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Autore: luckie_controlofwhatIdo    11/12/2016    0 recensioni
Quando Blaine Anderson soggiornò al "Kellerman's Mountain Home" con la sua famiglia nel 1963, non si aspettava altro che giorni al sole e partite a croquet, ma quando lui e sua cugina Rachel conobbero gli istruttori di danza , i loro piani furono scombussolati. Le vacanze di Blaine in famiglia potrebbero quindi diventare il più bel momento della sua vita.Klaine Dirty Dancing .AU
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Finn Hudson, Hiram Berry, Kurt Hummel, Rachel Berry | Coppie: Blaine/Kurt
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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I giorni seguenti furono i peggiori che Blaine potesse ricordare dalle settimane nere dopo la morte dei suoi genitori.

Forse il dolore era diverso, più lieve, ma Blaine si sentì comunque svuotato, vulnerabile e sentì anche quella troppo familiare sensazione di perdita di equilibrio che ti fa inciampare.

Anche se non aveva nessun motivo per andare nei posti che gli ricordassero così vivamente Kurt … la sala da ballo, la darsena, l’area dello staff.. si disse che li stesse evitando , che si tenesse alla larga volontariamente.

Non faceva comunque differenza.

Sentiva la mancanza di Kurt dovunque, anche quando non aveva senso, tipo durante i pasti quando si ritrovava a far vagare lo sguardo per tutta la sala senza sosta.

Quando la mattina si svegliava, dopo una notte agitata, gli sembrava come se l’albergo fosse completamente vuoto , visto che Kurt non si stava svegliando a poche centinaia di metri da lui.

Si chiese se Kurt fosse tornato in Ohio.

Non glielo aveva chiesto perché non c’era stato il tempo e perché non lo voleva sapere.

Se tornare a casa lo avrebbe avvicinato di più a Kurt sarebbe stata una lotta continua non poter salire in macchina a guidare fin quando non avesse ritrovato Kurt.

Non voleva sapere se partire per New York , lo avrebbe invece riportato ancora più lontano da lui.

Blaine trovò difficile , più di tutto, pensare a New York.

Le decisioni che doveva prendere erano le stesse che aveva già affrontato prima, ma ora erano ancora più difficili… sposare una graziosa ragazza e vivere nella menzogna, passare la vita da solo o cercare un altro uomo.

Tutto con Kurt era andato per il verso giusto, come due foglie che cadendo fossero finite una sopra l’altra.

Non sapeva come avrebbe potuto riconoscere qualcuno come lui.

Quando provava ad immaginarlo.. il bacio di un altro uomo, il tocco di un altro uomo , la mano di un altro uomo sulla sua.. rifiutava categoricamente l’idea.

Non voleva tutte queste cose con un estraneo.

Voleva tutto questo con Kurt.

Si ritrovò a guardare Rachel con gelosia.

Le era permesso di passare ore chiusa in camera , solo per ricomparire con gli occhi arrossati e un’espressione triste sul volto, usando il suo cuore spezzato come un distintivo.

Quando Hiram e Shelby gli chiesero come mai fosse così silenzioso , Blaine mormorò qualcosa sul sentirsi triste per Rachel.. ed tutto era una bugia tanto che a volte si sentiva pronto ad esplodere.

Blaine pensò che il suo risentimento fosse ingiusto.. dopo tutto anche Rachel stava male.. ma questo non gli impedì di trattarla quasi con freddezza quando bussò cautamente alla sua porta quel pomeriggio, il giorno prima del talent show.

Blaine era disteso sul letto a fissare il soffitto con un libro aperto accanto a lui.

“Entra” le disse con indifferenza quando Rachel sbirciò in camera; lei lo fece richiudendosi la porta alle spalle ed appoggiandosi ad essa.

Blaine si tirò su a sedere.

“Ciao” disse Rachel.

“Ciao Rach” rispose spento Blaine, “cosa posso fare per te?”

“Niente “ rispose lei aggrottando la fronte mentre lo guardava.

“Va tutto bene?”

Blaine iniziò a girarsi di nuovo.

“Tutto bene”

“Ti manca?”

Ogni muscolo del corpo di Blaine si irrigidì mentre riportava lo sguardo su Rachel.

“Chi?” chiese ermeticamente.

C’era sincera preoccupazione sul volto di Rachel .

“Kurt..” disse esitante “ era.. speciale? Per te?”

Blaine fu certo che il suo cuore avesse smesso di battere.

Respirava a fatica quando farfugliò.. “io.. io non…”

“E’ tutto ok”  balbettò Rachel.

