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Autore: 22Mavi    08/12/2016    4 recensioni
{AU ° fantasy} Per quanto tempo era stato segregato nell'oscurità? Si ritrovò a pensare che probabilmente lo era da sempre.Lui ci era nato nel buio.Sul suo paese invece, Konoha, regnava la luce. Eppure dietro quell'accecante luminosità, si nascondevano animi oscuri. Sasuke sapeva di essere uno di loro, ma era consapevole anche di non essere l'unico.
Lui però non era una semplice ombra, no, lui era il buio che era sceso sull'intero reame.Lui era l'oscurità della follia di chi ha smarrito ogni strada, il cui passato è una disperata menzogna.
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sakura Haruno, Sasuke Uchiha, Un po' tutti | Coppie: Sasuke/Sakura
Note: AU, Lemon | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Nessun contesto
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L'OMBRA DI KONOHA
           

Capitolo 14



Perché la luce sia splendente, ci deve essere l'oscurità
Francis Bacon





Sakura, rintanata in una delle sue camere, era distesa sul tappeto rosso fuoco, con gli occhi chiusi e le mani perfettamente giunte in grembo, un' abitudine che si portava dietro da bambina.
Ci si chiedeva come potesse trovare comoda una posizione del genere, che ricordava più quella di un cadavere che di una donna che riposa, eppure lei ripeteva che in quella particolare collocazione si sentiva bene, sognava e lo spirito si rilassava; Ma quel giorno Sakura non riusciva ad avere visioni felici.
Con le palpebre serrate, la sua mente veniva proiettata nel bel mezzo di una battaglia :

All' interno di una fredda foresta del Nord, sotto un'incessante nevicata, due lupi, uno bianco come la neve e uno nero come la notte, si preparavano ad attaccare.
Rabbia/ Avidità/ Orgoglio era l'uno
Verità/ Compassione/ Amore l'altro.
Duali, come Paradiso e Inferno, i due lupi ringhiavano ogni istante l'uno contro l'altro.
Poi, d'improvviso, scattavano e, azzannandosi con violenza, si strappavano a vicenda una parte.
La neve venne tinta del rosso vermiglio del loro sangue e Sakura capì che non era il lupo migliore che vinceva,
ma quello che riusciva ad alimentarsi.

