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Autore: Montana    10/12/2016    4 recensioni
Inghilterra, 1914.
La Grande Guerra sta cominciando a scuotere l'Europa, e i suoi venti di distruzione e paura arrivano fino alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts.
Newt Scamander vorrebbe solo occuparsi di bestie magiche.
Leta Lestrange ha progetti bizzarri e nessuno scrupolo.
Amelia Prewett farebbe qualunque cosa per non vedere i suoi amici soffrire.
Esperimenti contro natura, una storia d'amore, l'emblematica lealtà degli Hufflepuff.
E una sola, grande domanda: cos'è successo a Newt Scamander?
Genere: Azione, Generale, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Famiglia Lestrange, Newt Scamandro, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Newt Scamander's Saga'
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I
Dove vengono presentati i nostri eroi


1 Settembre 1914
Hogwarts Express, ultima fermata
Sera


Faceva freddo, ma non pioveva. Il che era piuttosto singolare, per l'Inghilterra di fine estate, ma forse era un piccolo regalo agli studenti della Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts perché iniziassero al meglio il loro anno scolastico. Perché dopotutto arrivare a scuola su carrozze trainate da creature invisibili era più comodo se non pioveva e non dovevi ripararti dagli schizzi di fango fin troppo visibili che quelle provocavano.
Comunque il giorno dopo sarebbe ritornata la pioggia, se lo sentiva nelle ossa. E non era un modo di dire, la caviglia destra gli faceva sempre male quando doveva cambiare il tempo. Merito di un morso di Dugbog mal curato.
«Mi scusi signor Prefetto, dove dobbiamo andare?»
La voce di un bambino, probabilmente del primo anno, lo fece sobbalzare.
«Dipende, quanti anni hai?»
«Undici signore, ci hanno detto di andare dai Prefetti delle nostre Case ma io non ho ancora una Casa, signore.»
Non era per niente a suo agio a sentirsi chiamare così tante volte signore, ma siccome il piccoletto gli ricordava lui alla sua età gli rispose sorridendo «Allora devi andare con il guardiacaccia, il signor McKenzie che è laggiù, lo vedi?»
Un sorriso sollevato si dipinse sul volto del piccolo «Grazie signore!» Squittì, prima di fiondarsi verso i suoi coetanei.
Anche lui stava per fare lo stesso, quando una risata e un piccolo applauso alle sue spalle lo inchiodarono sul colpo.
«Però, signor Salamander, come siamo diventati formali ed estroversi!» Esclamò la voce che aveva riso.
Newton Artemis Fido Scamander, per i pochi amici Newt, Salamander solo per lei, si girò con uno sguardo seccato e un malcelato sorriso sulle labbra «Prewett, come ti ripeto ormai ogni anno, sarai la mia rovina.»
Amelia Prewett, per gli amici Amy, continuò a guardarlo sorridendo, felice di rivedere finalmente il suo migliore amico.

Newt Scamander aveva pochi amici, anzi, quasi nessuno.
Non piaceva molto alla gente, aveva quel qualcosa di un po' troppo eccentrico che gli faceva sempre dire o fare qualcosa di sbagliato al momento sbagliato, guadagnandosi quelle occhiate perplesse e con un po' di compassione che detestava. Quindi aveva imparato a stare bene da solo.
Amy però era tutta un'altra storia. Era l'unica persona con cui avesse mai sentito una connessione istantanea, come un click.
Si erano incontrati per la prima volta nella sala comune Hufflepuff, la mattina del secondo giorno del loro primo anno. Newt era sceso presto, era ancora un po' eccitato dalle emozioni della sera prima e aveva bisogno di stare un po' da solo. Ma aveva trovato qualcun altro che aveva avuto la sua stessa idea.
Al centro della Sala Comune c'era una ragazzina piccola e con lunghi capelli scuri, che accarezzava la sciarpa giallo-nera che aveva al collo mentre si guardava attorno con aria dubbiosa e quasi infastidita.
