa mi avete fatto...?-
chiese con un filo di voce. Anche Tyki e Wisely le si avvicinarono e avere intorno così tanti Noah mentre non poteva difendersi le provocò un moto di terrore che fece molta fatica a nascondere.
-Parli del fatto che non riesci a muoverti? È normale, sei sotto l’effetto del potere del Noah del Desiderio.-
-Manipolazione del corpo: in questo momento il controllo dei tuoi movimenti appartiene a Cheryl. Sei sotto il suo comando come una marionetta.-
Tyki le prese il mento tra due dita e la fece voltare verso di lui, portando il viso vicinissimo a quello della giovane.
-Il tuo errore, signorina, è che sei venuta qui convinta di poter fare tu le regole. Non ti facevo così presuntuosa, sai? Anche se forse la tua è più incoscienza che presunzione... in ogni caso non è male vedere che quando vuoi sai tirar fuori un po’ di carattere.-
Road li richiamò con una risatina.
-Ehi, voi tre! Non divertitevi troppo, l’ho fatta venire qui perché giocasse con me! Adesso fatevi da parte, voglio farle vedere quanto ci siamo divertiti io e Lavi negli ultimi mesi.-
 
Angelica avvertì di nuovo quella leggera scossa elettrica e all’improvviso le sue gambe iniziarono a muoversi da sole, facendola indietreggiare lentamente. Al suo fianco, Cheryl manovrava i suoi movimenti come se stesse tirando i fili di una marionetta mentre Tyki e Wisely osservavano con fare divertito la sua espressione sorpresa e atterrita.
Quando Road giudicò che si fossero allontanati abbastanza, schioccò ancora le dita e davanti a lei si generò una piccola nuvola di fumo nero, dalla quale emerse una figura accucciata. Quando il fumo si fu diradato, la sagoma si raddrizzò e permise ad Angelica di distinguere i suoi lineamenti.
La ragazza spalancò gli occhi: la persona che Road aveva appena evocato era un suo clone perfetto.
Portava un abito identico al suo, solo che era nero come la notte, e i capelli erano lunghi fino a metà schiena, come li portava anche lei prima di quel piccolo incidente con il fuoco avvenuto quasi un anno prima. Ciò che colpiva di più era la sua espressione: altezzosa, spavalda... quasi cattiva. Nulla a che vedere con l’atteggiamento della vera Angelica.
La Noah notò come la giovane osservava la sua creazione e sogghignò.
 
-Ti piace? Questa è la tua copia con cui abbiamo giocato fino ad ora. Certo, è un po’ differente da te. Fisicamente l’ho creata come ti ricordavo dall’ultima volta in cui ci siamo viste, quindi ha i capelli più lunghi e forse qualche cicatrice in meno... ma anche caratterialmente siete molto diverse. Del resto, se aveste avuto anche lo stesso carattere non sarebbe stato divertente, giusto?-
Angelica era attonita e non riusciva a fare altro se non guardare la sua sosia, che le restituiva lo sguardo senza battere ciglio. Road rise.
-Sei rimasta senza parole? Beh, non importa. Adesso comunque volevo farti vedere come si comporta questa Angelica, quindi non è necessario che parli. Anzi, sarebbe meglio se tu non facessi nessun commento...-
Al fianco della giovane, Cheryl fece l’occhiolino.
-Ci penso io.-
 
Anche Road si fece indietro, lasciando la Angelica vestita di nero da sola nel cono di luce. La ragazza si voltò e riservò un’occhiata a Lavi, che teneva ancora la testa abbassata e sembrava non essersi accorto della presenza della giovane.
Lei fece un paio di passi avanti, lenti e misurati, facendo rimbombare nell’ambiente silenzioso il rumore delle sue scarpe che battevano sul pavimento scuro. Quando non ottenne alcuna reazione dal ragazzo dai capelli rossi, mise le mani sui fianchi e provò a chiamarlo.
 
-Lavi?-
Nessuna risposta.
-Lavi, sono io. Sono Ann. Avanti, guardami.-
 
Angelica, quella vera, avrebbe voluto dire qualcosa per contraddirla, avrebbe voluto urlare che no, non era lei Ann, che non avrebbe dovuto guardarla. Ma non poteva.
Quando provò ad aprire la bocca per parlare, nonostante ci stesse mettendo tutta la sua volontà, non le riuscì di schiudere le labbra. Era come se qualcuno gliele avesse cucite con dei punti molto stretti, appena provava a muoverle sentiva un forte dolore e più tentava, più sentiva male.
Alla sua destra, Cheryl ghignò e si chinò verso di lei per sussurrarle all’orecchio.
 