Fece qualche passo in avanti, lo sguardo implorante.

Ci fu un lungo momento mentre Blaine raccolse abbastanza forze per parlare.

“Non.. non ti infastidisce?”

Rachel scosse la testa, e Blaine vide che stava trattenendo le lacrime.

I suoi occhi erano già un po’ lucidi di lacrime, e Rachel attraversò rapidamente la stanza e si arrampicò sul letto accanto a lui.

“Come..?” sussurrò Blaine.

“Sei il mio migliore amico da quattro anni,” disse “ So di essere un po’ egocentrica, ma sono una buona osservatrice. Perché pensi che abbia smesso di cercare di sistemarti con le mie amiche?”

Blaine pensò che forse avrebbe dovuto ridere alla battuta.

La sue labbra si contrassero, ma tutto quello che gli sfuggì fu un singhiozzo e prima di accorgersene crollò  al fianco di Rachel .

Rachel lo strinse tra le braccia e  Blaine si ritrovò a piangere sul serio, tremando, ma non solo per questi ultimi due giorni, ma per tutti gli anni di stress, di segretezza e solitudine.

Rachel accarezzò il braccio di Blaine.

“Shh!!... Lo supereremo , Blaine” disse .

La sua voce era strozzata ma determinata.

“Lo supereremo ed andremo a New York e saremo straordinari. Lo so.”

Blaine la tenne stretta, desiderando di aver la sua stessa convinzione.



In qualche modo, anche se aveva visto il talent show più e più volte durante le prove, sia a pezzi che tutto insieme, Blaine trovò lo spettacolo interminabile.

Non voleva seguirlo, ma ogni volta che la sua mente vagava, finiva per pensare a Kurt e provava un forte dolore al petto.

Sarebbe stata una lunga serata.

Con sua grande sorpresa il pubblico sembrava star apprezzando lo spettacolo , ed anche Hiram e Shelby ridevano ed applaudivano in un modo che andava ben oltre la semplice cortesia.

Blaine non riuscì a sorridere nemmeno leggermente, ma un paio di volte aveva applaudito tiepidamente.

Rachel fu anche meno entusiasta di lui e rimase immobile sulla sedia che aveva  spostato contro una delle colonne che fiancheggiavano la sala, con le braccia incrociate al petto.

L’unica cosa interessante della serata capitò quando Noah si avvicinò al loro tavolo.

Hiram si alzò per parlargli in disparte, tirandolo dietro una colonna.

Blaine inclinò furtivamente la testa cercando di ascoltare.

“.. volevo solo darti un piccolo aiuto per quando vivrai a New York” stava dicendo suo zio, e Blaine fece finta di guardare dall’altra parte.

Vide Hiram prendere una busta dalla tasca ed allungarla a Noah.

“Wow.. grazie Dottor Berry” disse Noah, “ E.. hey.. grazie per aver dato anche una mano con tutta la questione di Quinn.

Credo che un po’ tutti siamo finiti nei pasticci almeno una volta, giusto?”

“Cosa?” chiese Hiram attonito.

“Oh!.. pensavo che ve lo avessero detto.

Guardi, non ne sono sicuro.

Sa com’è con le ragazze come quella.

Sono capaci di dare  la colpa ad ogni ragazzo del posto”.

Hiram gli scippò la busta da mano senza una parola.

Tornò al suo posto, sembrando turbato mentre Noah sgattaiolò via.

Dopo questo, le cose tornarono ad essere noiose.

Per fortuna il talent show stava per finire ed i partecipanti erano tutti allineati sul palco per cantare l’ultima canzone della serata, che si rivelò una banale canzone sul Kellerman.

La canzone continuò , verso dopo verso, mentre i cantanti incitavano il pubblico a partecipare al coro con le parole “voci, cuore e mani”.

Dopo il terzo ritornello, alcuni degli ospiti cominciarono a cantare con loro e fu , probabilmente, questo il motivo per cui Blaine non si accorse dei mormorii sorpresi dei membri dello staff, che erano in fondo alla sala.

Blaine non vide nulla fuori dall’ordinario fin quando non apparve una figura alta accanto al loro tavolo e tutti alzarono lo sguardo per vedere Finn Hudson li davanti .

Finn li guardò per poi fermarsi con lo sguardo su Rachel , che Blaine sentì sussultare alle sue spalle.

“Nessuno mette all’angolo una Berry” disse Finn, allungando una mano verso di lei.

 “Andiamo”.

