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Autore: conlatestatralenuvole    09/12/2016    1 recensioni
Hansel è un uomo che trascorre le sue giornate in modo assolutamente ripetitivo e ordinario, tutto fino a quando non preme un interruttore in più.
Una mattinata sorprendente farà cadere Hansel nello sconforto più totale.
Genere: Comico, Mistero, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L'INTERRUTTORE IN PIÙ


Una cosa che Hansel non aveva mai capito era perché in quasi ogni stanza della casa ci fossero così tanti interruttori. E non quelli che accendevano le luci. Quelli avevano una loro utilità, ovvio. Piuttosto quelli finti, piatti, senza possibilità alcuna di farli scattare in alto o in basso, totalmente inutili, ma che comunque erano lì, sempre, sulla parete bianca, a farti confondere quando cercavi di accendere la luce in una stanza buia.


E proprio quella sera Hansel si trovava in quella condizione: la stanza buia e lui, che cercava a tentoni l'unico interruttore funzionante in mezzo ai tanti finti sulla parete dell'ingresso. Ne provò tre. Tre! Avava beccato tre interruttori finti su sei! E, finalmente, trovò quello giusto e lo fece scattare con un piccolo, appena udibile clic. Non accadde nulla. Riprovò. Nulla. Provò ancora una volta. Il nulla più totale. Doveva essersi fulminata la lampadina, pensò con un sospiro voltandosi indietro per andare ad accendere una luce nella stanza accanto. Ma, proprio mentre si voltava, andò a strusciare con il gomito contro l'interruttore e, con un altro lieve clic, la stanza si illuminò. Meglio così, pensò Hansel. Un problema in meno in quella casa che già sembrava iniziare a cadere a pezzi. Le crepe sul soffitto, l'umidità che macchiava le pareti, le tegole del tetto che facevano a turno a scollarsi ogni volta che c'era una tempesta, le porte scorticate, il rubinetto arrugginito nel bagno al piano di sopra.


Quello che Hansel notò subito dopo, però, lo sconcertò non poco. Dopo vari decenni, poteva dire di conoscere a memoria ogni millimetro quadrato della casa. Millimetro? Ma che dico? Decimillimetro, centimillimetro e forse ancora di più. Era sicurissimo, tanto sicuro da poterci scommettere la sua stessa vita con un serial killer, che in quella stanza ci fossero sei interruttori di cui uno solo funzionante. Era altrettanto sicuro, e anche lì, dire che ci avrebbe potuto mettere la mano sul fuoco era sminuente rispetto alla relatà dei fatti, che avesse cercato di far scattare tre interruttori finti, mentre il quarto si era rivelato vero. Al che aveva pensato di aver saltato il primo interruttore finto perché era proprio il quinto della serie ad essere quello giusto. Tutto questo tornava perfettamente con il fatto che, in quel preciso istante, alla luce della lampadina, poteva tranquillamente vedere il suo dito indice ancora attaccato al quinto interruttore. Ciò che lo aveva sconcertato, però, era che il quarto interruttore non era più piatto come lo era stato fino alla sera prima. Era piuttosto leggermente in rilievo, non tanto quanto il quinto, quello vero, ma era comunque diverso dai tre prima e dal povero, ultimo interruttore in fondo che non veniva quasi mai toccato.


Lo premette ancora un paio di volte e, in effetti, quel piccolo quarto interruttore faceva clic. Molto meno del quinto interruttore, ma faceva clic. La levetta si alzava e si abbassava e faceva clic ogni volta, ma non succedeva nulla. Nessuna luce si accendeva, e almeno questo era prevedibile, perché in quella stanza Hansel era certo ci fosse una e un'unica luce. Gli sarebbe venuto un infarto se avesse scoperto ci fosse stata addirittura un'altra piccola luce oltre che a un'altro piccolo interruttore.


Quella sera, Hansel, andò a dormire quasi normalmente, cercando a più non posso di evitare ogni possibile domanda che gli balneava in testa su come fosse finito lì quell'interruttore vero. E su dove fosse andato a finire il quarto interruttore finto. Probabilmente era solo la stanchezza, si era detto infilandosi sotto le coperte, non prima di aver controllato se altri piccoli interruttori fossero spuntati da altre parti nella casa. Sì, doveva per forza essere così, cercò di convincersi. L'indomani mattina si sarebbe svegliato, sarebbe sceso al piano di sotto, nell'ingresso, per andare a controllare la cassetta della posta prima di fare colazione come tutte le altre mattine e avrebbe notato con grande sollievo che c'erano sei interruttori, come sempre, i primi quattro finti, il quinto vero e il sesto finto come i primi quattro.


La mattina dopo, così, Hansel scese le scale, andò nell'ingresso con una giacca leggera sopra il pigiama a righe gialle e blu, pronto ad andare a ritirare la bolletta di turno insieme ai numerosi volantini di pubblicità e notò che... era esattamente come aveva previsto. La sera prima la stanchezza gli doveva aver giocato qualche brutto scherzo, infatti gli interruttori nella stanza erano esattamente quelli di sempre. Anche la lampadina era una sola, per fortuna. Prima di uscire, controllò tutta la casa. Era tutto terribilmente normale e ordinario. Nulla di insolito, insomma. Nulla di nulla.


