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Autore: Voglioungufo    11/12/2016    3 recensioni
“Sas’ke-kun” lo chiamai fissando la palla che rimbalzava fra le mani dei ragazzi.
“Nh” mi concesse udienza, stava massaggiando in maniera forsennata al telefono.
“Credo di essermi innamorata” iniziai, feci una pausa, poi: “di una ragazza”
Sasuke annuì continuando a ticchettare sullo schermo dello smartphone, poi realizzò. Fermò le dita e si voltò a guardarmi:
“Come hai detto?”
|SakuHina|Fluff|PUO'CAUSAREDIABETE|TEAME7!FRIEDNSHIP|
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Mi chiamo Sakura Haruno e penso che le persone non si guardino mai abbastanza attorno restando fissati sulle cose che colpiscono subito dimenticando la bellezza di questi dettagli.
Dico così perché anche io ho sempre dimenticato di guardare un dettaglio fondamentale, un piccolo fiocco di neve che ho scoperto troppo tardi ma attorno al quale adesso ruota tutto il mio mondo.
 
Saibu
 
Non posso dire che con Hinata sia stato amore a prima vista. Da quando mi sono trasferita a Konoha l’ho sempre incontrata, vivevamo nella stessa via di villette a schiera e prendevamo lo stesso pulman per andare nella stessa scuola, nella stessa classe. Non l’avevo mai notata perché tra me e lei c’è sempre stata una voragine. Non ci fu nessun imprinting particolare, né la percepii immediatamente come anima gemella. Io e lei orbitavamo in due galassie differenti e non c’era nulla che ci accumunava.
Hinata era il genere di bambina che possiede quella bellezza sconcentrante simile alle bambole di ceramica che non ti aspetteresti di trovare in classe, non con quel corto caschetto di capelli corvini e quegli occhioni chiarissimi e dolci e quelle guance piene che si imporporavano per qualsiasi cosa. Faceva danza classica da prima di imparare a camminare e un sacco di bambini le portavano letterine d’amore che lei nascondeva dentro lo zaino della Lelly Kelly. Tutti volevano stare con lei perché era dolce e delicata come un fiocco di neve e desideravi naturalmente proteggerla. Forse era la sua tendenza a sorridere timidamente a tutti o perché balbettava quando si rivolgeva agli adulti. Forse era perché sembrava un principessa Disney.
Io, per contro, avevo i capelli perennemente arruffati e le ginocchia sbucciate, ero prepotente e troppo interessata a stare con il bambino che mi piaceva e quello suo strambo migliore amico biondo. Preferivo giocare ai pirati con loro che con le bambole e frequentavo la palestra di karate con loro.
Non c’erano nessun motivo per cui io e Hinata avessimo dovuto parlarci o incontrarci, il fatto che fossimo nella stessa classe era l’unico punto di convergenza di due dimensioni diverse.
Quando poi andammo alle medie e superiori questo punto di contatto si perde totalmente finendo prima in classe diverse, poi in istituti diverse. Non la vidi per molto tempo. Per contro, continuai a stare con Sasuke e Naruto intensificando non solo il mio legame con loro ma anche il mio lato da maschiaccio.
Tuttavia nella mia mente conservavo ancora una vago ricordo di lei, un’immagine sbiadita di un piccolo fiocco di neve.
 
Mi chiamo Sakura Haruno e frequento l’Ashura High School con i miei due migliori amici scapestrati, Naruto e Sasuke. I miei genitori sono divorziati e vivo con mia madre, una scrittrice attenta ai movimenti femministi. Motivo per cui non ho mai avuto un’infanzia tradizionale ma più ‘liberale’.
Solitamente esco di casa attorno alle sette per andare a scuola in bici, ma da un po’ ho iniziato a prendere la metro.
E’ successo in un giorno di pioggia e con Naruto stavo aspettando la nostra corsa –quel riccone di Sasuke aveva la macchina ma era abbastanza antipatico da non offrirci nessun passaggio – quando per sbaglio mi scontrai con lei. Non la riconobbi immediatamente, era molto cambiata da quando era bambina: ora i suoi capelli erano lunghi e il corpo più formosa, ma conservava gli stessi occhi dolci.
“Scusami” mi disse con una vocina dolce e fece per spostarsi a sinistra. In quel momento ebbi anche io l’idea di farmi a sinistra e ci scontrammo nuovamente. Ancora, in contemporanea scartammo a destra.
“Mi di-dispiace” balbettai e lei scoppiò a ridere socchiudendo gli occhi e tirando le labbra in uno splendido sorriso.
In quel momento il mio cuore mancò un battito.
Mi ricordai il suo nome solo qualche giorno dopo quando la rividi. Hinata Hyuuga, frequentava l’Hamura College, la scuola vicino alla nostra; prendeva sempre la metropolitana per andare a scuola, a volte sola, altre volte con un amica. Quando era sole preferiva camminare. Rideva raramente, ma quando lo faceva era bellissima.
Non so quando iniziai a cercarla fra la folla, ma inizia a notarla sempre più spesso come se il resto del mondo diventasse uno sfondo al suo passaggio. E in quel momento iniziai a comprendere.
 
