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Autore: Helena Hufflepuff    07/12/2016    2 recensioni
Cosa c'è di meglio di svegliarsi a Natale accanto a chi ami di più? A Severus sembra soltanto un sogno, ma in fondo sapeva già che tutto ciò che poteva desiderare era lì, in quegli occhi verdi che tanto amava...
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lily Evans, Severus Piton | Coppie: Lily/Severus
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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All I want for Christmas is you


Lui si svegliò dal lungo sogno lentamente, indugiando soddisfatto sotto le coperte. Al di là delle palpebre, percepiva la luce che entrava dalle finestre della camera da letto matrimoniale. Era strana quella luce, così stridente con la cupezza del sogno, o forse meglio dire dell’incubo, da cui era appena scappato.

Il senso successivo che riattivò fu il tatto. Le lenzuola, umide e stropicciate dopo una lunga notte, facevano resistenza contro il suo braccio sinistro, che come un’ala andava a sfiorare l’altra metà del letto. Era vuota, e appena tiepida del calore di lei.

Si era alzata presto per preparare la colazione: l’odore di focaccine dolci, succo d’arancia fresco, caffè e uova al bacon. Ah, nessuno sapeva fare le uova al bacon come le faceva lei. In linea di massima in cucina era negata, ma le sue uova a bacon per lui erano la vetta della felicità di prima mattina.

Voleva alzarsi solo per farle venire un colpo: l’abbracciava da dietro, lei strillava e poi, dopo averlo schiaffeggiato scherzosamente con un guanto da cucina, l’avrebbe baciato dolcemente. Aveva già messo un piede fuori dalle coperte ma… no, fuori faceva così freddo! Decise di indugiare ancora un po’ in quel bozzolo rassicurante.

Rumori: ciabatte che si trascinavano sul pavimento, sbadigli e tintinnii di stoviglie sul tavolo della cucina. Lei canticchiava una carola natalizia: sbagliava le parole, andava un po’ fuori tono, ma dava un tono d’allegria alla casa.

Si azzardò ad aprire un occhio: fuori nevicava, e da un bel po’ anche, considerando lo strato di manto soffice sul davanzale. Ecco spiegata la luce strana che veniva da fuori. Richiuse gli occhi, studiando il mondo con gli altri sensi. La piccola Alice chiacchierava con sua madre.

“Mamma, papà non scende?”

“Certo che scende tesoro… ma fa’ piano, sta ancora dormendo. Tua sorella è ancora in camera?”

“Sì. Gliel’ho detto che deve muoversi, ma vuole essere al massimo per Natale… come minimo mi ruberà il mio vestito preferito come ha fatto l’anno scorso”.

“Su, Alice, non fare i capricci e valla a chiamare piuttosto, è già abbastanza tardi e ancora non avete fatto colazione. Ah, dato che ci sei, chiama anche Harry e Jamie, per favore!” le sussurrò ai piedi delle scale. Il mugugno di Alice venne interpretato come positivo, dato che non riformulò la domanda.

Il rumore di stoviglie che cozzavano allegramente tra di loro aumentò di volume, e la porta della camera da letto si aprì senza quasi fare rumore.

“Tesoro…”

“Mmmm…”

“Tesoro, svegliati, è Natale!”

“Assì?” chiese lui, con la voce ancora impastata di sonno.

“Sì! E guarda cos’ho per te: uova al bacon! So che ti piacciono, per cui… Alice e Tuney stanno ancora bisticciando per i vestiti da mettere; la stessa scena ogni Natale, quando cresceranno mi mancherà! Harry e Jamie invece sono ancora in camera. Mi stupisce sempre come facciano ad andare d’accordo, sono così diversi e con una tale differenza d’età e… ma mi stai ascoltando?”

“Pendo dalle tue labbra, come sempre, cara” disse lui, afferrando la mano di lei alla cieca e accarezzandola con pollice. Morbida, come di seta, con la fede sicura come un baluardo all’anulare. Sarebbe stato tutta la vita così, tastando la consistenza serica di sua moglie.

Sua moglie, dopo tanto penare, dopo tanto dolore e morte, dopo rifiuti e fughe, pericoli e minacce… finalmente sua, dolce madre di una famiglia fortemente desiderata. Com’era fortunato, se lo diceva tutte le mattine, ad avere lei al suo fianco, che lo sosteneva, lo aiutava a non ricadere negli angoli più tristi e bui della sua anima.

I suoi pensieri furono interrotti da un bacio, il bacio più dolce che un essere umano potesse immaginare, come il lungo battito di ali di farfalla. Lui rispose e il bacio assunse toni più entusiasti. Davanti a tali manifestazioni d’affetto, nessuno avrebbe mai immaginato che erano sposati da quindici anni. Eppure era così, e ogni giorno lui l’amava di più. Ogni volta che ci pensava, gli sembrava impossibile, come se lui non meritasse tanta felicità.

“Amore” disse lei, ancora sulle labbra di lui, “che fai, piangi? È Natale, non si piange… mantieni la tua commozione per quando ti darò il mio regalo, ormai manca poco!” disse, mentre poggiava la mano di lui sul suo ventre, dove stava crescendo una nuova vita.

“Sono così fortunato ad averti con me” rispose lui, quasi in un sussurro. “Tu non puoi capire… saperti qui, averti qui con me in questo momento, è il più grande regalo di Natale che tu mi possa fare. Tu sei il regalo che più mi piace.” Lui aprì gli occhi, e li fissò negli occhi di lei, grandi e innocenti come la prima volta in cui la vide, bambina, e subito si innamorò perdutamente di lei. Lei, imbarazzata da tanta intensità, spostò leggermente lo sguardo, giocherellando con la sua bacchetta.

“Ehi, guardami negli occhi” gli disse, e lei lo guardò, con un tale turbinio di emozioni, di vita, di gioia e dolori, emozioni vissute assieme nonostante un momento passato lontani.

I due rimasero così, con le dita intrecciate e gli occhi chiari di lei negli occhi scuri di lui, e lui capì che nel momento della morte non avrebbe voluto altro che quello: lo sguardo di lei, in quello di lui, il suo più bel regalo per l’eternità.

 

“Guardami negli occhi…”

Il respiro era irregolare e la vita scorreva col suo sangue sul pavimento polveroso della Stamberga Strillante. Eppure eccolo lì, l’unica cosa che voleva, l’ultima prima di espiare il suo peccato e raggiungere finalmente la pace. Diede a lui tutto il suo dolore, i suoi pensieri e la sua esistenza, perché potesse capire, comprendere, andare avanti senza di lui, mentre in cambio aveva con sé ciò che più voleva: lo sguardo di lei negli occhi di lui, per l’eternità, bianca e luminosa come la neve di quel Natale sognato.

   
 
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