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Autore: darkroxas92    10/12/2016    1 recensioni
Un universo finisce… un eroe si sacrifica per salvarlo… e Pikappa sparisce nell’oblio… O forse no?
Paperinik stavolta si ritroverà ad affrontare un nemico del tutto inaspettato! Con nuovi alleati e pericoli dietro ogni angolo, questa potrebbe rivelarsi la più difficile di tutte le sua avventure.
Dopotutto, come potrebbe mai affrontare Pikappa?
Seguito di “L'ultima avventura di Fantomius”
Genere: Avventura, Azione, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Paperina aka Paperinika, Paperino aka Paperinik, Un po' tutti
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
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09: Restarting! Capitolo 09: Restarting!
Gastone si avvicinò lentamente al mantello, per poi cominciare a calpestarlo per spegnere le fiamme. Quando riuscì nel suo compito lo sollevò, guardando incredulo il pezzo di stoffa che teneva tra le mani.
“No…” Mormorò, mentre in lontananza era già possibile sentire le sirene dei pompieri e delle ambulanze in arrivo, allertate dalla forte deflagrazione.
Gastone non era certo un fan di Paperinik, ma doveva riconoscere che la sottile pace di Paperopoli era merito suo. E ora le sue mani tenevano il mantello dell’eroe, parzialmente divorato dalle fiamme. Senza dire altro si avvicinò all’edificio esploso, dal quale usciva ancora fumo rovente.
“Paperinik!” Lo chiamò, senza però fare nessun passo in più. “Ci sei? Paperinik!”
A rispondergli fu il braccio estensibile dell’eroe, che fece volare via un pezzo di muro che lo copriva. Usando tutte le sue forze, Paperinik uscì allo scoperto. Aveva diverse bruciature, e la sua mascherina era andata. Ignorando il cugino, sollevò con tutte le sue forze il braccio libero dallo scudo, tirando fuori Pikappa da sotto macerie. Questi tuttavia era messo decisamente peggio di lui: il braccio che teneva lo scudo Extrasformer era sparito assieme a esso e il suo volto era totalmente bruciato.
“Che cosa stai aspettando?!” Sbraitò l’eroe, rivolgendosi finalmente a Gastone. “Un invito in carta bollata?! Ci sono altri feriti!”
“Pa… Paperino?” Balbettò lui incredulo.
“Allora?!” Urlò ancora suo cugino, dimostrando di non aver la minima intenzione di perdere tempo.
Gastone deglutì, per poi cominciare a saltare sopra le macerie, raggiungendoli.
“Prendilo e portalo lontano da qui.” Ordinò, per poi voltarsi. “Della! Paperina! Archimede! Lyla! Oliver! Mi sentite?”
“Ehi… potrei offendermi, sai?” Fece una voce ben nota all’eroe, mentre altre macerie si spostavano, rivelando il Razziatore, il quale teneva le braccia attorno a Dolly e Paperinika, che sembravano essere uscite relativamente indenni dall’esplosione, salvo qualche livido.
“State bene?” Chiese subito Paperinik, raggiungendoli.
“S-Sì…” Balbettò Paperinika. “Il Razziatore ci ha fatto da scudo…”
“Ho le piume dure io! Inoltre, gran parte dell’esplosione è stata presa da Pikappa…” Rispose il pirata, guardando in direzione dell’altro eroe, che stava venendo sollevato a fatica da Gastone.
“Muoviti!” Esclamò Paperinika, guardandolo.
Solo allora si rese conto che aveva perso gli occhiali che celavano la sua identità, motivo per cui il fidanzato la stava guardando incredulo.
“Ti spiegheremo tutto dopo, ora vai! Non devono trovarci qui, non ora, non così!” Disse Della.
“Già… ci sarebbero troppe spiegazioni da dare…” Proseguì la voce di Lyla, anticipando la sua uscita da sotto le macerie.
Doveva aver usato lo scooter di Archimede per proteggere lei, l’inventore e Oliver, che erano dietro di lei malconci ma salvi, dato che gettò via quella che sembrava una ruota fusa. Ma ciò che saltò all’occhio di tutti era che il suo rivestimento era quasi totalmente andato, rivelando il droide in tutto il suo corpo robotico. “Se Angus mi dovesse vedere così, sarebbe piuttosto difficile trovare una scusa valida… Lo sento già dire ‘Complotto di Paperinik che coinvolge una Lyla Lay robot’…”
“T-Tu sei L-Lyla?” Domandò incredulo Gastone. “M-Ma com’è possibile? Voi siete tutti-”
Ma il papero più fortunato s’interruppe quando lo scenario attorno a loro cambiò, sostituendosi con il piano segreto della Ducklair Tower.