Rachel balzò immediatamente all’in piedi, scivolando dietro la sedia di Blaine e seguendo Finn , lanciando a malapena un’occhiata ai suoi genitori.

Hiram si alzò, sembrando furioso, ma , con grande sorpresa di Blaine, Shelby si sporse sul tavolo fermandolo con un semplice tocco e uno sguardo di avvertimento.

Blaine si voltò a guardare Rachel e Finn salire i gradini al lato del palco.

Il canto vacillò, poi si fermò e persino il signor Kellerman guardò scioccato Finn avvicinarsi al microfono.

“Scusate l’interruzione” disse goffamente , la voce riecheggiò troppo forte in tutta la sala prima che Finn indietreggiasse.

Rachel si aggrappò alla sua mano , sembrando piccola , spaventata ed emozionata  tutto insieme.

“Io.. uh.. ho sempre fatto l’ultimo ballo della stagione e quest’anno qualcuno ha detto che non lo avrei più fatto. Ma questa estate , ho incontrato qualcuno che mi ha insegnato che bisogna combattere per gli altri , non importa quanto ti costi.

E’ qualcuno che merita che io combatta per lei e merita la possibilità di brillare come la stella che è.

Signore e Signori, la mia partner , Rachel Berry”.

Abbassò lo sguardo su Rachel con affetto  e lei sorrise raggiante al pubblico.

“Siediti Hiram” sibillò  Shelby all’improvviso e Blaine vide che Hiram stava alzandosi di nuovo.

Hiram si lasciò cadere lentamente sulla sedia, incrociando le braccia .

Finn si allontanò dal palco per riapparire quando una canzone*, che Blaine non conosceva, iniziò a risuonare nelle casse.

Lui e Rachel iniziarono lo stesso ballo che Blaine li aveva visti imparare settimane prima.

Il ballo che aveva dato il via a tutto..

E quando partì la base… sembrava diversa da qualsiasi cosa Blaine avesse mai sentito.. Finn fece fare una piroetta a Rachel mentre la sua gonna volteggiava intorno a lei .

Shelby si allungò di nuovo sul tavolo , gli occhi splendenti mentre commentava;

“Penso che lo abbia imparato da me “ .

Hiram sospirò , lanciandole uno sguardo divertito, mentre un pò della sua irritazione scemava.

Il pubblico divenne sempre più entusiasta, man mano che il ballo diventava più frenetico, applaudendo, e si sentì perfino qualche sporadico fischio o incitamento.

Un particolare e volgare fischio da parte di una delle ragazze in fondo alla sala, fece voltare Blaine e li… tutto si fermò.. divenne silenzioso , confuso.

Perché Kurt era li.

Era li in piedi tra i suoi amici dello staff, mentre guardava Finn e Rachel ballare con apprezzamento.

C’era un piccolo sorriso sulle sue labbra che divenne più grande quando lanciò un’occhiata veloce verso Blaine.

Blaine si costrinse a voltarsi, sapendo di non poter restare li a guardarlo, anche se era improbabile che qualcuno se ne sarebbe accorto visto che tutti stavano guardando lo spettacolo sul palco.

Non stava realmente guardando lo spettacolo ormai… davanti ai suoi occhi tutto era diventato un turbinio frenetico di movimenti e colori e a malapena si accorse che Rachel e Finn erano riusciti, con successo, a fare la presa che aveva dato tanti problemi a Rachel prima.

Il suo cuore batteva così forte quasi come se stesse cercando di scappare dal suo petto.

Kurt era qui..

Un esplosione di applausi ed incitamenti risvegliarono Blaine dal suo sogno ad occhi aperti.

Alzò lo sguardo e vide Rachel e Finn abbracciarsi e poi, tutto ad un tratto, tutti furono in piedi , spostando le sedie ed iniziando a ballare.

Shelby portò perfino Hiram in pista  e Blaine, lasciandoli andar via, approfittò subito dell’occasione.

Quando sua zia e suo zio furono inghiottiti dalla folla, Blaine si alzò e si diresse velocemente verso il fondo della sala.

Kurt era ancora dove lo aveva visto prima, anche se tutti quelli che prima erano accanto a lui si erano diretti, con entusiasmo, verso la pista da ballo.

Non appena vide Blaine, Kurt gli sorrise , gli fece un cenno del capo ed uscì da una delle porte dietro di lui.

Blaine si sforzò di non mettersi a correre, di misurare i proprio passi  e lo seguì a distanza, lanciando prima uno sguardo verso la sala per essere sicuro che nessuno che conosceva lo stesse guardando.