Resosi conto di essere nel punto cieco della ragazza, Newt aveva cercato di tornare su senza fare rumore per non farsi notare, ma nella sua innata goffaggine era inciampato in uno scalino ed era caduto rovinosamente al suolo. E lì era rimasto, cercando di mimetizzarsi col tappeto.
«Credo che ti abbia sentito tutta la Casa, non so quanto senso abbia rimanere steso lì.» Aveva detto lei dopo qualche minuto.
Lui si era alzato di scatto, rischiando di inciampare in una sedia «Scusa, non ti volevo disturbare. Cercavo solo un posto per stare da solo, ma a quanto pare hai avuto la mia stessa idea. Torno su, scusami.»
«No, no, resta pure. Mi stavo solo ponendo delle domande filosofiche alle quali non so dare risposta.»
«Ah... T-tipo?»
«Cosa ci faccio qui? Io sono Ravenclaw. Ho studiato tutta l'estate, mi sono portata avanti in tutto, ho imparato a memoria centinaia di indovinelli, e ieri sera sono stata smistata qui. Perché?!»
Newt aveva sentito un sorriso allargarglisi sul volto, mentre si avvicinava a lei «Beh, è un sacco di lavoro, ti devi essere impegnata un bel po'... Cosa pensi di fare?»
Lei si era finalmente mossa dalla sua posizione, scrollando le spalle e girandosi verso di lui «Niente, solo essere un'ottima Hufflepuff. Sono qui, sarò fedele alla mia Casa. Ah, comunque io sono Amelia Prewett, mi puoi chiamare Amy.» Aveva aggiunto, rendendogli la mano con un sorriso.
«Newton Scamander, ma puoi chiamarmi Newt.»
Gli anni erano passati, e Amy si era rivelata la migliore Hufflepuff della storia (anche se Newt non avrebbe mai osato dirglielo), leale fino alla morte, paziente e una gran lavoratrice. Era cresciuta moltissimo, diventando alta quasi quando lui, e aveva tagliato i capelli corti com'era la moda dell'epoca. Era rimasta al suo fianco a prescindere dalle stranezze, e i due erano ormai diventati inseparabili.
Amy sapeva perfettamente come la pensava il suo amico sul contatto fisico non richiesto, quindi si limitò ad avvicinarsi sorridendogli, aspettando che fosse lui a prendere l'iniziativa. Newt non amava abbracciare, quindi si limitò a darle un buffetto amichevole sul naso «Devi smetterla di prendermi in giro, stavo solo aiutando un povero bambino indifeso. Il che non rientra nelle mie mansioni, sono solo un Prefetto, non un Caposcuola. A proposito, sai chi è stato nominato quest'anno?»
«Mh sì direi di sì. Un certo Collins di Gryffindor e una certa Prewett di Hufflepuff...»
Newt sgranò gli occhi «Sul serio? Oh Amy, sono così felice per te!» Le disse, sporgendosi in avanti come per abbracciarla, salvo poi bloccarsi a metà strada con le braccia sollevate in una pozione imbarazzante, perché per quanto si ripetesse che era una procedura standard del codice di comportamento umano proprio non riusciva ad abbracciare la gente. Amy lo guardò intenerita per un secondo, poi riprese il suo solito cipiglio «Hai capito bene Salamander, quindi ti conviene stare ai miei ordini se non vuoi che ti tolga punti.»
«Non lo faresti mai, sei troppo Hufflepuff.»
«Salamander, ribadisco, non ci siamo proprio. Ora carica il mio baule su quella carrozza e inizia un po' a raccontarmi le tue avventure estive, che saranno sicuramente più interessanti delle mie!»



Sala Grande
Ora di cena


A tavola, davanti a un buon pasticcio caldo, i due parlavano delle loro vacanze.
Newt era stato in Polonia alla ricerca dei Berretti Rossi, Amy avrebbe dovuto raggiungerlo ma si era fatta male a una spalla quindi era stata costretta a passare l'estate a casa in Scozia.
«E dimmi, Pastry come sta?» Gli chiese, servendosi il purè.