“Zio!” Urlarono subito Qui, Quo e Qua, raggiungendo Paperino, che li abbracciò. “Stai bene!”
“Sì… Sì, stiamo tutti bene… è finita…” Rispose lui, mentre delle braccia robotiche uscivano dai muri, prendendo Pikappa e stendendolo subito su una barella che Uno aveva fatto uscire da chissà dove.
“Fortunatamente quel che resta del suo scudo era sufficiente per attivare ancora il teletrasporto.” Disse l’intelligenza artificiale, mentre una sua copia appariva su uno schermo accanto alla barella di Pikappa, al quale stavano venendo attaccati diversi cavi e tubi, mentre un altro arto meccanico aveva cominciato a medicare il braccio reciso. “Altrimenti non sarei riuscito a portarvi qui in tempo…”
“Come sta?” Chiese subito Oliver.
I suoi parametri vitali sono al minimo. Sto già studiando ogni manuale di medicina disponibile sulla rete, dato che non possiamo di certo portarlo in un ospedale.”
“La sua prontezza di riflessi ci ha salvati tutti quanti.” Commentò il Razziatore, per poi schiacciare un tasto sul suo bracciale, tirando fuori una micro-SD, che lanciò verso una della mani di Uno, che la prese al volo. “Là dentro ci sono i dati dell’intervento che ho subito all’occhio. Forse possono tornarti utili.”
“Sarei contraria al diffondere di notizie del futuro, ma stavolta credo farò un’eccezione.” Fece Lyla, mentre Archimede raggiungeva Uno, recuperando la borsa che aveva lasciato prima, quando era venuto a riparare il danno al braccio della Tempoliziotta.
“Uno, se non ti spiace vorrei usare qualche invenzione del tuo creatore per prendere dei pezzi di ricambio. Forse posso aiutarti a salvare Pikappa.”
La testa verde annuì, per poi alzare una tenda che impedì la vista dell’eroe ferito.
“C-Che cosa sta succedendo qui?” Chiese Gastone, il quale era rimasto praticamente sotto shock, per poi indicare Paperinik. “Il cuginastro è vestito dall’eroe più famoso della città e impugna pure la sua arma! Paperina è travestita da Paperinika! Della e suo marito sono vestiti anche loro come dei pagliacci! Poi c’è anche quel tipo gigante e un robot!”
“Sicuro che è tuo cugino, socio?” Domandò Uno, guardandolo. “Non mi sembra abbiate molto in comune. Incredibile a dirsi, ma mi sembra anche più stupido di te.”
“Ehi!” Esclamò il diretto interessato, togliendosi lo scudo dalla mano. “Per piacere, non offendermi paragonandomi a lui! Io sono molto più intelligente!”
“Per una volta concordo. Anzi, permetti?”
Paperinika si avvicinò a Paperino, prendendo lo scudo Extrasformer in mano e impugnandolo. “Paperina?”
“Come funziona? Così?”
Subito dopo aver detto ciò il braccio estensibile entrò in azione, colpendo sotto il becco Gastone, facendolo volare all’indietro e facendogli perdere i sensi.
“Questo è per essere scappato via come un codardo senza pensarci due volte!” Esclamò la papera, per poi restituire a un incredulo Paperinik la sua arma. “Grazie caro. Ah, quando si riprenderà puoi comunicargli che tra noi è finita?”
“Ribadisco il mio precedente commento.” Fece il Razziatore.
“Non per niente è una delle papere usate come base per il nostro codice.” Ridacchiò invece Lyla, attirandosi lo sguardo di tutti su di sé. “Che c’è?”
“Beh, devo dire che è stata una giornata decisamente più movimentata di quanto credessi.” Commentò Oliver, togliendosi la maschera.
“Papà… Mamma…” Mormorarono i tre gemelli, lasciando andare lo zio, che gli diede una piccola spinta in avanti.
“Ragazzi…” Cominciò Della con le lacrime agli occhi, per poi lanciarsi verso di loro e abbracciandoli. “Menomale che state bene… Non sapete che paura mi sono presa!”
“Beh, direi che sono stati introdotti bene nel nostro mondo. Venire rapiti subito da uno scienziato pazzo, non è qualcosa che succede a molti.” Ridacchiò Oliver, sollevato che era tutto finito bene per la sua famiglia. “Ma credo che d’ora in poi non raccoglierò più eroi precipitati dal nulla.”