Ora di ginnastica, Naruto stava giocando a basket con i compagni di classe mentre Sasuke era in panchina accanto a me. Entrambi stavamo aspettando il cambio.
“Sas’ke-kun” lo chiamai fissando la palla che rimbalzava fra le mani dei ragazzi.
“Nh” mi concesse udienza, stava massaggiando in maniera forsennata al telefono.
“Credo di essermi innamorata” iniziai, feci una pausa, poi: “di una ragazza”
Sasuke annuì continuando a ticchettare sullo schermo dello smartphone, poi realizzò. Fermò le dita e si voltò a guardarmi:
“Come hai detto?”
 
 
“Neh, neh, Sakura-chan, è lei? È lei?” si agitava Naruto. Eravamo nascosti dietro una colonna mentre fissavamo la povera vittima –perdon, Hinata-chan –attendere la metro.   
“Sì, Naruto-baka, è lei” sbottai.
“Com’è carina” cinguettò.
“Era in classe con noi alle elementari” grugnì Sasuke “E ti veniva dietro” aggiunse.
“Co-oosa? Come fai a saperlo?”
“Io so sempre tutto, dobe”
“Shht” li zittii sventolando una mano davanti ai loro nasi.
“Senti, Sak’ra-chan” fece sornione il biondo “Se la nave salpa posso inserirmi per una cosa a tre?”
Ci pensò Sasuke e colpirlo con un pugno al posto mio.
“Smettetela di fare tutto questa baccano” mi rassettai l’uniforme e cercai di sistemare il corto caschetto rosa. “Cosa faccio? Cosa faccio?”
Sasuke alzò gli occhi al cielo e senza chiedere il parere a qualcuno mi spintonò fuori dal nostro nascondiglio verso Hinata-chan.
“Buona fortuna!” mi mostrò i pollici Naruto.
Rossa come un pomodoro mi avvicinai alla ragazzina con i capelli neri.
“ehi—”
 
Naruto e Sasuke fissarono la scenetta nascosti dietro la colonna.
“Che cosa sta facendo secondo te?” domandò il biondo.
“E’ tutta rossa”
“Perché agita così tanto le mani”
“La sta traumatizzando”
“Perché ha la faccia così rossa?”
“Sembra sul punto di esplodere”
“Perché non parla più?”
“Perché non le risponde?”
“Perché sta scappando?”
“Perché Sakura sta tornando qui? Non dovrebbe inseguirla?”
“...”
“...”
“Ehi, Sakura! Come è andata?”
Volevo scoppiare a piangere.
 
Fortunatamente, ebbi un’altra occasione. Mentre eravamo a scuola era scoppiato un temporale e né io né Naruto avevamo un ombrello.
Sasuke ci superò con un sorriso bastardo sventolando le chiavi della macchina davanti ai nostri nasi.
“Sayonara, poveri” ci apostrofò evitando l’astuccio con il quale Naruto tentò di colpirlo.
Inizialmente rimanemmo qualche minuto sotto la tettoia della scuola sperando che cessasse. Poi, Naruto mi costrinse a correre sotto la pioggia con lui.
“Perché devo fare questa idiozia con te?!” berciai contro di lui cercando di farmi scudo con la borsa dei libri.
“Perché siamo giovani!” rispose lui saltellando sulle pozze. Durante la corsa, però, notai un ombrello lillà sotto il quale con un piccolo sorriso camminava Hinata.
Mi arrestai afferrando un lembo della giacca di Naruto, lui capì subito a cosa mi riferivo.
“Hinata-chan!” gridò nella sua direzione facendola sussultare. Senza ombra di imbarazzo si infilò sotto il suo ombrello costringendomi a fare lo stesso.
“Ti ricordi di noi?” blaterò “Eravamo alle elementari con te!”
Davanti all’esuberanza del biondo –se non ci sei abituato può essere nociva – la mora arrossì vistosamente ma si premurò di annuire.
“Naruto-kun, giusto?” poi si voltò a guardarmi interrogativa.
Pregai di non arrossire. “Sakura... Sakura-Haruno”
Il suo volto rotondo si aprì in un bellissimo sorriso. “Ah, sì! Mi ricordo di te, sei cambiata tantissimo!” e socchiuse gli occhi.
Naruto dovette pizzicarmi un fianco affinché mi riprendessi dalla mia contemplazione.
“Oh, ma siete tutti bagnati” si accorse preoccupata “Tenete” ci porse l’ombrello e poi iniziò a frugare all’interno delle sua borsa. Tirò fuori dei fazzoletti di stoffa e si alzò sulle punte per poterci asciugare il viso.
Avevo così caldo da avere la certezza matematica che sulle mie guance si sarebbero potute cuocere delle uova.
“Senti, Hinata-chan” esordì Naruto vedendo che non reagivo “Ti andrebbe di accompagnarci fino al chiosco di ramen qui vicino”
“Certo!” ci garantì.
 