Lui emise uno sbuffo frustrato «Per la milionesima volta, si chiama Lungo Artiglio. Non Pastry.»
«È il mio ippogrifo, decido io come si chiama!»
«Non è che perché ha deciso che gli stai simpatica allora è diventato il tuo ippogrifo.»
«Lo dici solo perché a te si rifiuta di inchinarsi. Gli hai detto che mi mancava e che ero tremendamente dispiaciuta di non poterlo venire a salutare?»
«Sì, l'ho fatto. Mi sembrava di avertelo scritto in ogni lettera in cui me lo ricordavi. E sì, prima che tu me lo chieda, l'ho detto anche a mia madre. E mi è sembrata più dispiaciuta lei di Lungo Artiglio.»
«Pastry.»
«Va bene, Pastry. Ah, sei invitata da noi per le vacanze di Natale, nel caso avessi qualche dubbio. Le passi da noi da quattro anni, ma mia madre ci teneva a ribadire il concetto con largo anticipo questa volta.»
«Penso non ci siano problemi, non vedo l'ora di salutare lei e Pastry!»
Newt stava per affondare il viso nel purè, vinto dall'inesorabile testardaggine dell'amica, quando l'attenzione dell'intera sala fu catalizzata dal Preside Dippet, alzatosi in piedi in quel momento per il classico discorso inaugurale.
«Signori e Signore, buonasera. Sono spiacente di aver interrotto il nostro splendido banchetto proprio sul più bello ma non temete, devo solo dirvi poche cose poi potrete tornare al dessert. Come credo tutti voi sappiate, notizie funeste ci arrivano dal mondo babbano. Venti di guerra hanno cominciato a soffiare nel continente da quest'estate, e la situazione pare poter solo peggiorare. Non dobbiamo pensare che questa cosa ci lasci indifferenti, anzi; qualche mago sta già purtroppo sfruttando la situazione in suo favore, sono sicuro che tutti sappiate a chi mi sto riferendo. Voi siete al sicuro dentro alle mura di Hogwarts, ma molti di voi si diplomeranno quest'anno e noi vogliamo essere sicuri di sapervi protetti a dovere, una volta usciti da qui. Per questo motivo abbiamo stabilito, per gli studenti dell'ultimo triennio, dei corsi aggiuntivi di duello, DADA e Incantesimi. Sono sicuro che capiate l'importanza di questa cosa. Bene, dopo queste spiacevoli notizie credo sia giunto il momento di raddolcirvi con i nostri imperdibili dessert. Mi raccomando, dopo cena recatevi tutti nei vostri dormitori; da domani iniziano le lezioni, non vorrete essere stanchi!»
Gli studenti ricominciarono a mangiare, anche se meno allegri di prima.
Newt guardò con la coda dell'occhio Amy togliere con una foga mia vista la granella di zucchero da un bignè. Conosceva perfettamente i sentimenti dell'amica, suo fratello maggiore era un Auror e lavorava in incognito in Germania da mesi, sulle tracce di Grindelwald. Da quanto sapeva, la famiglia non aveva sue notizie da prima dell'estate.
«Come sta Ignatius?» Le chiese sottovoce.
Amy tremò leggermente «Silenzio stampa, come sempre. Ci è giunta voce che fosse a Berlino a giugno, ma non abbiamo certezze.»
Newt le sfiorò la mano sporca di zucchero con la sua, in un gesto di conforto che usava spesso con lei. Stava per dirle qualcosa quando una voce alle loro spalle s'intromise.
«Newton! Sei scomparso appena sceso dall'Espresso, temevo ti avesse mangiato la Piovra Gigante!»
Newt si girò immediatamente, incapace di trattenere un sorriso imbarazzato «Sono stato ehm, preso dai miei doveri di ehm, Prefetto.»
Una risata cristallina sfuggì alla ragazza «Oh Newton, continuo a dimenticarmi di questa strana decisione del Preside. Sono sempre dell'idea che abbia ascoltato troppo a lungo il canto di un Fwooper. Non ti avrà fatto anche Caposcuola, mi auguro?»