“Ah, è così? Potrei decidere di fare una scappatina al prossimo luogo dove Phantom e Dolly annunceranno il prossimo furto.”
“Sarebbe inutile.” Ammise Della, sorridendo. “Non credo faremo altri colpi.”
“Cosa?!” Esclamò il Razziatore, incredulo. “Come sarebbe a dire?”
“Diciamo che non abbiamo più alcun motivo per continuare.”
“Allora resterete con noi?”
Il sorriso sul volto dei genitori si spense.
“Ragazzi…” Cominciò Oliver, chinandosi per poterli guardare negli occhi. “Ormai siete sufficientemente grandi per scegliere da soli. Io e la mamma abbiamo altre questioni da sbrigare. Questioni che non ci permettono ancora di restare per troppo tempo nello stesso posto.”
“Cos’è, siete anche agenti segreti?” Li prese in giro Paperino. “Dopo tutto quello che è successo oggi-”
“Proprio per quello stiamo per fare loro una domanda.” Lo interruppe subito Oliver, guardando la moglie, che annuì.
“Potete scegliere.” Disse lei. “Potete venire con noi. Vi prepareremo per ciò che dobbiamo fare. Rallenterà un po’ i nostri piani, ma è possibile. Oppure… potete restare ancora qui con Paperino, se lui è disposto.”
I tre paperotti si guardarono a vicenda, per poi spostare lo sguardo tra lo zio e i genitori.
Paperino sospirò. “Non nascondo che mi avete reso la vita difficile. Appena arrivati avete fatto di tutto per rendere la mia vita un inferno. Non so le volte che mi sono ritrovato in ospedale per colpa vostra. O ancora più indebitato con lo zione.” I tre gemelli abbassarono lo sguardo, mortificati. “Tuttavia, mentirei se dicessi che a ripensarci ora non ho amato ogni singolo istante passato con voi. Voi tre siete il motivo principale per cui combatto contro gli Evroniani. Voi siete la mia famiglia, i miei adorati nipotini… E questo non cambierà mai, qualunque sia la vostra decisione. La porta di casa mia sarà sempre aperta per voi.”
Qui, Quo e Qua si guardarono ancora una volta, per poi voltarsi verso i genitori. “Mamma, papà… Ci fa piacere che ce lo abbiate chiesto… ma vogliamo restare con lo zio.” Risposero assieme.
“Ci ha sempre aiutato e sostenuti.”
“E anche quando in passato cercava d’infastidirci, era solo per insegnarci a sopportare tutte le angherie.”
“Inoltre, senza di noi sarebbe perso. Chi lo sveglierebbe la mattina? O gli ricorderebbe di pagare i suoi creditori?”
“Ehi! Così mi fate passare per un pigro senza speranze!” Replicò Paperino, con un sorriso sul volto.
Della e Oliver annuirono. Sapevano che sarebbe finita così, e gli andava bene.
“Questa volta però cercheremo di farci vivi più spesso.” Assicurò il padre. “Basta solo che non mi mettiate più alcun petardo sotto la poltrona.”
“Nah, quella è roba superata. Ora, grazie alle Giovani Marmotte, possiamo preparare direttamente un composto in grado di creare uno strato di ghiaccio sul pavimento.” Dissero ridacchiando i gemelli.
“Ah, come vorrei che anche mio figlio fosse come voi.” Disse il Razziatore. “Sareste tre ottimi pirati temporali. Lui invece vuole fare il supereroe…”
“Tuo figlio vuole fare il supereroe?” Ripeterono Paperinik e Uno, per poi scoppiare entrambi a ridere. “Questo è il colmo!”
“Già… Ed è tutta colpa tua, visto che sei il suo idolo.” Replicò il pirata.
“Aspetta, ma tu non hai detto di venire dal 23° secolo?” Domandò Paperina.
“Sì, ma Paperinik resterà nella memoria dei terrestri per molto, molto tempo.”
“Abbiamo uno zio molto famoso!” Esclamarono felici i tre paperotti.
“Già… Tuttavia… temo dovrete aspettare per festeggiarmi.”
A quella frase i nipotini si zittirono di colpo.
“Che cosa vuoi dire?” Chiese Paperina.
“Avete visto di persona i rischi.” Fece l’eroe. “Ho rischiato di perdere quasi tutta la mia famiglia oggi, e questo perché una sola misera persona ha scoperto chi sono davvero. Non è che non mi fido di voi, ma conosco i miei nemici. Se dovessero anche solo pensare che sapete chi sono, vi potrebbero fare del male. Non sono disposto a rischiare.”