Quando chiuse la porta dietro di se, vide la schiena di Kurt sparire dietro l’angolo.

Blaine lo seguì  ed anche se cercò di mantenere un passo rilassato, sapeva di star camminando molto velocemente.

Non riusciva più a controllarsi; c’era così tanta eccitazione che gli scorreva nelle vene che era fortunato se non fosse già caduto o si fosse trasformato in polvere.

Solo che.. quando avrebbe girato l’angolo.. Kurt sarebbe stato proprio li .

Ed era proprio li…

“Kurt..” sussurrò Blaine, e , non appena voltò l’angolo, rimase inchiodato sul posto trovando Kurt che lo guardava, un sorriso sincero e tremante sul viso , gli occhi lucidi.

Blaine era stato così sorpreso , così sconvolto e sbalordito di ritrovarselo davanti da non aver nemmeno notato come fosse vestito Kurt.

Al posto della solita maglietta di cotone ed i jeans scuri, Kurt indossava dei vestiti che lo facevano distinguere da tutti gli altri nell’edificio.. i pantaloni erano stretti e la giacca aveva il bavero sottile.

Blaine avrebbe potuto guardare Kurt per sempre.

Invece, si precipitò verso di lui, permettendogli di stringerlo forte, mentre Kurt si lasciava scappare un “Ciao Blaine”.

Blaine strinse Kurt fra le braccia, il respiro affannato e sentì che quel qualcosa , che si era annidata dentro di lui per giorni, stesse scivolando via.

Blaine non sapeva quanto tempo fosse passato prima che le sue braccia allontanassero la presa su Kurt, ma quando lo fecero, Blaine si sporse per baciare Kurt.. una volta.. due volte.. ed una terza volta , più a lungo.

Kurt sapeva di menta e di se stesso e gli permise di baciarlo, ma poi si allontanò spingendo Blaine.

“Non possiamo farlo qui” disse riluttante.

“Lo so” sussurrò Blaine , aprendo gli occhi,  per fissare lo sguardo in quello di Kurt, che ora era un po’ più lucido di prima.

“Come mai sei qui?”.

Il sorriso di Kurt divenne un po’ birichino.

“Beh, Finn ha insistito sul fare l’ultimo ballo” disse, con un’alzata di spalle.. poi divenne serio.

“Ed io volevo dirti una cosa”.

“Cosa?” chiese Blaine quasi senza fiato.

“Ho preso una decisione”.

Blaine sollevò un sopracciglio.

“Dimmela “

Guardandolo attentamente, Kurt prese un respiro profondo.

“Penso sia il momento che io mi dia la possibilità di venire a New York”.

Per un momento Blaine rimase esterrefatto.

“Fai sul serio?”

Kurt annuì.

“Quinn ha un’amica che mi permetterebbe di affittare una stanza nel suo appartamento. Ho intensione di …” fu interrotto , senza tanti complimenti, da Blaine che lo strinse talmente forte che Kurt si sentì soffocare.

“Blaine..” disse con tono ammonitore.

Imperterrito Blaine lo strinse più forte, sospirando felice contro il collo di Kurt, anche se i suoi occhi stavano riempendosi di lacrime.

Provò quella identica sensazione, quella travolgente diffidenza che tutto questo non potesse essere vero, solo che questa volta.. non poteva credere che la cosa che desiderava di più al mondo stava davvero accadendo.

Ancora una volta, Kurt si liberò per primo, ridendo.

Blaine a malincuore si allontanò, lasciando scivolare la mano sul braccio di Kurt fino a stringergli la mano.

Kurt restituì la stretta e fu così che si trovavano , guardandosi raggianti , quando la figura di un uomo voltò l’angolo.

Blaine si allarmò e voltando la testa , si ritrovò a guardare l’espressione spaventata di suo zio Hiram.

“Oh merda” disse piano Kurt, in preda al panico.

“Oh no.. oh no.. merda Blaine..”.

Cercò di allontanare la mano , ma Blaine gliela strinse istintivamente.

“No” sussurrò.

“Blaine.. lasciami” tirando più forte.

Blaine ritornò a guardarlo.

“No.. va tutto bene” disse , tenendo la voce bassa.

Kurt si bloccò, con un espressione confusa e spaventata sul viso.

Tornando a girarsi verso Hiram , che si stava avvicinando lentamente a loro, Blaine disse .

“Ciao”..

“Ciao ragazzi” disse Hiram.

Il tono della sua voce era privo della sua solita allegria e guardava Blaine con un espressione seria e preoccupata.

