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Autore: Fabb5000    12/12/2016    1 recensioni
Sono passati parecchi anni da quando Lyon, Stefano, Anna e Mario giocavano a Minecraft e, insieme a quei tempi, si è conclusa anche la FailCraft. Ora Lyon, ormai ultracentenario, conscio che ormai non gli resta molto tempo, decide di rivelare alla sua nipote sedicenne la sua vera storia, ovvero quella che successe dopo gli avvenimenti di "A caccia di Herobrine"; la storia che lo rese un eroe non solo in Minecraft, ma in tutti i mondi, e che va tramandata alle generazione future prima della fine. La storia di come lui, Stefano, Anna e Mario salvarono tutti gli universi da una terribile piaga. [[Consigliabile, ma non indispensabile, legge il prologo]]
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Herobrine, Notch, Nuovo personaggio, Steve, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'FailCraft in real life'
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È passato molto tempo dall'avventura che ti sto per raccontare. Allora io, Lyon Diswarden, ero ancora un giovane ragazzo pieno di speranze per il futuro, e ancora non sapevo cosa mi aspettava.

Ma la nostra storia, in realtà, comincia molto prima che io entrassi in gioco, più di mille anni fa, in un altro luogo e in un altro tempo.

Quel luogo si chiamava Minecraft. Era, proprio come il nostro, un universo ricco di mondi e stelle diverse tra loro, così tanto che talvolta non era possibile riconoscerli per quello che erano.

Ma c'era una grande differenza con il nostro universo : quei mondi, infatti, erano piatti e non sferici.

E uno di questi mondi era un luogo magnifico. I nativi lo chiamavano End, che nella loro lingua madre significa "Luce". Questo era dovuto, secondo alcuni, ai suoi tre soli, che splendevano ininterrottamente illuminando il mondo come in nessun altro luogo in Minecraft.

Ma la vera loro luce, in realtà, era un'altra, ed era rinchiusa nelle profondità della terra. Era un filone d'oro e di pietre preziose così immenso che ogni cosa nelle città dell'End, dalla più piccola coppa di vino al più maestoso dei castelli, era costituito dal biondo metallo.

Una di queste città si chiamava Aasgaroth. Aasgaroth! Non la dimenticherò mai. Anche quando io la vidi, ormai in rovina da tempo, era ancora magnifica.

Era situata su un'isola che volava nel cielo, la più alta di tutte, e su di essa si poteva quasi sfiorare i soli. Era la capitale dell'End, e ivi si trovava il palazzo del re Orkrost.

Orkrost era il migliore tra i sovrani di Minecraft. Saggio, giusto e benevolo con il popolo, governò per seicentoventidue anni (la caratteristica di quella gente era che era beneficiata da lunga vita). Tutti gli altri re andavano da lui a chiedergli consiglio ogni volta che ce n'era bisogno, e persino il sovrano degli dei, Notch, si prostrò d'innanzi a lui.

Orkrost vide nel corso della sua vita il regno arricchirsi e abbellirsi sempre più. Lui e la moglie Islanzadi ebbero poi un figlio, Shadow, il quale era destinato ad ereditare il regno dell'End.

Ma le cose erano destinate ad andare diversamente. Col passare degli anni, le notti insonni aumentarono, poiché i minatori e gli artigiani non smettevano di estrarre oro e gioielli finché non cadevano a terra esausti.

Una malattia malvagia si era impiantata in loro, una malattia della mente, che li obbligava a cercare sempre di più. Il loro amore per l'oro era divenuto insaziabile. Orkrost cercò invano di fermare tale follia, ma presto anche lui fu accecato dall'avidità di fronte a ciò che venne rinvenuto nel centro dell'isola volante.

Infatti un minatore, scavando, trovò qualcosa di magnifico, inestimabile e impensabile, che pareva fatto dell'essenza stessa dell'universo. Era il cuore pulsante di Minecraft : la Pietra Filosofale.

Era un gioiello in grado di produrre tonnellate d'oro con un solo tocco, di donare infinita conoscenza e di offrire il dono che fino ad ora era riservato solo agli dei, ovvero l'immortalità.