“Ci vuoi cancellare la memoria?” Domandò Qua.
“Proprio come ho fatto le altre volte che mi avete scoperto.” Rispose Paperinik, per poi alzare la mano, lasciando che Uno facesse cadere sopra di essa una scatolina bianca.
“Le altre volte? È già successo?” Domandò sorpresa Paperina.
“Sfortunatamente, ci sono state situazioni in cui sono stato costretto a rivelarmi. Queste sono le Car-Can, una delle invenzioni di Archimede. Rimuoverà i ricordi delle ultime ore.”
“Ma allora… tutto quello che abbiamo fatto oggi non avrà avuto-”
“No, non è così. Sono felice di come siamo riusciti a lavorare tutti assieme. Senza di voi, da solo, non ce l’avrei fatta.”
“Con noi sarebbe inutile. Dimenticheremo solo ciò che è successo oggi. Non Pikappa. Non il Razziatore. Non te.” Fece Della. “Ma tranquillo. Il tuo segreto resterà al sicuro come sempre. Dopotutto, chi andrebbe a pensare che noi abbiamo qualcosa a che fare con Paperinik? Siamo nemici in fondo.”
“Prima di cancellargli la memoria, però, c’è un’altra questione da sbrigare.” Intervenne Uno. “Pikappa probabilmente si riprenderà, con le cure mie e di Archimede dovrebbe tornare in forma come prima. Però… non può restare qui.”
“Perché no?” Chiese Quo. “Potrebbe inventarsi che somiglia allo zio per puro caso. Non sarebbe la prima volta. E nemmeno l’unico. Vi ricordate quella volta che Topolino ci ha raccontato del suo quasi clone?”
“Non è così facile.” Rispose Lyla. “Il problema è che sono la stessa persona. Fosse un vero clone si potrebbe ancora fare come dite… ma più tempo restano assieme, più rischiano entrambi. L’ordine dell’universo potrebbe anche decidere di cancellarli.”
“Può davvero succedere?” Esclamò terrorizzata Paperina.
“Nella mia memoria c’è quasi tutta la storia della Terra e non solo. So che ci sono forze che sfuggono alla nostra vista.”
“Non possiamo di certo mandarlo su un altro pianeta.” Rifletté Paperinik. “Però non mi attira nemmeno l’idea di scomparire… Cosa possiamo fare?”
“Lo porterò nel futuro con me.” Affermò il Razziatore. “Lì non ci sarà nessun pericolo per voi. Almeno, non fuori dalla norma.”
“Non puoi farlo!” Obiettò Lyla. “Questo potrebbe provocare guai! Inoltre, come vorresti spiegare la sua presenza?”
“Pare che qualcuno sapesse perfettamente quello che sarebbe successo oggi. Tanto che mi ha profumatamente pagato per venire ad aiutarvi. Cosa che credo potrei anche rifare in futuro. O nel passato, dipende dai punti di vista.”
“Di chi stai parlando?”
“Odin Eidolon.” Completò Uno. “È stato lui a chiederti di venire qui, vero?”
“Esatto, testa verde.” Rispose il pirata, ghignando. “E mi ha chiesto lui di portarlo nel 23° secolo. Ha detto che ha già preparato tutto.”
“Allora adesso non ci resta che aspettare… Intanto però farò dimenticare già tutto al cuginastro.” Fece Paperino, tirando fuori una Car-Can.
 
 
“Allora questo è un addio, eh?” Fece Della, guardando Pikappa.
Si erano tutti riuniti nel giardino della casa di Paperino per salutarsi.
Pikappa ora indossava un costume di riserva di Paperinik, che gli permetteva di nascondere il braccio artificiale, anche se grazie ad Archimede, che aveva usato le stesse piume sintetiche di Lyla per ricoprirlo, non doveva temere venisse scoperto.
Grazie ad Archimede e alle risorse di Uno c’erano volute solo poche ore per sistemarlo, e a parte qualche acciacco poteva dire di star bene. E lo stesso valeva per Lyla, la quale aveva già una nuova copertura.
“Temo di sì. Se il 23° secolo di qui è come il mio, non credo ci siano molte possibilità di vedersi.” Rispose, sorridendo. “Grazie ancora per tutto l’aiuto che mi avete dato.”