«Ehm no, quello è toccato alla mia collega degli anni scorsi... Amy, te la ricordi?» Rispose Newt, introducendo così nella conversazione anche l'amica.
L'altra ragazza le rivolse un sorriso falso come l'ottone «Ma certamente! Buonasera Prewett, come stai?»
«Lestrange. Stavo bene fino a un secondo fa, adesso mi è venuta un po' di nausea. Troppo pasticcio, suppongo.» Rispose Amy, senza nemmeno fingere cordialità.
Leta Lestrange, Slytherin, "l'altra amica di Newt", si esibì di nuovo nella sua risata cordiale, scuotendo i lunghi capelli scuri «La prima sera a Hogwarts dopo le vacanze è impossibile non esagerare, ti capisco!»
Amy sussurrò tra i denti qualcosa come "non ci crede nessuno pazza anoressica" poi si alzò di scatto «Accompagno i bambini nel dormitorio, credo rientri nei miei compiti di Caposcuola. Ricordati della riunione dei Prefetti, Newton.» Aggiunse, calcando particolarmente sull'ultima parola. Lui la guardò smarrito «Non ci sarai anche tu?»
«Sono diventata Caposcuola. Buonanotte a tutti. Bene, Hufflepuff del primo anno? Sono il vostro Caposcuola e ora vi accompagnerò nel nostro dormitorio.»
Newt fissò la schiena dell'amica che si allontanava, perplesso. Non riusciva proprio a capire perché Amelia e Leda non riuscissero ad andare d'accordo.
Leta gli si sedette accanto, nel posto lasciato vuoto dall'altra «È sempre più pazza, quella ragazzina.» Commentò freddamente, senza un minimo accenno della cordialità precedente.
«È solo molto ehm, ligia al dovere. Ecco perché è diventata lei Caposcuola e non io.»
«Meglio, così potremo fare le ronde insieme senza che lei si metta in mezzo! Allora, cosa mi racconti di quest'estate? Sei riuscito a trovarli?» Gli chiese, con quella sua strana luce negli occhi. A volte Newt la trovava quasi inquietante.
Leta aveva la sua stessa passione per le creature magiche, era quella che li aveva uniti al terzo anno. Lei però pareva avere anche una bizzarra passione per gli esperimenti, che Newt non condivideva affatto.
«C-certo che li ho trovati! Ho anche preso qualche appunto; avevi ragione tu, sono particolarmente violenti con i babbani.»
Un sorriso inquietante si dipinse sul volto della ragazza, ma Newt si impose di ignorarlo «P-purtroppo però non sono riuscito a portarne a casa n-nessuno. Sai, con la guerra che si avvicina i b-babbani sono molto più... Sospettosi, ecco.»
Leta sbuffò «Newton, ti ho già detto mille volte come devi fare con i babbani!»
«Lo so, lo so. Ma obliviarli mi sembra così cattivo, preferisco restare nell'ombra.»
«Certo, certo, obliviarli... Vorrà dire che ci concentreremo su qualcos'altro! Le lezioni di Cura delle Creature le abbiamo insieme quest'anno? O siete ancora con i Corvi?»
«Non lo so, l'orario arriva solo domani mattina. Spero che s-saremo insieme però.»
«Oh, anch'io! Altrimenti da chi potrei copiare gli appunti delle noiosissime lezioni di teoria? Comunque dobbiamo andare, ci vediamo dopo alla riunione dei Prefetti! Ciao Newton.» Lo salutò lei, vedendo che il resto degli Slytherin Purosangue stava lasciando la Sala Grande.
Newt prese un altro biscotto al miele, la sua personale droga, e si avviò con calma alla sua Sala Comune.



Sala Comune Hufflepuff
Stanza della Caposcuola Prewett
Notte


Amy si era trovata ad avere una stanza nuova al settimo anno, ed era una sensazione strana. Da una parte era più comoda, aveva una sua scrivania e non correva il rischio di essere disturbata dalle sue compagne di stanza. Dall'altra però era una gran sentimentale (perfetta Hufflepuff, avrebbe detto Newt) e le era dispiaciuto molto abbandonare quello che per sei anni era stato il suo letto.