Il rumore dei passi, sempre più vicini, sul pavimento la fece sussultare, spalancò gli occhi e tese le orecchie. Quando sentì la porta aprirsi trattenne quasi il fiato, ma rimase immobile nella stessa posizione.
Richiuse leggermente gli occhi quando Sasuke le arrivò al fianco, abbassandosi sui talloni.
Il mantello nero si distese intorno a lui, aprendosi morbido come seta sull'enorme tappeto rosso.
Sebbene in silenzio, Sakura sentiva i suoi occhi neri fissarla da sotto i capelli liscissimi che gli ricadevano sul viso.
Prendendo coraggio si girò a guardarlo con aria di sfida.
«Finalmente ti ho trovata» il tono caldo e suadente, aveva una nota di rimprovero che non sfuggì a Sakura.
«Mi cercavi? Sono sempre stata qui »
«Nascosta  nelle tue stanze come accadeva da bambina, quando ti spaventavi per un incubo, o peggio.» disse mantenendosi abbassato, gli occhi fissi su di lei.
«Non sono spaventata. Avevo solo bisogno di riflettere» commentò senza inflessione di tono.
«Hai riflettuto, dunque?» chiese con un accenno di sarcasmo.
Sakura chiuse di nuovo le palpebre lentamente, respirando profondamente.
«Non come avrei voluto» disse poi.
Il silenzio prolungato di Sasuke fu più eloquente di mille parole. Dopo si alzò sui piedi, sistemandosi il colletto del mantello.
«L'idea di sposarmi ti terrorizza a tal punto da doverti rintanare?» chiese interrompendo il silenzio.
Sakura rivolse lo sguardo verso di lui, e accennò un sorriso.
«Credimi, sarebbe tutto molto più facile se fosse così»
Sasuke non trattenne un mezzo sorriso, le prese la mano e la tirò su da terra in un gesto fluido che la portò vicina a lui.
La guardò in modo divertito sistemandole delle ciocche rosa che erano uscite dalla mezza coda chiusa in un nastro blu.
«Hai messo su un bel teatrino prima, davanti a tutto il Consiglio, a tuo padre, tuo fratello, al tuo -ormai non più- promesso sposo del Deserto, persino davanti alla tua illustre maestra Senju-»
«Smettila Sasuke, sei crudele!» lo interruppe, cercando di allontanarsi. Ma lui la trattenne, con fermezza. Una mano le strinse la vita e l'altra si spostò dalla lunga schiena al collo sottile ed elegante, leggermente piegato in una posa che sapeva di attesa. Le affusolate dita di Sasuke ne percorsero l'intera linea, accarezzando con l'indice e il medio l'incavo tra la base e le spalle, le uniche parti di corpo non celate dal vestito.
«Lo so...» disse continuando il percorso sul braccio, sfortunatamente coperto dalla stoffa.
«Non avrei dovuto dire quelle cose, sono stata una sciocca»
«Di certo hai sconvolto i presenti, io stesso non avrei saputo fare di meglio» aggiunse con un sorriso accattivante mentre avvicinava le labbra alle sue, ma Sakura voltò il viso, negandosi.
«Che diavolo ti prende Sakura?» disse sprezzante a causa del  suo rifiuto.
«Non trattarmi come una stupida Sasuke, non trattarmi come loro...»
Lo sguardo di Sakura aveva una fermezza tale da renderlo insopportabile, Sasuke percepì chiaramente tutta la sua rabbia.
«Non so di cosa tu stia parlando, ragazzina» commentò abbandonando la stretta.
«Sasuke...» disse in un sussurro «E' la verità?»
L'Uchiha girò appena il viso, quel poco da mostrarle a stento il profilo del naso.
«Tu, tu...non ti fidi di me!» disse solo pieno di ira.
«Io mi fido di t-»
«BUGIARDA» urlò all'improvviso scattando. «Non eri tu quella che diceva "sceglierò sempre l'ultimo degli Uchiha?"»
«Ed è la verità! Io ti amo Sasuke»
«Dimostralo» disse tra i denti.
Sakura si avvicinò con lentezza, quando fu abbastanza vicina posò la mano sul  petto di Sasuke, all'altezza del cuore.
«So chi sei realmente, sono cresciuta con quel bambino. Ma con il tempo ho imparato a conoscere anche la malinconia, il tormento e l'odio dell'uomo che sei oggi. Non allontanarmi Sasuke, sono semplicemente preoccupata per te»
«So badare a me stesso» disse guardando il palmo della sua mano chiara, ancora aperto sul suo petto duro.
«Forse l'uomo sì, ma il bambino ancora no. Lui hai bisogno di me più di quanto tu intendi ammettere» disse e Sasuke avvertì una sensazione di calore nel cuore, sotto la sua mano.
«Sono sceso a patti con il Consiglio, con tuo padre, per riportarti qui. Non conta niente questo per te?» chiese allontanando la sua mano con un gesto brusco.
«Certo, e sono felicissima di essere di nuovo con te! E' proprio questa mia felicità a spaventarmi, sono dilaniata Sasuke...ho paura di non riuscire a riconoscere più ciò che è giusto da ciò che non lo è» ammise «Vorrei così tanto lasciarmi andare e smetterla di pensare ad altro se non a te, a noi...»
Sasuke la guardò negli occhi, si riavvicinò a lei, abbassando il viso.
«Allora fallo» sussurrò sulle sue labbra dischiuse per poi  poggiare lentamente la bocca sulla sua.
E appena ne sentì la consistenza, tutto scomparve nella mente di Sakura. Accettò quel bacio, perché per una vita intera si era sentita angosciata, alla disperata ricerca di salvare il suo amore che tutti dicevano perduto per sempre, e ora dopo tutto quel tempo, la voglia di toccarlo, baciarlo, sentirlo su di lei, era troppo forte per non assecondarla.
In poco tempo, Sasuke portò le dita sui lacci del vestito, velocemente li allargò per avere accesso alla sua pelle calda.
«Ti ho sognata ogni notte da quando sei andata via» disse con la voce roca, smorzata dal desiderio. «Anche io...» rispose con impeto, portando entrambe le braccia intorno al suo collo.
Bastò poco affinché i respiri diventassero più veloci, interrotti, bollenti. Sakura, impaziente, gli aprì il mantello, lasciandolo cadere a terra.
Sasuke, con abilità, aprì tutto il prezioso abito, che cadde ai suoi piedi lasciandola solo con la sottoveste, bianca e completamente trasparente.
Con la mano sulla sua vita l'allontanò appena per ammirarla : I capezzoli già turgidi sfioravano il tessuto leggerissimo, le spalle forti e ossute si muovevano a ritmo di un respiro smorzato, gli occhi languidi e splendenti lo fissavano pregandolo di farla sua in quell'istante. La riavvicinò accarezzandole la schiena, per poi scendere giù seguendo il profilo del sedere.
Sakura tremò contro suo volere, e prese lentamente a baciargli il collo, con le labbra roventi e la lingua umida che seguivano i sospiri carichi di Sasuke. Succhiando la pelle chiara del Traditore, con un gesto veloce, gli sfilò la cottardita grigia. Si prese un attimo per guardare le numerose cicatrici sul petto, scolpito dagli allenamenti, dalla guerra e dal dolore, per poi iniziare a giocare, sfacciata come mai lo era stata, con l'apertura dei suoi calzoni e infilare le dita oltre l'orlo.
«Sei imbarazzata»  soffiò lui, notando il rosso vermiglio che le colorava il viso. Eccitato, fece salire la mano sulla coscia scostando con poca grazia il tessuto leggero della sottoveste per arpionare la carne liscia.
«E questo ti piace da morire, non è vero fratellino?» disse in un sorriso malizioso, ripetendo le stesse parole che lui  le aveva sussurrato all'orecchio nella sala del trono.
«Non hai idea quanto» ammise con la voce rotta, mentre velocemente e senza preavviso infilò la mano tre le sue gambe.
Il corpo di Sakura rispose a quel tocco bagnando immediatamente le dita del Traditore, che continuavano ad accarezzare e spingere la sua intimità. I gemiti sommessi ovattarono l'udito di Sasuke che, afferrandola per un fianco, la trascinò sulla cislonga, senza che la sua mano lasciasse un secondo l'apertura calda della sua femminilità. Si stese su di lei e le morse il collo, strappandole un lamento di dolore e piacere.
Sakura si rese conto che era talmente eccitata da non pensare nemmeno più alla possibilità che lui avesse mentito a tutti, costruendo un astuto doppiogioco.
Bastava  poco per perdere il controllo e divenire totalmente incosciente. Era diventata creta nelle mani di quell'uomo.
«I vecchi del Consiglio... ti credono pura ed illibata, raggirata dal losco Traditore, cosa direbbero se ti vedessero adesso... con il corpo che mi implora di prenderti...»
Le disse sadico, tra morsi e baci.
Ma sebbene le sue parole fossero lame affilate, Sakura non riusciva a mettere a tacere i propri gemiti, si sentiva impazzire.
Perché, nonostante quelle frasi la mettessero in difficoltà, ciò che il suo spirito la spingeva a fare era semplicemente affidarsi?
Perché, nonostante una parte di lei voleva fuggire il più lontano possibile da lui, ciò che in realtà spasimava era il restare ad assaporare quel tocco abile ?
Sakura si era sempre considerata -ed era parimenti lodata- come una ragazza particolarmente assennata, coscienziosa e giudiziosa ma ora riusciva solo a pensare alle sensazioni che lui le dava, a come si sentisse finalmente bene, felice, amata, desiderata come aveva sognato per troppi anni.
E quindi al diavolo tutti, al diavolo Konoha, i complotti, le vendette, le guerre. Al diavolo il mondo intero, se significava essere stretta tra le sue braccia per l'eternità.
Al diavolo tutto per lui, al diavolo la sua moralità, i suoi valori, la sua anima.
«Perderei la ragione... pur di aver...ti con... me, Sa...su...ke» articolò a fatica, aggrappandosi al suo collo quando lui la penetrò con un unico movimento.
Ed era vero, perché un briciolo di luminosità già aveva lasciato la sua anima. Inconsapevolmente Sakura stava sfamando la sua parte oscura, celata, ma comunque presente in ogni essere umano.
Possesso, egoismo, risentimento vincevano.
E, sotto quell' incessante nevicata, la guerra tra i lupi andava avanti, Sakura strappava un altro brandello di se stessa.