-È inutile che provi a parlare. Finché non lo vorrò io, non riuscirai nemmeno ad aprire bocca.-
Lei riuscì a malapena a muovere gli occhi per guardarlo. Il suo ghigno la terrorizzava e la cosa sembrava compiacerlo.
-Adesso continua a guardare. Guarda con attenzione. E non cercare di ribellarti. A meno che siamo noi a volerlo, non c'è nulla che tu possa fare.-
La giovane riportò lo sguardo su Lavi e la sua sosia. Il ragazzo non aveva proferito parola e non aveva mosso un muscolo, cosa che doveva aver fatto perdere la pazienza alla falsa Angelica, dato che quando riprese a parlare la sua voce suonava meno misurata e suadente.
-Non mi guardi, Lavi? Non hai il coraggio di alzare gli occhi e guardarmi in faccia?-
Questa volta Lavi rispose. Non sollevò nemmeno la testa e la sua risposta era poco più di un sussurro.
-Perché sei tornata? Ti prego, basta.-
Ad Angelica piangeva il cuore nel sentirlo così sofferente. La sua copia, invece, continuò ad insistere, impietosa.
-Perché non mi vuoi guardare? Pensavo che a te piacesse guardarmi. Ti ricordi quando ballavo e tu te ne stavi lì ad osservarmi? Perché non lo facciamo anche adesso? È da tanto che non mi vedi ballare...-
Per un attimo Lavi perse la calma e diede un colpo con la mano al bracciolo della poltrona, sibilando:
-Smettila. Tu non sei lei, tu non sei lei...-
L’altra Angelica ghignò.
-No, hai ragione. Io non sono quella piccola bugiarda...-
Si avvicinò al giovane e si chinò per sussurrargli all’orecchio:
-Io sono la Angelica che dice la verità.-
Appena si fu raddrizzata, prese a girare intorno alla poltrona, riprendendo a parlare.
-Tu mi hai avvelenata, mi hai rovinata. Io ero felice insieme a te... ma non hai idea di quanto tu mi abbia anche fatta soffrire. Ci è voluto del tempo per capirlo... ma poi è diventato tutto chiaro.-
Fece una breve pausa, prima di sporgersi di nuovo verso di lui.
-Tu non mi hai mai amata.-
Ad Angelica si mozzò il respiro. Lavi rispose con voce tremante.
-Non è vero...-
-Non mi sembri molto convinto.-
lo rimbeccò la falsa Angelica.
-Non è vero e lo sai... su questo non ho mai mentito... mai.-
-Allora ammetti di aver mentito, almeno su qualcosa.-
La voce di Lavi si spezzò, come se stesse piangendo.
-Non a lei... non ho mai voluto... non avrei potuto... con lei sono sempre stato sincero...-
Per tutta risposta ricevette una risatina.
-Sarà anche così, ma non toglie il fatto che sapevi che mi stavi facendo soffrire, che quando ho avuto bisogno di te, tu mi hai rifiutata.-
La ragazza fece una pausa piena di enfasi, prima di aggiungere:
-Te lo ricordi, Lavi? Ti ricordi quando ti ho detto che portavo in grembo tuo figlio? Tu in quel momento che cosa hai fatto?-
La vera Angelica si sentì sprofondare. Anche per lei ricordare quel momento era terribilmente doloroso.
-Lavi, che cosa hai fatto?-
insisteva la sua sosia. Data la mancanza di intervento da parte del giovane, ci pensò lei a dare la risposta.
-Non te lo ricordi? Eppure sei un Bookman, dovresti ricordarti tutto. Beh, non importa. Io me ne ricordo molto bene.-
Smise di girargli intorno e con aria grave scandì:
-Tu mi hai abbandonata.-
Angelica era sicura di aver visto Lavi fremere.
-Poi però sono tornato...-
-Certo che sei tornato, ma lo hai fatto quando ormai era troppo tardi.-
Dopo una breve pausa, la creazione di Road continuò ad infierire.
-Sono sicura che lo sapevi. Sapevi benissimo che non c'era più niente da fare, per questo sei tornato. Il tuo problema si era risolto, quindi non c'era più ragione perché tu dovessi negarti il tuo giocattolo.-
-Non è vero...-
mormorò lui con un filo di voce.
-È vero e lo sai anche tu.-
-Ti prego... non è vero...-
La falsa Angelica si chinò e gli prese il viso tra le mani perché la guardasse. L’espressione di pura disperazione che gli si disegnò sul volto era straziante.
-Perché mi hai fatto questo? Io ti amavo, Lavi. Ti amavo più della mia stessa vita. Avrei fatto qualunque cosa per te. Ma per te io non sono mai stata altro che un divertimento, vero? Un modo per passare il tempo... come hai potuto essere così cattivo?-
Seguì una lunga pausa di silenzio, interrotta da Road che intervenì, battendo le mani con entusiasmo.
-Va bene, direi che può bastare.-
La sua creazione si staccò all’istante da Lavi, avvicinandosi lentamente alla Noah, che le riservò un enorme sorriso.
-Sei stata bravissima, è stato davvero divertente!-
Il suo sguardo si spostò poi su Angelica, ancora impossibilitata a parlare e a muoversi per via del potere di Cheryl.
-Lasciala Cheryl! Voglio sapere cosa ne pensa!-
 
Con uno svogliato gesto della mano, il Noah del Desiderio rimosse i fili invisibili che gli conferivano il controllo sul corpo della giovane, lasciandola finalmente libera. Lei si sentì cedere le gambe e crollò a terra.
Un forte senso di nausea la investì per un momento e la ragazza si premette una mano sulla bocca. Avrebbe voluto piangere, ma strinse forte gli occhi e si impose di controllarsi. Non voleva far vedere dai suoi nemici quanto ciò che aveva visto l'avesse colpita.
Mentre lei cercava di ricomporsi, Road saltellava verso di lei, canticchiando allegramente.
 
