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Autore: Kodamy    20/05/2009    5 recensioni
6. La Canzone di Sally. (...le piace guardare Allen-kun. E' come guardare una piccola commedia...) [LenaleexAllen]
7. Newborn.(... le vostre anime si mischiano un po', a quella distanza...) [Jasdebi]
8. When you say nothing at all. (... la trentaseiesima volta è quella buona...) [MariexMiranda]
9. The Ballroom.(... il tuo corpo e il suo...)[14th!AllenxLenalee]
10. Hurt.(... la morte lo attende a Samarcanda...) [Kanda]
{1. Lenalee; 2. Allen&Mana; 3. Kanda; 4. CrowleyxEliade; 5. Lavi}
[Challenge-fics: drabbles & flashfics.]
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Allen Walker, Altro personaggio , Lenalee Lee, Rabi/Lavi, Yu Kanda
Note: Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
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I’ll Find a way (Miranda)

 

6. La Canzone di Sally – Nightmare before Christmas OST ( 1.48 )

 

Ho visto qualcuno che non era Allen-kun.

Illusione, illusione. Capriccio della mente. Allen-kun sorride.
Seduta in un angolino della zona degli allenamenti, Lenalee lo guarda allenarsi con Marie.

Le piace guardare Allen-kun. Sembra guardare una commedia, una piccola commedia dove tutto è sempre a lieto fine.

Allen-kun non perde mai speranza. Agli occhi del mondo, Allen è una creatura di luce.

Allora uccidetemi, per favore.

Non è vero, è una bugia così perfettamente architettata… oh, Dio mio, Dio mio (perché mi hai abbandonato?)

vorrebbe crederci anche lei.

Come vorrebbe anche lei un lieto fine…

(con lui )

Sa che non sarà possibile.

Purtroppo quel che sa del Vangelo è abbastanza, per sapere che fine fanno i Redentori.

 

 

7. Newborn – Muse (6.02)

 

Vi stringete un po’ più l’uno vicino all’altro, e vi abbracciate stretti. Il vostro sangue e le vostre fronti e i vostri capelli e le vostre anime si mischiano un po’, a quella distanza, ma non importa. Tanto siete sempre stati la stessa cosa.

Anche i vostri respiri si mescolano tra loro, e vi aiutate a respirare a vicenda mentre cercate di non fare rumore. A lui viene da ridere, e tu sorridi per stemperare la sua voglia di ridacchiare. Funziona, e finite per sorridere storto in due.

“I mostri, reverendo. I messi dell’inferno! Nella mia stalla, erano nella mia stalla!”

“Si calmi, signora Smith. E’ sicura che siano scappati da questa parte?”

Il calore delle loro torce di fuoco vi fa venire i brividi. Vi stringete un po’ di più dietro il cespuglio – le ferite gemelle sulla vostra fronte piangono in perfetta sincronia, come al solito. Anche loro sono gemelle, lo avete scoperto da poco. Gemelle, come la rabbia che ogni tanto vi prende, senza motivo – e i cavalli muoiono, ma non è colpa vostra.

“La terra li avrà inghiottiti! Demoni. Demoni! Benedirà la mia stalla con l’acqua santa, reverendo? Lo farà? Il demonio…”

Le torce passano e vanno via. Rimanete lì, accoccolati, perché state bene e perché la febbre brucia ma fa anche un bel calduccio se vi avvicinate alla fronte della vostra metà, e pensate di capire il motivo per cui viene d’inverno, è per far stare al caldo chi ti sta vicino, no? Ed è utile, pensate, è utile, e stupidi quelli che prendono le medicine! Ne, Dero? Ih!

“Che faticaccia nascondersi da questo Dio qui, peeerò,” mormora la metà di voi che non sei tu. “Dici che ci brucerà?”

“Chiudi gli occhi,” perché la fronte è bagnata e il sangue cola e le lacrime sono rosse e metalliche, e non salate “magari se facciamo finta di non esistere, non ci trova.”

Vi indispettisce, quando non succede. Non perdonare, dice una voce – ed è una sola, e vi unisce- nella vostra testa.

Anche la seconda volta, nascerete insieme.

 

 

8. When you say nothing at all – Ronan Keating (4.35)

 

La prima volta che, dopo averci girato terribilmente intorno, Marie tenta di baciarla, Miranda è terrorizzata.

Tanto che, con un esagerato saltello preso dal panico, finisce per inciampare nei tacchi – fra tante cose, proprio nei tacchi! – e finisce per cadere poco elegantemente per terra.