Quelle parole rotte, impregnate di sudore e sesso, uscite dalle labbra gonfie di Sakura, accompagnarono le spinte di Sasuke, e il desiderio divenne incontenibile divorando le viscere degli amanti.
Sakura inarcò sinuosamente la schiena al passaggio della sua mano per poi sospirare quando questa raggiunse e strinse i suoi glutei.
«Ah...Sas..» la voce non le uscì perché ormai stava abbandonando qualsiasi controllo su se stessa, sul proprio respiro e sui gemiti di piacere che provava.
Sakura si stava dimostrando incredibilmente debole e schiava della carnale passione che stava vivendo, e le sembrava di avvicinarsi troppo a un qualcosa: qualcosa che l' aveva sempre affascinata come le infinite sfaccettature e imperfezioni di quell'uomo che amava ma che, rispetto a se stessa e a quello che incarnava, considerava un pericoloso nemico al quale non si sarebbe mai sottomessa.
Rialzò la mano, prima stretta tra i cuscini sopra la sua testa e tentò di posarla sul petto del Principe per frenare le sue spinte, ma invano;
Perché le scosse di piacere l' attraversarono con una potenza incredibilmente intensa, tanto da farle tremare, al tempo stesso, le cosce e il bacino sotto l'assalto dei suoi lombi.
Ogni suo sensuale gesto era una catena che la imprigionava nella lussuriosa cella che lui stava creando, ed i suoi languidi sospiri erano gli anelli che la tenevano salda ai suoi polsi.
E non voleva privarsene.
Non voleva fuggire... non più.
«Non smettere...»  un inusuale sospiro lasciò le sue labbra socchiuse nella foga dei gemiti che ormai si susseguivano in ripetizione: tremante, incerta... intimorita... mentre le mani si rialzavano e, con lo stesso tentennamento, si posavano sui suoi fianchi, chiudendosi e premendo su di essi nel bisogno che ormai aveva manifestato.
«Non ne ho alcuna intenzione, Sakura»  le sussurrò con provocazione sensuale  all'orecchio, continuando a spingersi in lei con una foga violenta che lasciava comunque costantemente spazio all'attenzione che il Principe riservava solo alla sua dolce sorella.
La visione di Sakura, così imbevuta di piacere, così gradualmente abbandonata a lui, era eccitante e dolce al tempo stesso...in quel momento, senza rimpianti, si sarebbe arreso a lei, concedendole ciò che nessuno al mondo avrebbe mai potuto ottenere, accettando e riconoscendo quella luce che sembrava assopita da anni nel suo spirito.