-Allora, Angelica, anche tu ti sei divertita? Avanti, dimmi cosa ne pensi! Voglio saperlo!-
Angelica sollevò il viso e le riservò uno sguardo pieno di astio.
-Siete dei mostri...-
mormorò con voce tremante. I Noah risero.
-Dei mostri?-
-Perché gli fate questo? Perché gli fate così male? Questa non è guerra, è tortura.-
Road si strinse nelle spalle.
-Può darsi. Questi sono i miei metodi, comunque, e funzionano. Sono anche molto divertenti, ma questo ovviamente è solo un di più.-
Angelica avrebbe voluto metterle le mani addosso, ma sentiva che le mancavano le forze per farlo. Si limitò a mormorare:
-Per la seconda volta... mi hai fatta guardare mentre lo tormentavi... perché? Perché lo fai?-
-Fino ad ora hai solo guardato, ma da adesso sarà diverso. Questa volta anche tu potrai partecipare al gioco.-
-In che modo?-
La Noah sorrise entusiasta.
-Farò entrare anche te nel Sogno che ho indotto a Lavi, come quella volta sull’Arca...-
La ragazza storse il naso.
-Vuoi entrare anche nella mia mente per poi usare contro di me quello che ci troverai?-
Road ridacchiò, divertita.
-No, non ho alcun interesse a fare una cosa simile. E comunque se anche volessi farlo, non avrei bisogno di frugare nella tua mente. Tutto ciò che mi potrebbe servire si legge chiaramente dalle tue azioni.-
Angelica tacque, indispettita. La Noah proseguì con la sua spiegazione.
-Quando sarai all’interno del Sogno potrai parlare con Lavi. Ti avverto, non sarà una conversazione piacevole. Credo che sarà molto spaventato dalla tua presenza...-
-E cosa dovrei fare?-
tagliò corto la ragazza, determinata a porre fine alla questione il prima possibile. Road si mise un dito sul mento, fingendo di riflettere attentamente.
-Uhm, vediamo... cosa potrei farti fare?-
Gli altri Noah risero.
-Road, lo sappiamo tutti che sai già perfettamente che cosa vuoi che faccia! Diglielo e basta!-
esclamò Wisely. Anche Road rise.
-È vero, mi avete scoperta.-
Riportò la sua attenzione su Angelica e le riservò un sinistro sorrisetto.
-Riconquista la sua fiducia. Fai in modo che capisca che sei la vera Angelica e non una parte del mio sogno.-
La ragazza la osservò con sospetto.
-Tutto qui?-
Road sogghignò.
-Mi sembri convinta che sarà una cosa semplice... beh, giudicherai tu. Per rispondere alla tua domanda, sì, questa è l'unica condizione: fai in modo che Lavi si fidi di nuovo di te e avrai vinto.-
Angelica fece un respiro profondo e si rialzò debolmente in piedi. Le gambe le tremavano e si sentiva ancora un po’ frastornata, ma doveva farsi forza.
-E va bene, Road. Vuoi giocare? E allora giochiamo. Fammi vedere cosa sai fare, tanto andrà a finire esattamente come l'ultima volta.-
Il ghigno di Road si allargò.
-L’ultima volta è stato Lavi a vincere, tu hai soltanto assistito.-
-Non importa, il risultato sarà comunque lo stesso.-
Da qualche parte alla sua destra, la giovane udì Cheryl emettere un fischio di ammirazione.
-Mi pare molto sicura di sé, la signorina.-
Road si batté una mano sulla fronte.
-Che sbadata, ho dimenticato di dirti qual è la posta in gioco! Beh, naturalmente se vinci ti restituirò il tuo Lavi e vi lasceremo andare via senza tentare di fermarvi...-
-Voglio anche Bookman.-
dichiarò Angelica, senza pensare. La Noah sollevò le sopracciglia.
-Cosa?-
-Se vinco voglio che anche Bookman venga liberato.-
-Forse non hai ancora capito, ma qui siamo noi che stabiliamo le regole.-
La ragazza alzò le spalle.
-Molto bene, vorrà dire che allora non giocherò.-
Road emise una risatina.
-Non ti sembra di essere un po’ troppo pretenziosa?-
-Oh, scusami tanto! Hai ragione, tu che hai rapito e tormentato il mio ragazzo per mesi interi sei così una brava persona. Come ho potuto parlarti in questo modo?-
Da qualche parte nella penombra si udì la risata divertita di Wisely.
-Dai Road, non perdere tempo! Dille che le darai anche il vecchio e basta! Tanto perderà!-
La Noah sorrise.
-Ma sì, hai ragione. Va bene, Angelica. Anche Bookman.-
-E cosa... cosa hai intenzione di fare in caso perdessi?-
chiese Angelica con un filo di voce. Era come se Road non aspettasse altro che quella domanda.
-Beh, all’inizio avevo pensato di ucciderti... ma poi ho avuto un’idea migliore.-
La giovane rabbrividì. Quale idea per un Noah poteva essere migliore della morte di un esorcista?
-Un’idea migliore...?-
Road annuì, lasciando qualche secondo di calcolato silenzio.
-Ho deciso che se perderai... distruggerò la tua Innocence.-
Angelica rimase a bocca aperta per un momento, poi non riuscì a trattenere una risatina.
-Allora mi dispiace per te. Me l’hanno requisita prima che io scappassi per venire da voi, perciò la mia Innocence non è qui.-
-Sei sicura?-
La voce di Tyki la zittì di colpo e quando si voltò rimase inorridita: il Noah del Piacere la guardava con un enorme sorriso in volto mentre si passava da una mano all’altra la sottile bacchetta nera intorno alla quale era arrotolato il nastro bianco che lei ben conosceva.
-Ma... come? Quando?-
Tyki ridacchiò.
-Ehi bambolina, ma cosa pensi? Che io sia qui solo per bellezza?-
Cheryl intervenì, mettendo un braccio intorno alle spalle dell’altro Noah.
-Conosci i poteri di Tyki? Può passare attraverso ogni superficie e toccare solo ciò che vuole toccare. Molto comodo, non credi anche tu?-
Tyki si spostò di lato e sfuggì al contatto con il suo compagno, muovendo poi qualche passo verso Angelica.
-Non è stato per niente difficile entrare nel Palazzo Apostolico. Certo, ci sono Guardie svizzere a sorvegliare tutte le porte, ma basta non usare le porte, giusto? Anche se un paio di guardie le ho fatte fuori lo stesso. Così, per divertimento.-
Quando fu abbastanza vicino, la ragazza si sporse in avanti per cercare di prendergli l’arma, ma in un attimo Cheryl la intercettò, prendendo di nuovo il controllo del suo corpo e facendole mettere le braccia dietro la schiena, mentre Tyki spostava l’Innocence fuori dalla sua portata.
-Non credo proprio. Credi che siamo così stupidi da lasciare che tu te la riprenda come se niente fosse? Ma per chi ci hai presi?-
Preso dalla rabbia, sforzò particolarmente la posizione del braccio fratturato della giovane, strappandole un urlo di dolore. Con la vista annebbiata da quelle fitte insopportabili, si accorse appena del fatto che anche Road le si era avvicinata.
-Ti prego... fallo smettere!-
la implorò, con le lacrime agli occhi. Tutto ciò che ottenne fu uno sguardo gelido.
-Giocherai insieme a me?-
-Ti prego... ti prego, fa male!-
La Noah non si scompose e si limitò a ripetere la domanda.
-Giocherai insieme a me?-
-Sì, giocherò con te! Ma ti prego, fallo smettere! Ti prego!-
Road non disse nulla, apparentemente non interessata ad aiutarla. Dovette intervenire Tyki, che si rivolse direttamente a Cheryl.
-Adesso basta, ha detto che lo farà.-
Il Noah del Desiderio finalmente la lasciò libera e Angelica si chinò leggermente in avanti tenendo il braccio offeso con la mano destra, cercando di ridurre il dolore mentre le lacrime le cadevano copiose dagli occhi. Incurante delle sue condizioni, Road recuperò il suo buonumore ed esclamò:
-Allora siamo pronti, vero? Adesso possiamo giocare!-
La giovane sollevò lo sguardo, mostrando il viso rigato di lacrime.
-Aspetta... per favore, dammi un secondo...-
-Sono stanca di aspettare!-
trillò la ragazzina.
-Voglio giocare adesso!-
Angelica raccolse le poche forze che le restavano e mosse qualche passo incerto verso le poltrone dove Lavi e Bookman sedevano impassibili come statue, mentre Road la seguiva saltellando entusiasta. Quando furono di fianco a Lavi, la Noah fece voltare Angelica e mormorò con un ghigno:
-Divertiti nella mente di Lavi.-
Poi le mise due dita sulla fronte e la giovane perse i sensi.
 
* * *
 
Quando si risvegliò, Angelica si ritrovò in un ambiente buio e vuoto, praticamente identico a quello in cui si trovava prima, solo che mancavano i Noah e le poltrone di Lavi e Bookman. Capì però di trovarsi in un sogno quando si accorse che il braccio rotto e tutte le sue ferite si erano risanate in modo quasi miracoloso.
La giovane si guardò intorno ma tutto ciò che i suoi occhi riuscivano a vedere era un’oscurità vuota e opprimente che si estendeva apparentemente per chilometri e chilometri. Rabbrividì al pensiero che quelle potessero essere le reali condizioni della mente di Lavi in quel momento.
All’improvviso un suono riecheggiò nel vuoto e Angelica si voltò di scatto verso la direzione da cui le sembrava di averlo sentito arrivare, anche se con quel buio così pesto orientarsi era molto difficile. Quando lo sentì di nuovo, la ragazza riconobbe che si trattava di un lamento, come se qualcuno in lontananza stesse piangendo.
Istintivamente cercò di correre, ma le scomode scarpe e la lunga gonna dell’abito che le aveva messo addosso Road le impedivano i movimenti. Con un sospiro frustrato Angelica si liberò delle scarpe e sollevò il vestito fino alle ginocchia, correndo a piedi scalzi alla ricerca della fonte del suono.
Dopo aver corso in lungo e in largo per diverso tempo, la giovane scorse finalmente in lontananza un puntino luminoso e si affrettò a raggiungerlo. Quando fu abbastanza vicina da distinguerne le sembianze rimase senza parole: davanti a lei, raggomitolato per terra, stava un Lavi bambino. Poteva avere al massimo dieci anni e si sfregava l’occhietto non coperto dalla benda mentre le lacrime gli scendevano copiose lungo il viso.
Impietosita, Angelica gli si avvicinò e si inginocchiò al suo fianco, prendendolo tra le braccia.
 