“E poi?”
“E poi, cosa?” borbottai con la testa appoggiata sul banco.
Sasuke alzò gli occhi al cielo e decise di rivolgersi a Naruto. “E poi com’è andata!”
Naruto succhiò rumorosamente dal succo di frutta. “che ne so, io ho cercato di lasciarle sole e—”
“Abbiamo parlato!” esordii finalmente con voce sognante “E mi ha detto che è brava a preparare i dolci. E che un giorno posso andare a casa sua ad assaggiarne una”
“Fantastico” acconsentì incolore Sasuke reggendosi la faccia a una mano “Ti ha dato il suo numero?”
“...”
“...”
“...”
“...non l’ho chiesto”
Naruto scoppiò a ridere mentre Sasuke alzava gli occhi al cielo. “Che imbranata”
 
Però la fortuna pareva essere dalla mia parte perché la incontrai molto spesso e questa volta tentai di essere più coraggiosa avvicinandomi ad attaccare bottone.
Nonostante con lei facessi le peggiori figure –Sasuke aveva ragione, sono un’imbranata! – era sempre paziente con me e nascondeva i sorrisi dietro la mano.
È bellissima.
Alla fine, ottenni il suo numero e quando successe lo sbandierai a tutta la classe come se fosse un trofeo –ormai per colpa di Naruto lo sapevano tutti i nostri amici.
Era successo mentre aspettavo il bus per andare a karate, alla fermata c’era anche lei. Indossava un cappottino leggero e tremava un pochino.
“Ehi, Hinata-chan! Hai freddo?” le chiesi accostandomi.
Era più bassa di me di qualche centimetro per questo doveva sempre piegare il collo per guardarmi. “Solo un po’” accennò timidamente.
Mi fissai attorno mentre le guance mi si imporporavano poi, prese da un attacco di coraggio, aprii la zip della mia giacca e tirandole per i lembi la abbracciai incastrandola così dentro la stoffa.
“Saku--?” balbettò confusa.
“In questo modo ci scaldiamo” blaterai “I pinguini fanno così”
Era ufficiale, l’idiozia di Naruto era contagiosa e io ci ero stata troppo a contatto.
Mi preparai al rifiuto ma invece da dentro la giacca venne fuori una leggera risata.
“Grazie, Sakura-chan” disse “Sei molto ingegnosa”
“Oh.... eh...” balbettai mentre sentivo il cuore battermi così furiosamente che ero certa l’avrebbe sentito “Avevi parlato di una torta... non so se ti ricordi”
La sua testa sbucò fuori facendomi il solletico al collo. “Certo che ricordo” mi assicurò con un sorrisone “Ti do il mio numero così potremo metterci d’accordo!”
 
Hinata abitava all’ultimo piano di un alto edificio e da lì potevi vedere tutta Konoha. Mi fece assaggiare le sue torte ed effettivamente era una cuoca fantastica anche se un pochino imbranata, era divertente vederla sulle punte dei piedi mentre cercava di prendere gli ingredienti nei ripiani più alti.
Facemmo molti giochi stupidi e io ebbi l’occasione di conoscerla meglio. Effettivamente vivevamo ancora in due mondi opposti ma la cosa non mi scoraggiava più tanto, non lo vedevo come un ostacolo fra noi due. O, almeno, ora avevo il coraggio di saltare oltre quella voragine. In un certo senso lo avevo imparato osservando Sasuke e Naruto, totalmente opposti eppure miglior amici incondizionatamente, le loro diversità li rendeva più uniti.
Anche io volevo una cosa del genere con Hinata. Volevo di più.
Quando fu ora di tornare a casa mi salutò con un bacio sulla guancia. Arrossi e mi fischiarono le orecchie, feci una faccia talmente strana che Hinata scoppiò a ridere con una mano davanti.
“Che buffa, proprio buffa” mi assicurò.
Mi chiesi come potesse essere possibile, ogni giorno che passava lei diventava sempre più bella.
 