“Hiram” disse Blaine, riuscendo a malapena a far uscire la voce.

Si schiarì la gola e continuò.

“Hai incontrato Kurt Hummel? Kurt era uno degli insegnanti di danza qui. E’ il fratellastro di Finn”.

Un accenno di comprensione apparve sul viso di Hiram , poi si voltò verso Kurt per fargli un cenno del capo.

“E’ un piacere conoscerti Kurt” disse.

“Salve” replicò Kurt debolmente.

Sembrò che tutto il colore della sua pelle fosse svanito e strinse più forte la mano di Blaine come se fosse un’ancora di salvataggio.

“Devi essere il motivo per cui mio nipote Blaine se ne andava in giro come qualcuno a cui avevano appena detto che Howdy Doody * era stato cancellato” commentò Hiram.

Blaine boccheggiò ; lo zio stava scherzando in un momento come questo?

“Hiram” sibillò.

Nonostante la presa in giro, il suo volto era rimasto serio quando si rivolse di nuovo a Blaine.

“Io e tua zia eravamo preoccupati perché sembravi sparito. Penso che io e te dovremmo fare una conversazione seria più tardi, ma nel frattempo le dirò che torni dentro.. diciamo tra 5 minuti? Ti va bene?”

“Si” disse Blaine e sembrò più un sospiro di sollievo che una risposta vera e propria.

“E’ stato un piacere conoscerti Kurt” aggiunse Hiram poi li lasciò soli.

Non appena sparì , Kurt lasciò la mano di Blaine e si accasciò contro il muro sfregandosi il viso.

“Ma.. cos’è successo?”

“Va tutto bene” disse di nuovo Blaine.

Forse non era la frase più rassicurante, ma stava completamente tremando come se, da un momento all’altro potesse collassare.

“Va tutto bene?” ripeté Kurt, la voce acuta e nervosa.

Blaine si appoggiò al muro accanto a Kurt, spaventato che le sue gambe non potessero più reggerlo a lungo.

“E’ come noi”.

Kurt spalancò gli occhi.

“Davvero?”

Dopo che Blaine annuì per confermarglielo , Kurt continuò:

“Sa che lo sai? Sa di te?”

“Non prima di oggi” disse Blaine,” ormai la cosa non è più un segreto”.

“Pensi che si arrabbierà?” chiese preoccupato Kurt.

“Forse .. se dovesse scoprire tutte le volte che me la sono svignata per venire da te. Ma spero non per il resto”.

Blaine si lasciò cadere ancora più pesantemente contro il muro, lo sguardo basso e gli occhi spalancati , sentendosi sempre più nervoso quando pensava a quello che aveva appena fatto.

Kurt gli toccò un fianco.

“Hey?”

“Si?”

Blaine alzò lo sguardo su Kurt e solo il vedere il suo volto , di nuovo, così vicino fu confortante.

“Forse è un bene che lo abbia saputo” suggerì Kurt ed il suo viso era così sincero che Blaine desiderò abbracciarlo ancora una volta.

“Forse” disse Blaine.

Kurt gli sorrise.

“Dovresti tornare dentro. Non dargli altri motivi per cui arrabbiarsi”.

“Si “ concordò Blaine, ma non si mosse.

Kurt si spostò dal muro e si posizionò davanti a Blaine.

Si allungò per aiutare Blaine a tirarsi su , una mano sul suo bicipite, lasciandolo solo quando Blaine fu in grado di restare in piedi da solo.

“A che ora andate via domani?”

“Dobbiamo lasciare la stanza per l’una, ma probabilmente andremo via un po’ prima” disse Blaine, “ forse in tarda mattinata. Sarai ancora qui?”

“Io e Finn restiamo a dormire qui stanotte, da degli amici. Pensi di riuscire a sgattaiolare via e venire alla panchina vicino al vecchio gazebo? “

Blaine annuì.

“Bene.. ti aspetterò li domattina. Vieni quando puoi, ti aspetterò fino a mezzogiorno.”

Blaine guardò Kurt dritto negli occhi , cercando di comunicargli tutta la sua sincerità.

“Kurt.. sono così felice, non ho mai.. solo.. sono davvero felice”.

“Anche io” disse Kurt.

Si guardò intorno una volta, dandogli un breve bacio sulle labbra e lo mandò via.

Se non fosse stato così ansioso per la chiacchierata che avrebbe dovuto fare con Hiram , Blaine sarebbe tornato in auditorium.. fluttuando.




Nonostante fossero pronti ad andarsene da giorni, la mattina dopo la passarono in una frenetica agitazione nel terminare i bagagli.