Hansel allora uscì di casa e si diresse, tranquillo e sollevato, verso la cassetta della porta, il cui sportellino era proprio lì lì per rovinare al suolo. Con molta delicatezza infilò le piccole chiavi nella serratura. Anche le chiavi erano splendidamente ordinarie come lo erano sempre state. Che meraviglia, la normalità. Prese in mano le lettere e le esaminò una ad una.


Un volantino di una pizzeria che offriva coupon per le consegne a domicilio. Tornavano sempre utili quegli sconti, ma gliene avevano consegnato uno identico proprio la mattina precedente. Evidentemente al volantinaggio avevano messo due ragazzi diversi e avevano entrambi fatto lo stesso giro, uno appresso all'altro.


La pubblicità di una nuova gelateria che aveva aperto in città. Sembrava molto buona, e Hansel amava il gelato, ma anche quella l'aveva già ritirata la mattina precedente.


Una cartolina rosa che invitava a un concerto di benficenza che si sarebbe tenuto il seguente fine settimane nella cattedrale per raccogliere fondi da donare a un'associazione per la cura e la prevenzione del cancro al seno. Sì, ma aveva già deciso che ci sarebbe andato la mattina prima, quando aveva trovato nella cassetta della posta la stessa identica cartolina.


Ma ciò che turbò di più Hansel fu scartare la bolletta della luce. La stessa che aveva scartato il giorno prima. Lo stesso importo segnato a caratteri cubitali sul fondo. La stessa data.


Ma come era possibile? Anche se avessero per errore inviato due volte la stessa bolletta, sarebbero state datate diversamente, una al giorno di ieri e quella al giorno di oggi. Invece no. La stessa, spaventosa data. E Hansel aveva anche già pagato quella bolletta.


In quel momento, l'uomo ebbe un orribile senso di dejavù. La mattina prima, a quella stessa ora, in quella stessa giacca e in quello stesso pigiama, aveva preso e visto i quattro elementi nella sua cassetta della posta proprio in quello stesso ordine.


Il volantino della pizzeria, la pubblicità della gelateria, la cartolina del concerto e la bolletta della luce.


Il volantino della pizzeria, la pubblicità della gelateria, la cartolina del concerto e la bolletta della luce.


Hansel tornò in casa spaventato. Non era possibile. Conservava tutta la posta che gli interessava in un vassoio di porcellana che utilizzava come centrotavola in cucina, e ricordava perfettamente che la mattina precedente aveva riposto lì tutti e tre i volantini, non la bolletta, ovviamente, perché era andato a pagarla e poi l'aveva buttata. Entrò in cucina, dove normalmente a quell'ora avrebbe già messo su la macchinetta per il caffè, e sul centrotavola... Orrore! L'ultimo volantino, in cima alla pila dei volantini, era quello di un calzolaio che prometteva riparazioni a prezzi stracciati. Due giorni prima, quando aveva preso quel volantino, aveva pensato di conservarlo perché la suola delle sue scarpe nere da sera stava iniziando a scollarsi. Ce le avrebbe portate il giorno dopo il concerto di beneficenza, aveva pensato il giorno dopo, cioè il giorno prima, quando la cartolina era giunta a lui tramite postino o addetto al volantinaggio.


Controllò il calendario appeso accanto al vecchio televisore e... era segnata proprio la data di due giorni prima. Eppure Hansel girava tutti i giorni, la tazzina di caffè in una mano, la pagina del calendario, proprio prima di prendere il telecomando, sedersi sulla sua comodissima sedia a dondolo e guardare il telegiornale delle sette e trentadue. Il calendario avrebbe dovuto segnare la data del giorno prima, così che Hansel potesse cambiarlo alla data odierna proprio quella mattina mentre faceva colazione.


A proposito, il telegiornale doveva essere già iniziato. Ancora in piedi, accese il televisore e... conosceva bene tutte quelle notizie: le aveva già ascoltate il giorno prima. Solo che il telcomando aveva qualcosa di strano. Sì, perché c'era un piccolo pulsante in più che non c'era mai stato. Hansel lo premette e...


Il televisore si spense e si riaccese da solo. Il telegiornale delle sette e trentadue era già cominciato. Il presidente aveva finalmente approvato quella legge di cui il giorno prima si era tanto parlato. Hansel aveva il telecomando in una mano e la tazzina di caffè nell'altra, seduto comodamente sulla sua sedia a dondolo, il calendario segnava la data corretta, che era già stata diligentemente cambiata, sul vassoio di porcellana utilizzato come centrotavola, il volantino di un negozio di elettrodomestici e l'invito a una svendita di abiti di seconda mano sovrastavano il volantino della pizzeria, la pubblicità della gelateria e la cartolina del concerto di beneficenza. Tutto era tornato alla normalità.


Solo qualche stanza lì accanto, senza che Hansel se ne potesse accorgere, un interruttore in più era spuntato proprio accanto a quello regolare, prendendo il posto di quell'inutile interruttore finto che Hansel non aveva mai capito che cosa ci stesse a fare.

   
 
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