*Tazza
calda*
Avere
una tazza calda fra le mani era una delle cose che Haruki Mori adorava di più
nella sua vita.
Che
si trattasse di latte al miele, caffè alla menta, cioccolata calda, tè verde,
non passava giorno – soprattutto nella stagione invernale – senza vedere il
giovane compositore intento a riscaldare le dita fredde e intorpidite, ad
assaporare lentamente una di queste bevande bollenti, soffiando piano fino a
farle diventare tiepide, proprio per avere la scusa di tenere il più possibile
quel calore piacevole sui palmi.
Così
riusciva a suonare meglio del solito e si sentiva più propositivo, soddisfatto e
ispirato. Era un po’ come portare i guanti di lana nei giorni gelidi o come
stendere le braccia sotto il kotatsu
a casa dei suoi. Era piacevolissimo!
Aspettando
il suo primo Natale lontano dai genitori, cosa c’era di meglio di una tazza di
cioccolata calda, una copertina sulle spalle e la stufetta davanti a
sé?
Cosa
poteva desiderare di più?
Crogiolarsi
nel silenzio più assoluto, sopra una comodissima poltrona, privandosi persino
della musica che tanto amava, per guardarsi dentro e per fare un veloce bilancio
delle sue esperienze scolastiche o personali. Concedersi una ventina di minuti
per lui solo.
Dalla
tazza calda salivano leggere spirali di vapore che gli solleticavano il naso, ma
che lo riscaldavano e lo rilassavano in modo gradevole.
Quando
Ringo si trovò ad aprire casualmente la porta e a scovarlo in quello stato di
estasi silenziosa, non ebbe cuore di disturbarlo, con un lieve sorriso
intenerito ritornò sui propri passi e decise che gli avrebbe consegnato il suo
regalino dopo o in un altro momento. Sapeva che per tradizione il regalo di
Natale si faceva alla propria fidanzata la sera del 24 dicembre, però l’idol ci
teneva a ringraziare Haruki per il dono prezioso della sua amicizia
sincera.
E
magari gli avrebbe offerto qualcosa da bere, di caldo ovviamente, per renderlo
ancora più felice!
E
quando, qualche ora dopo, Ryuuya rientrò dopo essere stato impegnato altrove, il
compagno di stanza era già sprofondato nel mondo dei sogni. Se ne stava
placidamente addormentato sulla poltrona, la testa leggermente girata, un
braccio piegato e la guancia premuta su esso. Sorrideva tranquillo, Haruki, e se
lui fosse stato tipo da incantarsi per simili scene, avrebbe detto che era
tenero come un bambino piccolo o bello come un angelo.
Il
più grande lanciò uno sguardo critico al tavolino accanto alla poltrona, dove
c’erano sei tazze vuote da sgombrare. Era tentato di svegliarlo per dirgli di
pensarci di persona, che doveva assumersi le sue responsabilità e lasciare
ordine, invece di stare a far nulla di proficuo per poi poltrire, ma non lo
fece. Non disse nulla, perché accanto alle tazze c’erano cinque fogli, degli
spartiti con il pentagramma pieno di accordi e di note, segno che aveva creato
qualcosa. Lui non voleva impicciarsi, ma era impossibile ignorare la scritta a
caratteri cubitali che risaltava all’inizio del foglio, sopra la prima riga del
pentagramma. Non era il titolo della musica, ma una frase semplice, precisamente
un augurio.
Un
augurio rivolto proprio a lui in un misto di giapponese e
inglese.
For
my strict roomate: ho finito la musica che mi avevi chiesto, poi dimmi che ne
pensi… Merry Xmas!
«Sai sempre come sorprendere quelli che ti
circondano, vero Haruki?» si disse Hyuuga facendo spallucce, passando sopra
al disordine e alle abitudini particolari del compagno, spostandolo piano per
togliergli la copertina schiacciata dietro la schiena e sistemandogliela
attorno, per coprirlo dal freddo. Un gesto premuroso e accorto che fino a
qualche anno prima riservava solamente ai suoi fratelli minori, ai due più
piccoli, e che talvolta, non visto, riservava anche al
ragazzo.
E
nonostante ciò, poi avrebbe fatto finta di non essere responsabile di quel
gesto, in fondo aveva una reputazione da duro da difendere. Sorrise
lievemente.
Buon
Natale.
«Questo
portachiavi con l’angioletto che suona l’arpa è davvero carino, ma non dovevi
disturbarti per me!» esclamò sorpreso il compositore, quando finalmente, il
giorno seguente, era riuscito a incontrare l’altro
ragazzo.
«Aww!
Sei così modesto, Ruki-chan, certo che te lo meriti!» non si trattenne Ringo,
che quel giorno non si era travestito, tirandolo in un veloce abbraccio
affettuoso nel quale lo strinse a sé e il modo esuberante in cui gli si era
rivolto non era dissimile dalla sua maschera abituale. Forse perché loro ormai
si confidavano ogni cosa, si stimavano reciprocamente, erano amici e si volevano
un gran bene.
Haruki
non sapeva dire se fosse più affezionato a lui o a Ryuuya, ma di una cosa era
sicuro, non li avrebbe cambiati con nessun altro al mondo.
Andarono
a sedersi in un tavolino per tre prenotato nel locale addobbato a festa, e in
attesa del ritardatario del trio – non per suo volere, il giorno di Natale si
lavorava come in qualunque altro giorno ordinario, Ryuuya doveva andare sul set
e girare delle scene – Ringo gli offrì da bere qualcosa di
caldo.
«Buon
Natale, Ruki-chan».
«Buon
Natale. Facciamo del nostro meglio anche l’anno prossimo,
okay?».
«Ben
detto!».
E
infine i due amici fecero incontrare le loro tazze mimando un
brindisi.
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Iniziativa: Questa
storia partecipa al contest “Christmas Game – Puzzle Time” a cura
di Fanwriter.it!
Numero
Parole: 821
Prompt:
25.
Tazza calda
Note:
Un capitolo su questo trio non poteva mancare *-* il fatto è che Haruki mi
ispira troppa tenerezza e chi meglio di lui poteva meritare un simile
trattamento?
Cioè,
io lo strapazzerei di coccole!!! >.< Per mantenere i personaggi IC, però,
mi sono trattenuta, eheh xD
Nello
scorso capitolo mi sono intenerita a scrivere di Aine, qui di Ruki-chan… E non
saranno gli unici personaggi fluff
della raccolta, sapete? :D
Ho
già chiari tutti gli abbinamenti ^^ spero davvero di non
deludervi.
Grazie
e alla prossima!
Rina