Blaine era ancora agitato.. per sua grande sorpresa Hiram non aveva fatto nessun cenno a Kurt la sera prima.

Tutta la famiglia era rimasta in auditorium a ballare più a lungo di quanto Blaine si fosse aspettato; ed erano andati tutti a letto poco dopo una replica dell’esibizione di Rachel nella loro camera.

Si alzarono presto per poter fare colazione al primo turno e per finire i loro bagagli.

Proprio mentre Blaine metteva l’ultimo vestito in valigia, Hiram si affacciò in camera sua , bussando sullo stipite della porta.

“Blaine.. hai restituito il libro in biblioteca?”

Blaine lanciò uno sguardo al libro giallo, non finito, che aveva pianificato di lasciare sul comodino accanto al letto.

“No” disse.

“Devo andare su all’edificio principale per lasciare delle cose a Max. Perché non andiamo insieme?”

Blaine prese un respiro profondo ed annuì.

“Okay”

Con sua grande sorpresa, Hiram parlò solo di argomenti banali mentre andavano in albergo.. del tempo.. del viaggio, del paesaggio.

Ma , una volta finito le loro commissioni, Hiram suggerì:

“Perché non facciamo un ultima passeggiata al lago? “

Non c’era altra scelta così Blaine annuì.

Si fermarono al limitare della spiaggia, il vento soffiava forte intorno a loro, facendo increspare l’acqua del lago.

Non c’era nessuno che potesse ascoltarli, così Hiram si voltò verso Blaine.

“Allora”.

“Allora” ripeté Blaine.

“Quello che hai fatto ieri sera è stato davvero sconsiderato” disse Hiram duramente.

Blaine si sentì impallidire mentre annuiva.

“Spero tu lo sappia e spero che tu decida di presentare Kurt in quel modo agli altri solo se hai davvero un ottima ragione per ritenere che sia sicuro farlo”.

Blaine sentì la bocca e la gola seccarsi , ma sapeva che Hiram si aspettava una spiegazione.

“Un paio di anni fa, dovevamo partecipare ad una gita” .

Si schiarì la gola, lo sguardo fisso sul lago, blu e brillante sotto la montagna.

“Fosti richiamato in ufficio e Shelby era andata a trovare sua madre.

Stavo cercando il nostro permesso , che era sulla tua scrivania, ed ho trovato una rivista.

ONE.

E c’era una lettera.”

Quando si azzardò ad alzare lo sguardo su suo zio, Hiram stava annuendo pensieroso.

“Era di Leroy” disse .

“Era firmato L” chiarì Blaine, “ Chi era?

Quando non ricevette una risposta immediata, iniziò a balbettare.

“Scusa.. era.. non avrei dovuto chiedere..”

“Leroy è l’amore della mia vita” disse Hiram, interrompendo le parole di Blaine.

Mille domande attraversarono la mente di Blaine contemporaneamente, ma non sapeva se poteva farle, così tutto ciò che disse fu “ Oh!”

Hiram prese un profondo respiro , alzando lo sguardo al cielo per un momento.

“Ci siamo incontrati circa 9 anni fa. Ero a Columbus per una conferenza. Molti di noi si incontrarono per un drink al bar dell’albergo dopo aver finito una delle riunioni  e lui stava suonando il piano. Era l’uomo più bello che avessi mai visto”.

Blaine vide il fantasma di un sorriso attraversare il suo viso.. era una sensazione  che poteva capire.. ma tornò immediatamente serio.

“E Shelby?” chiese Blaine, quasi spaventato di sentire la risposta.

Non era mai stata un tipo affettuoso ma non gli aveva mai negato un posto in casa sua.

Aveva spronato Blaine nello stesso modo in cui spronava Rachel, e Blaine sapeva che quello era il suo modo di occuparsi di lui.

Blaine potrebbe non dirlo spesso ma le voleva davvero bene e lo stava facendo arrabbiare molto il fatto che venisse presa in giro da Hiram.

Abbassò lo sguardo, mentre col piede giocherellava con la sabbia.

 “Lo sa” disse Hiram.

Blaine alzò di scatto la testa.

“Lo sa?”

“Io e Shelby siamo amici da tantissimo tempo ; da quando eravamo ancora bambini”

Blaine sapeva la storia.. di come giocavano insieme quando erano bambini;  di come Hiram si fosse voltato quando Shelby iniziò il liceo e tutti i suoi amici gli avessero chiesto chi fossa le nuova matricola; di come avessero perso , a quel tempo, la possibilità di stare insieme perché lei si era innamorata di un altro invece.. ma ora non riusciva più a capire cosa fosse vero o no.