“Sas’ke-kun” lo chiamai dubbiosa picchiettando la matita sul mio quaderno “Come di fa a conquistare una ragazza?”
Naruto si voltò a guardarmi offeso. “Perché lo chiedi a lui e non a me?”
“Sas’ke-kun è molto più popolare”
“Ma io sono più bel—“ non finì la frase perché il moro gli mise una mano davanti alla bocca.
“Non credo di poterti essere utile” mi ripose.
“Eeh? Perché?” piagnucolai.
“Perché se un ragazzo ronza intorno a una ragazza viene automatico pensare che abbia un interesse romantico” iniziò a spiegare fulminando Naruto che aveva osato leccargli la mano “Mentre lo stesso per due persone dello stesso sesso verrebbe considerata semplice amicizia” terminò e fissò insistente Naruto.
Dal canto mio franai sconfortata con la testa sul banco. “Che cosa faccio allora?”
“Baciala” propose Naruto “Un bacio sulle labbra non ha molte altre interpretazioni”
Baciarla?
Era un pensiero che avevo fatto spesso ma l’idea di metterlo in pratica mi terrorizzava. E se mi avesse rifiutata?
“Non prendiamo misure drastiche” intuì i miei pensieri Sasuke “Possiamo andare per gradi. Potresti prima iniziare a fare gesti più ambigui, tipo andarla a prendere a scuola”
Quell’idea mi piacque molto di più. “Sì! Farò così!” gridai con rinnovato vigore.
“Ehi, voi del gruppetto in fondo! Se non la piantate subito vi mando dal preside!”
 