Notch, venuto a sapere ciò, si recò da Orkrost per avvertirlo delle tremende conseguenze che avrebbe portato la Pietra, ma questi non lo ascoltò. Incastonò il gioiello sul suo trono e ordinò alle sette famiglie più illustri dell'End di prestare un giuramento, ovvero che avrebbero obbedito a chiunque avesse posseduto il mistico minerale.

Solo Shadow, ormai giovane principe, non prese bene tale decisione. Sentiva che suo padre stava cambiando, e capì fin troppo chiaramente quali terribili catastrofi avrebbe portato ciò. Ma ormai Orkrost aveva dimenticato anche il figlio. La malattia aveva infettato anche lui, e laddove tale malattia prospera, seguono brutte cose.

Tutto avvenne il primo giorno dell'anno. Dapprima si udì un forte vento che strappò agli alberi le loro magnifiche chiome, e poi un rombo lontano, come un brontolio furioso.

Il giovane principe fu il primo a sentirlo, e capì immediatamente che cosa significavano quei segnali. Corse verso il palazzo il prima possibile, allertando le guardie e suonando gli allarmi della città. Quando i suoi genitori gli chiesero che cosa stesse succedendo, l'unica cosa che riuscì a dire fu "IL DRAGO!"

Subito dopo un ruggito risuonò nell'aria e due immense ali nere oscurarono la luce dei soli.

Era un drago sputafiamme proveniente dai confini di Minecraft, che aveva scaglie dure come scudi dieci volte più rinforzati e artigli e denti simili a lance. Quello che in futuro tutti avrebbero con timore chiamato Drago dell'End era venuto a distruggere la civiltà degli Enderman.

Omega era arrivato.

In breve le fiamme del drago bruciarono tutte le città dell'End e le sue immense zampe rasero al suolo ciò che era scampato al fuoco. Il fumo che si liberò dagli incendi fu tale che una cappa di cenere avvolse l'intero mondo, oscurando completamente i tre soli, e l'End andò incontro alla più lunga notte che si sia mai vista.

Gli animali e le piante morirono quasi subito. Ma ciò era solo l'inizio, perché la distruzione della civiltà non era nulla per Omega. Lui mirava ad un altro premio.

Perché i draghi bramano l'oro e i gioielli con argunto e insaziabile desiderio. E Orkrost gli aveva portato ciò che gli avrebbe permesso di possederne più di chiunque altro.

Dopo aver distrutto tutto l'End Omega attaccò l'isola volante. Le sue fiamme furono così intense e potenti che i palazzi divennero torri nere e il magnifico castello crollò.

Il drago tramutò le guardie superstiti in soldati al suo servizio, dagli occhi viola e dediti solo a lui. Questi diedero la caccia a coloro che erano scampati al fuoco per tutto l'End, ma fortunatamente molti si salvarono rifugiandosi in altri mondi.

Orkrost tornò indietro nel disperato tentativo di salvare la Pietra Filosofale, ma il drago non aveva alcuna intenzione di cedere il suo bottino. Carbonizzò Orkrost. Sua moglie Islanzadi impazzì per il dolore e scappò chissà dove.

Shadow osservò impotente la cosa, piangendo per i migliaia che erano caduti quel giorno. Ciò che aveva temuto si era alla fine accertato. Lui che doveva essere l'erede al trono, ora era solo un poveraccio senza più una casa in cui vivere.

Poi, improvvisamente, una flebile luce illuminò il cielo divenuto nero. Notch era venuto, portando con sé una schiera di guerrieri, non appena aveva saputo della catastrofe.

Ma, nonostante le suppliche di Shadow, il re degli dei non affrontò Omega. Notch non avrebbe rischiato la vita dei suoi contro un drago che ora possedeva poteri divini. Nessuno aiuto venne dagli dei quel giorno, fatta eccezione per aver salvato i pochi superstiti portandoli in un altro mondo.

Privati della loro patria, i superstiti del regno dell'End su dispersero in tutti i mondi, e alla fine ciascuno riuscì a rifarsi una vita. Ma il giovane principe non riuscì mai a cancellare i ricordi dalla sua mente. Shadow non dimenticò mai le urla, la paura, le fiamme di Omega che spazzavano via ogni cosa. E mai avrebbe dimenticato di compiere la sua vendetta non appena le circostanza sarebbero state per lui profique.

E non perdonò mai ... e non dimenticò mai.
   
 
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