Sakura d'improvviso sentì un tonfo al petto, una forza che non  riusciva ad identificare le si smorzò nel ventre, per risalirle il petto come se avesse dei tentacoli.
"Brava Sakura... abbandonati..." - sussurrò una voce ad un orecchio, nella sua testa. Mentre Sasuke ghermiva possessivamente il suo bacino, che fece rialzare per arrivare sempre più dentro lei.
"Liberati di te stessa..." - concluse quel  sospiro femminile e lascivo; le fiamme del camino che illuminavano l'ambiente aumentarono in concomitanza con i sospiri pesanti che Sasuke non riusciva a reprime.
Un immenso gelo pervase immediatamente  il corpo della Principessa, la quale spalancò gli occhi con un'espressione allarmata sul viso perché non capiva a chi appartenesse quella voce, e quella richiesta era qualcosa su cui non aveva minimamente riflettuto e che la metteva in difficoltà perché significava concedere  molto più di quanto era disposta.
"No... non... non posso..." - pensò appena tra i gemiti che comunque non riusciva a trattenere per via dell'estasi sempre più intensa e vicina.
Non conosceva esattamente cosa possedeva e cosa quindi quella voce chiedeva, sua madre le aveva solo detto che era il Dono della Luce, e che quello appartenente a Sasuke era ugualmente antico, quanto il Tempo stesso e, sotto certi versi, incredibilmente più potente e maestoso, come colui che lo possedeva.
"...non chiedermi questo..."
Un' ultima implorazione quando ormai il suo cuore aveva già preso un battito incontrollabile, come una parte oscura del suo stesso spirito che, a sua volta, si stava risvegliando, richiamata.
Chiuse gli occhi e la sua fronte si corrucciò quasi cercasse di tenere a bada qualcosa divenuto ormai incontrollabile, ma il piacere che si stava diramando dentro di lei la stava già spingendo a lasciarsi andare inevitabilmente.
"Non devi averne paura, Sakura" - la incoraggiò la voce troppo simile alla sua... Era lei stessa a elaborare quei pensieri?
"Lascia la Luce! Non ti dimostrerai debole per questo... sarai solo più... libera...e ti sentirai sempre meglio. Accetta l'oscurità! "
"No... no, io non..." - ancora un tentativo di ritrarsi da parte di Sakura che parve però soltanto un eco lontano a confronto dell'immensa potenza della tentazione.