-Lavi, non preoccuparti, va tutto bene! Sono qui, ti prometto che adesso non ti succederà più niente di male!-
Il piccolo si strinse a lei, affondando il viso contro la sua spalla e piangendo disperato.
-Ho paura. Delle persone cattive mi fanno tanto male... non voglio più che mi facciano male!-
La ragazza gli accarezzò la testa, cercando di calmarlo.
-Nessuno ti farà più del male, hai la mia parola. Non permetterò a nessuno di farti soffrire ancora.-
 
Per diversi secondi restarono abbracciati e dopo un po’ il bambino parve calmarsi. Ma quel momento di pace durò poco perché da lontano iniziò a farsi sentire un’altra voce.
Una voce di donna, che cantava. Appena il piccolo Lavi la udì, ne apparve terrorizzato.
 
-Oh no! Sta arrivando lei!-
Angelica gli riservò uno sguardo interrogativo.
-Lei chi?-
Il bimbo non rispose, era troppo impaurito per farlo.
-Lei... lei è cattiva. Lei mi dice tante cose brutte. Non voglio che mi veda, lei mi farà ancora male!-
-Lavi, ma chi è lei?-
lo incalzò la ragazza.
-No, non posso farmi trovare da lei! Devo scappare, devo nascondermi!-
 
Prima che potesse fermarlo, il bambino si liberò dalla presa di Angelica e corse via, scomparendo nell’oscurità. A nulla valsero i tentativi di richiamarlo.
Disorientata e non sapendo cos'altro fare, la ragazza cercò di seguire la direzione da cui proveniva la voce fino a vedere da lontano un cono di luce. Quando fu abbastanza vicina riuscì a vedere che all’interno dell’area illuminata c'erano Lavi, sempre seduto su una poltrona e piegato in avanti con aria sofferente, e la Angelica vestita di nero che cantava e gli girava intorno.
Quando la sua sosia la vide, smise di cantare e le riservò un sorrisetto.
 