“Beh, alla fine sei anche tu mio cognato, non potevamo di certo abbandonarti.” Replicò Oliver, mettendosi il casco.
“Quando tornerete?” Domandarono i tre gemelli, guardando la madre sedersi nel sidecar.
“Spero presto. Vogliamo sbrigare un’ultima commissione, poi cercheremo di tornare, ma tranquilli: ci sentiremo di certo presto. Inoltre dovrò inventarmi qualcosa per giustificare la giornata di oggi. Che ne dite se vi mando un diamante?”
“Ehi! Avevate detto niente più furti!” Esclamò Paperino.
“Scherzo, scherzo. Vi manderemo dei buoni gelato. Inoltre, ora che Paperino per un po’ non dovrà preoccuparsi dei debiti con lo zione, potrete respirare un po’ di più.”
“Sembra che tu dia per scontato che mi indebiterò di nuovo…”
“La tua lista dei debiti è conservata al museo di storia.” Rispose il Razziatore. “Ha un’intera ala solo per lei, visto quanto è lunga.”
“Fantastico… passerò alla storia come il papero più indebitato di tutti i tempi.” Commentò lui sarcastico.
“Su con la vita. Avrai sempre l’altro museo a te dedicato, no?” Ridacchiò Della, per poi farsi seria. “Non ti arrendere mai. Non saremo al tuo fianco, ma ci fidiamo di te. Il destino della Terra è nelle tue mani.”
“Uao, tu sì che sai come farmi stare tranquillo.”
“Beh, alla prossima allora.” Fece Oliver. “Grazie per aver aggiustato la moto, Archimede. Oltre ovviamente ad avermi riportato come prima.”
“Dovere. Inoltre non potevo di certo lasciare come mostro il nipote di un amico di famiglia.”
Oliver sorrise, per poi schiacciare il pedale dell’acceleratore e partire a tutto gas, sparendo dopo pochi secondi.
“Bene, allora direi che è il momento anche per noi di andare.” Disse il Razziatore.
“Non subito però.” Rispose la voce di Uno, proveniente dal televisore all’interno della casa. “Sembra che la giornata debba concludersi con una visitina dei nostri amici viola.”
“Evroniani, eh?” Fece Pikappa, sorridendo. “Non so se riesco ad affrontarli: il braccio non è ancora del tutto sotto il mio controllo.”
“Beh, direi che prima di lasciarti alla pace del futuro puoi fare un ultimo incontro con loro. E credo verrò con te.”
“Come volete. Allora io vi precedo. Cercate di non farmi aspettare troppo, che non ho altro tempo da perdere.” Fece il Razziatore, per poi scomparire nel vortice del tempo.
“E adesso pensiamo a voi.” Disse Paperinik, voltandosi verso i nipoti e Paperina.
“È arrivata l’ora di dimenticare, vero?” Chiese Qui, sospirando.
“Già, ma non preoccupatevi. Stasera, non appena rimandati a casa gli Evroniani, vi porto a mangiare una pizza per scusarmi della giornata che avete avuto.”
“Scherzi?!” Rispose assieme. “È stata una delle giornate più emozionanti di sempre!”
“E me, signor Paperino?” Domandò Paperina, guardandolo con un finto broncio.
Il papero sospirò. “Io vorrei davvero tanto tornare con te, ma hai visto, è troppo pericoloso. Per il momento non posso fare nulla. E non posso chiederti di aspettarmi.”
“Stupido!” Esclamò subito lei. “Dimenticherò pure tutto quello che ho scoperto oggi, ma non credere che ti lascerò andare via così facilmente! Promettimi solo… che una volta che questa invasione sarà finita, tornerai da me. E poi dovrai anche raccontarmi chi era questa Xadhoom.”
“È gelosia quella che sento nella tua voce?” Ridacchiò Paperinik. “Non preoccuparti. Era solo un’amica. Un’amica che si è sacrificata per il suo popolo. Se di notte guarderai le stelle, con un po’ di fortuna potresti anche riuscire a vederla.”
“Come?”
“È il sole che illumina il pianeta dove si è trasferito il suo popolo. Continuerà ad aiutarli così.”
“Una tua amica è diventata una stella?” Esclamarono increduli i paperotti.
“Già. E tra parentesi, il suo nome significa creditore. E gli Evroniani erano i suoi debitori.”
Paperina sorrise, mentre prendeva la Car-Can, imitata da Qui, Quo e Qua.
I tre gemelli la mandarono giù subito, portandosi poi la mano sulla fronte per il mal di testa provocato dalla perdita di ricordi. Paperina li seguì subito dopo.