Al suono della campanella mi precipitai di corsa fuori dalla scuola per raggiungere L’Hamura. Ci arrivai con il fiatone e le ginocchia che tremavano –non solo per la stanchezza ma anche per l’emozione.
La individuai subito.
“Hinata!” gridai verso di lei. Appena mi notò arrossì vistosamente sorpresa, ma poi si incamminò verso di me.
“Sakura-chan... cosa ci fai qui?” mi domandò incerta e timida. Reggeva con le mani la borsa dei libri.
Sorrisi furba. “Facciamo la strada assieme” le proposi, poi: “Vuoi che ti porta io la borsa?” era una domanda che Naruto faceva sempre quando ci provava con una ragazza.
Lei piegò la testa poi la scosse. “Non preoccuparti. Non è molto pesante”
Il cuore pompava furioso per il disagio ma cercai di essere il più naturale possibile mentre camminavamo per il viale alberato.
“Oh, ma ti fa male la mano” notò mentre gesticolavo.
Fissai l’ematoma che avevo sul palmo. “Sì, ma non preoccuparti” non sapevo nemmeno come me lo fossi fatta.
Sussultai quando la Hyuuga mi prese la mano –aveva un tocco fresco – e poggiò le labbra sul livido bluastro. Sentii che nella mia cassa toracica stavano organizzando un party. Purtroppo non ebbi il tempo di riprendermi da quella scena dolcissima che Hinata pensò bene di picchiettare il dito sul mio palmo cantilenando con faccia concentrata e seria .
“Bua più, bua più, la bua non c’è più!”
“...”
Scoppiai a ridere a crepapelle. Lei arrossì.
“Dai, non lo facevi anche tu da bambina?” protestò imbarazzata nascondendo il viso dietro le mani.
“No!” risi fra le lacrime. “Ma grazie, sei stata... dolcissima” e mi morsi il labbro inferiore. Era tutta rossa in viso, era adorabile e avevo una grande voglia di baciarla.
Forse era il caso di seguire il consiglio di Naruto?
Prima che potessi decidermi lei girò i tacchi e iniziò a camminare velocemente come se volesse seminarmi.
Oddio, l’ho traumatizzata!
“Ehi!” protestai correndole dietro, le afferrai un polso costringendola a fermarsi “Cosa c’è?”
Non si voltò a guardarmi, rimase con la testa china. “Secondo te, sono strana?” mi domandò in un sussurro.
La fissai confusa poi scossi la testa. “Ho visto gente più strana di te” la rassicurai. Mi fece un sorriso a labbra strette ingrossando le guance, gli occhi nascosti dalla frangia lunga.
“E’ che non sono molto brava con le persone” mi confidò “E non ho mai avuto un’amica come te”
Non ho mai avuto un’amica come te. La mia mente mi ripropose quella frase in mille modi diversi.
“Sono felice” continuò inconsapevole dei fuochi d’artificio nella mia testa “di averti incontrata”
“Anche io sono felice di averti incontrata!” gridai facendola sussultare. Accidenti, non credevo di aver usato una voce così alta.
“Sei molto carina e dolce e simpatica e interessante e gentile...” iniziai a elencare gesticolando ancor più del solito –sì, quando sono nervosa gesticolo “E... e... insomma” balbettai, poi strinsi gli occhi “Tu mi piaci molto!”
“...”
“...”
Socchiuse gli occhi assecondando un sorriso. “Anche tu mi piaci molto Sakura-chan”
“Sì, ma non in quel senso” mi affrettai a spiegare giusto perché se la nave stava affondando tanto valeva affondare con stile “Mi piaci come se fossi un ragazzo. Con questo non voglio dire che tu sia un ragazzo, cioè. Non mi piaci da amica, mi piaci nell’altro senso, hai capito? Io... io sono innamorata di te!” lo sbottai come se fosse un insulto e chiusi gli occhi.
“...”
“...”
“...”
Vedendo che non rispondeva mi arrischiai a sbirciare, aveva il viso completamente rosso. E le tremava il labbro inferiore.
Ecco, adesso l’ho traumatizzata. Sospirai cercando di preparare un discorso serio e ispirato che le facesse capire che per me non era un problema e che potevamo restare amiche.
“...forse anche tu mi piaci”
....
Momentomomentomomento, cosa?
“Forse?” cantilenai con un sorriso molto idiota sulle labbra. Improvvisamente mi sembrava di toccare il cielo.
Hinata arrossì ancora di più. “Non lo so” sbottò con la voce fina, era dolcissima “Non ho mai avuto un’amica come te e così mi confondi, cioè, non so se certe cose sia normale provarle per un’amica” sembrava davvero in difficoltà.
“Certe cose? Cose come?” blaterai, ero troppo felice per cercare di essere seria “Se sei confusa potresti baciarmi per capire”
Mi lanciò la sua borsa dei libri in faccia.
“Andiamo per gradi!” pretese squittendo “Per me tutto nuovo”
“Anche per me” le assicurai massaggiandomi il naso.
La vidi gonfiare le guance imbarazzata.
“Quindi andiamo per gradi” assecondai, sorrisi ancora –non mi stancavo più di sorridere – “Posso prenderti per mano?”
 
“Alla fine l’hai baciata?”
“No”
“Ma state assieme”
“sì”
“Ma la bacerai”
“Forse”
“Sakura, smettila di fare quel sorriso inquietante”
“Sas’ke-kun! Sono troppo felice!”
“Argh! Staccati! Naruto, toglimela di dosso”
“Anche io voglio abbracciare Sasuke!”
“AAAAAH, STACCATEVI!”
 
Mi chiamo Sakura Haruno e sono innamorata della ragazza più carina di Konoha. Eppure non mi sembra strano, cioè non mi importa che sia una ragazza come me, va bene lo stesso e io sono felice quando le tengo la mano. Fondamentalmente viviamo in due galassie opposte e il mio non è stato un colpo di fulmine. Mi sono accorta di lei dopo, era un pezzo di puzzle diverso dagli altri dentro la scatola ma che si incastrava perfettamente a me. Un dettaglio che rende il quadro magnifico. E sono felice di averla scoperta.
A me Hinata piace davvero tanto.
 
Della serie, restiamo sul demenziale. In realtà era partita come una storia seria, ma capitemi ho il ciclo e ho bisogno di cose dolci, idiote e coccolose <3 <3 neinte di meglio di una sana Team7!friendship e una Sakuhina diabetica.
Mi sono lasciata andare al cliché di Hinata kawaii, shame on me!
 
Spero vi sia piaciuta, e nel caso mi farebbe molto piacere anche un commentino. Mi rendo conto che sia una storia senza pretese, magari più avanti aggiornerò degli extra perché una parte di me la sente un po’ incompleta (lo vogliamo sto maledetto bacio, o no?)
A presto e con amore,
Hatta <3
 
Ps. Saibu significa dettaglio. Perché appunto le persone dovrebbero più fare caso ai piccoli particolari.
   
 
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