-Benvenuta. Finalmente sei arrivata, ti stavamo aspettando.-
Angelica la guardò storto.
-Davvero?-
-Ma certo! Con te qui le cose saranno molto più divertenti. È una tale noia quando io e Lavi siamo soli, lui non parla mai, non dice mai niente.-
-Forse è perché non gli dici altro se non bugie e cose orribili?-
sibilò Angelica, stringendo i pugni. L’altra fece spallucce.
-Saranno anche bugie ma sembra che lui ci creda.-
-Adesso ci parlerò io e sistemerò tutto. Ce ne andremo di qui prima di quel che credi.-
dichiarò Angelica, tentando di sembrare sicura nonostante la voce che tremava. La sua sosia scoppiò a ridere, si avvicinò alla poltrona e si sedette su uno dei braccioli.
-Prego. Sono davvero curiosa di vedere che cosa tirerai fuori.-
La giovane fece un passo avanti e si avvicinò a Lavi. Lui non si mosse.
-Lavi? Sono io, Ann.-
tentò di chiamarlo. Lui non diede segno di averla sentita.
-Non... non ti va di provare a guardarmi?-
gli chiese, con una risatina nervosa. Di nuovo nulla.
-Lavi... so che non ti fidi di me, ma ho fatto tutta questa strada per trovarti e non voglio... non posso lasciarti qui. Per tutto questo tempo ti hanno detto delle cose terribili e assolutamente non vere, perciò... se anche non vuoi guardarmi, almeno ascoltami, d'accordo?-
Fece un sospiro e cercò di riordinare le idee.
-Questi mesi senza di te... sono stati un tormento. Era come se nessuno volesse fare qualcosa per ritrovarti e... io mi sentivo così sola. L'unica cosa che mi spingeva ad andare avanti era il pensiero che tu fossi vivo da qualche parte e che tutto quello che dovevo fare era non arrendermi e continuare a cercare.-
Lavi continuava a non avere reazioni, mentre la Angelica cattiva la osservava con un irritante sorrisetto in viso dal suo posto sul bracciolo della poltrona. La giovane deglutì e si sforzò di andare avanti.
-L’ultima volta che ci siamo visti, prima che tu andassi via, mi hai fatto promettere una cosa. Ti ricordi? Mi avevi fatto promettere di essere forte perché al tuo ritorno volevi ritrovare la Ann che conoscevi.-
-La Ann che conosceva...-
sghignazzò la Angelica vestita di nero, coprendosi la bocca con una mano. La vera Angelica avrebbe voluto ignorarla e proseguire con il discorso, ma l'altra glielo impedì.
-Ormai la sua percezione della “sua Ann” è completamente diversa. Non è vero, Lavi?-
Si chinò verso il ragazzo e gli sussurrò all’orecchio:
-Sai che sono io quella che dice la verità, vero? Non importa che cosa ti dirà lei, sta solo cercando di imbrogliarti. È solo un altro inganno della tua mente, ti farà credere di essere al sicuro, di non aver fatto niente di male... ma tu sai che devi ascoltare solo me...-
Angelica fece un passo avanti e la interruppe.
-Smettila! Lascialo in pace, non vedi che così lo confondi?-
-Ma certo che lo vedo. Del resto confonderlo è il mio lavoro.-
ghignò la sua sosia. La ragazza fece un respiro profondo e rimase in silenzio per qualche secondo, poi con tono misurato affermò:
-Io lo tirerò fuori da qui. E non importa quello che farai o dirai per mettermelo contro. Io farò in modo che mi ascolti.-
Si spostò timidamente in avanti e si inginocchiò di fianco alla poltrona, dal lato opposto rispetto a dove stava appollaiata la Angelica cattiva. Si appoggiò al bracciolo e prese dolcemente la mano di Lavi tra le sue. Lui non la respinse e lei gli accarezzò il palmo con la punta delle dita mentre parlava.
-Ho mantenuto la mia promessa, sai? Anche se è stato difficile sono stata forte e non ho mai pensato di mollare. Se lo avessi fatto avrebbe significato che avevo rinunciato a te... ma non potrei mai farlo. Io non potrei mai abbandonarti. Però... adesso ho bisogno che anche tu sia forte.-
Lavi continuava a tenere lo sguardo abbassato senza dire nulla. Angelica sospirò sconsolata dalla sua mancanza di risposte.
-Ti prego, Lavi, reagisci. Fallo per me, fallo per Bookman, fallo per i nostri compagni dell’Ordine... fallo anche solo per te stesso ma devi reagire! E se continui a rimuginare solo sui tuoi sensi di colpa è ovvio che non ce la farai mai. Noi... noi abbiamo avuto anche tanti momenti belli. Possibile che non riesca a venirtene in mente proprio nessuno?-
Di nuovo le risposero solo il silenzio e le irritanti risatine della Angelica cattiva.
-Pensa... pensa al mio ciondolo. Il ciondolo a forma di sole che mi hai portato dopo essere tornato da una missione. Ti ricordi quando me lo hai regalato? Era il primo regalo della mia vita e per di più eri stato tu, la persona a cui tenevo di più al mondo, a darmelo. Credevo che non avrei potuto sentirmi più felice di così.-
D'un tratto la giovane si sentì invasa dai ricordi. Avevano passato insieme solo pochi mesi, ma in quel poco tempo erano riusciti a costruire più di quanto lei stessa non credesse.
-E ti ricordi quando mi hai baciata per la prima volta? All’inizio non avevo capito perché lo avessi fatto, pensavo che volessi farmi un dispetto, toglierti uno sfizio. Poi però ho capito... ho capito che forse provavi davvero qualcosa per me, anche se mi sembrava ancora impossibile. Ma ero felice, davvero felice.-
Angelica tirò su col naso, trattenendo le lacrime e sorridendo timidamente.
-Prima ancora che tu mi regalassi il ciondolo siamo stati in missione a Firenze. Credo che non dimenticherò mai quei due giorni. Ero così ingenua, non avevo assolutamente capito cosa volesse quel Jacopo. Ma tu lo hai capito subito, vero? E quando è stato il momento mi hai difesa. Sembrava quasi che tu volessi ucciderlo... ho davvero compreso perché ti fossi arrabbiato in quel modo solo dopo un po’ di tempo ma anche prima di capirlo, quando avevo visto l’impegno con cui mi avevi difesa, ero veramente felice.-
Questa volta le parve di percepire un lieve movimento della testa di Lavi e guardando meglio si accorse che il giovane le stava riservando un’occhiata guardinga. Allo stesso tempo aveva chiuso impercettibilmente le dita, stringendole la mano. Entusiasta perché aveva finalmente ottenuto una qualche reazione, Angelica gli diede un lieve bacio sul dorso della mano.
-Quello che sto cercando di farti capire, Lavi, è che anche se abbiamo avuto qualche problema, tu sei riuscito a rendermi più felice di quanto sia mai stata in vita mia. Tu sei stato il primo che mi ha accettata, il primo che quando avevo bisogno mi ha aiutata. E questo è molto più importante delle cose meno belle che possono esserci successe.-
La Angelica cattiva aveva smesso di sghignazzare e osservava la scena in silenzio, con aria più seria.
-Se c’è qualcosa tra noi che ti mette a disagio, che ti crea questi... sensi di colpa, non dobbiamo fare altro che parlarne. Adesso avremo sicuramente tante altre difficoltà da affrontare. Forse Bookman avrà capito tutto di noi e non vorrà che stiamo insieme o ci sarà qualcos'altro, ma non importa. Possiamo superare tutto. Però tu devi fidarti di me. Devi credere che questa volta non sia solo uno scherzo della tua mente e che uscire da tutto questo sia possibile.-
La giovane trasalì quando quando qualcosa le toccò un braccio e voltandosi si trovò davanti il Lavi bambino che aveva visto prima. La falsa Angelica saltò giù dal bracciolo della poltrona, sorpresa.
-Non è possibile... tu non dovresti essere qui! Che cosa ci fai qui?-
chiese con la voce tremante di rabbia, indicando il bambino. Per tutta risposta lui si nascose dietro Angelica, che non riusciva a capire cosa fosse appena successo.
-Cosa significa questo?-
La sua sosia si calmò e spiegò:
-Per cercare di proteggersi da me, Lavi ha chiuso buona parte dei suoi sentimenti e della sua coscienza nella parte della sua mente rappresentata da quel bambino.-
La giovane alzò lo sguardo sul Lavi adulto che stava ancora tenendo per mano.
-E... e lui, quindi?-
La sua copia fece spallucce.
-Lui rappresenta un’altra parte della mente di Lavi. Qui sono rimasti i sensi di colpa, le paure e tutti i sentimenti negativi. Quelli positivi, la speranza, l’amore... ha cercato di preservarli affidandoli alla parte della sua coscienza rappresentata dal bambino, per tenerli lontani da me e fare in modo che non potessi rovinarli. Anche se tentava di nascondersi, in qualche modo sono sempre riuscita a scovarlo, naturalmente. Ma questa è la prima volta che si presenta di sua spontanea volontà, non si è mai lasciato attirare da nessuna illusione che io abbia creato-
Poi si rivolse direttamente al bimbo, furiosa.
-Lei è esattamente come tutte le altre che sono venute prima di lei! Quelle che ti facevano pensare di essere buone e di volerti aiutare, ma in realtà non volevano farti altro che male. Dicevano tante belle cose, come quelle che ha detto lei. Erano dolci e gentili, eppure tu non sei mai andato da loro. Quindi perché lei sì?-
Senza rispondere, il piccolo Lavi si fece coraggio e uscì dal suo nascondiglio dietro la spalla di Angelica, mettendosi al fianco della giovane per guardarla in viso.
-Tu non sei come le altre.-
Lei sollevò le sopracciglia.
-Ah no?-
-No, perché loro erano false. Io sapevo che loro facevano solo finta di essere gentili. Pensavo che anche tu facessi finta, però poi hai detto una cosa che le altre non avevano mai detto.-
La ragazza piegò la testa di lato, sorpresa.
-Davvero? Che cosa ho detto?-
-Hai detto che ti ho resa felice.-
Superato lo stupore iniziale, Angelica sorrise.
-È la verità. Mi hai resa molto felice.-
-Anche se a volte ti ho fatta piangere?-
Lei annuì.
-Anche se qualche volta è successo, so che non lo hai fatto per farmi soffrire. E sai perché lo so?-
Il bimbo scosse la testa.
-Perché ti amo. E ho fiducia in te. Tu ti fidi di me?-
gli chiese, tendendogli una mano. Lui la osservò per qualche secondo.
-Se mi fido... non mi faranno più soffrire?-
Angelica ridacchiò incerta.
-Questo non posso promettertelo, purtroppo. Ma posso prometterti che non sarai mai solo. Qualunque cosa succeda, la affronteremo insieme.-
Dopo un altro attimo di esitazione, il bambino la prese per mano.
-Mi fido di te.-
Si avvicinò al Lavi adulto, ancora immobile, e appoggiò l’altra mano sulla sua. Dal punto in cui le loro mani si toccavano scaturì una luce calda, che li avvolse completamente. Angelica avvertì un forte torpore e prima che la sua coscienza cedesse a quel calore così intenso, era sicura di aver sentito la voce della sua sosia vestita di nero che sussurrava:
-Sembra che anche stavolta abbiate vinto voi.-
 
* * *
 
Ad Angelica sembrava di aver dormito per delle ore e di essere ancora immersa in un lunghissimo sogno. La sensazione era talmente piacevole che se avesse potuto non si sarebbe svegliata mai più. Ma c'era qualcosa che disturbava il suo sonno.
Una voce la stava chiamando. Sentiva qualcosa che le toccava i capelli, come se qualcuno le stesse accarezzando la testa.
 