“C-Cos’è successo?” Balbettò Qui, sbattendo le palpebre un paio di volte, per poi spalancare gli occhi quando vide Pikappa. “P-Paperinik!”
L’eroe dell’altra dimensione sorrise debolmente. “Sì, è il mio nome. Ma che vi prende? Sembra che vi sia venuto un mal di testa.”
“G-Già…” Mormorò Paperina, per poi guardare Paperino. “Che cosa ci faccio qui? Dov’è Gastone?”
“Non lo so.” Rispose il papero, senza riuscire a nascondere un velo di tristezza nella sua voce. “Sei venuta qui solo per dirmi che noi paperi alla fine siamo tutti uguali.”
“Confermo. E nemmeno la mia presenza ti ha impedito di prendere a schiaffi il mio amico senza alcun apparente motivo.” Dicendo ciò Pikappa indicò l’ormai pallido segno delle dita sulla guancia di Paperino, che lo guardò male in risposta.
“Beh, questo mal di testa non mi permette di ricordarlo, ma sono sicura che se l’è meritato. Avrà sicuramente detto qualcosa di stupido!” Detto ciò si voltò, dirigendosi verso l’uscita del giardino.
“Come mai Paperinik è qui?” Domandò Qua.
“Ero venuto a parlare con Paperino di una questione. Mi serve il suo aiuto, perciò mi permetto di prenderlo in prestito per un po’.”
Come se avesse risposto ai suoi pensieri, la P-Kar arrivò in volo, atterrando nel giardino.
“Tornerò presto. E vi voglio pronti, stasera vi porto fuori!” Disse Paperino, cercando di non ridere per la situazione, mentre saliva sulla macchina assieme a Pikappa, per poi volare via.
Poco lontano Paperina osservò la P-Kar allontanarsi, quindi sputò la Car-Can, prendendola in mano.
“Spiacente caro. Farò come vuoi e per il momento starò lontana, ma non dimenticherò il vero te.” Mormorò sorridendo, mentre con la mano polverizzava la caramella.
 
 
“Sicuro che sia una buona idea, Generale?” Domandò un soldato Evroniano, mentre assieme al resto del plotone si avvicinava a Paperopoli.
“Osi mettere in dubbio la mia tattica?” Replicò lui, guardandolo con rabbia. “Abbiamo tenuto sotto controllo le frequenze radio terrestri, e sappiamo per certo che Paperinik è rimasto ferito in un’esplosione, dati i resti del suo costume trovati nell’area. Non appena ci vedrà, ci raggiungerà, e noi ne approfitteremo per eliminarlo una volta per tutte!”
“Oh, ma che carini. Organizzate una festa per me?” Commentò la voce dell’eroe, che risuonò nell’aria grazie agli altoparlanti della P-Kar, che sfrecciò a tutta velocità contro di loro.
“Per Evron!” Urlò il Generale, ordinando ai suoi uomini di attaccare non appena la macchina volante si fermò, ma il suo entusiasmo si spense quando il portellone si aprì, rivelando non uno ma ben due Paperinik.
“Allora, ho sentito che ci stavate cercando.” Disse Pikappa, impugnando una pistola laser, mentre il suo gemello alzava l’Extrasformer. “Possiamo aiutarvi?”
“D-Due Paperinik?!” Esclamò uno dei soldati. “Che cosa facciamo Generale?!”
Il loro capo deglutì, per poi voltare la tavola volante. “Ritirata immediata!”
I suoi uomini non attesero una replica dell’ordine, e in pochi secondi l’intero plotone scomparve nel cielo.
“È andata decisamente meglio di quanto pensassi.” Commentò Paperinik, sorridendo.
“Non avevo mai fatto un simile effetto agli Evroniani prima d’ora. E dire che non ho potuto nemmeno provare il mio nuovo braccio.”
“Vedrai, in futuro avrai molte possibilità. Il crimine non è scomparso, sai?”
“Vedrò. Non posso di certo andare in giro vestito come te.”
“Io so già che me ne pentirò… sto portando a casa quello che probabilmente diventerà il mio secondo nemico.” Disse il Razziatore, apparendo alle loro spalle e restando sospeso in aria.
“Su con la vita. Tuo figlio potrà chiedergli un autografo senza doverti rubare la cronovela.” Ridacchiò Paperinik, facendo sbuffare il pirata.
“Bah. Direi che la nostra collaborazione finisce qui. Io ho fatto quel che dovevo.” Detto ciò prese per un braccio Pikappa. “Sei pronto?”
