Homesickness
Dopo
“Il sapore nostalgico del tuo profumo… Non lo dimenticherò mai.”
La casa del Bianco e del Nero non si rifletteva nella laguna di Braavos al calar della notte; le mura imponenti dell’edificio parevano dissolversi nell’oscurità che tutto copriva come l’oblìo.
Lo sciabordare mesto delle onde, che morivano pigramente sulle pietre del piccolo molo, erano il sottofondo con cui Arya, ritornata di nuovo Stark, si apprestava a lasciare quel luogo che l’aveva accolta, protetta, nutrita, cresciuta e resa donna, come avrebbe fatto una madre.
O un padre.
O un fratello.
O un uomo innamorato.
Un uomo senza nome, dalla lunga tunica scolorita, da cui aveva appreso l’essenza della vita.
Arya sospirò: le sarebbe mancato lui più di tutto.
Prima
Arya ricordava ancora come si erano svolti gli eventi della loro prima notte, quando lei e Jaqen si erano incontrati, sotto un cielo umido di stelle, blu cobalto e screziato di porpora, sul tetto della casa degli Uomini senza volto, senza darsi nessun appuntamento.
Ricordava il fruscìo leggero della sua veste, il luccicare dei suoi occhi nell’oscurità misteriosi e sensuali, il calore discreto del suo corpo che si avvicinava.
Le sembrava di sentire ancora il tumulto dei battiti del suo cuore, mentre lui le stringeva la vita e la attirava delicatamente a sé.
E, soprattutto, sentiva ancora i brividi sulla pelle rovente, delle sue labbra che la sfioravano ovunque desiderasse.
Lo sciabordare mesto delle onde, che morivano pigramente sulle pietre del piccolo molo, erano il sottofondo con cui Arya, ritornata di nuovo Stark, si apprestava a lasciare quel luogo che l’aveva accolta, protetta, nutrita, cresciuta e resa donna, come avrebbe fatto una madre.
O un padre.
O un fratello.
O un uomo innamorato.
Un uomo senza nome, dalla lunga tunica scolorita, da cui aveva appreso l’essenza della vita.
Arya sospirò: le sarebbe mancato lui più di tutto.
Prima
Arya ricordava ancora come si erano svolti gli eventi della loro prima notte, quando lei e Jaqen si erano incontrati, sotto un cielo umido di stelle, blu cobalto e screziato di porpora, sul tetto della casa degli Uomini senza volto, senza darsi nessun appuntamento.
Ricordava il fruscìo leggero della sua veste, il luccicare dei suoi occhi nell’oscurità misteriosi e sensuali, il calore discreto del suo corpo che si avvicinava.
Le sembrava di sentire ancora il tumulto dei battiti del suo cuore, mentre lui le stringeva la vita e la attirava delicatamente a sé.
E, soprattutto, sentiva ancora i brividi sulla pelle rovente, delle sue labbra che la sfioravano ovunque desiderasse.