“Ci conosciamo davvero bene… forse meglio di chiunque altro. Sa di me ed io so che lei non avrebbe voluto essere la moglie casalinga di nessuno”.

“Ma.. è quello che è in realtà” disse Blaine aggrottando la fronte.

“Non esattamente” replicò Hiram , “Shelby ha sempre voluto insegnare danza e canto. Entrambi volevamo un figlio e sapeva che non le avrei mai proibito di tornare a lavorare una volta che ne avessimo avuto uno. E’ andato tutto bene, e ti posso assicurare che ci sono cose peggiori nella vita che sposare la proprio migliore amica”.

“ Come il non essere in grado di sposare la persona che realmente ami” pensò Blaine .

“Oh” disse di nuovo e poi, a bassa voce, aggiunse.

“Non so se posso farlo”.

“Non devi” disse Hiram, “ Solo perché io ho fatto un tipo di scelta non significa che anche tu devi farlo.”

“Bene” disse con calma Blaine.

“Ma qualsiasi cosa tu decida , Blaine, voglio che tu sappia che ti vorrò bene e ti sosterrò sempre”.

Queste parole lo travolsero come un inatteso uragano, devastante ma di sostegno, inumidendo i suoi occhi ancora prima di raggiungere il suo cuore.

Era stato così spaventato di non sentir mai parole così belle che quando guardò Hiram stava tremando.

“Sai di aver fatto alcune cose che non approvo quest’estate” continuò Hiram, “ ma ho ancora molta stima di te, Blaine, e spero che tu sappia di poter venire da me per parlare di tutto quello che ti preoccupa”.

“Grazie” disse Blaine con un nodo alla gola.

Hiram diede un colpetto sulla sua spalla per poi stringerla e con espressione seria continuò.

“Voglio anche essere certo Blaine che tu capisca quanto sia importante per te essere indiscreto” .

Quando Blaine , annuendo, iniziò a parlare Hiram lo interruppe.

“Lo so che pensi di capire, ma non ti ricorderò mai abbastanza di quanto possa essere pericoloso il mondo. Ci saranno persone che vorranno farti del male per quello che sei .. e non solo perché non gli piace quello che sei.. Potresti essere arrestato.. o peggio.”

Blaine spalancò la bocca ed annuì.

“Se vuoi incontrare altre persone come te , posso aiutarti. In modo sicuro. Non so come tu e Kurt vi siate trovati, ma non voglio che tu vada alla ricerca di un’avventura quando sarai da solo”.

“Non voglio delle avventure” e sentì una sensazione di eccitazione ribollire dentro di lui, “ Kurt verrà a New York”.

Hiram sollevò le sopracciglia

“Quindi è una cosa seria”

“Ci conosciamo solo da pochi giorni” disse Blaine evasivo, tornando a giocare con i piedi nella sabbia, “ E comunque si sarebbe trasferito li prima o poi”.

“Ma si trasferisce adesso perché tu sarai li”.

Blaine scrollò le spalle, sentendosi un po’ in imbarazzo , così infilò le mani in tasca, trattenendo un sorriso.

Hiram gli sorrise affettuosamente .

“Beh in questo caso, spero che entrambi sarete prudenti e al sicuro ; e se uno di voi due avesse bisogno di parlare di qualsiasi cosa, per favore, venite prima da me”.

“Grazie” disse di nuovo Blaine.

Fece una pausa , cercando di trovare il modo di comunicargli quanto tutto questo significasse per lui, il suo cuore pieno, fin quasi a scoppiare, del supporto di Hiram e dell’accettazione di Rachel e del fatto che Kurt fosse tornato, ma alla fine disse soltanto:

“Tutto questo significa molto per me. Così tanto. Grazie”.

Hiram si allungò verso Blaine ma stavolta, invece di appoggiare solo il braccio sulle spalle, lo strinse in un abbraccio.




Questo addio sarebbe dovuto essere più facile.

E lo fu, secondo Blaine.

Lui e Kurt si scambiarono gli indirizzi ed i numeri di telefono.

Sarebbero stati entrambi a New York nel giro di due mesi e sarebbero rimasti in contatto fino ad allora.

Ma il problema era che lui non voleva dire addio a Kurt.

“Allora non lo faremo “disse Kurt allegramente.