L’ultimo Guardiano della Galassia annuì. “Allora… Addio, Paperinik.”
“Addio Pikappa. È stata un’esperienza strana, ma direi istruttiva.”
“Lo stesso vale per me. Buona fortuna con l’invasione!”
“Grazie.” Detto questo Paperinik guardò Pikappa scomparire assieme al Razziatore.
 
 
Il Guardiano della Galassia osservò la città del futuro dalla finestra.
Il Razziatore lo aveva lasciato in quella stanza, dicendo che presto sarebbe arrivato qualcuno a spiegargli tutto quanto. Dopodiché era sparito.
“È abbastanza diversa dalla Paperopoli del 23° secolo che ho visto io…”
“Quando si viaggia per le dimensioni, può succedere.” Rispose una voce.
Pikappa si voltò di colpo, ritrovandosi a guardare un papero dai lunghi capelli neri con striature verdi, come il suo vestito, che lo stava fissando con le mani dietro la schiena.
“Tu… chi sei?”
“Il mio nome è Odin Eidolon. Sono il presidente delle Industrie Eidolon, una delle fabbriche di droni come la tua amica Lyla. È un piacere rivederti, Pikappa.”
Sentendo ciò l’eroe sbatté le palpebre un paio di volte. “Scusa, ma temo che questo sia il nostro primo incontro.”
“Oh, invece credo tu mi abbia già incontrato, e molte volte.” Continuò Odin, sorridendo. “In più versioni. Una volta mi dissi che ero il tuo maestro, anche se io personalmente non lo sono mai stato.”
“Scusa, ma temo ancora di non capire.”
Il papero del futuro non fece sparire il sorriso, e cominciò ad avvicinarsi alla finestra, fermandosi di fronte ad essa.
“Eidolon può significare ‘immagine’, ‘simulacro’, ‘fantasma’… Mentre Odin è un numero. Ti viene in mente qualcuno?”
Pikappa restò a fissarlo per qualche secondo, per poi spalancare di colpo occhi e becco.
“UNO?!?!” Urlò incredulo, indicandolo.
“Almeno tu ci sei arrivato. Paperinik, nonostante gli abbia ripetuto chiaro e tondo le ultime parole che gli ho rivolto prima del nostro addio, non c’è mai arrivato.”
“M-Ma come… Com’è possibile?”
“Non hai detto tu stesso che in un futuro alternativo eri diventato un droide? Se ci sei riuscito tu, che eri un essere vivente, credi fosse così impossibile per un’intelligenza artificiale? Anche se devo ammettere che senza l’aiuto del mio vecchio padrone non sarebbe stato possibile.”
“Intendi Everett Ducklair? Nel mio universo era anche lui un Guardiano, e ti aveva creato usando se stesso come base.”
“Oh, qui la storia è molto diversa. Vieni, che ne dici se ne parliamo davanti a una tazza di tè? Se ben ricordo, devi essere ancora ferito per la battaglia contro Vendor. Così potrò anche parlarti di ciò che ho in serbo per te…”
Pikappa annuì. “Basta solo che non si tratti di lucidare monete.”
“Oh, no, no, tranquillo. Oliver non ha preso le abitudini di tuo zio per quanto riguarda lo schiavizzare i parenti indebitati. Anche se ho sentito che adora tuffarsi in una piscina piena di monete d’epoca.”
“Oliver… chi?”
“Oliver Paperino ovviamente. Uno dei più grandi soci della mia azienda. Sai, è anche piuttosto interessato a conoscerti. Ha tanto sentito parlare di te dai racconti di famiglia.”
Odin ridacchiò nel vedere che Pikappa si era fermato qualche passo dietro di lui, letteralmente paralizzato per la sorpresa.
 
 
“Credi abbiamo fatto bene?” Domandò Della al marito, urlando per superare il frastuono della moto.
“La missione era quella. Ci abbiamo messo un po’ di anni, ma alla fine ci siamo riusciti.”
“Detesto aver dovuto mentire ancora… anche al Razziatore. È un buon amico in fondo.”
“Oh, sì, lo è. E anche se lavora per il nemico, lo si può considerare un prezioso alleato. Anche se spero di non dover più aver bisogno del suo aiuto. Se l’Organizzazione dovesse scoprirlo…”
“Fortunatamente, non ha ancora tanto potere.” Disse subito Della. “E ora dobbiamo pensare alla prossima mossa. Il capo si è fatto vivo?”