La seconda volta, riesce a stare abbastanza ferma. Forse un po’ troppo ostinatamente ferma. Talmente rigida che le viene un crampo al collo e non riesce a trattenere un gridolino e stringere la spalla di Marie un po’ troppo forte.

La terza volta, si impegna a rispondere al bacio. Finisce per far cozzare i denti contro i suoi, e graffiargli il labbro. Il sapore del sangue contamina il bacio, e Miranda si abbandona ad una profusione di scuse e, chinando freneticamente il capo, per la troppa foga finisce per sbattere anche la testa contro il mento del giovane uomo.

“Sono un disastro,” mormora, affranta, quando anche la quarta volta si conclude in un qualcosa di terribilmente imbarazzato perché, in qualche modo, si è dimenticata di respirare.

Marie sorride, ma non dice nulla. Con quel suo fare un po’ stoico, un po’ accondiscendente.

Ma sorride.

Ed il fatto stesso che la ami abbastanza per tentare anche una quinta volta – e una sesta, e una settima, e la pratica rende perfetti no? – è abbastanza per Miranda.

La trentaseiesima volta è quella buona.

(E Miranda non osa immaginare quanto ci vorrà per andarci  oltre, a quel semplice bacio )

 

 

9. The Ballroom – Gundam 00 OST ( 1.31 )

 

Ti cinge con un braccio. Ti stringe, e il tuo cuore si ferma.
La cattedrale è vuota, la luce filtra dai mosaici di vetro colorato.

Atmosfera da fiaba. Silenzio. Il battito riprende, sempre più veloce. Paura?

Predatore, il principe azzurro si è trasformato in predatore.

Non riesci a staccare gli occhi dai suoi. S’inchina, prende la tua mano.

I tuoi piedi danzano perfettamente coordinati assieme a quelli di lui – oh, lo sapevi, che eravate fatti per stare insieme.

Il tuo corpo e il suo…

Roteate, ancora una volta, e stai per cadere – debolezza, la battaglia ti ha spossata – ma gentilmente lui ti sostiene. E’ sempre stato un gentiluomo, lui. Ma quel sorriso storto, con cui ti guarda, è completamente fuori luogo.

Il tuo respiro è affannato. Vi fermate.

Allen-kun...?“

Silenzio.

“Ti ama, sai.”

Non c’è nessuno, però, che proverà pietà per il tuo urlo.

 

 

10. Hurt – Jhonny Cash (3.55)

 

Dicono che è troppo sicuro di sé. Cazzate.

Sa quali sono i suoi limiti. Sono linee taglienti di nero che gli vivisezionano il petto, non può ignorarli. Non è sicuro di sé quando li supera. E quando torna alla Home, guarda la clessidra e la sua vita e aspetta, e se non succede nulla, tira un sospiro di sollievo e torna a vivere – per un altro po’, solo per un altro po’.

Dicono che non ha rispetto per la sua stessa vita. Cazzate.

La vita è preziosa ed è qualcosa di terribilmente effimero – è un qualcosa che scorre veloce, come acqua in una clessidra. Non sabbia. Mai sabbia.

Dicono che gli piace il dolore. Cazzate.

Il dolore non gli piace, ma il dolore c’è. Sono soldati bambini, sono giocattoli – conoscono il dolore. Il dolore va sopportato e va celebrato perché ti ricorda che sei un uomo, e sei vivo, e puoi sentire e non sei un’arma da guerra, ma l’arma di questa guerra è solo un’estensione della tua anima, e l’altra parte è ancora lì, e soffre, ed è orribilmente rassicurante sentirla ancora soffrire.

Dicono che cerca la morte. Cazzate.

La morte lo attende a Samarcanda, sorride maligna. La morte più volte gli ha stretto il cuore tra le mani e più volte quel cuore – acqua che scorre in una clessidra, solo acqua – le è scivolato fra le dita. Scivolato via dalla morte, solo allora si rende conto di essere effettivamente vivo – ed è semplice logica, perché se non è morto, cos’altro può essere?  Cos’altro?

 

 

 

 

A/N: …perché mi annoiavo, e non mi andava di scrivere “and death goes on”. E perché questa challenge mi diverte immensamente. Oggi, poi, scrivevo abbastanza a ruota libera – quindi ho scritto un po’ tutto quello che mi passava per la testa mentre ascoltavo le canzoni. Pertanto qualcosa potrebbe sembrare inconcludente, può capitare quando si scrive di getto. L’unica cosa modificata dalla stesura immediata sono gli errori di battitura e gli effetti grafici dell’impostazione del testo. Non avevo tempo mentre scrivevo, di farli >_>”

 

 

  
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