Poi, d'un tratto, il sussurro di Sasuke la salvò.
«Sakura» disse solo con voce roca, accarezzandole i fianchi e baciandole il collo mentre l' avvolgeva con il calore del suo corpo.

Sakura lo guardò e non poté fare a meno di ammirare lo splendore di quella creatura  che la sovrastava, ammantata di quell'alone mistico e oscuro
 
«Sa..sasuke, non voglio...perdermi. Aiutami...» ansimò mentre un'altra fitta di piacere le investiva i lombi.
Sasuke fu percorso da un tremito, non capiva, ma sapeva che nemmeno lui lo voleva.
«Non lo permetterò» sussurrò al suo orecchio. «Non...hai.. niente da temere, tr..a le mie braccia» 
Sakura annuì sorridendo lievemente. Non temeva Sasuke, nè ciò che la passione poteva portare, ma temeva se stessa e quanto avrebbe rinunciato per lui.
Le sue movenze si fecero meno veloci ma più intense, il contatto fra i loro corpi e i loro spiriti sempre più saldo e piacevole...
«Io...ti amo Sakura» le disse combattuto, fissandola negli occhi.
Sakura sentì il cuore mancarle di un battito, era la prima volta che Sasuke le diceva di amarla, e così senza accorgersene, il verde limpido delle sue iridi rilucette e la pelle assunse un bagliore caldo e argenteo che investì anche Sasuke che rimase con un'espressione confusa e intimorita come se, nonostante tutto, quel naturale ed intenso contatto tra loro lo turbasse profondamente.
Sakura sorrise, amabilmente, perché non appena Sasuke aveva pronunciato quelle poche lettere, aveva sentito diradarsi dentro di sè, nelle vene, una luce purissima e chiara come la luna, e quando sentì anche Sasuke concedersi al calore della sua luce, avvolse il Principe, che si ergeva sopra di lei, in un abbraccio reso ancor più intimo dall'aumentare dell'intensità del bagliore ammaliante di cui si erano avvolti.
Ormai smarriti in quel turbinio di sensazioni,  smisero infine di pensare a se stessi, ai propri passati, a ciò che erano diventati nel tempo.
Null'altro esisteva nei loro "essere" se non quello potente e radioso dell'altro che lambiva e si fondeva col proprio, ed anche i loro corpi parvero allora assumere la stessa liquida movenza.
Ad un tratto Sakura alzò una mano e la posò d'istinto sulla guancia di lui, con le falangi a rasentare il suo profilo, osservando il suo volto splendente quasi che non lo riconoscesse.
Socchiuse la bocca per parlare ma ne uscirono solo sospiri dell'estasi dei sensi che stava per esplodere dentro di lei.

Sasuke continuò a guardarla negli occhi semichiusi, accarezzandole le labbra dischiuse con il pollice;  accompagnando quel gesto a movimenti secchi, veloci e profondi dentro di lei, mentre la loro luce si fondeva, riscaldando e avvolgendo completamente i corpi di entrambi, che contribuì a far fremere e vibrare.
Oltre i sospiri e la carne, oltre quell'unione pura e mistica, le labbra di Sakura si inclinarono in un dolce sorriso e da esse scivolò quel solo sussurro...
«Siamo...un'unica anima...in un unico corpo ora...»
I contorni della realtà materiale di quel momento svanirono, perduti dietro l'immensità dell'Eterno che si stava sprigionando.
Ed, incontrollabile, Il tripudio dell’orgasmo l’investi simultaneamente, con le fronti imperlate e le bocche schiuse in un lamento vittorioso.

Quando Sakura posò, sospirando appena, la testa sul petto lievemente sudato di Sasuke capì che la guerra tra i due lupi era avvenuta dentro di lei così come avveniva dentro Sasuke, e che stava a loro decidere qual'era il lupo da saziare e che, forse, entrambi ne sarebbero usciti vivi.