“Non ancora, ma dubito ci contatterà presto. Dopotutto, devono ancora trovare lui…”
“Allora per qualche anno dovremmo essere a posto. Potremmo fare ancora qualche colpo, sai, per sicurezza. Casomai dovessimo chiedere ancora aiuto a qualcuno…”
“Beh, in quel caso dovremmo inventarci nuovi nomi e costumi. Tuo fratello potrebbe non esserne proprio felice.”
“Dovrebbe prima venirlo a sapere. E non credo sarebbe facile per lui.” Ridacchiò Della. “Hai idea di chi abbiano mandato a prenderlo?”
“Un novellino credo. Dev’essere qualcuno di insospettabile. Non è stato facile nasconderlo in mezzo a tutte quelle macerie. Speriamo solo che ne sia valsa davvero la pena.”
 
 
Un poliziotto sbadigliò. Era stato messo a guardia delle macerie dell’edificio esploso in attesa di ulteriori indagini.
Per questo fu sorpreso quando un papero piuttosto grosso, vestito di nero, con folte sopracciglia e un pizzetto biondo si avvicinò, tenendo in mano una valigetta nera.
“Alt. La zona è interdetta al pubblico.” Lo fermò subito l’agente. Salvo vedersi passare subito un foglio dal papero, che non disse una parola.
Pochi secondi dopo l’agente, che era sbiancato visibilmente, si spostò di lato. “M-Mi scusi… non sapevo… non ero stato avvertito…”
“Vattene. Qui ci penso io.” Disse il papero con voce atona, ricevendo un assenso.
Senza attendere oltre cominciò a camminare sui detriti, fino a raggiungerne uno ben preciso.
Senza troppa fatica lo spostò, per poi sorridere.
“Eccoti qui…” Mormorò, per poi aprire la valigia e collocare al suo interno l’oggetto raccolto.
Senza fare altro tornò sui suoi passi, entrando subito in una macchina nera, che lo portò via.
Dopo qualche minuto raggiunse un palazzo diroccato.
Senza indugi scese dalla macchina per entrare al suo interno e attraversò diverse porte. Impiegò un paio di minuti per arrivare a destinazione. Si ritrovò in una stanza con un enorme monitor, sopra il quale c’era il disegno di un’aquila stilizzata.
“Deduco che la missione sia riuscita.” Fece una voce proveniente da esso.
“Senza alcun problema. Era proprio dove ci era stato riferito.” Disse, posando la valigia sulla scrivania sotto il televisore, aprendola.
Pochi secondi dopo lo scudo Extrasformer di Pikappa si mostrò ai due: visibilmente danneggiato dall’esplosione, ma intero.
“Ottimo lavoro. B-Black.” Fece una seconda voce.
Il papero si girò, ritrovandosi così a guardare Roh.
“Oh, ci sei anche tu, Agente C?”
“Sono tornata il prima possibile. Ero curiosa di vedere cosa avrebbe fatto il nostro obiettivo. Peccato sia arrivata tardi.”
“Se ti dedicassi a tempo pieno, non avresti questi problemi.”
“La copertura dell’Agente C è per noi fondamentale.” Intervenne la voce dal televisore. “È merito suo infatti se la missione di oggi è andata a buon fine. Suo e degli altri due nostri agenti in trasferta.”
“Ma ancora non capisco il perché.” Commentò B-Black. “Non servirebbe più a Paperinik che a noi?”
“Oh, sì, senza dubbio. Ed è proprio per questo che vi ho chiesto di prenderlo. In futuro gli tornerà utile che sia in nostro possesso. Ora, Agente C, l’hai ritirato?”
Roh annuì, per poi tirare fuori dalla borsa una piccola scatola.
“Davvero quello risolverà il nostro problema?”
“È un avanzato programma informatico. Con il giusto input risponderà perfettamente alle nostre necessità. E quell’input arriverà direttamente da noi tra qualche anno sotto l’aspetto di un papero qualsiasi.”
“Sa capo, a volte ho la netta impressione che lei conosca il futuro”
 
“Insomma… tutto quello che prevede diventa realtà.”
“Oh, no, non direi proprio. Il futuro è una cosa molto volubile… Diciamo solo che so quali fili tirare. Il programma che avete ricevuto è denominato ‘Nido’.”
Odin Eidolon sorrise, mentre incrociava le dita e guardava lo schermo, che mostrava B-Black e l’Agente C.
“E si può dire, per quanto è avanzato, che provenga da un altro mondo.”
   
 
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