-Ann... Ann, svegliati... Ann...-
 
Qualcuno continuava a chiamarla. Qualcuno...
All’improvviso riconobbe la voce e la sensazione di calore non parve più così bella come lo era il suono di quella voce.
Lavi...
Lentamente la giovane aprì gli occhi e sollevò la testa per capire cosa stesse succedendo.
Era tornata nella stanza in cui i Noah tenevano Lavi e Bookman, ma si trovava ancora nella stessa posizione in cui si era messa nel Sogno di Road, in ginocchio di fianco alla poltrona di Lavi, con la testa appoggiata al bracciolo e il braccio destro a farle da cuscino.
 
-Ehi, ci sei?-
Quasi si era dimenticata di chi l’aveva fatta svegliare. Alzò lo sguardo e per sua enorme gioia trovò il viso di Lavi a poca distanza dal suo. Era sempre tumefatto e sporco di sangue, ma almeno adesso era attraversato da un sorriso.
-Lavi...-
Lui ridacchiò.
-Già, sono proprio io.-
Angelica cercò di buttargli le braccia al collo, ma appena mosse il braccio sinistro, quello le restituì una fitta fortissima, dolorosa riprova che erano davvero tornati alla realtà. La ragazza si afferrò l’arto dolorante con un gemito e Lavi si sporse verso di lei, preoccupato.
-Stai bene? Fammi vedere!-
Le prese gentilmente il braccio e quando vide la stecca aggrottò le sopracciglia.
-Che cosa ti è successo?-
Lei rise imbarazzata.
-È una storia lunga...-
Lui annuì, decidendo che non era il momento giusto per chiederle altre spiegazioni. Le lasciò il braccio, le prese il viso tra le mani e se la portò vicino fino ad appoggiare la fronte contro la sua, guardandola con un misto di incredulità e adorazione.
-Oh Ann, non riesco a credere che tu sia davvero qui.-
Lei sollevò la mano sana e la appoggiò sulla sua.
-Non potevo abbandonarti...-
Il loro momento di intimità fu interrotto da Road, che con aria seria dichiarò:
-Congratulazioni, Angelica. Sembra che anche questa volta io abbia perso.-
Angelica si liberò dalla presa di Lavi e si alzò in piedi. Scambiò un lungo sguardo con la Noah, che alla fine aggiunse:
-Siete liberi. Tutti voi.-
Cheryl intervenne, incredulo.
-Road, vuoi davvero lasciarli andare così? Anche il vecchio? Cosa dirà il Conte?-
-Abbiamo fatto un patto. Angelica ha vinto e le spetta ciò che era stato promesso. Sono pronta a prendermene la responsabilità...-
-Ma...-
Cheryl provò ad insistere ma si bloccò quando gli venne riservata un’occhiata di fuoco.
-Sai che non c'è niente che io prenda più seriamente dei miei giochi. Le regole erano chiare e non permetterò a nessuno di infrangerle. È chiaro?-
Il Noah ammutolì, non osando aggiungere altro. Tyki non tentò nemmeno di intervenire e si limitò a lanciare ad Angelica la sua Innocence esclamando:
-Tieni, puoi riprendertela!-
La giovane prese maldestramente al volo la sua arma con la mano sana, non riuscendo ancora a credere che volessero davvero lasciarli andar via così facilmente. Road fece un cenno a Wisely, che fino a quel momento era rimasto in disparte.
-Wisely, apri un portale e riportali a Roma.-
Lui annuì senza ribattere e si fece avanti. Angelica si chinò verso Lavi e lo aiutò ad alzarsi, facendogli mettere un braccio intorno alle sue spalle e sorreggendolo come poteva quando si accorse che faticava a stare in piedi.
-Ce la fai?-
gli chiese con aria preoccupata. Lui le sorrise.
-Non preoccuparti.-
 
Con la coda dell’occhio la ragazza notò che anche Bookman si era alzato senza dire una parola e senza degnarli di uno sguardo.
Il terreno improvvisamente venne attraversato da delle increspature simili a quelle che si formano quando qualcuno tira un sasso nell’acqua e i tre esorcisti vennero lentamente inghiottiti verso il basso. Angelica si sistemò meglio il braccio di Lavi sulle spalle e lui si strinse a lei.
Prima che sparissero del tutto dalla sua vista, la giovane lanciò un ultimo sguardo ai Noah. Tutti li stavano osservando mentre se ne andavano tranne Road. Road era girata dall’altro lato e Angelica era abbastanza sicura che stesse piangendo.
 
* * *
 
Quando il portale della nuova Arca dei Noah aveva depositato Angelica, Lavi e Bookman nella stessa piazzetta in cui si era conclusa la lunga ricerca della ragazza, davanti alla chiesa di San Bartolomeo, il cielo si era tinto di arancione e il sole faceva capolino tra gli alti edifici di Roma.
Quasi non fecero in tempo ad orientarsi, che sopra le loro teste volarono due golem dell’Ordine che li identificarono all’istante e in pochi minuti l’Isola si riempì di persone. C'erano Komui e Leverrier, gli altri capi delle sedi dell’Ordine, diverse Guardie svizzere e una piccola squadra di medici e infermieri.
In un attimo Angelica venne trascinata da un lato e si ritrovò a dover subire una visita di controllo e i rimproveri del medico per essersi mossa con le ferite che si ritrovava. Strinse i denti quando le controllarono i punti e lasciò che le bendassero la testa e che le mettessero una fascia intorno al collo per tenere fermo il braccio steccato.
Quando ebbero finito con lei, l’Isola era ancora in fermento e la giovane non riuscì a trovare Lavi da nessuna parte, così decise di spostarsi sul Ponte Cestio e di aspettare che la confusione si placasse osservando il sole che tramontava sulla Città Eterna.
 