Avevamo da sempre combattuto per qualcosa, ma in quel momento eravamo la stessa cosa, metà nell'ombra, metà illuminati dalle fiamme.
E la sua oscurità era divenuta la mia luce.





Anni prima 


Lei aveva detto loro di non farlo, lei glielo aveva fatto notare che poteva essere pericoloso, aveva detto loro che avrebbero dovuto non farlo, lei li aveva avvertiti.
Sakura aveva l’espressione più scura in volto che riusciva a mostrare una bambina di undici anni, la fronte corrugata, le labbra tese in una smorfia, le braccia congiunte al petto mentre scendeva il più rapidamente possibile dalla scogliera. Non poteva andare troppo veloce, aveva addosso un vestito color porpora che le intralciava i movimenti, i capelli lunghi rosa intrecciati per formare una treccia che le circondava l’intera testa con delle ciocche che continuavano ad andarle davanti alla faccia per via del vento che c’era quel giorno. Gettava continuamente uno sguardo verso l’acqua lì sotto, aspettando che comparisse una testa bionda e una nera, ma non succedeva.
Il cuore di Sakura cominciò a battere più forte man mano che passavano i minuti e lei si sbrigava a scendere, le iridi verdi fisse sull’acqua.
Niente. Non si muoveva nulla.
L’espressione precedente diventò preoccupazione, lei gliel’aveva detto ai suoi fratelli che continuavano a non ascoltarla, a fare di testa propria, a escluderla da quei stupidi giochi pericolosi.
Ma in quel momento, mentre correva in discesa nonostante fosse imprudente, non pensò neanche lontanamente al fatto che ancora una volta avesse avuto ragione lei, bensì che non riusciva più a vedere i suoi fratelli.


"Quando diventerò Re, guiderò la mia  flotta attraverso i mari più pericolosi, sconfiggerò pirati e mostri marini e infine scoverò tutti i tesori nascosti nei relitti" aveva detto Naruto guardando l'orizzonte. I capelli corti mossi dal vento estivo, gli occhi azzurri che riflettevano i raggi del sole di quell'infinita estate.
"Tsk... ma per favore, se non hai nemmeno il coraggio di nuotare a largo" lo aveva deriso suo fratello Sasuke, con un espressione di scherno sul viso perfetto;
e Sakura suo malgrado si era fatta uscire una stupida risatina.
"Ma se potrei buttarmi anche dalla scogliera!"
"Bene! Allora fallo" gli aveva detto Sasuke con un ghigno.
Sakura aveva assistito centinaia di volte a quei battibecchi e a quelle stupide sfide che sembravano divertirli tanto, ma buttarsi dalla scogliera le sembrava un po' troppo esagerato rispetto al solito.
"Ehi! Ma dove state andando, mica fate sul serio?" aveva urlato inseguendoli.
"Guardami Sakura, io non ho paura di niente" aveva risposto suo fratello maggiore, girando  la testa bionda verso di lei.
"Aspetta Naruto!" aveva urlato affrettando il passo, alzandosi il vestito lungo nel quale inciampava.
Quando finalmente li raggiunse erano all'estremità del dirupo, scrutando il mare agitato.
"Non...fate gli stupidi, è troppo...pericoloso" aveva detto riprendendo fiato.
"Io non ho paura...forse Sasuke ne ha" lo provocò Naruto che aveva già iniziato a sfilarsi gli stivali di cuoio.
"Tsk... facciamo a chi si butta prima?!" aveva incalzato imitando il suo gemello biondo.
"Smettetela! Potete farvi davvero male... E' troppo alto!"
"Allora...al mio tre!" l'avevano ignorata, come al solito.
"Fermi, vi prego!"
"Uno" aveva detto Sasuke portando un piede scalzo indietro, per darsi la spinta necessaria.
"No! Finitela, finitela!!" aveva urlato lei con la faccia più arrossata per la paura e la rabbia.
"Due..." gli aveva sorriso Naruto, mostrando i canini affilati.
"TRE" avevano urlato all'unisono, per poi lanciarsi nel vuoto.
Sakura aveva gridato terrorizzata. sporgendosi dal dirupo fino a vedere le loro teste sempre più piccole -data l'eccessiva altezza- scomparire tra la spuma del mare.