Sembrava come se fossero tornati indietro nel tempo a quando, raggiunta la piccola radura nel bosco , Blaine aveva visto Kurt guardare verso il lago , indossando i soliti jeans e la solita maglietta ( “sono più comodi per viaggiare” gli aveva risposto Kurt quando lo aveva preso in giro).

Hiram gli aveva concesso una mezz’ora per i suoi saluti ma Blaine sapeva che la sua famiglia si sarebbe dovuta mettere in viaggio al più presto.. era un lungo viaggio fino ad Erie.

Questo , purtroppo, significava che avrebbe avuto solo circa quindici minuti con Kurt, ed avevano passato i primi tredici a baciarsi e a far progetti.

Ora i secondi stavano scorrendo rapidamente, tanto che Blaine immaginò di poterli sentire come se un metronomo , nascosto nel gazebo, li stesse scandendo e Blaine avrebbe solo voluto trovarlo per fermarlo o almeno per rallentarlo.

Blaine aveva la fronte appoggiata a quella di Kurt, entrambi abbracciati per i fianchi, gli occhi chiusi.

“Devi andare” stava dicendo Kurt, “ sei quasi in ritardo”.

“Non voglio” mormorò Blaine in risposta.

Si allungò per catturare le labbra di Kurt per pochi altri secondi, contati.

“Ho ancora così tante cose da dire”.

“Continuo a sentirtelo dire” disse scherzosamente Kurt, allontanandosi un po’ per guardare Blaine, “ ma in realtà non le hai mai dette”.

Blaine guardò Kurt, le guance arrossate dal sole, gli occhi splendenti.

“Incontrarti è stata una delle cose più belle che mi sia mai capitata” si lasciò scappare, “ hai cambiato tutto”.

“Chi tra noi due sta per trasferirsi a centinaia di chilometri di distanza?” chiese Kurt capricciosamente.

“Tutti e due” replicò Blaine, allegramente.

Kurt sorrise.

“Il sentimento è certamente reciproco. Adesso vai , sciò.. più rimani qui , più è difficile lasciati andare”.

“Beh.. in questo caso..” disse Blaine stringendo più forte Kurt.

“Blaaaaine” si lamentò Kurt, “ devi andare”.

“Lo so”.

Ma ancora non se ne andò.

Invece, tirò Kurt in avanti e lo baciò più forte di quanto avrebbe voluto fare all’inizio; poi lentamente e consapevolmente, con tutta la passione di cui era capace, assaporandolo ed assaggiandolo con le sue labbra e la sua lingua , mentre il vento soffiava tra loro, sapendo che questa sarebbe stata l’ultima volta.. per ora.

Riluttante, Blaine ruppe il bacio e si allontanò, stringendo la mano di Kurt, fin quando non dovette lasciarla andare.

“Scrivimi” disse Kurt, “Presto… dobbiamo parlare di molte di queste cose…”

“Lo farò” promise Blaine , perché aveva deciso di iniziare una lettera già in macchina.

Aprì la bocca, riuscendo appena a dire “ ad…” ma la richiuse rapidamente perché Kurt lo aveva fermato puntandogli un dito accusatorio.

“Non dirlo, non voglio dirlo” lo ammonì.

“Perché credi di sapere cosa stavo per dire?”

Kurt inclinò la testa.

“Solo una supposizione. Stavi per dire qualcos’altro?”

Blaine fece una pausa e poi aggiunse.

“Solo che mi mancherai”.

“Mi mancherai anche tu”.

Si guardarono l’un l’altro, fin quando poterono e quando Blaine indietreggiò, cercò di memorizzare ogni dettaglio; le labbra di Kurt, la fossetta sul suo mento, la larghezza delle sue spalle, la lunghezza delle sue gambe fino alle punte dei piedi.

Blaine lo guardò fin quando Kurt mormorò “vai”.. così si costrinse a voltarsi e se ne andò.

Forse c’era molto altro da dire.

Blaine non ne era ancora sicuro.. forse avrebbe trovato il coraggio di scriverglielo in una lettera o forse avrebbe aspettato, conservando nel suo cuore le parole come un prezioso tesoro, fino a quando avrebbe rivisto Kurt.

Tra 47 giorni.

Alla fine aveva qualcosa per cui sapeva valesse la pena tenere il conto.




* la canzone è “I’ve had the time of my life”.

* Howdy Doody era una trasmissione Americana per bambini degli anni 60.



Note

Ed ecco l'ultimo capitolo... manca solo l'epilogo che pubblico tra pochissimo solo per farmi perdonare per aver pubblicato in ritardo..

Alla prossima storia....

 
   
 
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