-A quanto pare hai molte cose da raccontarmi.-
Angelica si voltò e vide che Lavi le stava andando incontro. Camminava lentamente e sembrava ancora un po’ debole, ma con le ferite pulite e medicate e il viso sorridente sembrava già stare meglio.
-Così sembra.-
gli sorrise mentre la raggiungeva e si appoggiava al parapetto del ponte vicino a lei.
-Per esempio mi piacerebbe che mi dicessi come hai fatto a ridurti così.-
Indicò con un cenno le benda intorno alla testa e il braccio della ragazza. Lei fece spallucce.
-Qualche giorno fa hanno individuato degli akuma in una chiesa e mi hanno mandata lì. C'era anche un Livello 4 e mi hanno dato qualche problema, per riuscire a sconfiggerli ho fatto crollare tutto e... eccomi qui.-
-E queste?-
Lavi le prese la mano destra e osservò con apprensione la ferita a forma di croce che le solcava l’intero palmo.
-Mentre ero sotto le macerie, la mia Innocence ha avuto la bella idea di diventare di tipo Cristallo...-
Angelica prese il suo nastro, che era riuscita a tenere con sé nonostante la confusione per paura che glielo confiscassero di nuovo, e lo attivò, mostrando a Lavi la nuova forma della sua arma. Lui la guardò ammirato e sfiorò con la punta delle dita la lama di ghiaccio, ritrovandosi i polpastrelli incrostati di brina argentata.
-È bellissima. E sai come si usa?-
Lei rise, disattivando l’Innocence e appoggiandola sul parapetto.
-Non ne ho idea.-
-Non credo di poterti aiutare, ne so meno di te di armi bianche. Dovrai chiedere a Yuu di spiegarti come funziona.-
-Fantastico...-
sbuffò scherzosamente lei.
-Un attimo, ma l’Ordine sapeva che c'era un Livello 4 in quella chiesa?-
chiese Lavi, tornando a pensare a ciò che gli aveva detto sulla missione di qualche giorno prima.
-Non lo sapevano per certo, sapevano solo che c'erano alcuni akuma ma il livello era sconosciuto...-
-E ti hanno comunque mandata là da sola?-
-Leverrier...-
si limitò a sospirare Angelica. Lui annuì, capendo al volo come dovessero essere andate le cose.
-Sai, prima l'ho visto parlare con Komui... Leverrier, intendo.-
riprese Lavi, dopo qualche secondo di silenzio.
-Ah sì?-
-Sì. Non sono riuscito a sentire tutto, ma credo che stessero parlando di te e del fatto che sei riuscita a trovarci. E Komui mi sembrava molto soddisfatto mentre glielo faceva notare.-
Angelica fece un sorrisino.
-Mi fa piacere saperlo.-
Lavi si girò verso di lei e la osservò con attenzione.
-Ti hanno strapazzata parecchio in questi ultimi mesi, vero?-
La ragazza si strinse nelle spalle.
-Abbastanza. Più che altro mi sono sentita un po’ sola...-
Il ragazzo le prese la mano e le sorrise.
-Lo immagino...-
Lei ricambiò la stretta e proseguì.
-All’inizio potevo anche capire che nessuno potesse fare niente, non avevamo idea di dove poteste essere e di cosa fosse successo quindi non avremmo saputo da dove partire. Però nessuno sembrava volersi impegnare a cercare una qualche traccia e anche quando i Noah stessi mi hanno dato un modo per trovarti...-
-I Noah ti hanno dato cosa?-
la interruppe lui, sorpreso.
-Un akuma mi ha fatto avere un messaggio da parte di Road. Era una specie di codice e quando sono riuscita a decifrarlo ho scoperto che nascondeva un indovinello che avrebbe dovuto aiutarmi a trovarti.-
-E tu hai scoperto tutto questo da sola?-
Angelica abbassò lo sguardo, con un sorrisino imbarazzato.
-Beh... ci ho messo qualche mese ma sì, ho fatto tutto da sola. Anche perché nessuno mi credeva quando dicevo che quel codice poteva essere un indizio per trovarvi, quindi mi sono dovuta arrangiare.-
Lavi le riservò uno sguardo ammirato.
-Ann, tu sei... sei incredibile.-
Lei cercò di dissimulare con una risatina.
-Ho anche dovuto fare le cose in po’ di nascosto, se Leverrier o chi per lui avesse scoperto cosa stavo facendo, probabilmente mi avrebbero impedito di continuare a cercare. Dopo l’ultima missione mi hanno anche confiscato l’Innocence, per scoraggiarmi dal cercare di agire di testa mia.-
Il giovane annuì con aria grave.
-Adesso che sono tornato le cose andranno diversamente, te lo posso assicurare.-
Angelica annuì e si chinò di lato per appoggiarsi contro la spalla di lui.
-Sono così contenta che tu sia qui... avevo quasi perso le speranze...-
mormorò, con la voce rotta. Lavi le mise un braccio intorno alle spalle e la strinse a sé.
-Sinceramente anch'io. Ormai la mia unica speranza eri tu...-
-A proposito di questo...-
lo interruppe lei, sciogliendosi dall’abbraccio e voltandosi per fronteggiarlo. Lui si girò a sua volta.
-Cosa?-
Lo schiaffo gli giunse completamente inaspettato. Da un secondo con l'altro Angelica aveva alzato il braccio sano e lo aveva schiaffeggiato più forte che poteva sulla guancia sinistra. Lavi si coprì istintivamente il viso con una mano e la guardò con l’occhio spalancato per la sorpresa.
-Ann... ma perché?-
Lei agitò la mano destra e si lasciò scappare qualche gemito di dolore: senza volere, nel colpire lui si era fatta male anche lei.
-Perché sei un maledetto idiota! Sensi di colpa? Davvero? Davvero ti sei lasciato infinocchiare per una cosa del genere?!-
Lui non riuscì a trattenere un risolino nervoso.
-Beh... sì...-
-Ma perché diamine dovresti avere dei sensi di colpa? Se c'era qualche problema tra noi non dovevi fare altro che parlarne...-
-Ma Ann, ne abbiamo parlato. Ne abbiamo parlato tantissime volte. Del fatto che tu meriteresti di meglio, del fatto che stare con me non può renderti davvero felice...-
Lei lo interruppe con un gesto di stizza.
-Ma questo lo dici tu! Io non la penso così, non l'ho mai pensato! Quindi ti prego, smettila di tormentarti per queste cose e pensa solo ad essere contento perché ci siamo ritrovati e possiamo stare di nuovo insieme!-
-Ma...-
-Ci penso io a capire se sono felice o meno, d'accordo? Tu pensa per te!-
concluse la ragazza, sbuffando. Lavi rimase spiazzato: Angelica non gli aveva mai parlato con tutta quella decisione.
-Wow... sei davvero cambiata...-
mormorò. Lei arrossì e distolse lo sguardo.
-Davvero? Mi trovi cambiata?-
Lui allungò una mano e prese delicatamente tra le dita una ciocca di capelli dorati sfuggita all’acconciatura, notando tra sé quanto si fossero allungati dall’ultima volta che si erano visti.
-Sì... ti trovo cresciuta. E più forte.-
Il giovane fece un passo avanti e si chinò per darle un bacio sulla fronte. Lei chiuse gli occhi e sollevò il braccio destro per afferrargli la manica.
-Forse lo sono... forse sono davvero un po’ più forte...-
Lavi sorrise e le accarezzò una guancia, sussurrando:
-Già... la mia ragazza forte...-
 
Poi la attirò a sé e la baciò, incurante del fatto che chiunque potesse vederli. Angelica rispose con entusiasmo, aggrappandosi a lui e dimenticando tutto ciò che li circondava.
In quel momento non era più importante che la loro relazione non fosse più un segreto, non era più importante cosa ne potessero pensare gli altri. L'unica cosa che importava era che, dopo mesi di lontananza, potessero finalmente ritrovarsi, abbracciarsi e amarsi.
Quando si separarono si guardarono a lungo negli occhi e sorrisero. Non servivano altre parole.
 