In più non aveva ancora avuto modo di mettere a posto la sua roba, subissata dagli impegni com'era. Aveva dovuto accompagnare i bambini al dormitorio, spiegargli il ritmo che dovevano suonare sui barili (sapeva già che nei prossimi giorni molti di loro sarebbero andati da lei spaventati e sporchi di qualunque cosa ci fosse in quella trappola, com'era successo a lei il primo anno) e poi fare una breve riunione con Collins, il Caposcuola Gryffindor che Dippet le aveva affiancato. Un bravo ragazzo, senza alcun dubbio, ma un po' troppo verboso. La riunione non sarebbe dovuta durare che pochi minuti, invece erano rimasti a chiacchierare per quasi un'ora, finché i Prefetti non erano giunti a reclamare la stanza per programmare le loro ronde.
Era stata quindi costretta a rincontrare Newt e la Lestrange, e se la cosa a cena le aveva dato abbastanza fastidio, ora rendendosi oltretutto conto che senza di lei i due avrebbero sicuramente fatto tutte le ronde assieme aveva avuto il medesimo effetto di un pugno nello stomaco.
Siccome riteneva l'odio un sentimento esagerato, preferiva definire ciò che provava per Leta Lestrange come "una profonda antipatia giustificata dagli atteggiamenti bizzarri e poco condivisibili della ragazza, e anche dal fatto che si approfittasse bassamente del suo migliore amico che di lei era inconsapevolmente innamorato."
Lei e Newt avevano conosciuto la Lestrange al terzo anno, durante una lezione di Cura delle Creature Magiche. Aveva fatto un'intervento interessante sulla muta degli Schiopodi Sparacoda che era stato accolto con ammirazione da tutti, soprattutto da Newt, che si era preso una cotta fulminante per lei.
Quando per la prima volta gli aveva chiesto se gli piaceva, lui era diventato dello stesso colore dei suoi capelli e si era limitato a balbettare un "non ho idea di cosa tu stia dicendo". Amy aveva riso.
Quando aveva continuato a chiederglielo, e lui aveva continuato a risponderle così, Amy si era offesa: era la sua migliore amica, perché non confidarsi almeno con lei? Poi aveva capito: Newt non si era davvero reso conto di essersi preso una cotta. Era così innocente e goffo da non capire nemmeno i sentimenti che provava.
Quel che era certo però era che Leta Lestrange l'aveva capito perfettamente, e non faceva che sfruttare la cosa a suo vantaggio. Si approfittava di Newt per ogni cosa, dagli appunti alla sua passione per le creature magiche. Era soprattutto questo suo interesse a preoccupare Amy, perché dai discorsi che le aveva sentito fare quando Newt non era nei paraggi aveva intuito che a lei le creature non interessassero per quello che erano ma per quello a cui potevano servire. Che intendesse usarle per le pozioni o come armi, erano discorsi inquietanti comunque.
Ovviamente però Newt non aveva voluto saperne nulla. "Sei prevenuta solo perché è una Slytherin", aveva addirittura osato dirle una volta, beccandosi il trattamento del silenzio di punizione per una settimana.
Amy sbuffò, finendo di mettere a posto le sue cose con un ultimo colpo di bacchetta. La sua irreprensibile lealtà Hufflepuff le impediva di disinteressarsi dei problemi sentimentali dell'amico, anche se a volte avrebbe voluto farlo.
Si mise il pigiama e si infilò finalmente sotto le coperte. Lanciò un'occhiata sorridente alla foto incorniciata sul suo comodino, lei è Newt che ridevano in una landa desolata irlandese. Sperava solo che la Lestrange non combinasse qualcosa di estremo, perché per quanto morisse dalla voglia di picchiarla o affatturarla (molto poco Hufflepuff, avrebbe detto Newt) non voleva vedere il suo amico stare male.
  
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