Quando arrivò al termine della scogliera, aveva le guance colorate di rosa, il respiro più affaticato e i capelli scompigliati.
Non urlò il nome dei suoi fratelli, non ce ne fu bisogno visto che loro erano lì.
Erano completamente fradici, dalla testa ai piedi, ma stavano sorridendo; quel sorriso imbecille che per un solo secondo fece tentennare Sakura che si stava dirigendo verso di loro con la furia in volto che aveva sostituito le lacrime di paura. Era tentata di dargliela vinta, di sorridere a sua volta, ma cacciò via quell’impulso non appena si avvicinò ai fratelli.
«Sasuke e Naruto Uzumaki, vi  rendete conto di quello che avete appena fatto? Di quello che dirà nostro padre non appena lo saprà?! » li fissò.
Uno sguardo carico d’ansia e preoccupazione, ma anche di rabbia. Perché lo avevano fatto, ma  non dovevano assolutamente farlo ancora.
«Era pericoloso! Se ci fossero stati degli scogli sotto? Eh? Sareste morti, ecco cosa!» il tono di voce della ragazzina si alzò, succedeva sempre così quando era arrabbiata, soprattutto quando i suoi  fratelli non l’ascoltavano e continuavano a fare di testa loro, incuranti dei pericoli.
E Sasuke e Naruto se ne restavano lì, con quello sguardo divertito sul volto.
«Oh Saku, calmati, stiamo bene, siamo vivi» il ragazzino con gli occhi neri scoppiò in una risata.
«Non per molto, quando lo saprà nostra madr- » ma la frase di Sakura venne bloccata da Naruto, che aprì i  palmo delle mani e mostrò a sua sorella quello che avevano trovato.
Erano tre semplici conchiglie, niente di elaborato, ma erano perfettamente integre.
«Le abbiamo trovate mentre risalivamo.Una vicina all'altra, nel bel mezzo degli abissi, come noi tre» spiegò il ragazzo, stringendosi nelle spalle e allungando la mano che teneva le conchiglie verso la sorella. «Tieni, una è per te.»
 Sakura poteva avere tutto quello che voleva, aveva bracciali, abiti, collane, tutte cose che erano invidiate e desiderate dal resto delle donne e bambine del paese, ma mentre suo fratello  gli porgeva quella conchiglia e le loro mani si sfioravano, realizzò che valeva molto di più di tutti quei preziosi gioielli che teneva nella propria camera, perché era un regalo di Naruto e Sasuke.
L’avevano trovata e l’avevano raccolta per lei. Mentre pensava a questo, suo fratello Sasuke la stava fissando.
«Non ti devi preoccupare per noi  Sakura, sappiamo badare a noi stessi» le disse.
«Mi preoccuperò sempre per voi! Siete comunque degli incoscienti e con molta probabilità lo sarete anche da grandi» ma stavolta lo disse con la voce più bassa, un sussurro lieve, continuando a rigirarsi il regalo tra le mani.
«Tienila con te» ripeté Naruto, mentre le sue le mani si misero su quelle di Sakura, chiudendogliele delicatamente e racchiudendo la conchiglia tra le dita della sorella.
«Finché ce l’avrai, noi saremo sempre con te e non ti dovrai preoccupare più.» quel contatto durò qualche minuto, e rimasero lì con le mani strette l’uno nell’altra.
Suo fratello Naruto sapeva sempre come farla tranquillizzare, come farla mettere a proprio agio. Dopo un po’ tolse la mano, stringendo ancora la conchiglia
«Allora voi terrete le altre due?»
«Certo, ognuno ha la sua. Così anche quando saremo lontani, ascoltando il rumore del mare, ci ricorderemo di non essere soli, ma di poter contare sempre l'uno sull'altro» rispose Naruto in un sorriso genuino, Sasuke era al suo fianco e anche se non sorrideva come suo fratello, i suoi occhi risplendevano della medesima luce mentre stringeva la sua conchiglia tra le mani. 
Non se lo spiegava ma le veniva quasi da piangere, era così felice che il cuore le pulsava frenetico.
« Non pensate che non lo dica lo stesso a nostro padre!» li canzonò lei sorridendo, e facendo una smorfia subito dopo iniziò a dirigersi verso il castello estivo, con Naruto e Sasuke completamente bagnati al seguito, che ridenendo facevano ridere Sakura a sua volta.
Naruto Sakura e Sasuke ridevano con la certezza infantile che mai niente sarebbe riuscito a scalfire i loro sorrisi.
  
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