-Oh... ma... aspetta...-
mormorò Angelica dopo qualche minuto.
-Che cosa c'è?-
chiese Lavi, notando quanto improvvisamente sembrasse nervosa.
-Bookman! Io non ci avevo pensato ma... adesso lui sa tutto di noi! Se prima poteva avere dei dubbi, adesso ne avrà la certezza!-
Lui si passò una mano tra i capelli, a disagio.
-Già...-
-Lui non accetterà mai che tu stia con me, vorrà che ve ne andiate via!-
Il giovane la zittì mettendole un dito davanti alla bocca.
-Adesso calmati, ho già parlato con il Vecchio.-
Lei spalancò gli occhi.
-Cosa? Davvero?-
-Sì, davvero...-
-E cosa ti ha detto?-
lo incalzò, afferrandogli il bavero come per cercare sostegno. Lui si limitò a sorridere e a prendere tra le sue la mano che gli stava stringendo la giacca.
-Già prima che i Noah ci rapissero, il Vecchio aveva capito tutto. Sai, con quello che è successo... mentre stavi male sono sempre stato vicino a te, ero molto preoccupato... se già non fosse stato chiaro prima, ormai era praticamente ovvio che dovesse esserci qualcosa.-
Angelica annuì, guardando in basso.
-Mentre eravamo in viaggio abbiamo parlato. Mi ha detto che avevo commesso un errore imperdonabile, che avrei dovuto troncare ogni legame con te e che se non lo avessi fatto ce ne saremmo andati per davvero. Poi è successo quel che è successo...-
Fece una breve pausa, durante la quale mise una mano sotto il mento della ragazza e le fece sollevare il viso.
-Adesso però a quanto pare le cose sono un po’ diverse.-
Lei lo guardò senza capire.
-In che senso?-
-Dopo essere stati medicati, io e il Vecchio abbiamo parlato ancora. E... sembra che non dovremo più andarcene.-
-Ma com’è possibile?-
Lavi si strinse nelle spalle.
-All’inizio anch'io ero sorpreso, ma poi lui mi ha fatto capire che la nostra relazione per certi versi è stata utile ai Bookman... voglio dire, se non stessimo insieme tu non saresti mai venuta a salvarci e noi saremmo ancora prigionieri dei Noah, non potremmo continuare la nostra cronaca e probabilmente ad un certo punto sarebbero riusciti ad estorcerci le informazioni che gli servivano.-
Angelica era incredula.
-Hai detto... che Bookman pensa che la nostra relazione sia... utile?-
Il ragazzo ridacchiò.
-So che non è molto romantico, ma è quello che ha detto. Oltretutto il Vecchio tiene particolarmente a registrare questa guerra e pensare di dovercene andare e riprendere la cronaca in un altro modo sarebbe molto scomodo. Insomma, per farla breve deve aver deciso che tu sei il male minore.-
Lei si concesse un sorrisino.
-Il male minore, eh? Beh, è già qualcosa...-
Poi tornò seria e chiese, con un po’ di timore:
-Allora... puoi restare davvero?-
Lui annuì.
-Sì, posso restare davvero.-
-E... possiamo continuare a stare insieme?-
Il giovane annuì di nuovo.
-Fintanto che la nostra relazione non interferisce con la registrazione, sì. E comunque da questo punto di vista c'era poco da fare: ormai abbiamo scoperto che un cuore ce l'ho... ed è tuo.-
 
Incapace di trattenere la sua gioia, Angelica gli si buttò letteralmente addosso e affondò il viso nel suo petto. Un po’ preso alla sprovvista, Lavi fece un passo indietro, ma poi le mise le braccia intorno alla vita e la strinse forte, piegandosi in avanti per darle un bacio sulla testa.
La ragazza pianse di felicità, non riuscendo a credere che dopo tutti quei mesi le cose si fossero finalmente sistemate e tutto stesse andando per il meglio. Lavi era tornato, sarebbe potuto restare all’Ordine e non avrebbero più dovuto nascondere il fatto che stavano insieme? Era troppo bello per essere vero.
 
-Ma cosa fai? Piangi?-
rise Lavi. Lei sollevò il viso e si asciugò distrattamente le lacrime con una manica del vestito.
-È che... non posso crederci... sono... sono così felice...-
Il giovane sorrise e le accarezzò una guancia con il pollice.
-Anch'io. Anch'io sono felice.-
 
Sicuramente avrebbero avuto altri momenti difficili da affrontare. Il fatto che non dovessero più nascondersi non significava certo che non avrebbero avuto più problemi.
Ma per il momento, mentre stavano abbracciati a guardare il tramonto che faceva scintillare l’acqua del Tevere e illuminava di rosso e arancione gli edifici di Roma, potevano dimenticare tutto il resto e concentrarsi solo sul fatto che, almeno per ora, erano insieme e andava tutto bene.
 
Author
and characters corner:
Lavi: finalmente posso tornare anch'io nell'angolino delle note!
Kanda: NON mi sei mancato per niente, baka usagi...
Lavi: Yuu! Dopo un anno e passa che non ci vediamo mi saluti così? Sei davvero crudele T^T
Kanda: ... muori.
Yami: dai dai, non fate come al solito! Il capitolo ha una bella conclusione felice, siamo felici tutti!
Angelica: dovremmo festeggiare! Festeggiamo l'uscita del capitolo e il ritorno di Lavi e Bookman!
Yami: uh sì, bella idea! *stappa spumante* evviva, ce l'abbiamo fatta! Party hard!
Kanda: ... io mi dissocio.
Angelica: miss Yami, non dovremmo prima fare gli ultimi commenti sul capitolo?
Yami: ah... giusto... *nasconde bottiglia* allora...
Lavi: io vorrei sapere cosa hanno pensato i lettori mentre leggevano quello che mi hanno fatto i Noah! Mi hanno tormentato per più di otto mesi, ho bisogno di un po' di solidarietà çvç
Angelica: se vi va lasciate una recensione per farcelo sapere, ne saremmo molto felici ^^
Yami: questo capitolo chiude il terzo libro, con il prossimo entreremo nell'ultimo... ancora non so dire con esattezza quanto ci vorrà ma siamo in dirittura di arrivo, signori! Non siete emozionati?
Kanda: tantissimo...
Lavi: beh, Yuu come al solito non fa testo...
Yami: anche per scrivere questo capitolo mi sono lasciata ispirare da alcune canzoni, che vi lascio qui in caso vi interessasse ascoltarle: "Don't say a word" e "Our Neverworld" degli Xandria, "Cry for the moon" e "Death of a dream" degli Epica.
Angelica: vi ringraziamo tantissimo per aver letto questo capitolo e aver continuato a seguire la storia nonostante i soliti ritardi degli aggiornamenti!
Yami: vi assicuro che farò di tutto per non far passare più un anno tra un aggiornamento e l'altro, anche perché siamo vicini alla fine e vorrei chiudere appena possibile :'D ho in corso questa storia da quattro anni e concluderla molto probabilmente sarà un dolore, ma arrivati a questo punto voglio anche finirla e passare oltre. Mi auguro che vogliate seguirmi fino alla fine e vi ringrazio per essere rimasti con me fino a qui.
Lavi: per qualunque informazione consultate la pagina autrice di miss Yami oppure contattatela per messaggio privato.
Angelica: ancora grazie per averci seguiti, ci rivediamo (se vorrete) al prossimo aggiornamento ^^
Yami: e adesso possiamo fare party hard!
Lavi: vado a prendere i bicchieri!
Kanda: ... io non li conosco.
   
 
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